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Giorgio Kiaris – Karte
Pittore del colore, un colore “ non perforato dai laser delle modernissime tecnologie” (G.Biggi), al quale affida opere di grande respiro. Di raffinate tessiture cromatiche intessute di grafie, opere materiche di straordinaria leggerezza
Comunicato stampa
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KARTE
Il titolo di questa mostra potrebbe sembrare “artefatto” giocando ancora sulle parole, cioè una variazione lessicale molto in voga tra le giovani generazioni, ma così non è.
La ragione che mi ha portato a utilizzare la K anteposta alla parola ARTE, è che la K è l’iniziale del mio cognome e ARTE non è che la conseguenza del lavoro svolto sulla carte, quindi, la comunione di questi due, seppur vagamente dissociati e distinti elementi, suonava in maniera consona al mio progetto.
Come tutti i progetti in fase di elaborazione, anche il mio ha subito delle evoluzioni.
Infatti, questa serie di opere nate sulla carta, o meglio, cartoncino, dipinte in un ordine casuale, successivamente sono state pensate come un ciclo dove elementi di svariate genesi, si sono integrati in un insieme che ha formato l’intera opera.
In questo modo, il mio procedere, ha sviluppato dei collegamenti (sinergie) diventando parte integrante dell’intero percorso come lo è ogni fotogramma di una pellicola.
Principalmente il mio intento è stato quello di ribadire l’attualità della pittura, che senza elementi integrativi e spesso posticci, è un linguaggio tutt’ora indipendente e senza dubbio di grande impatto, sia visivo che espressivo.
Il colore è la struttura dell’opera ed il segno non è altro che un reticolo variegato, più o meno sottile, una cosiddetta trama, anch’essa tracciata con il colore, sempre sotto il vigile e razionale controllo della mente, non cadendo mai in una casualità che seppur apparentemente segno di libertà, spesso trova fertile terreno per una non “arte”, e quindi solo identificabile in una banale esercitazione coloristica.
Questi attuali lavori, tutti eseguiti nell’anno 2009, sono l’evoluzione della serie “I Nidi”, che mi hanno portato a rinnovare radicalmente una ricerca che ho perseguito per alcuni anni.
Infatti con queste opere ho riconquistato l’assoluta peculiarità del colore-luce, e drasticamente represso il tonalismo chiaroscurale che incideva fortemente nelle mie ricerche precedenti.
La pittura è una scelta ostinata che ci impone quotidianamente di osservare ciò che ci circonda, infatti è impossibile e ingiustificato fare dell’arte uno sfogo personale.
Altresì, non è neanche un sistema per trovare delle risposte, infatti ogni voce che interpreta l’opera di cui sono stato artefice è utile a capire quanto essa possa sviluppare eventualmente delle domande.
L’arte è soprattutto condivisione e dialogo, senza tutto questo veramente sarebbe impossibile pensare ad una continuità dell’arte stessa che è sempre stata alla base della comunicazione.
La pittura è anche questo e nella società di cui siamo parte integrante, non ci accorgiamo della gratitudine che le dobbiamo, e di quanto può essere ancora una difesa di certi valori che stiamo adesso rivalutando.
Non è difficile sentire oggigiorno di gente che ha bisogno di silenzio, infatti siamo talmente infestati dal rumore, che quando c’è silenzio ci sembra di vivere una situazione irreale.
Ma accade anche addirittura a volte, che c’è chi con il silenzio non riesce a concentrarsi, come se il rumore ormai sia diventato compagno della nostra quotidianità, ormai sovraccaricata da rumori impropri.
Nel silenzio nascono i miei quadri ed in silenzio comunicano a chi li osserva.
Le “regole”della Natura per esempio ci insegnano ad apprezzare il silenzio e spesso i miei lavori trovano spunto da essa stessa.
Con questo non escludo che anche un paesaggio urbano può darci delle emozioni che vale la pena di viverle, ma nella dimensione di aria e spazio adeguate all’uomo; rifuggo invece dall’idea caotica di inquinamento multiforme delle megalopoli che sono l’alienazione del pensiero stesso.
Varie quindi sono le fonti utili all’assimilazione di elementi che poi formeranno l’opera che eseguo e da cui non posso sottrarmi, perché sono convinto che un artista che mente si vede, e le esperienze forzate non daranno frutti veri, ma bensì artificiose prove di quello che non siamo.
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Con queste considerazioni che sono le stesse con le quali vivo la mia quotidianità, cosciente di quello che sono e di quello che vorrei essere, ogni giorno costruisco il mio presente e quindi il mio futuro sulla base delle aspirazioni che da sempre mi accompagnano, e ancora più mi convincono che i quadri devono fare oltre che la mia felicità, anche quella degli altri...
Giorgio Kiaris, luglio 2009
Giorgio Kiaris è nato nel 1968 a Roma, nel cui Liceo Artistico si è diplomato con Gastone Biggi, per poi frequentare la Facoltà di Architettura.
Inizia a dipingere nel 1989, frequentando assiduamente l’atelier di Biggi, del quale attualmente è assistente.
Ha compiuto numerosi viaggi in tutta Europa e negli U.S.A., dove ha realizzato reportage fotografici con particolare interesse all’architettura e al paesaggio.
Alcune sue opere sono installate in permanenza, nella sede Direzionale di Piacenza della Cariparma; ha anche eseguito un grande pannello per l’Ospedale Nuovo di Imola.
Hanno scritto del suo lavoro: Gastone Biggi, Eugenio Miccini, Elena Pontiggia, Leo Strozzieri, Claudio Cerritelli.
Negli anni ha eseguito diversi cicli pittorici: “Panie”, “Rifrazioni”, “Sincroni”, “Mitologie” “Nidi”, esponendo in varie citta italiane con mostre personali e collettive.
Collabora con Gastone Biggi alla realizzazione di eventi culturali (convegni, dibattiti, lezioni).
Ha curato la grafica di diversi libri d’Arte, di Poesia e Saggistica.
Nel 2006 ha realizzato un cortometraggio sul lavoro di Gastone Biggi dal titolo “Art in Progress”,opera che è stata selezionata per il concorso Cinema d’Arte V edizione Festival Internazionale del Cinema d’Arte Bergamo 2006.
Nello stesso anno espone con una mostra personale dal titolo:“Per un altro pianeta”, alla galleria Art Time di Brescia, catalogo Christian Maretti Editore.
Nel 2007 è invitato a partecipare alla manifestazione “13x17” tenutasi allo Studio Berengo di Murano (VE), curata da Philippe Daverio e Jean Blanchaert, catalogo Rizzoli.
Nel 2009 è invitato dal Comune di Bozzolo (Mn), a partecipare alla IV Biennale Edizione Internazionale d’Arte “Città di Bozzolo”.
Il titolo di questa mostra potrebbe sembrare “artefatto” giocando ancora sulle parole, cioè una variazione lessicale molto in voga tra le giovani generazioni, ma così non è.
La ragione che mi ha portato a utilizzare la K anteposta alla parola ARTE, è che la K è l’iniziale del mio cognome e ARTE non è che la conseguenza del lavoro svolto sulla carte, quindi, la comunione di questi due, seppur vagamente dissociati e distinti elementi, suonava in maniera consona al mio progetto.
Come tutti i progetti in fase di elaborazione, anche il mio ha subito delle evoluzioni.
Infatti, questa serie di opere nate sulla carta, o meglio, cartoncino, dipinte in un ordine casuale, successivamente sono state pensate come un ciclo dove elementi di svariate genesi, si sono integrati in un insieme che ha formato l’intera opera.
In questo modo, il mio procedere, ha sviluppato dei collegamenti (sinergie) diventando parte integrante dell’intero percorso come lo è ogni fotogramma di una pellicola.
Principalmente il mio intento è stato quello di ribadire l’attualità della pittura, che senza elementi integrativi e spesso posticci, è un linguaggio tutt’ora indipendente e senza dubbio di grande impatto, sia visivo che espressivo.
Il colore è la struttura dell’opera ed il segno non è altro che un reticolo variegato, più o meno sottile, una cosiddetta trama, anch’essa tracciata con il colore, sempre sotto il vigile e razionale controllo della mente, non cadendo mai in una casualità che seppur apparentemente segno di libertà, spesso trova fertile terreno per una non “arte”, e quindi solo identificabile in una banale esercitazione coloristica.
Questi attuali lavori, tutti eseguiti nell’anno 2009, sono l’evoluzione della serie “I Nidi”, che mi hanno portato a rinnovare radicalmente una ricerca che ho perseguito per alcuni anni.
Infatti con queste opere ho riconquistato l’assoluta peculiarità del colore-luce, e drasticamente represso il tonalismo chiaroscurale che incideva fortemente nelle mie ricerche precedenti.
La pittura è una scelta ostinata che ci impone quotidianamente di osservare ciò che ci circonda, infatti è impossibile e ingiustificato fare dell’arte uno sfogo personale.
Altresì, non è neanche un sistema per trovare delle risposte, infatti ogni voce che interpreta l’opera di cui sono stato artefice è utile a capire quanto essa possa sviluppare eventualmente delle domande.
L’arte è soprattutto condivisione e dialogo, senza tutto questo veramente sarebbe impossibile pensare ad una continuità dell’arte stessa che è sempre stata alla base della comunicazione.
La pittura è anche questo e nella società di cui siamo parte integrante, non ci accorgiamo della gratitudine che le dobbiamo, e di quanto può essere ancora una difesa di certi valori che stiamo adesso rivalutando.
Non è difficile sentire oggigiorno di gente che ha bisogno di silenzio, infatti siamo talmente infestati dal rumore, che quando c’è silenzio ci sembra di vivere una situazione irreale.
Ma accade anche addirittura a volte, che c’è chi con il silenzio non riesce a concentrarsi, come se il rumore ormai sia diventato compagno della nostra quotidianità, ormai sovraccaricata da rumori impropri.
Nel silenzio nascono i miei quadri ed in silenzio comunicano a chi li osserva.
Le “regole”della Natura per esempio ci insegnano ad apprezzare il silenzio e spesso i miei lavori trovano spunto da essa stessa.
Con questo non escludo che anche un paesaggio urbano può darci delle emozioni che vale la pena di viverle, ma nella dimensione di aria e spazio adeguate all’uomo; rifuggo invece dall’idea caotica di inquinamento multiforme delle megalopoli che sono l’alienazione del pensiero stesso.
Varie quindi sono le fonti utili all’assimilazione di elementi che poi formeranno l’opera che eseguo e da cui non posso sottrarmi, perché sono convinto che un artista che mente si vede, e le esperienze forzate non daranno frutti veri, ma bensì artificiose prove di quello che non siamo.
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Con queste considerazioni che sono le stesse con le quali vivo la mia quotidianità, cosciente di quello che sono e di quello che vorrei essere, ogni giorno costruisco il mio presente e quindi il mio futuro sulla base delle aspirazioni che da sempre mi accompagnano, e ancora più mi convincono che i quadri devono fare oltre che la mia felicità, anche quella degli altri...
Giorgio Kiaris, luglio 2009
Giorgio Kiaris è nato nel 1968 a Roma, nel cui Liceo Artistico si è diplomato con Gastone Biggi, per poi frequentare la Facoltà di Architettura.
Inizia a dipingere nel 1989, frequentando assiduamente l’atelier di Biggi, del quale attualmente è assistente.
Ha compiuto numerosi viaggi in tutta Europa e negli U.S.A., dove ha realizzato reportage fotografici con particolare interesse all’architettura e al paesaggio.
Alcune sue opere sono installate in permanenza, nella sede Direzionale di Piacenza della Cariparma; ha anche eseguito un grande pannello per l’Ospedale Nuovo di Imola.
Hanno scritto del suo lavoro: Gastone Biggi, Eugenio Miccini, Elena Pontiggia, Leo Strozzieri, Claudio Cerritelli.
Negli anni ha eseguito diversi cicli pittorici: “Panie”, “Rifrazioni”, “Sincroni”, “Mitologie” “Nidi”, esponendo in varie citta italiane con mostre personali e collettive.
Collabora con Gastone Biggi alla realizzazione di eventi culturali (convegni, dibattiti, lezioni).
Ha curato la grafica di diversi libri d’Arte, di Poesia e Saggistica.
Nel 2006 ha realizzato un cortometraggio sul lavoro di Gastone Biggi dal titolo “Art in Progress”,opera che è stata selezionata per il concorso Cinema d’Arte V edizione Festival Internazionale del Cinema d’Arte Bergamo 2006.
Nello stesso anno espone con una mostra personale dal titolo:“Per un altro pianeta”, alla galleria Art Time di Brescia, catalogo Christian Maretti Editore.
Nel 2007 è invitato a partecipare alla manifestazione “13x17” tenutasi allo Studio Berengo di Murano (VE), curata da Philippe Daverio e Jean Blanchaert, catalogo Rizzoli.
Nel 2009 è invitato dal Comune di Bozzolo (Mn), a partecipare alla IV Biennale Edizione Internazionale d’Arte “Città di Bozzolo”.
22
agosto 2009
Giorgio Kiaris – Karte
Dal 22 agosto al 13 settembre 2009
arte contemporanea
Location
ROCCA SAN VITALE
Sala Baganza, Via Rocca, (Parma)
Sala Baganza, Via Rocca, (Parma)
Orario di apertura
da martedì a domenica 10,00/13,00 e 15,00/18,00
Vernissage
22 Agosto 2009, ore 11
Autore