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Giorgio Stockel – Rivedendo l’Aquila
La mostra fotografica “Rivedendo l’Aquila” vuole dare un contributo a “rappresentare per comprendere”, perchè la scarsa e parziale informazione rende incapaci di capire cosa sia realmente accaduto quel 6 aprile del 2009.
Comunicato stampa
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Il 6 aprile 2009 alle 3.32 una violenta scossa di terremoto di intensità pari a 5,9 della Scala Richter, preannunciata da una lunga serie di eventi sismici minori e seguita da altre centinaia, provocò all'Aquila e dintorni più di 300 morti e 1600 feriti, nonché decine di migliaia di sfollati. Il capoluogo abruzzese fu quasi completamente evacuato. Ingenti i danni, soprattutto al patrimonio storico artistico della città, e in molti comuni limitrofi, tra distruzioni totali, crolli, lesioni e inagibilità di case e costruzioni, rasa al suolo la frazione di Onna: il terremoto più grave verificatosi nel ventunesimo secolo in Italia. Cronaca nota, purtroppo, così come le polemiche seguite sulla tragedia annunciata e gli allarmi ignorati, le indagini sui crolli e le costruzioni inadeguate, ma anche la solidarietà e la voglia di capire.
La mostra fotografica “Rivedendo l'Aquila” vuole dare un contributo a “rappresentare per comprendere”, perchè la scarsa e parziale informazione rende incapaci di capire cosa sia realmente accaduto quel 6 aprile del 2009. Giorgio Stockel, architetto, docente e autore di molti testi sulla fotografia, che per 13 anni ha insegnato all'Università dell'Aquila e ha dedicato diversi libri al capoluogo abruzzese, dopo 30 anni è tornato all'interno delle antiche mura urbane per documentare un'Aquila tuttora fantasma, addentrandosi in quella “zona rossa” tutt'ora interdetta ai suoi abitanti, ponendo in evidenza come agli edifici sani, staticamente efficienti, le scosse sismiche abbiano provocato scarsi danni, accanendosi invece, fino alla distruzione, sugli organismi più deboli per povertà di mezzi costruttivi impiegati, per trascurate manutenzioni, per errate trasformazioni strutturali, per incompetenti progettisti, per inadeguate o dolose azioni delle imprese e dei direttori dei lavori, per incuria delle strutture preposte alla sorveglianza.
La mostra si compone di 5 sezioni, comprendenti vari pannelli con immagini, testi e didascalie, 3 delle quali prodotte da Giorgio Stockel: la prima documenta le trasformazioni urbane della città dal 1860 al 1958; la seconda la rappresenta e la ricorda “com'era” nei primi anni Ottanta; la terza, indubbiamente la più suggestiva, dal titolo “Ore 3.32 del giorno 6 aprile 2009”, svela strada per strada le attuali condizioni edilizie della cosiddetta Zona Rossa, ad un anno e mezzo dal sisma ancora interdetta ai suoi abitanti.
L'esposizione ha origine da due ricerche sistematiche condotte negli anni 70 da Giorgio Stockel sul tessuto urbano della città e confluite in altrettanti volumi: “La città dell’Aquila. Il centro storico tra il 1860 ed il 1960” (1981, Ed. Gallo Cedrone, 624 pagine e 1.362 riproduzioni di disegni) che raccoglie gran parte della documentazione degli interventi di ristrutturazione e sostituzione edilizia avvenuti tra il 1860 (data dell’Unità d’Italia) ed il 1958 (data del PRG Piccinato Majoli) e “L’Aquila. La città esistente” (1989, Editrice Futura, 398 pagine, 727 fotografie) che impagina un rilievo fotografico eseguito tra il 1982 ed il 1983 sia delle parti di notevole interesse, sia di quelle dove una sconsiderata attività edilizia aveva alterato e spesso deturpato la qualità ambientale.
Le ultime due sezioni sono firmate da due fotografi, l'italiano Francesco Galli e lo statunitense Michael Horowitz, con riprese fotografiche della parte antica dell'Aquila iniziate pochi giorni dopo il terremoto del 6 aprile 2009 e prolungate fino al giugno del 2010: due diverse culture e prospettive hanno registrato le distruzioni, l’assenza della popolazione e la cessazione di ogni attività umana all'interno delle antiche mura del capoluogo d'Abruzzo.
La parola al curatore/autore:
“Conseguente la crisi economica del 1929, Franklin Delano Roosevelt durante la Grande Depressione commissionò una documentazione fotografica sullo stato della nazione, nota con il nome di Farm Security Administration. Il lavoro sistematico compiuto dai fotografi era riuscito a far vedere e comprendere agli americani la drammaticità della situazione. La memoria degli uomini è corta, è necessaria la fondazione di un luogo che ospiti e raccolga in continuazione documenti sulla storia degli eventi sismici, dei danni provocati, dei metodi di intervento adottati immediatamente dopo quegli eventi, delle metodologie urbanistiche utilizzate. Tutto questo ed altro al fine di costruire una memoria attiva che da una parte ricordi continuamente cosa sia accaduto e dall'altra conduca un'azione educativa quotidiana, in particolare nelle scuole, che indichi come comportarsi consapevolmente in un'area a forte sismicità, pensando che quello del 6 aprile non sarà certamente l’ultimo dei gravi terremoti.”
Giorgio Stockel
La mostra fotografica “Rivedendo l'Aquila” vuole dare un contributo a “rappresentare per comprendere”, perchè la scarsa e parziale informazione rende incapaci di capire cosa sia realmente accaduto quel 6 aprile del 2009. Giorgio Stockel, architetto, docente e autore di molti testi sulla fotografia, che per 13 anni ha insegnato all'Università dell'Aquila e ha dedicato diversi libri al capoluogo abruzzese, dopo 30 anni è tornato all'interno delle antiche mura urbane per documentare un'Aquila tuttora fantasma, addentrandosi in quella “zona rossa” tutt'ora interdetta ai suoi abitanti, ponendo in evidenza come agli edifici sani, staticamente efficienti, le scosse sismiche abbiano provocato scarsi danni, accanendosi invece, fino alla distruzione, sugli organismi più deboli per povertà di mezzi costruttivi impiegati, per trascurate manutenzioni, per errate trasformazioni strutturali, per incompetenti progettisti, per inadeguate o dolose azioni delle imprese e dei direttori dei lavori, per incuria delle strutture preposte alla sorveglianza.
La mostra si compone di 5 sezioni, comprendenti vari pannelli con immagini, testi e didascalie, 3 delle quali prodotte da Giorgio Stockel: la prima documenta le trasformazioni urbane della città dal 1860 al 1958; la seconda la rappresenta e la ricorda “com'era” nei primi anni Ottanta; la terza, indubbiamente la più suggestiva, dal titolo “Ore 3.32 del giorno 6 aprile 2009”, svela strada per strada le attuali condizioni edilizie della cosiddetta Zona Rossa, ad un anno e mezzo dal sisma ancora interdetta ai suoi abitanti.
L'esposizione ha origine da due ricerche sistematiche condotte negli anni 70 da Giorgio Stockel sul tessuto urbano della città e confluite in altrettanti volumi: “La città dell’Aquila. Il centro storico tra il 1860 ed il 1960” (1981, Ed. Gallo Cedrone, 624 pagine e 1.362 riproduzioni di disegni) che raccoglie gran parte della documentazione degli interventi di ristrutturazione e sostituzione edilizia avvenuti tra il 1860 (data dell’Unità d’Italia) ed il 1958 (data del PRG Piccinato Majoli) e “L’Aquila. La città esistente” (1989, Editrice Futura, 398 pagine, 727 fotografie) che impagina un rilievo fotografico eseguito tra il 1982 ed il 1983 sia delle parti di notevole interesse, sia di quelle dove una sconsiderata attività edilizia aveva alterato e spesso deturpato la qualità ambientale.
Le ultime due sezioni sono firmate da due fotografi, l'italiano Francesco Galli e lo statunitense Michael Horowitz, con riprese fotografiche della parte antica dell'Aquila iniziate pochi giorni dopo il terremoto del 6 aprile 2009 e prolungate fino al giugno del 2010: due diverse culture e prospettive hanno registrato le distruzioni, l’assenza della popolazione e la cessazione di ogni attività umana all'interno delle antiche mura del capoluogo d'Abruzzo.
La parola al curatore/autore:
“Conseguente la crisi economica del 1929, Franklin Delano Roosevelt durante la Grande Depressione commissionò una documentazione fotografica sullo stato della nazione, nota con il nome di Farm Security Administration. Il lavoro sistematico compiuto dai fotografi era riuscito a far vedere e comprendere agli americani la drammaticità della situazione. La memoria degli uomini è corta, è necessaria la fondazione di un luogo che ospiti e raccolga in continuazione documenti sulla storia degli eventi sismici, dei danni provocati, dei metodi di intervento adottati immediatamente dopo quegli eventi, delle metodologie urbanistiche utilizzate. Tutto questo ed altro al fine di costruire una memoria attiva che da una parte ricordi continuamente cosa sia accaduto e dall'altra conduca un'azione educativa quotidiana, in particolare nelle scuole, che indichi come comportarsi consapevolmente in un'area a forte sismicità, pensando che quello del 6 aprile non sarà certamente l’ultimo dei gravi terremoti.”
Giorgio Stockel
04
novembre 2010
Giorgio Stockel – Rivedendo l’Aquila
Dal 04 al 19 novembre 2010
fotografia
Location
CASA DELL’ARCHITETTURA – ACQUARIO ROMANO
Roma, Piazza Manfredo Fanti, 47, (Roma)
Roma, Piazza Manfredo Fanti, 47, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì, ore 10.00-18.00
Vernissage
4 Novembre 2010, ore 17.30
Autore
Curatore