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Giorgio Scalco – La luce che cambia e l’ombra
Una mostra personale in cui verranno esposte una ventina di opere di uno dei più importanti protagonisti della figurazione italiana, a testimoniare quarant’anni di lavoro, dagli anni ‘60 sino a oggi.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 24 Aprile al 30 Maggio 2010 la Galleria Losano Associazione Arte e Cultura presenterà una mostra personale dedicata a Giorgio Scalco “La Luce che cambia e l’ombra”, in cui verranno esposte una ventina di opere di uno dei più importanti protagonisti della figurazione italiana, a testimoniare quarant’anni di lavoro, dagli anni ‘60 sino a oggi.
Un evento particolare che corrisponde alla centesima mostra della Galleria nel trentesimo anno di attività, patrocinata dalla Provincia di Torino e dalla Citta di Pinerolo.
Per questa occasione sarà disponibile un libro monografico, curato da Alberto Buffetti, che presenta le opere esposte all’interno dell’intero percorso creativo del pittore di Schio, con un’introduzione alla mostra di A. Mistrangelo, un testo di Vittorio Sgarbi e un importante saggio di Marco Goldin.
Giorgio Scalco utilizza nei suoi lavori un linguaggio figurativo di grande potere evocativo nel raffigurare nature morte, interni con figure e paesaggi dell’altopiano di Asiago: composizioni semplici dai colori caldi e avvolgenti prevalentemente eseguiti a olio su tela, con grande padronanza tecnica. Le sue nature morte, che caratterizzano la produzione degli anni Ottanta, non sono semplici assemblaggi di oggetti d'uso comune o frutti, sono le cose che realmente gli sono intorno nella vita e che gli appartengono. Più che ritrarre dal vero, il pittore sembra ritrarre il suo vero.
Nei paesaggi l'artista racconta le sue terre, con immagini dell’altopiano di Asiago o della campagna intorno a Roma, dove ora vive. Sono vedute romantiche, alla scoperta dell'anima delle cose.
Le figure sono poste fuori dal tempo, dove la famiglia è un tema fondamentale, i soggetti prediletti sono giovani donne, ragazzi, la figlia Ginny (la sua modella preferita), tutti immobili, senza emozioni visibili sui volti. A volte, come per sottolineare ancora di più questo aspetto, Scalco realizza un quadro nel quadro: il soggetto si ripete nel quadro che gli fa da sfondo.
Brevi note biografiche:
Giorgio Scalco nasce a Schio, Vicenza nel 1929 e fin da bambino studia privatamente disegno e poi pittura. Nel 1952 si trasferisce a Roma dove lavora come illustratore. Nel 1954 vince il concorso per l’ammissione al Centro Sperimentale di Cinematografia dove si diploma nel 1956 in architettura scenica. Fino al 1960 lavora come scenografo a Cinecittà. In seguito si dedica al mosaico, all'affresco e alla vetreria istoriata. Nel 1962 si reca per qualche tempo negli Stati Uniti, dove studia la pittura del Realismo Americano. Poi i viaggi a Mosca e Susdal, dove, nei monasteri copti, segue i restauri delle icone antiche. Difficile da catalogare nelle varie scuole o movimenti artistici succedutisi nella seconda metà del '900, Scalco non abbandona le sue passioni, anzi le fonde adeguando l'intensa sensibilità pittorica alla composizione architettonica della scena. Intensa e continua la sua attività espositiva in Italia e all’estero, che lo vede protagonista con oltre cento rassegne in spazi pubblici e privati. Vive e lavora a Roma, dove dal 1968 al 1992, ha insegnato all’Accademia di Belle Arti.
Con la sorprendente presenza di Giorgio Scalco, la Galleria Losano Associazione Arte e Cultura celebra il trentesimo anno di attività e contemporaneamente la centesima mostra di un programma improntato da una continua, inesausta, misurata ricerca di artisti dichiaratamente figurativi.
Un incontro, quindi, tra l’artista di Schio e Pinerolo, tra pittura e ricerca, tra le meditate figure femminili e il valore della luce che fissa un’espressione, un gesto, un momento di attesa.
Vi è nell’opera di Scalco la rievocazione dell’esistenza, della visione della realtà, delle metafisiche cadenze di una rappresentazione che tanto amava Pierluigi Losano, che ha fondato questo spazio per l’arte, per gli incontri, per la valorizzazione del discorso di una generazione di autori che hanno saputo comunicare sensazioni, emozioni, impressioni.
Grafici, scultori, pittori, si sono alternati nei locali della Galleria Losano contribuendo ad aprire, insieme ad altre Gallerie e spazi Museali (si pensi alla Collezione Civica di Palazzo Vittone), un nuovo rapporto con la città, con l’amministrazione pubblica, con il territorio.
Paesaggi, nature morte, giovani ragazze immerse nell’ambiente, concorrono a creare l’essenza di un dipingere mai scontato, ma definiscono il dettato di Scalco che ha realizzato «Maria con Ginny e Daria nel quadro». Un’opera risolta con estremo rigore e percorsa da una sottile vena malinconica, che Patrik Losano ha scelto per la copertina di questa monografia, per favorire la «lettura» di un universo in cui «Robertino nella stanza» e il suggestivo «Due figure», mettono in evidenza la rarefatta atmosfera del suo dettato improntato da soggetti penetranti e inseriti sul grande palco della vita, diventando - come ha detto Vittorio Sgarbi - «scenografo dell’anima».
I paesi d’estate, il disgelo, un pettirosso, ricreano luoghi permeati da incantamenti cromatici, dal sintetico cavolfiore o da un melograno su fondo astratto, dalla delicata e sensuale tela «Daria in chiaro» o dalla vicinanza di Clara con Elena.
E queste immagini trasmettono un’interiorità complessa, in un clima che evoca incommensurabili silenzi e poetici accadimenti.
Ospitare Scalco a Pinerolo, e in particolare alla «Losano», è sicuramente un modo per offrire alla comunità il valore di un’arte sensibile, la profondità dei concetti di un’esistenza analizzata e rivelata, la cadenza di un realismo magicamente interpretato, avvertito, studiato.
Trent’anni di proposte, di mostre personali e collettive, di riscoperte e conferme, di composizioni floreali e nature morte con frutta, di eventi organizzati dal Comune e di rassegne d’Arte Sacra, costituiscono il tessuto culturale di Pinerolo.
E in questo tessuto si colloca l’opera di Scalco, che annuncia una stagione di rinnovate esperienze espressive.
Angelo Mistrangelo
Un evento particolare che corrisponde alla centesima mostra della Galleria nel trentesimo anno di attività, patrocinata dalla Provincia di Torino e dalla Citta di Pinerolo.
Per questa occasione sarà disponibile un libro monografico, curato da Alberto Buffetti, che presenta le opere esposte all’interno dell’intero percorso creativo del pittore di Schio, con un’introduzione alla mostra di A. Mistrangelo, un testo di Vittorio Sgarbi e un importante saggio di Marco Goldin.
Giorgio Scalco utilizza nei suoi lavori un linguaggio figurativo di grande potere evocativo nel raffigurare nature morte, interni con figure e paesaggi dell’altopiano di Asiago: composizioni semplici dai colori caldi e avvolgenti prevalentemente eseguiti a olio su tela, con grande padronanza tecnica. Le sue nature morte, che caratterizzano la produzione degli anni Ottanta, non sono semplici assemblaggi di oggetti d'uso comune o frutti, sono le cose che realmente gli sono intorno nella vita e che gli appartengono. Più che ritrarre dal vero, il pittore sembra ritrarre il suo vero.
Nei paesaggi l'artista racconta le sue terre, con immagini dell’altopiano di Asiago o della campagna intorno a Roma, dove ora vive. Sono vedute romantiche, alla scoperta dell'anima delle cose.
Le figure sono poste fuori dal tempo, dove la famiglia è un tema fondamentale, i soggetti prediletti sono giovani donne, ragazzi, la figlia Ginny (la sua modella preferita), tutti immobili, senza emozioni visibili sui volti. A volte, come per sottolineare ancora di più questo aspetto, Scalco realizza un quadro nel quadro: il soggetto si ripete nel quadro che gli fa da sfondo.
Brevi note biografiche:
Giorgio Scalco nasce a Schio, Vicenza nel 1929 e fin da bambino studia privatamente disegno e poi pittura. Nel 1952 si trasferisce a Roma dove lavora come illustratore. Nel 1954 vince il concorso per l’ammissione al Centro Sperimentale di Cinematografia dove si diploma nel 1956 in architettura scenica. Fino al 1960 lavora come scenografo a Cinecittà. In seguito si dedica al mosaico, all'affresco e alla vetreria istoriata. Nel 1962 si reca per qualche tempo negli Stati Uniti, dove studia la pittura del Realismo Americano. Poi i viaggi a Mosca e Susdal, dove, nei monasteri copti, segue i restauri delle icone antiche. Difficile da catalogare nelle varie scuole o movimenti artistici succedutisi nella seconda metà del '900, Scalco non abbandona le sue passioni, anzi le fonde adeguando l'intensa sensibilità pittorica alla composizione architettonica della scena. Intensa e continua la sua attività espositiva in Italia e all’estero, che lo vede protagonista con oltre cento rassegne in spazi pubblici e privati. Vive e lavora a Roma, dove dal 1968 al 1992, ha insegnato all’Accademia di Belle Arti.
Con la sorprendente presenza di Giorgio Scalco, la Galleria Losano Associazione Arte e Cultura celebra il trentesimo anno di attività e contemporaneamente la centesima mostra di un programma improntato da una continua, inesausta, misurata ricerca di artisti dichiaratamente figurativi.
Un incontro, quindi, tra l’artista di Schio e Pinerolo, tra pittura e ricerca, tra le meditate figure femminili e il valore della luce che fissa un’espressione, un gesto, un momento di attesa.
Vi è nell’opera di Scalco la rievocazione dell’esistenza, della visione della realtà, delle metafisiche cadenze di una rappresentazione che tanto amava Pierluigi Losano, che ha fondato questo spazio per l’arte, per gli incontri, per la valorizzazione del discorso di una generazione di autori che hanno saputo comunicare sensazioni, emozioni, impressioni.
Grafici, scultori, pittori, si sono alternati nei locali della Galleria Losano contribuendo ad aprire, insieme ad altre Gallerie e spazi Museali (si pensi alla Collezione Civica di Palazzo Vittone), un nuovo rapporto con la città, con l’amministrazione pubblica, con il territorio.
Paesaggi, nature morte, giovani ragazze immerse nell’ambiente, concorrono a creare l’essenza di un dipingere mai scontato, ma definiscono il dettato di Scalco che ha realizzato «Maria con Ginny e Daria nel quadro». Un’opera risolta con estremo rigore e percorsa da una sottile vena malinconica, che Patrik Losano ha scelto per la copertina di questa monografia, per favorire la «lettura» di un universo in cui «Robertino nella stanza» e il suggestivo «Due figure», mettono in evidenza la rarefatta atmosfera del suo dettato improntato da soggetti penetranti e inseriti sul grande palco della vita, diventando - come ha detto Vittorio Sgarbi - «scenografo dell’anima».
I paesi d’estate, il disgelo, un pettirosso, ricreano luoghi permeati da incantamenti cromatici, dal sintetico cavolfiore o da un melograno su fondo astratto, dalla delicata e sensuale tela «Daria in chiaro» o dalla vicinanza di Clara con Elena.
E queste immagini trasmettono un’interiorità complessa, in un clima che evoca incommensurabili silenzi e poetici accadimenti.
Ospitare Scalco a Pinerolo, e in particolare alla «Losano», è sicuramente un modo per offrire alla comunità il valore di un’arte sensibile, la profondità dei concetti di un’esistenza analizzata e rivelata, la cadenza di un realismo magicamente interpretato, avvertito, studiato.
Trent’anni di proposte, di mostre personali e collettive, di riscoperte e conferme, di composizioni floreali e nature morte con frutta, di eventi organizzati dal Comune e di rassegne d’Arte Sacra, costituiscono il tessuto culturale di Pinerolo.
E in questo tessuto si colloca l’opera di Scalco, che annuncia una stagione di rinnovate esperienze espressive.
Angelo Mistrangelo
24
aprile 2010
Giorgio Scalco – La luce che cambia e l’ombra
Dal 24 aprile al 30 maggio 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA LOSANO ASSOCIAZIONE ARTE E CULTURA
Pinerolo, Via Savoia, 33, (Torino)
Pinerolo, Via Savoia, 33, (Torino)
Orario di apertura
Feriali 16.00/19.00
Festivi 10.00/12.00 e 16.00/19.00
Lunedì chiuso
Vernissage
24 Aprile 2010, Ore 17.00
Autore