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Giorgio Sommer – Dal Vesuvio alle Alpi
La mostra, allestita con collezioni originali appartenenti al Museomontagna, propone stampe fotografiche realizzate tra gli anni 1860-1899 in Italia (Napoli e dintorni soprattutto, ma anche Torino e i laghi di Garda e Maggiore) e in Svizzera (le strade ferrate e la nuova conformazione del paesaggio) e 3 album di diverso formato contenenti vedute urbane di Napoli e paesaggi della Svizzera, con una significativa serie relativa alla Ferrovia del Gottardo, realizzata dopo la conclusione dei lavori di costruzione.
Comunicato stampa
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Il Museo Nazionale della Montagna CAI-Torino, con il sostegno della Compagnia di San Paolo e la collaborazione della Città di Torino, CAI, CAI-Napoli, presenta un’importante selezione di stampe del fotografo Giorgio Sommer.
La mostra, allestita con collezioni originali appartenenti al Museomontagna, propone stampe fotografiche realizzate tra gli anni 1860-1899 in Italia (Napoli e dintorni soprattutto, ma anche Torino e i laghi di Garda e Maggiore) e in Svizzera (le strade ferrate e la nuova conformazione del paesaggio) e 3 album di diverso formato contenenti vedute urbane di Napoli e paesaggi della Svizzera, con una significativa serie relativa alla Ferrovia del Gottardo, realizzata dopo la conclusione dei lavori di costruzione.
Il percorso espositivo segue l’andamento cronologico e geografico del lavoro di Giorgio Sommer, nato a Francoforte nel 1834 e giunto in Italia nel 1857, prima a Roma, e poi a Napoli, dove aprì il suo primo studio fotografico, a cui seguì, nel 1890 circa, una succursale nella città di Palermo. Ai primi anni di attività risale anche la collaborazione con Edmond Behles il cui nome compare sui supporti secondari di alcune delle stampe in mostra. Giustamente famosa, e qui riproposta in parte, è la sequenza relativa all’eruzione del 1872, «sistematicamente ripresa a intervalli di mezz’ora, adottando una forma narrativa che suggerisce la durata piuttosto che sottolineare l’istantaneità della posa», come scrive il curatore Pierangelo Cavanna nel catalogo dell’esposizione.
Le stampe all’albumina dai caratteristici toni bruno-violacei, dovuti ai viraggi all’oro realizzati anche per scopi conservativi, esposte nella prima parte della mostra e l’album Napoli in vetrina, documentano le prime aree di interesse di Sommer: dall’archeologia (gli scavi di Pompei ed Ercolano) alle vedute urbane, con alcuni soggetti presi dal repertorio di figure tipiche dei costumi napoletani. In particolare, l’insieme raccolto nell’album Napoli, donato alla Sezione di Torino dalla Sezione di Napoli in occasione del VII Congresso del Club Alpino Italiano, momento che avrebbe segnato la nascita del Museo Nazionale della Montagna, è ben rappresentativo del repertorio dell’autore, i cui generi preferiti erano la veduta urbana, il paesaggio e in misura minore il costume, in ciò distinguendosi dalla linea Alinari, Anderson e simili tipica di quegli anni.
Il paesaggio e la campagna fotografica realizzata in Svizzera è al centro della seconda parte della mostra e soggetto dell’album a fisarmonica Souvenir de la Suisse, esposto in vetrina. Forse l’incarico da parte della società La Ferrovia Funicolare del Vesuvio per la realizzazione di una documentazione del nuovo impianto, a cui fece seguito una campagna autonoma realizzata nel 1886 dopo la sostituzione delle prime vetture, potrebbe aver costituito un punto nodale per lo sviluppo di alcuni progetti successivi, in particolare quelli legati alla documentazione di alcune strade ferrate, quali la ferrovia del Gottardo e le due brevi linee che dai dintorni di Lucerna portavano al Monte Rigi e al Monte Pilatus. Agli anni Ottanta-Novanta dell’Ottocento, risalgono le fotografie svizzere che, rispetto alla produzione precedente, presentano una novità più di soggetti che di modi: qui l’attenzione era rivolta al paesaggio trasformato dalla modernità. Fedele ai modelli narrativi utilizzati per circa trent’anni, la veduta, lo sguardo d’insieme prevalgono sulla ripresa propriamente architettonica. Come la bella serie realizzata intorno al Vierwaldstättersee in cui il segno luminoso del campanile di Fluelen emerge progressivamente dal fondo della veduta come un’epifania, sino a collocarsi in asse perfetto con la cima del Bristenstock sullo sfondo; poi, con uno scarto netto, l’attracco del traghetto al molo della stessa località.
Attraverso un ideale percorso lungo le mete privilegiate dai viaggiatori del Grand Tour dell’Ottocento, dal Vesuvio alle Alpi, l’esposizione, ripropone il lavoro di quello che fu uno dei più noti fotografi dell’Ottocento.
La mostra – già allestita in primavera a Napoli a cura del Museomontagna, inserita tra le iniziative di avvicinamento ai festeggiamenti del 150° anniversario di fondazione del Club Alpino Italiano, che si svolgeranno nel 2013 – è corredata da un catalogo di 132 pagine, Euro 18,00, edito nella collana dei Cahier del Museo, a cura di Pierangelo Cavanna e Veronica Lisino, con la riproduzione di oltre 130 immagini della collezione del Museo Nazionale della Montagna di Torino.
La mostra, allestita con collezioni originali appartenenti al Museomontagna, propone stampe fotografiche realizzate tra gli anni 1860-1899 in Italia (Napoli e dintorni soprattutto, ma anche Torino e i laghi di Garda e Maggiore) e in Svizzera (le strade ferrate e la nuova conformazione del paesaggio) e 3 album di diverso formato contenenti vedute urbane di Napoli e paesaggi della Svizzera, con una significativa serie relativa alla Ferrovia del Gottardo, realizzata dopo la conclusione dei lavori di costruzione.
Il percorso espositivo segue l’andamento cronologico e geografico del lavoro di Giorgio Sommer, nato a Francoforte nel 1834 e giunto in Italia nel 1857, prima a Roma, e poi a Napoli, dove aprì il suo primo studio fotografico, a cui seguì, nel 1890 circa, una succursale nella città di Palermo. Ai primi anni di attività risale anche la collaborazione con Edmond Behles il cui nome compare sui supporti secondari di alcune delle stampe in mostra. Giustamente famosa, e qui riproposta in parte, è la sequenza relativa all’eruzione del 1872, «sistematicamente ripresa a intervalli di mezz’ora, adottando una forma narrativa che suggerisce la durata piuttosto che sottolineare l’istantaneità della posa», come scrive il curatore Pierangelo Cavanna nel catalogo dell’esposizione.
Le stampe all’albumina dai caratteristici toni bruno-violacei, dovuti ai viraggi all’oro realizzati anche per scopi conservativi, esposte nella prima parte della mostra e l’album Napoli in vetrina, documentano le prime aree di interesse di Sommer: dall’archeologia (gli scavi di Pompei ed Ercolano) alle vedute urbane, con alcuni soggetti presi dal repertorio di figure tipiche dei costumi napoletani. In particolare, l’insieme raccolto nell’album Napoli, donato alla Sezione di Torino dalla Sezione di Napoli in occasione del VII Congresso del Club Alpino Italiano, momento che avrebbe segnato la nascita del Museo Nazionale della Montagna, è ben rappresentativo del repertorio dell’autore, i cui generi preferiti erano la veduta urbana, il paesaggio e in misura minore il costume, in ciò distinguendosi dalla linea Alinari, Anderson e simili tipica di quegli anni.
Il paesaggio e la campagna fotografica realizzata in Svizzera è al centro della seconda parte della mostra e soggetto dell’album a fisarmonica Souvenir de la Suisse, esposto in vetrina. Forse l’incarico da parte della società La Ferrovia Funicolare del Vesuvio per la realizzazione di una documentazione del nuovo impianto, a cui fece seguito una campagna autonoma realizzata nel 1886 dopo la sostituzione delle prime vetture, potrebbe aver costituito un punto nodale per lo sviluppo di alcuni progetti successivi, in particolare quelli legati alla documentazione di alcune strade ferrate, quali la ferrovia del Gottardo e le due brevi linee che dai dintorni di Lucerna portavano al Monte Rigi e al Monte Pilatus. Agli anni Ottanta-Novanta dell’Ottocento, risalgono le fotografie svizzere che, rispetto alla produzione precedente, presentano una novità più di soggetti che di modi: qui l’attenzione era rivolta al paesaggio trasformato dalla modernità. Fedele ai modelli narrativi utilizzati per circa trent’anni, la veduta, lo sguardo d’insieme prevalgono sulla ripresa propriamente architettonica. Come la bella serie realizzata intorno al Vierwaldstättersee in cui il segno luminoso del campanile di Fluelen emerge progressivamente dal fondo della veduta come un’epifania, sino a collocarsi in asse perfetto con la cima del Bristenstock sullo sfondo; poi, con uno scarto netto, l’attracco del traghetto al molo della stessa località.
Attraverso un ideale percorso lungo le mete privilegiate dai viaggiatori del Grand Tour dell’Ottocento, dal Vesuvio alle Alpi, l’esposizione, ripropone il lavoro di quello che fu uno dei più noti fotografi dell’Ottocento.
La mostra – già allestita in primavera a Napoli a cura del Museomontagna, inserita tra le iniziative di avvicinamento ai festeggiamenti del 150° anniversario di fondazione del Club Alpino Italiano, che si svolgeranno nel 2013 – è corredata da un catalogo di 132 pagine, Euro 18,00, edito nella collana dei Cahier del Museo, a cura di Pierangelo Cavanna e Veronica Lisino, con la riproduzione di oltre 130 immagini della collezione del Museo Nazionale della Montagna di Torino.
24
novembre 2011
Giorgio Sommer – Dal Vesuvio alle Alpi
Dal 24 novembre 2011 all'undici marzo 2012
fotografia
Location
MUSEO NAZIONALE DELLA MONTAGNA DUCA DEGLI ABRUZZI
Torino, Piazzale Monte Dei Cappuccini, 7, (Torino)
Torino, Piazzale Monte Dei Cappuccini, 7, (Torino)
Vernissage
24 Novembre 2011, ore 18,30
Autore