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Giorgio Lupattelli – Anabasis 03.06
Il nuovo percorso artistico di Giorgio Lupattelli, focalizzando la ricerca sull’aspetto scientifico del lavoro, insiste su concetti come le manipolazioni genetiche, le costruzioni meccaniche, le teorie e le formule matematiche chimiche e fisiche
Comunicato stampa
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Il nuovo percorso artistico di Giorgio Lupattelli, focalizzando la ricerca sull’aspetto scientifico del lavoro, insiste su concetti come le manipolazioni genetiche, le costruzioni meccaniche, le teorie e le formule matematiche chimiche e fisiche, uniti alle problematiche di ordine etico, derivanti, dice l’artista, “dalla volontà da parte dell’uomo di prendere in mano le redini del suo stesso destino sostituendosi a Dio, evitando sempre, però, una decisa presa di posizione, nel rispetto di una chiara visione dell’arte e dell’artista, il cui compito è quello di sollevare problemi e non di formulare soluzioni”.
La formazione di Giorgio Lupattelli non è tanto artistica, quanto scientifica e grafica, pur avendo sempre dipinto fin da bambino. L’unione di questi aspetti ha prodotto un lavoro anomalo e difficilmente collocabile artisticamente, anche se la ricerca sulle immagini, ferme o in movimento, o sui suoni provenienti dal mondo mediale, rimaneggiati mediante l’uso del computer ed altre tecniche digitali unite alla pittura tradizionale, ha portato il lavoro di Lupattelli a collocarsi tra i primi in italia in quel “calderone” che abitualmente viene definito “pittura di immagine” o “pittura mediale”. Oltre alla pittura, attraverso la quale è più noto, altre tecniche definiscono il suo carattere stilistico, come la foto digitale, l’installazione, ultimamente la scultura, ma soprattutto i video. In ogni caso, qualunqu e tecnica rimane esclusivamente il mezzo attraverso cui esprimere quelli che sono da sempre gli elementi di base della sua ricerca, cioè la centralità dell’uomo, i limiti fisici del corpo, il rapporto tra l’uomo e la scienza, il tutto con una forte connotazione concettuale. Questa ricerca si ricollega a quella linea tracciata dal genio di Leonardo, e che trova nell’attualità illustri compagni di viaggio, come Damien Hirst o Mattew Barney; anche se rispetto a questi artisti il lavoro di Lupattelli è più ludico e, specialmente nei più recenti, ironico, con un’estetica pop più vicina a Jeff Koons e accompagnata dalla classicità italiana.
“Non credo che tutto ciò sia casuale”, dice Lupattelli, “perché se nel Rinascimento la centralità della scienza si faceva particolarmente sentire, oggi viviamo un momento di assoluta rivoluzione in questo senso: si pensi solo alle ultime conquiste dell’uomo, come il computer ed internet, ma soprattutto la decodifica del genoma umano, che porterà a riscrivere completamente i trattamenti medici con la possibilità di costruire pezzi umani di ricambio, l’ibridazione tra componenti organiche e inorganiche, la clonazione… siamo arrivati alla creazione progettata della vita stessa e secondo alcuni addirittura alla sconfitta della morte: ultimo baluar do apparentemente irraggiungibile”.
Questa mostra “ANABASIS 03.06” si colloca idealmente a collegamento tra il ciclo di lavori precedente e quello attuale, riunendo le opere pittoriche prodotte negli anni 2003 – 2006, già presentate in altri contesti ma mai assieme, e un inedito, Anabasis, appunto, della fine del 2006.
Anabasis (da Senofonte) è un viaggio che parte dall’esterno, (il ciclo “Crash” esaminava l’aspetto ludico del corpo in relazione alla sua precarietà) e si muove verso le profondità del mondo interiore, un viaggio già iniziato in realtà nel 2001, con il ciclo di lavori di “Mother” (Il Ponte Contemporanea, Roma) e proseguito con “Dott. Jeckyll & Mr. Hyde” nel 2003 (con R. Galeano, Il Ponte Contemporanea, Roma)
Anabasis sarà completata dalla prossima mostra, dal titolo “FREON”, che si terrà a Modena (Spazio Le Lune, a cura di Luca Panaro) e dove sarà presentata invece la produzione video di questi ultimi anni.
La formazione di Giorgio Lupattelli non è tanto artistica, quanto scientifica e grafica, pur avendo sempre dipinto fin da bambino. L’unione di questi aspetti ha prodotto un lavoro anomalo e difficilmente collocabile artisticamente, anche se la ricerca sulle immagini, ferme o in movimento, o sui suoni provenienti dal mondo mediale, rimaneggiati mediante l’uso del computer ed altre tecniche digitali unite alla pittura tradizionale, ha portato il lavoro di Lupattelli a collocarsi tra i primi in italia in quel “calderone” che abitualmente viene definito “pittura di immagine” o “pittura mediale”. Oltre alla pittura, attraverso la quale è più noto, altre tecniche definiscono il suo carattere stilistico, come la foto digitale, l’installazione, ultimamente la scultura, ma soprattutto i video. In ogni caso, qualunqu e tecnica rimane esclusivamente il mezzo attraverso cui esprimere quelli che sono da sempre gli elementi di base della sua ricerca, cioè la centralità dell’uomo, i limiti fisici del corpo, il rapporto tra l’uomo e la scienza, il tutto con una forte connotazione concettuale. Questa ricerca si ricollega a quella linea tracciata dal genio di Leonardo, e che trova nell’attualità illustri compagni di viaggio, come Damien Hirst o Mattew Barney; anche se rispetto a questi artisti il lavoro di Lupattelli è più ludico e, specialmente nei più recenti, ironico, con un’estetica pop più vicina a Jeff Koons e accompagnata dalla classicità italiana.
“Non credo che tutto ciò sia casuale”, dice Lupattelli, “perché se nel Rinascimento la centralità della scienza si faceva particolarmente sentire, oggi viviamo un momento di assoluta rivoluzione in questo senso: si pensi solo alle ultime conquiste dell’uomo, come il computer ed internet, ma soprattutto la decodifica del genoma umano, che porterà a riscrivere completamente i trattamenti medici con la possibilità di costruire pezzi umani di ricambio, l’ibridazione tra componenti organiche e inorganiche, la clonazione… siamo arrivati alla creazione progettata della vita stessa e secondo alcuni addirittura alla sconfitta della morte: ultimo baluar do apparentemente irraggiungibile”.
Questa mostra “ANABASIS 03.06” si colloca idealmente a collegamento tra il ciclo di lavori precedente e quello attuale, riunendo le opere pittoriche prodotte negli anni 2003 – 2006, già presentate in altri contesti ma mai assieme, e un inedito, Anabasis, appunto, della fine del 2006.
Anabasis (da Senofonte) è un viaggio che parte dall’esterno, (il ciclo “Crash” esaminava l’aspetto ludico del corpo in relazione alla sua precarietà) e si muove verso le profondità del mondo interiore, un viaggio già iniziato in realtà nel 2001, con il ciclo di lavori di “Mother” (Il Ponte Contemporanea, Roma) e proseguito con “Dott. Jeckyll & Mr. Hyde” nel 2003 (con R. Galeano, Il Ponte Contemporanea, Roma)
Anabasis sarà completata dalla prossima mostra, dal titolo “FREON”, che si terrà a Modena (Spazio Le Lune, a cura di Luca Panaro) e dove sarà presentata invece la produzione video di questi ultimi anni.
09
marzo 2007
Giorgio Lupattelli – Anabasis 03.06
Dal 09 marzo al 09 aprile 2007
arte contemporanea
Location
ROSSOVENTINOVE ARTECONTEMPORANEA
Firenze, Via Dei Fossi, 25, (Firenze)
Firenze, Via Dei Fossi, 25, (Firenze)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 10:30 alle 12:30 e dalle 16:30 alle 19
Vernissage
9 Marzo 2007, ore 18
Autore
Curatore