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Giorgio Stella – Dove nasce la scultura
Il mio obbiettivo era quello di ritrarre degli ambienti che fossero interessanti dal mio particolare punto di vista.
Comunicato stampa
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E’ una ben difficile sfida quella di rappresentare le sculture e riportarle su pellicola prima e su carta poi, rendendole bidimensionali: un salto nel vuoto, un azzardo che sottolinea uno dei limiti del linguaggio fotografico. Eppure…. Quante immagini, dalla Pietà di Michelangelo alle filiformi figure di Giacometti, abbiamo visto riprodotte e interpretate in maniera intelligentemente realistica? Dunque un autore, un vero autore, può cimentarsi anche in questa impresa. Ricordo ancora con emozione quando giovanissimo andai a parlare con Ugo Mulas che mi regalò una copia del suo libro sul lavoro di Alexander Calder; i suoi ‘mobiles’ e i suoi ‘stabiles’ con la loro imprevedibile cinetica rivivono nelle fotografie di Mulas e ci restituiscono il senso del movimento da una parte e della rocciosa stabilità dall’altra. Un’operazione analoga ha tentato Giorgio Stella affrontando gli spazi dove lavorano gli scultori e dove convivono, chi felicemente o chi in modo conflittuale, con le loro creature. Stella si è immerso da neofita in un mondo a lui quasi sconosciuto, in punta di piedi, lentamente, come è solito fare. Fotografando l’affascinante ambiente degli ateliers, i gessi, i bronzi, le statue in divenire e ovviamente gli artisti, Giorgio Stella ci accompagna in un mondo tanto caotico quanto gioiosamente creativo. Da questo apparente caos nasce la bellezza delle forme, il sovrapporsi delle linee, il riorganizzarsi dei materiali utilizzati, le teste, i torsi, i nudi. Un eclettico multiforme insieme che richiede all’occhio del fotografo pazienza e cultura. Stella possiede queste doti: si avvicina dolcemente prima di affrontare la personalità dell’artista e il suo piccolo grande universo. E’ una modalità che rispecchia il suo modo di fare pacato e richiama alla memoria il suo lento e laborioso lavoro in camera oscura. Perché Giorgio Stella è uno stampatore di raffinata qualità, uno dei pochi in Italia e in Europa che si misura ancora con il complesso procedimento di una stampa al platino. L’essere fotografo è il quasi naturale passo successivo che lo porta a fotografare l’architettura di New York, il tempio cambogiano di Angkor, il glaciale e ribollente paesaggio dell’Islanda. Con un amore per il bianconero che non tradisce e per la pellicola di medio e grande formato che privilegia. D’altra parte basta passare dal suo studio per vedere ben esposta la sua Bibbia laica, i tre volumi di Ansel Adams (Il negativo, La fotocamera, La stampa) il famoso fotografo americano padre del ‘sistema zonale’. Per questo gli ingrandimenti esposti, realizzati su carta baritata, sono densi e pieni, a tono caldo, con neri intensi e bianchi mai ‘bruciati’: si capisce la meticolosità e il piacere di una stampa fatta ancora a mano. Si intuisce guardando questa galleria di ritratti ambientati la complicità che si è creata tra fotografo e artista, una complicità che spesso è anche diventata amicizia. La mostra ci restituisce il tutto, questo rapporto e il suo affascinante contorno fatto di utensili curiosi, di cave a cielo aperto, di forme abbozzate, di gipsoteche intriganti, di barattoli di vernice, di incudini e martelli, dove la luce sapientemente aspettata esalta la materia e la fa sua in poche mirabili pose. La fotografia ha incontrato la Scultura. O la scultura ha incontrato la Fotografia.
Mauro Raffini
Mauro Raffini
03
ottobre 2014
Giorgio Stella – Dove nasce la scultura
Dal 03 al 31 ottobre 2014
fotografia
Location
BLITZPHOTOGALLERY
Torino, Via Bologna, 220, (Torino)
Torino, Via Bologna, 220, (Torino)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 14,30-18,30
mattino e sabato su appuntamento
Vernissage
3 Ottobre 2014, 18,30
Autore
Curatore