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Giosetta Fioroni – Artaud
La libreria galleria il museo del louvre presenta una nuova personale di Giosetta Fioroni: un omaggio pittorico ad Antonin Artaud, attraverso un ciclo di 25 opere su carta, realizzate per l’occasione
Comunicato stampa
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Dopo la mostra del 2005 intitolata “Le fotografie di Giosetta Fioroni”, la galleria libreria il museo del louvre presenta una nuova personale dell'artista romana: un omaggio pittorico ad Antonin Artaud, attraverso un ciclo di 25 opere su carta, realizzate per l'occasione. Il percorso creativo di Giosetta Fioroni è contrassegnato da un costante e fertile confronto con altri linguaggi, in particolare con quello letterario. Oltre al rapporto con scrittori a lei contemporanei (Goffredo Parise, Andrea Zanzotto, Raffaele La Capria, Franco Marcoaldi, Elisabetta Rasy, Cesare Garboli, Guido Ceronetti, Gilberto Sacerdoti, Alberto Arbasino: per citarne solo alcuni) che ha ispirato singole opere, cartelle grafiche o libri veri e propri, l'artista ha in varie occasioni dialogato anche con alcuni autori del passato, più o meno remoto: da Shakespeare a Leopardi, da Lautréamont a Nerval da Bataille a Klosswski. Artaud d'altra parte non è stato solo uno scrittore. Drammaturgo, attore e regista teatrale, interprete anche di alcuni film – tra cui due classici del cinema muto: “La passione di Giovanna d'Arco” di Dreyer e “Napoléon” di Gance- il suo nome resta soprattutto legato ad una delle più vitali teorizzazioni ed esperienze di rinnovamento del linguaggio scenico del Novecento. Non è dunque un caso se Giosetta Fioroni - che ha associato più volte lo stesso vocabolo teatro alla propria ricerca espressiva- abbia continuato a percepire nell'autore de “Il teatro e il suo doppio” un interprete decisivo della modernità. La “scoperta” di Artaud, ricorda lei stessa nella nota introduttiva al catalogo della mostra, avviene durante il soggiorno della pittrice a Parigi, nel 1958: « Artaud era morto da dieci anni, ma circolava vivissima la sua fama e la sua leggenda. Si potevano leggere i suoi scritti, appunti, resoconti di viaggi, lettere…e vedere i suoi disegni. [...] Nei tanti anni che seguirono, il mondo di Artaud ha continuato a agire in me e le numerose tracce, viste, lette o udite hanno mantenuto intatta la loro Suggestione e credo si possa dire che tutto quello che Artaud ha proposto è sempre stata materia-prima per la nostra contemporaneità espressiva. [...] In questo senso Artaud ha attraversato il cielo del primo novecento come la più inquietante cometa…lasciando nella sua scia molteplici e meravigliosi frammenti ispiratori ».
La mostra testimonia questa molteplicità di spunti, suggestioni, ispirazioni che Giosetta Fioroni ha saputo cogliere nella parabola di Antonin Artaud. Ad una prima ricognizione, la rilettura dell'opera e della figura di Artaud si sviluppa come una riscrittura delle tracce grafiche prodotte o evocate dal questo autore-personaggio. Giosetta Fioroni non resiste infatti all'impulso di cimentarsi con le immagini già viste -gli autoritratti, le foto di scena dei film-, con l'obiettivo dunque di dare un nuova consistenza figurativa a un repertorio iconografico pre-esistente.
Parallelamente, come già sperimentato in altre occasioni, per Giosetta Fioroni la stessa parola scritta può essere “rimessa in scena” sulla superficie della tela o della carta, sperimentandone non solo l'inedita vocazione figurativa, ma l'inesauribile latenza semantica. Ecco dunque “ridisegnate” singole parole o frasi, o titoli veri e propri di alcuni testi di Artaud.
Il valore e gli esiti più autentici di questo incontro, tuttavia, sono forse altri, come suggerisce lo scrittore Emanuele Trevi nel suo testo in catalogo, Sul destino del Torturato: Giosetta Fioroni dipinge Artaud. “ Più che qualunque impossibile velleità di “illustrazione”, il lavoro su carta di Giosetta Fioroni centra il bersaglio di Artaud (che è un bersaglio mobile per eccellenza, un bersaglio zen da mirare più che altro ad occhi chiusi) a un livello molto più necessario e vincolante, che è quello della tecnica, vale a dire in concreto della tecnica mista e in qualche caso del collage. [...] Soprattutto, Giosetta Fioroni condivide con Artaud il senso più profondo, la posta in gioco più iniziatica per così dire, di ogni tecnica mista – che è un lasciarsi alle spalle il disegno, lasciare esaurire in se stessi ogni idea di disegno, spostandosi in un’altra direzione, che è la direzione delle forme e del loro spessore, della loro implicita carnalità e mortalità. [...]
Ma la più infame e sublime delle tecniche miste, non è forse il destino, quel supremo e scoraggiante bricoleur, a possederla?” La figura che le carte del destino (i tarocchi) propongono ad Artaud e in cui si è evidentemente imbattuta Giosetta Fioroni – scrive ancora Emanuele Trevi- è quella del Torturato. “Come un Albero Cosmico, o un qualunque altro Asse del Mondo, il Torturato unisce l’alto e il basso, l’oriente e l’occidente, e così facendo tiene assieme la realtà. Ancora meglio, il Torturato di quella realtà è l’«immagine», come a dire l’essenza più pura”.
La mostra testimonia questa molteplicità di spunti, suggestioni, ispirazioni che Giosetta Fioroni ha saputo cogliere nella parabola di Antonin Artaud. Ad una prima ricognizione, la rilettura dell'opera e della figura di Artaud si sviluppa come una riscrittura delle tracce grafiche prodotte o evocate dal questo autore-personaggio. Giosetta Fioroni non resiste infatti all'impulso di cimentarsi con le immagini già viste -gli autoritratti, le foto di scena dei film-, con l'obiettivo dunque di dare un nuova consistenza figurativa a un repertorio iconografico pre-esistente.
Parallelamente, come già sperimentato in altre occasioni, per Giosetta Fioroni la stessa parola scritta può essere “rimessa in scena” sulla superficie della tela o della carta, sperimentandone non solo l'inedita vocazione figurativa, ma l'inesauribile latenza semantica. Ecco dunque “ridisegnate” singole parole o frasi, o titoli veri e propri di alcuni testi di Artaud.
Il valore e gli esiti più autentici di questo incontro, tuttavia, sono forse altri, come suggerisce lo scrittore Emanuele Trevi nel suo testo in catalogo, Sul destino del Torturato: Giosetta Fioroni dipinge Artaud. “ Più che qualunque impossibile velleità di “illustrazione”, il lavoro su carta di Giosetta Fioroni centra il bersaglio di Artaud (che è un bersaglio mobile per eccellenza, un bersaglio zen da mirare più che altro ad occhi chiusi) a un livello molto più necessario e vincolante, che è quello della tecnica, vale a dire in concreto della tecnica mista e in qualche caso del collage. [...] Soprattutto, Giosetta Fioroni condivide con Artaud il senso più profondo, la posta in gioco più iniziatica per così dire, di ogni tecnica mista – che è un lasciarsi alle spalle il disegno, lasciare esaurire in se stessi ogni idea di disegno, spostandosi in un’altra direzione, che è la direzione delle forme e del loro spessore, della loro implicita carnalità e mortalità. [...]
Ma la più infame e sublime delle tecniche miste, non è forse il destino, quel supremo e scoraggiante bricoleur, a possederla?” La figura che le carte del destino (i tarocchi) propongono ad Artaud e in cui si è evidentemente imbattuta Giosetta Fioroni – scrive ancora Emanuele Trevi- è quella del Torturato. “Come un Albero Cosmico, o un qualunque altro Asse del Mondo, il Torturato unisce l’alto e il basso, l’oriente e l’occidente, e così facendo tiene assieme la realtà. Ancora meglio, il Torturato di quella realtà è l’«immagine», come a dire l’essenza più pura”.
20
aprile 2007
Giosetta Fioroni – Artaud
Dal 20 aprile al 26 maggio 2007
arte contemporanea
Location
LIBRERIA-GALLERIA IL MUSEO DEL LOUVRE
Roma, Via Della Reginella, 28, (Roma)
Roma, Via Della Reginella, 28, (Roma)
Orario di apertura
lun-sab 10.30-13.30 e 15.30-19.30
Vernissage
20 Aprile 2007, ore 18.30
Autore
Curatore