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Giorgio Scalco
Paesaggi, nature morte e figure, che ribadiscono canoni eterni dell’estetica e del sentimento
Comunicato stampa
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Paesaggi, nature morte e figure, che ribadiscono canoni eterni dell’estetica e del sentimento: le opere di Giorgio Scalco saranno in esposizione presso lo Spazio Figurae a Milano, dal 13 Settembre al 21 ottobre, in una mostra che ripropone l’intero percorso creativo del pittore di Schio.
Curata da Gilberto Algranti realizzata da Tekne Eventi, l’esposizione presenta 41 tele, di medie e grandi dimensioni e si trasferirà nel periodo autunnale (27 Ottobre - 14 Novembre) al Palazzo Ex Municipio di Trissino (Vicenza) con il patrocinio del Comune che ospiterà la mostra.
Nato a Schio (Vicenza) nel 1929, Giorgio Scalco, dopo una borsa di studio al Centro Sperimentale di Cinematografia e il diploma in Scenografia, lavora per molti anni a CineCittà come scenografo. In seguito si dedica al mosaico, all'affresco e alla vetreria istoriata. Dal 1961 comincia il suo avvicinamento alla pittura alla quale deciderà ben presto di dedicarsi professionalmente. Difficile da catalogare nelle varie scuole o movimenti artistici succedutisi nella seconda metà del ’900, Scalco non abbandona le sue passioni, anzi le fonde adeguando l’intensa sensibilità pittorica alla composizione architettonica della scena.
Il percorso espositivo è significativamente suddiviso in tre generi-sezioni: nature morte, paesaggi e figure.
* La natura morta caratterizza la produzione degli anni Ottanta. Non sono semplici assemblaggi di oggetti d’uso comune o frutti, sono le cose che realmente gli sono intorno nella vita e che gli appartengono. Più che ritrarre dal vero, il pittore sembra ritrarre il suo vero.
* Nei paesaggi l’artista ritrae le sue terre, gli altipiani dell’Asiago o la campagna intorno a Roma dove ora vive. Non accetta il presente, nei ritratti come nei paesaggi, dove omette i fabbricati che disturbano la memoria dei posti che tanto ha amato. Sono vedute romantiche, alla scoperta dell’anima delle cose.
* Le figure sono poste fuori dal tempo, dove la famiglia è un tema fondamentale, i soggetti prediletti sono i figli e i nipoti, sempre colti in pose che non permettono un dialogo con lo spettatore. Giovani donne, ragazzi, la figlia Ginny (modella preferita), tutti immobili, senza emozioni visibili sui volti. A volte, come per sottolineare ancora di più questo aspetto, Scalco realizza un quadro nel quadro: il soggetto si ripete nel quadro che gli fa da sfondo.
Come scrive Gilberto Algranti nella recensione del catalogo dell’ Antologia della figurazione contemporanea. Italia: le ultime generazioni “Volumi sicuri, forme compiute e fortemente plastiche nelle figure, nelle cose, paesaggi veri senza sogno: questo è il mondo di Giorgio Scalco. Il racconto non è mai enfatico, mai retorico, la tela ospita la narrazione come una storia antica come la vita e non ha bisogno di fronzoli e di ricercatezze, non si compiace di invenzioni ma punta diritto al vero, forse indugiando su alcuni dettagli salienti che vogliono confermare la sua propensione a non transigere mai dal pensiero profondo che la sospinge. Così Giorgio Scalco vuole cantare la poesia del quotidiano, fatta di parole che non indugiano negli effetti ma mirano al cuore. Facile criticare quello che si vede, più difficile riuscire a restituire la grande dignità della verità anche alle cose più semplici e ai sentimenti più genuini.”
L'esposizione sarà documentata da un catalogo edito da Tekne Eventi - Spazio Figurae, contenente le immagini delle opere esposte e accompagnata da un testo di Gilberto Algranti, da due presentazioni del Sindaco e del presidente della Pro Loco di Trissino, e da un’intervista all’artista di Alessia Mesirca Morlotti.
Curata da Gilberto Algranti realizzata da Tekne Eventi, l’esposizione presenta 41 tele, di medie e grandi dimensioni e si trasferirà nel periodo autunnale (27 Ottobre - 14 Novembre) al Palazzo Ex Municipio di Trissino (Vicenza) con il patrocinio del Comune che ospiterà la mostra.
Nato a Schio (Vicenza) nel 1929, Giorgio Scalco, dopo una borsa di studio al Centro Sperimentale di Cinematografia e il diploma in Scenografia, lavora per molti anni a CineCittà come scenografo. In seguito si dedica al mosaico, all'affresco e alla vetreria istoriata. Dal 1961 comincia il suo avvicinamento alla pittura alla quale deciderà ben presto di dedicarsi professionalmente. Difficile da catalogare nelle varie scuole o movimenti artistici succedutisi nella seconda metà del ’900, Scalco non abbandona le sue passioni, anzi le fonde adeguando l’intensa sensibilità pittorica alla composizione architettonica della scena.
Il percorso espositivo è significativamente suddiviso in tre generi-sezioni: nature morte, paesaggi e figure.
* La natura morta caratterizza la produzione degli anni Ottanta. Non sono semplici assemblaggi di oggetti d’uso comune o frutti, sono le cose che realmente gli sono intorno nella vita e che gli appartengono. Più che ritrarre dal vero, il pittore sembra ritrarre il suo vero.
* Nei paesaggi l’artista ritrae le sue terre, gli altipiani dell’Asiago o la campagna intorno a Roma dove ora vive. Non accetta il presente, nei ritratti come nei paesaggi, dove omette i fabbricati che disturbano la memoria dei posti che tanto ha amato. Sono vedute romantiche, alla scoperta dell’anima delle cose.
* Le figure sono poste fuori dal tempo, dove la famiglia è un tema fondamentale, i soggetti prediletti sono i figli e i nipoti, sempre colti in pose che non permettono un dialogo con lo spettatore. Giovani donne, ragazzi, la figlia Ginny (modella preferita), tutti immobili, senza emozioni visibili sui volti. A volte, come per sottolineare ancora di più questo aspetto, Scalco realizza un quadro nel quadro: il soggetto si ripete nel quadro che gli fa da sfondo.
Come scrive Gilberto Algranti nella recensione del catalogo dell’ Antologia della figurazione contemporanea. Italia: le ultime generazioni “Volumi sicuri, forme compiute e fortemente plastiche nelle figure, nelle cose, paesaggi veri senza sogno: questo è il mondo di Giorgio Scalco. Il racconto non è mai enfatico, mai retorico, la tela ospita la narrazione come una storia antica come la vita e non ha bisogno di fronzoli e di ricercatezze, non si compiace di invenzioni ma punta diritto al vero, forse indugiando su alcuni dettagli salienti che vogliono confermare la sua propensione a non transigere mai dal pensiero profondo che la sospinge. Così Giorgio Scalco vuole cantare la poesia del quotidiano, fatta di parole che non indugiano negli effetti ma mirano al cuore. Facile criticare quello che si vede, più difficile riuscire a restituire la grande dignità della verità anche alle cose più semplici e ai sentimenti più genuini.”
L'esposizione sarà documentata da un catalogo edito da Tekne Eventi - Spazio Figurae, contenente le immagini delle opere esposte e accompagnata da un testo di Gilberto Algranti, da due presentazioni del Sindaco e del presidente della Pro Loco di Trissino, e da un’intervista all’artista di Alessia Mesirca Morlotti.
12
settembre 2007
Giorgio Scalco
Dal 12 settembre al 21 ottobre 2007
arte contemporanea
Location
FIGURAE – EX MUSEI DI PORTA ROMANA
Milano, Viale Sabotino, 22, (Milano)
Milano, Viale Sabotino, 22, (Milano)
Orario di apertura
dalle 10 alle 13; dalle 15 alle 19. chiuso Domenica - Lunedì mattina
Vernissage
12 Settembre 2007, ore 18
Ufficio stampa
AQQUA
Autore
Curatore