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Giorgio Villa – Presenze. Creativa mente opere ultime
Per certi aspetti si può anche dire che Giorgio Villa anagramma l’aritmetica, che diventa così arte mitica. Infatti nel suo universo il numero ha assunto un nuovo significato, e si è fatto ideogramma, morfema, fonema se si vuole, che agisce in campo aperto
Comunicato stampa
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Giorgio Villa inaugura venerdì 28 di marzo con la mostra CREATIVA MENTE OPERE ULTIME. Prosegue l’inedito ciclo di personali PRESENZE che si terrà presso il MAGI‘900 Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del 900 e che vedrà come protagonisti artisti contemporanei quali Volpe, Battilana, Gallerani, Dossi, Tarantino, Galletti, Margonari, Fascetti, Carroli.
Ciascun artista avrà a disposizione per la sua personale le prestigiose sale del Museo Magi per un periodo di due settimane con un calendario di appuntamenti che si chiuderà il 12 dicembre.
La collettiva fa parte dell’iniziativa 1 MAGGIO, una mostra impostata sull’idea del lavoro con opere realizzate per l’occasione sul tema.
Riportiamo il testo critico di Riccardo Belloni:Il filo unitario che collega le varie opere di pittura, grafica, scultura e design, da quelle più antiche (nel segno dell'optical e dell'arte concreta) alle serie più recenti, ha un andamento lineare, senza strappi e senza intrichi, che agevolmente indica la chiave di lettura di una personalità tanto libera ed estrosa, quanto controllata e contenuta in un suo rigoroso impegno di lavoro. Quella di Villa è un arte essenzialmente mentale, espressione, per così dire, del 'taglio' e che definirei come la ricerca di una scienza dell'immaginazione nonché, per molti versi, di un'immaginazione della scienza. In generale le sue opere, in effetti, evidenziamo un gioco formale legato a rigorosi principi matematici, o ai più svariati fenomeni scientifici, dalla fisica astronomica (vedi certi studi sulle galassie), a quella quantistica (tracciati di particelle atomiche, ecc.), e via dicendo: quasi volesse trovare, al di là del velo di Maya, la quintessenza pitagorica del cosmo, per una sorta di 'misticismo materialismo', se così è lecito dire. Questo, non solo per quel che riguarda la forma o il contenuto, ma anche i materiali e le tecniche operative: così in certi casi, ad esempio, impiega il laser, come un magico 'pennello' di luce. Villa ci dimostra, insomma, come un'invenzione plastica possa identificarsi o impadronirsi di un'invenzione tecnologica, per indagare le relazioni intercorrenti tra fenomeni scientifici ed estetici. E' così che egli scopre, citando Foucault, l'ordine (che è anche armonia e bellezza) “sepolta tra le cose” che ci circondano, da cui alchimisticamente estrae impensate qualità percettive configurazionali.
Per certi aspetti si può anche dire che Giorgio Villa anagramma l'aritmetica, che diventa così arte mitica. Infatti nel suo universo il numero ha assunto un nuovo significato, e si è fatto ideogramma, morfema, fonema se si vuole, che agisce in campo aperto. E che dà vita a una FABULA DE LINEIS ET COLORIBUS che si impone all'attenzione per la puntigliosa accuratezza degli elementi linguistici, la lucidità dell'impostazione sintattica, e il rigore esecutivo, evocando corrispondenze interne e scansioni a intreccio temporale o topologico. E dove una sorta di rasoio di Occam estetico elimina tutto ciò che è inessenziale.
L'opera di Villa va letta anche nella sua organizzazione, sistematica e formativa, di strutture aperte, dinamiche, risonati. E' una composizione armonica in fase mai statica, cui la componente cromatica conferisce maggiore o minore grado di accelerazione, maggiore o minore intensità, maggiore o minore equilibrio.
Specialmente in certi lavori recenti, l'uso squillante dei colori e la singolarità dei materiali, svolge anche un ruolo esornativo, alonandoli di indefinitezza e di mistero. Ma il colore è anche un modo di approccio all'universo dei fenomeni concreti, un modo fondamentale di recepire il reale che ha la caratteristica di aggredire, trasformare, spostare. Ed è proprio attraverso i colori e i materiali che Villa accetta, talvolta, l'irruzione del mondo nei suoi diagrammi di pensiero.
Per concludere, e riandando al concetto iniziale, credo si possa affermare che Giorgio Villa attua un'estensione dialettica del principio di Duchamp, per cui l'arte deve essere “al servizio della mente”. Un'arte mentale che si situa sul terreno attualissimo delle costruende rivoluzioni del pensiero, che indagano i processi della conoscenza, si chiedono pure in che misura l'arte contribuisca a trasformare, la mente, come domanda estrema.
Ciascun artista avrà a disposizione per la sua personale le prestigiose sale del Museo Magi per un periodo di due settimane con un calendario di appuntamenti che si chiuderà il 12 dicembre.
La collettiva fa parte dell’iniziativa 1 MAGGIO, una mostra impostata sull’idea del lavoro con opere realizzate per l’occasione sul tema.
Riportiamo il testo critico di Riccardo Belloni:Il filo unitario che collega le varie opere di pittura, grafica, scultura e design, da quelle più antiche (nel segno dell'optical e dell'arte concreta) alle serie più recenti, ha un andamento lineare, senza strappi e senza intrichi, che agevolmente indica la chiave di lettura di una personalità tanto libera ed estrosa, quanto controllata e contenuta in un suo rigoroso impegno di lavoro. Quella di Villa è un arte essenzialmente mentale, espressione, per così dire, del 'taglio' e che definirei come la ricerca di una scienza dell'immaginazione nonché, per molti versi, di un'immaginazione della scienza. In generale le sue opere, in effetti, evidenziamo un gioco formale legato a rigorosi principi matematici, o ai più svariati fenomeni scientifici, dalla fisica astronomica (vedi certi studi sulle galassie), a quella quantistica (tracciati di particelle atomiche, ecc.), e via dicendo: quasi volesse trovare, al di là del velo di Maya, la quintessenza pitagorica del cosmo, per una sorta di 'misticismo materialismo', se così è lecito dire. Questo, non solo per quel che riguarda la forma o il contenuto, ma anche i materiali e le tecniche operative: così in certi casi, ad esempio, impiega il laser, come un magico 'pennello' di luce. Villa ci dimostra, insomma, come un'invenzione plastica possa identificarsi o impadronirsi di un'invenzione tecnologica, per indagare le relazioni intercorrenti tra fenomeni scientifici ed estetici. E' così che egli scopre, citando Foucault, l'ordine (che è anche armonia e bellezza) “sepolta tra le cose” che ci circondano, da cui alchimisticamente estrae impensate qualità percettive configurazionali.
Per certi aspetti si può anche dire che Giorgio Villa anagramma l'aritmetica, che diventa così arte mitica. Infatti nel suo universo il numero ha assunto un nuovo significato, e si è fatto ideogramma, morfema, fonema se si vuole, che agisce in campo aperto. E che dà vita a una FABULA DE LINEIS ET COLORIBUS che si impone all'attenzione per la puntigliosa accuratezza degli elementi linguistici, la lucidità dell'impostazione sintattica, e il rigore esecutivo, evocando corrispondenze interne e scansioni a intreccio temporale o topologico. E dove una sorta di rasoio di Occam estetico elimina tutto ciò che è inessenziale.
L'opera di Villa va letta anche nella sua organizzazione, sistematica e formativa, di strutture aperte, dinamiche, risonati. E' una composizione armonica in fase mai statica, cui la componente cromatica conferisce maggiore o minore grado di accelerazione, maggiore o minore intensità, maggiore o minore equilibrio.
Specialmente in certi lavori recenti, l'uso squillante dei colori e la singolarità dei materiali, svolge anche un ruolo esornativo, alonandoli di indefinitezza e di mistero. Ma il colore è anche un modo di approccio all'universo dei fenomeni concreti, un modo fondamentale di recepire il reale che ha la caratteristica di aggredire, trasformare, spostare. Ed è proprio attraverso i colori e i materiali che Villa accetta, talvolta, l'irruzione del mondo nei suoi diagrammi di pensiero.
Per concludere, e riandando al concetto iniziale, credo si possa affermare che Giorgio Villa attua un'estensione dialettica del principio di Duchamp, per cui l'arte deve essere “al servizio della mente”. Un'arte mentale che si situa sul terreno attualissimo delle costruende rivoluzioni del pensiero, che indagano i processi della conoscenza, si chiedono pure in che misura l'arte contribuisca a trasformare, la mente, come domanda estrema.
28
marzo 2008
Giorgio Villa – Presenze. Creativa mente opere ultime
Dal 28 marzo all'undici aprile 2008
arte contemporanea
Location
MAGI 900
Pieve Di Cento, Via Rusticana, 1, (Bologna)
Pieve Di Cento, Via Rusticana, 1, (Bologna)
Orario di apertura
Da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 18.00
Vernissage
28 Marzo 2008, ore 17.00
Ufficio stampa
STUDIO PESCI
Autore
Curatore