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Giorgio Laveri -Terre non convenzionali
Con la mostra personale Giorgio Laveri. Terre non convenzionali la Città di Castellamonte omaggio all’artista savonese e rinnova il proprio interesse per i protagonisti dell’arte italiana del XXI secolo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Con la mostra personale Giorgio Laveri. Terre non convenzionali la Città di Castellamonte omaggio all'artista savonese e rinnova il proprio interesse per i protagonisti dell'arte italiana del XXI secolo.
La mostra, dal 3 settembre al 3 ottobre 2010, per la curatela di Vittorio Amedeo Sacco si inserisce nell'ambito delle manifestazioni della 50^ Mostra della Ceramica e 7^ Mostra Arte Applicata che fanno di Castellamonte uno dei centri di più vivo e qualificato interesse per la ceramica artistica.
L'esposizione, preparata in collaborazione con la galleria torinese Terre d'Arte, illustra un significativo percorso nell'articolata e multiforme opera di Giorgio Laveri, attraverso alcune opere che dimostrano la sua posizione di rilievo nell'ambito della ricerca ceramica italiana e internazionale.
In particolare, per l'occasione, Giorgio Laveri presenta le sue ultime realizzazioni in ceramica: Rino il temperino, Tita la matita e Molly.
photo by Galleria Terre d'Arte, Torino
Riccardo Zelatore ne fornisce una nuova lettura critica nella pubblicazione che accompagna la mostra.
"Ogni nuovo progetto espositivo sull'opera ceramica di Giorgio Laveri rappresenta una ulteriore occasione per rielaborare il senso di un percorso artistico energico, consistente e al contempo misurato.
Nel processo di indagine sul lavoro di un artista si
sente sovente l'urgenza di riferirsi alle immagini e ai referenti storici che ne riflettono soggetti e ne precorrono fisionomie. L'uso di questi rimandi risulta certamente suggestivo, a creare un elemento di specularità quando non di effettiva continuità tra passato e presente, tra storia e contemporaneità.
Soffermandoci sull'oper a di Laveri, emergono riferimenti espliciti al dadaismo, alla pop art e al nouveaux realism, a metodi iconici che tendono verso figure autorevoli quali Oldenburg, Cesar, Arman, Jeff Koons.
Laveri compie un gesto di appropriazione e riassimilazione della storia anche recente e porta la sua attenzione agli oggetti di uso quotidiano, suoi come artista (regia cinematografica e teatrale) - rullini fotografici e trucchi di scena - e uomo comune: penne stilografiche, caffettiere, birilli, cavatappi, strumenti a fiato, etc. Ogni metamorfosi tocca una realtà banale che di volta in volta si manifesta tra scena artistica e quinta domestica: così forme anonime incappano sotto la sua azione di esteticizzazione, diventano oggetti intimi, personali.
L'artista savonese lavora su costruzioni tattili e sensuali, le cui sembianze esterne, opulente e familiari, oltre a manifestare la libertà creativa dell'artista, servono a confondere reale e immaginario.
Anche la tecnica e i materiali devono dare un loro contributo ed ecco allora la ceramica, a collocare il processo creativo a metà strada tra produzione e virtuosismo artigianale.
photo by Guillaume Aral, Galerie Ferrero, Nice
Nella scena contemporanea si è da tempo assuefatti a considerare annullate le qualità manuali del creatore d'arte. Ordinariamente viene concessa la possibilità di demandare ad altri il compito di dare forma concreta e materiale ad un progetto e, in casi estremi, di disinteressarsi persino della qualità delle tecniche. Al centro della scena non si trova più il corpo dell'opera ma l'intenzione che l'ha motivata e il materiale usato per la costruzione passa, insieme alla tecnica, in secondo piano.
Se è vero che, in generale, la ceramica non fa totalmente eccezione a questa prassi contemporanea, c erto il metodo di lavoro di Giorgio Laveri pare orientato in altra direzione. L'artista, attento conoscitore delle tecniche e dei materiali ceramici, che lavora comunque in stretta sinergia con valenti artigiani, si concentra sulle qualità del materiale, sulla brillantezza e preziosità degli smalti, sulla fragilità e plasticità della terra. Non punta a elaborare nuove peculiarità ma cerca di esaltare le caratteristiche primarie recuperando ciò che già esiste e sovvertendolo in maniera ironica.
Imponenza delle masse plastiche e movimenti volumetrici osannano l'epidermide e la voluttà della scultura rispetto al soggetto figurato. Laveri tende a portare l'arte verso una comunicazione sensuale, lavora sulla passione della vita, sulle cose e sulle immagini che i sensi percepiscono.
Le sue opere, attraverso la poesia delle forme e la raffinatezza della tecnica, propendono a sedurre chi guarda. A metà tra illusione e realtà, tra corpo e oggetto, Laveri si avventura nell'arcano di una presenza doppia, misteriosa e ambigua. La sfasatura visiva, attuata attraverso il procedimento dell'ingigantimento e l'elevato piacere della manualità si riconoscono in Laveri, che si impegna costantemente nel trovare un nuovo incantesimo degli oggetti. La sua agilità nel muoversi tra scultura e décor ha reso non convenzionali oggetti ingenui, banali e apparentemente semplici.
photo by Guillaume Aral, Galerie Ferrero, Nice
Egli prova a cambiare l'ordine delle cose, ne fa comparire un volto nuovo, ponendosi nell'interstizio tra paradossale e razionale, decoro e kitsch. Rispetto alla sublimazione del banale e dell'immagine consumistica proposta dalla pop art, Laveri propone un'ipotesi che mira ad abolire il gap tra arti minori e arti maggiori, decorazione e arredo; l'artista introduce un sovrappiù di e nergia visiva per costituire un nuovo canale di comunicazione tra cultura elevata e cultura popolare. A dispetto della banalità della fonte iconografica, Laveri mette in circolazione strumenti emotivi complessi che sollecitano una risposta individuale, tanto che la scelta dell'oggetto sembra strettamente dipendente dall'immagine dell'io, di chi fa e di chi guarda. I lavori di Laveri sono qualcosa a metà tra il feticcio artistico e l'oggetto narcisistico.
In una produzione che può anche apparire a rischio di autocompiacimento, tra lavori di tangibile eccellenza, Laveri riporta l'attenzione verso le questioni pragmatiche poste dalla realtà di tutti i giorni, costringe l'immaginazione dello spettatore a proiettarsi sui rapporti tra materia e vita, tra ciò che la forma di un elemento può evocare e i modi infiniti in cui queste evocazioni possono essere declinate a costituire una delle tante possibili rappresentazioni del mondo presente."
Giorgio Laveri è nato a Savona.
Dopo gli studi di formazione professionale sulla regia televisiva, collabora con Salvatore Passarella e dipinge una serie di Murales sulla condizione del popolo Cileno dopo il golpe del 1972 (Milano, Roma, Brescia, Vicenza).
Nel 1973 allestisce la prima personale alla Galleria Vultur di Genova e fonda con Nando Anerdi del Derby di Milano il gruppo teatrale "Rosacroce". Dopo una serie di collaborazioni con diverse Produzioni Cinematografiche, gira il suo primo cortometraggio "La bella addormentata nel bosco" inserito in uno spettacolo satirico-teatrale di cui è anche autore.
Dal 1974 si dedica professionalmente al cinema e al teatro.
Si riportano, per brevità, i r iferimenti ai progetti realizzati negli ultimi tre anni.
Nel 2007 esce in anteprima nazionale al Teatro Palladium di Roma l'ultimo lavoro cinematografico "Metabar" che verrà presentato in seguito in varie città italiane attraverso i circuiti D'Essai. Nel contempo partecipa con l'installazione "Virginia Wolf" a Miart e allestisce una grande sala della Villa Mazzotti a Chiari (BS) con ceramiche Mediterranee in "Chiari e Geniali" a cura di Ilaria Bignotti per la Galleria Colossi Arte Contemporanea (BS).
In settembre partecipa alla collettiva "Batti quattro: fare arte" presso l'Oratorio de' Disciplinati nel Complesso Monumentale di Santa Caterina di Finale Ligure (SV) a cura della galleria Valente Arte Contemporanea, mentre successivamente partecipa alle collettive "Ironika" presso Lifestyledesign in Brescia a cura di Denise Cozzi e "Serie Artisti e Galleristi" a cura di Lara e Rino Costa Arte Contemporanea Va lenza (AL). A dicembre 2007 allestisce la personale "Man & Woman" alla galleria Insight in Roma e partecipa a "Start Miami" a cura di Design District - Miami.
Il suo primo evento nel 2008 è la mostra "Effetti Personali" alla Galleria Terre D'Arte di Torino seguita dall'installazione "Ceramica Cinematografica: 8-1/2 Federico Fellini" ad Arte Fiera Bologna con la galleria Valente Artecontemporanea.
Partecipa all'evento "Il bello oltre lo stile" allestito a Genova a bordo del veliero Varuna in aprile e subito dopo è a Lille dove presenta con la Galleria Dir'Arte una serie di opere dedicate allo Stile Italiano.
A ottobre gira "Ho fatto un sogno" l'ultimo film sulla trilogia dell'emarginazione dell'individuo nei laboratori di Pratoza-nino (Cogoleto) e presenta una grande scultura al Museo Renoir di Cagnes sur Mer, mentre a novembre presenta alcuni nuovi lavori a St'Art 2008 Strasburgo con la galleria Studi ò di Milano e Dir'Arte di Modica (RG).
Nel 2009, oltre alla partecipazione al circuito fieristico nazionale, ha tenuto la personale "Elegia del Quotidiano" alla Galleria Valente Arte Contemporanea, Finale Ligure (SV), "Made in Italy" alla Citriniti Arte contemporanea, Borgio Verezzi e ha preparato due grandi eventi legati al cinematografo. Il primo dal titolo "Ciakceramica" si è tenuto lo scorso giugno a Roma presso la Galleria C.A.O.S., mentre in settembre a Parigi presso la Galerie Le Studiolo ha inaugurato "Laveri fait son cinèma", una curiosa ricostruzione di una serie di oggetti cinematografici accompagnata da proiezioni di film che hanno fatto storia. In dicembre partecipa presso la galleria Terre d'arte in Torino alla mostra "Contemporanea", collettiva con ceramiche di Lodola, Marsiglia e Nespolo. Sempre nello stesso mese è presente in "Ceramica. Dalla collezione Balestrini" pr esso l'omonima galleria in Albissola Marina e invitato alla mostra "My way", Loft Gallery, Corigliano Calabro.
Il 2010 si apre con la pubblicazione della monografia "Giorgio Laveri. Scultura per gioco scultura per davvero", Vanilla Edizioni, presentata in anteprima da Ilaria Bignotti in collaborazione con Colossi Arte contemporanea in occasione di Bergamo Arte Fiera 2010.
A marzo e aprile segue la mostra personale "Giorgio Laveri" a cura di Anty Pansera presso la galleria Terre d'Arte in Torino.
Nello stesso periodo lo show-room Spaziostrato in Milano in occasione del Salone del Mobile ospita la mostra personale "Giorgio Laveri Home Design"a cura di Maura Parodi e Riccardo Zelatore.
In giugno partecipa alla mostra collettiva "Poker di assi", Casa Capecchi in Sarripoli (PT) e viene invitato alla Biennale UMAM "Clairs-Obscurs" al Chateau-Musée Grimaldi di Cagnes sur Mer.
A luglio segue la mostra personale "Faites vos jeux" alla Galleria Ferrero, Nizza.
La mostra, dal 3 settembre al 3 ottobre 2010, per la curatela di Vittorio Amedeo Sacco si inserisce nell'ambito delle manifestazioni della 50^ Mostra della Ceramica e 7^ Mostra Arte Applicata che fanno di Castellamonte uno dei centri di più vivo e qualificato interesse per la ceramica artistica.
L'esposizione, preparata in collaborazione con la galleria torinese Terre d'Arte, illustra un significativo percorso nell'articolata e multiforme opera di Giorgio Laveri, attraverso alcune opere che dimostrano la sua posizione di rilievo nell'ambito della ricerca ceramica italiana e internazionale.
In particolare, per l'occasione, Giorgio Laveri presenta le sue ultime realizzazioni in ceramica: Rino il temperino, Tita la matita e Molly.
photo by Galleria Terre d'Arte, Torino
Riccardo Zelatore ne fornisce una nuova lettura critica nella pubblicazione che accompagna la mostra.
"Ogni nuovo progetto espositivo sull'opera ceramica di Giorgio Laveri rappresenta una ulteriore occasione per rielaborare il senso di un percorso artistico energico, consistente e al contempo misurato.
Nel processo di indagine sul lavoro di un artista si
sente sovente l'urgenza di riferirsi alle immagini e ai referenti storici che ne riflettono soggetti e ne precorrono fisionomie. L'uso di questi rimandi risulta certamente suggestivo, a creare un elemento di specularità quando non di effettiva continuità tra passato e presente, tra storia e contemporaneità.
Soffermandoci sull'oper a di Laveri, emergono riferimenti espliciti al dadaismo, alla pop art e al nouveaux realism, a metodi iconici che tendono verso figure autorevoli quali Oldenburg, Cesar, Arman, Jeff Koons.
Laveri compie un gesto di appropriazione e riassimilazione della storia anche recente e porta la sua attenzione agli oggetti di uso quotidiano, suoi come artista (regia cinematografica e teatrale) - rullini fotografici e trucchi di scena - e uomo comune: penne stilografiche, caffettiere, birilli, cavatappi, strumenti a fiato, etc. Ogni metamorfosi tocca una realtà banale che di volta in volta si manifesta tra scena artistica e quinta domestica: così forme anonime incappano sotto la sua azione di esteticizzazione, diventano oggetti intimi, personali.
L'artista savonese lavora su costruzioni tattili e sensuali, le cui sembianze esterne, opulente e familiari, oltre a manifestare la libertà creativa dell'artista, servono a confondere reale e immaginario.
Anche la tecnica e i materiali devono dare un loro contributo ed ecco allora la ceramica, a collocare il processo creativo a metà strada tra produzione e virtuosismo artigianale.
photo by Guillaume Aral, Galerie Ferrero, Nice
Nella scena contemporanea si è da tempo assuefatti a considerare annullate le qualità manuali del creatore d'arte. Ordinariamente viene concessa la possibilità di demandare ad altri il compito di dare forma concreta e materiale ad un progetto e, in casi estremi, di disinteressarsi persino della qualità delle tecniche. Al centro della scena non si trova più il corpo dell'opera ma l'intenzione che l'ha motivata e il materiale usato per la costruzione passa, insieme alla tecnica, in secondo piano.
Se è vero che, in generale, la ceramica non fa totalmente eccezione a questa prassi contemporanea, c erto il metodo di lavoro di Giorgio Laveri pare orientato in altra direzione. L'artista, attento conoscitore delle tecniche e dei materiali ceramici, che lavora comunque in stretta sinergia con valenti artigiani, si concentra sulle qualità del materiale, sulla brillantezza e preziosità degli smalti, sulla fragilità e plasticità della terra. Non punta a elaborare nuove peculiarità ma cerca di esaltare le caratteristiche primarie recuperando ciò che già esiste e sovvertendolo in maniera ironica.
Imponenza delle masse plastiche e movimenti volumetrici osannano l'epidermide e la voluttà della scultura rispetto al soggetto figurato. Laveri tende a portare l'arte verso una comunicazione sensuale, lavora sulla passione della vita, sulle cose e sulle immagini che i sensi percepiscono.
Le sue opere, attraverso la poesia delle forme e la raffinatezza della tecnica, propendono a sedurre chi guarda. A metà tra illusione e realtà, tra corpo e oggetto, Laveri si avventura nell'arcano di una presenza doppia, misteriosa e ambigua. La sfasatura visiva, attuata attraverso il procedimento dell'ingigantimento e l'elevato piacere della manualità si riconoscono in Laveri, che si impegna costantemente nel trovare un nuovo incantesimo degli oggetti. La sua agilità nel muoversi tra scultura e décor ha reso non convenzionali oggetti ingenui, banali e apparentemente semplici.
photo by Guillaume Aral, Galerie Ferrero, Nice
Egli prova a cambiare l'ordine delle cose, ne fa comparire un volto nuovo, ponendosi nell'interstizio tra paradossale e razionale, decoro e kitsch. Rispetto alla sublimazione del banale e dell'immagine consumistica proposta dalla pop art, Laveri propone un'ipotesi che mira ad abolire il gap tra arti minori e arti maggiori, decorazione e arredo; l'artista introduce un sovrappiù di e nergia visiva per costituire un nuovo canale di comunicazione tra cultura elevata e cultura popolare. A dispetto della banalità della fonte iconografica, Laveri mette in circolazione strumenti emotivi complessi che sollecitano una risposta individuale, tanto che la scelta dell'oggetto sembra strettamente dipendente dall'immagine dell'io, di chi fa e di chi guarda. I lavori di Laveri sono qualcosa a metà tra il feticcio artistico e l'oggetto narcisistico.
In una produzione che può anche apparire a rischio di autocompiacimento, tra lavori di tangibile eccellenza, Laveri riporta l'attenzione verso le questioni pragmatiche poste dalla realtà di tutti i giorni, costringe l'immaginazione dello spettatore a proiettarsi sui rapporti tra materia e vita, tra ciò che la forma di un elemento può evocare e i modi infiniti in cui queste evocazioni possono essere declinate a costituire una delle tante possibili rappresentazioni del mondo presente."
Giorgio Laveri è nato a Savona.
Dopo gli studi di formazione professionale sulla regia televisiva, collabora con Salvatore Passarella e dipinge una serie di Murales sulla condizione del popolo Cileno dopo il golpe del 1972 (Milano, Roma, Brescia, Vicenza).
Nel 1973 allestisce la prima personale alla Galleria Vultur di Genova e fonda con Nando Anerdi del Derby di Milano il gruppo teatrale "Rosacroce". Dopo una serie di collaborazioni con diverse Produzioni Cinematografiche, gira il suo primo cortometraggio "La bella addormentata nel bosco" inserito in uno spettacolo satirico-teatrale di cui è anche autore.
Dal 1974 si dedica professionalmente al cinema e al teatro.
Si riportano, per brevità, i r iferimenti ai progetti realizzati negli ultimi tre anni.
Nel 2007 esce in anteprima nazionale al Teatro Palladium di Roma l'ultimo lavoro cinematografico "Metabar" che verrà presentato in seguito in varie città italiane attraverso i circuiti D'Essai. Nel contempo partecipa con l'installazione "Virginia Wolf" a Miart e allestisce una grande sala della Villa Mazzotti a Chiari (BS) con ceramiche Mediterranee in "Chiari e Geniali" a cura di Ilaria Bignotti per la Galleria Colossi Arte Contemporanea (BS).
In settembre partecipa alla collettiva "Batti quattro: fare arte" presso l'Oratorio de' Disciplinati nel Complesso Monumentale di Santa Caterina di Finale Ligure (SV) a cura della galleria Valente Arte Contemporanea, mentre successivamente partecipa alle collettive "Ironika" presso Lifestyledesign in Brescia a cura di Denise Cozzi e "Serie Artisti e Galleristi" a cura di Lara e Rino Costa Arte Contemporanea Va lenza (AL). A dicembre 2007 allestisce la personale "Man & Woman" alla galleria Insight in Roma e partecipa a "Start Miami" a cura di Design District - Miami.
Il suo primo evento nel 2008 è la mostra "Effetti Personali" alla Galleria Terre D'Arte di Torino seguita dall'installazione "Ceramica Cinematografica: 8-1/2 Federico Fellini" ad Arte Fiera Bologna con la galleria Valente Artecontemporanea.
Partecipa all'evento "Il bello oltre lo stile" allestito a Genova a bordo del veliero Varuna in aprile e subito dopo è a Lille dove presenta con la Galleria Dir'Arte una serie di opere dedicate allo Stile Italiano.
A ottobre gira "Ho fatto un sogno" l'ultimo film sulla trilogia dell'emarginazione dell'individuo nei laboratori di Pratoza-nino (Cogoleto) e presenta una grande scultura al Museo Renoir di Cagnes sur Mer, mentre a novembre presenta alcuni nuovi lavori a St'Art 2008 Strasburgo con la galleria Studi ò di Milano e Dir'Arte di Modica (RG).
Nel 2009, oltre alla partecipazione al circuito fieristico nazionale, ha tenuto la personale "Elegia del Quotidiano" alla Galleria Valente Arte Contemporanea, Finale Ligure (SV), "Made in Italy" alla Citriniti Arte contemporanea, Borgio Verezzi e ha preparato due grandi eventi legati al cinematografo. Il primo dal titolo "Ciakceramica" si è tenuto lo scorso giugno a Roma presso la Galleria C.A.O.S., mentre in settembre a Parigi presso la Galerie Le Studiolo ha inaugurato "Laveri fait son cinèma", una curiosa ricostruzione di una serie di oggetti cinematografici accompagnata da proiezioni di film che hanno fatto storia. In dicembre partecipa presso la galleria Terre d'arte in Torino alla mostra "Contemporanea", collettiva con ceramiche di Lodola, Marsiglia e Nespolo. Sempre nello stesso mese è presente in "Ceramica. Dalla collezione Balestrini" pr esso l'omonima galleria in Albissola Marina e invitato alla mostra "My way", Loft Gallery, Corigliano Calabro.
Il 2010 si apre con la pubblicazione della monografia "Giorgio Laveri. Scultura per gioco scultura per davvero", Vanilla Edizioni, presentata in anteprima da Ilaria Bignotti in collaborazione con Colossi Arte contemporanea in occasione di Bergamo Arte Fiera 2010.
A marzo e aprile segue la mostra personale "Giorgio Laveri" a cura di Anty Pansera presso la galleria Terre d'Arte in Torino.
Nello stesso periodo lo show-room Spaziostrato in Milano in occasione del Salone del Mobile ospita la mostra personale "Giorgio Laveri Home Design"a cura di Maura Parodi e Riccardo Zelatore.
In giugno partecipa alla mostra collettiva "Poker di assi", Casa Capecchi in Sarripoli (PT) e viene invitato alla Biennale UMAM "Clairs-Obscurs" al Chateau-Musée Grimaldi di Cagnes sur Mer.
A luglio segue la mostra personale "Faites vos jeux" alla Galleria Ferrero, Nizza.
03
settembre 2010
Giorgio Laveri -Terre non convenzionali
Dal 03 settembre al 03 ottobre 2010
design
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
PIAZZA VITTORIO VENETO
Castellamonte, Piazza Vittorio Veneto, (Torino)
Castellamonte, Piazza Vittorio Veneto, (Torino)
Orario di apertura
giovedì, venerdì 16-20
sabato, domenica 10-13 15-20
Vernissage
3 Settembre 2010, ore 17
Autore
Curatore