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Giosetta Fioroni – Fotografie
Per la prima volta, la pittrice romana espone in una personale le fotografie che ha realizzato nel corso degli anni. Il filo conduttore della mostra, è l’amicizia. Tra i personaggi ritratti: Goffredo Parise, Cesare Garboli, Guido Ceronetti, Erri De Luca
Comunicato stampa
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Giovedì 20 ottobre, alle ore 18.30, alla libreria-galleria il museo del louvre di Roma, si inaugura la mostra “Le fotografie di Giosetta Fioroni”, a cura di Matteo Di Castro.
La fotografia si è intrecciata spesso al lavoro dell’artista romana. Molte tele degli anni sessanta, gli Argenti, traggono ispirazione dalle immagini trovate su giornali e riviste dell’epoca: volti, figure e paesaggi, di cui Giosetta Fioroni fissa e amplifica la traccia grafica, rivelandone con la pittura a smalto il persistente bagliore evocativo.
A metà del decennio successivo, con il ciclo “Foto da un Atlante di Medicina Legale”, il confronto con il linguaggio fotografico prosegue in forma differente: la Fioroni rifotografa ingrandisce e ristampa una serie di immagini perturbanti (suicidi, travestiti, pratiche auto-erotiche), rinvenute in un vecchio testo della polizia tedesca, per sottolinearne l’imprevedibile valenza estetica. Negli anni successivi, la ricerca sui simboli del passato si sviluppa in direzioni diverse, anche come continua riscoperta di un album di famiglia ricco di storie, invenzioni e suggestioni figurative, e in cui non mancano, naturalmente, le immagini fotografiche. L’esito più recente di questo percorso è testimoniato dalla mostra Interno familiare alla Galleria de’ Foscherari di Bologna.
Con Le fotografie di Giosetta Fioroni, l’artista sceglie ora di esporre, per la prima volta, non delle opere nate da immagini pre-esistenti, ma una serie di scatti, trenta immagini in bianco e nero, da lei stessa realizzate nel corso degli anni: per lo più nei primi Novanta, ma anche negli ultimi mesi.
I soggetti sono alcuni amici, tra i quali Guido Ceronetti, Cesare Garboli, Andrea Zanzotto, Erri De Luca, l’adorato cane Petote, e il compagno della vita Goffredo Parise. L’amicizia, scrive Giosetta Fioroni in apertura del catalogo della mostra, è un “trasporto”, un’occasione per scoprire tante cose: “un’altra persona, un’idea nuova, un modo di sorridere, di accavallare le gambe, di scostarsi i capelli dal volto, la bellezza dei difetti…”.
Nadia Fusini, osserva come i protagonisti delle foto siano tutti maschili, e sottolinea il possibile valore maieutico di questi ritratti virili: “con affetto e con tenerezza, a questi uomini, che ama per affinità di elezione, Giosetta mostra un segreto, che è loro, ma di cui forse non si sono mai neppure chiesti: il segreto della virilità”.
La pratica fotografica si sviluppa dunque come un metodo per approssimarsi al segreto dell’altro, un metodo che punta non tanto sulla suggestione evocativa della singola immagine, ma piuttosto sul confronto tra indizi diversi. Partendo da una condizione di complicità con i propri soggetti, la Fioroni sceglie di raccogliere una pluralità di tracce, anche minime e contraddittorie, del loro essere in scena, sino talvolta a comporre delle vere e proprie sequenze tra immagini contigue.
Questo lavoro di scrittura fotografica, combinandosi con altri strumenti di indagine (disegni, appunti, collages…) si è tradotto nel 1993 in due volumi, editi da Corraini, dedicati ad altrettanti amici scrittori: Marionettista. Guido Ceronetti e il Teatro dei sensibili secondo l’alchimia figurativa di Giosetta Fioroni e Dossier Vado. Ricordi figurativi della casa di Cesare Garboli.
La mostra ci permette ora di rivedere, in un contesto espositivo e con un formato di stampa più appropriato, anche alcune delle immagini realizzate in quella occasione, e di cogliere meglio il valore dei singoli scatti. Proprio una foto scattata a suo tempo in casa Garboli, il ritratto di una vecchia poltrona consumata, su cui vediamo iscritto un doppio passaggio di tempo, può essere identificata come l’opera-simbolo della mostra: un oggetto-personaggio “senza dimora”, appartenuto ad un amico ora scomparso, già apparso in un racconto per immagini, ma che torna ad evocare direttamente, in prima persona, la propria storia.
La fotografia si è intrecciata spesso al lavoro dell’artista romana. Molte tele degli anni sessanta, gli Argenti, traggono ispirazione dalle immagini trovate su giornali e riviste dell’epoca: volti, figure e paesaggi, di cui Giosetta Fioroni fissa e amplifica la traccia grafica, rivelandone con la pittura a smalto il persistente bagliore evocativo.
A metà del decennio successivo, con il ciclo “Foto da un Atlante di Medicina Legale”, il confronto con il linguaggio fotografico prosegue in forma differente: la Fioroni rifotografa ingrandisce e ristampa una serie di immagini perturbanti (suicidi, travestiti, pratiche auto-erotiche), rinvenute in un vecchio testo della polizia tedesca, per sottolinearne l’imprevedibile valenza estetica. Negli anni successivi, la ricerca sui simboli del passato si sviluppa in direzioni diverse, anche come continua riscoperta di un album di famiglia ricco di storie, invenzioni e suggestioni figurative, e in cui non mancano, naturalmente, le immagini fotografiche. L’esito più recente di questo percorso è testimoniato dalla mostra Interno familiare alla Galleria de’ Foscherari di Bologna.
Con Le fotografie di Giosetta Fioroni, l’artista sceglie ora di esporre, per la prima volta, non delle opere nate da immagini pre-esistenti, ma una serie di scatti, trenta immagini in bianco e nero, da lei stessa realizzate nel corso degli anni: per lo più nei primi Novanta, ma anche negli ultimi mesi.
I soggetti sono alcuni amici, tra i quali Guido Ceronetti, Cesare Garboli, Andrea Zanzotto, Erri De Luca, l’adorato cane Petote, e il compagno della vita Goffredo Parise. L’amicizia, scrive Giosetta Fioroni in apertura del catalogo della mostra, è un “trasporto”, un’occasione per scoprire tante cose: “un’altra persona, un’idea nuova, un modo di sorridere, di accavallare le gambe, di scostarsi i capelli dal volto, la bellezza dei difetti…”.
Nadia Fusini, osserva come i protagonisti delle foto siano tutti maschili, e sottolinea il possibile valore maieutico di questi ritratti virili: “con affetto e con tenerezza, a questi uomini, che ama per affinità di elezione, Giosetta mostra un segreto, che è loro, ma di cui forse non si sono mai neppure chiesti: il segreto della virilità”.
La pratica fotografica si sviluppa dunque come un metodo per approssimarsi al segreto dell’altro, un metodo che punta non tanto sulla suggestione evocativa della singola immagine, ma piuttosto sul confronto tra indizi diversi. Partendo da una condizione di complicità con i propri soggetti, la Fioroni sceglie di raccogliere una pluralità di tracce, anche minime e contraddittorie, del loro essere in scena, sino talvolta a comporre delle vere e proprie sequenze tra immagini contigue.
Questo lavoro di scrittura fotografica, combinandosi con altri strumenti di indagine (disegni, appunti, collages…) si è tradotto nel 1993 in due volumi, editi da Corraini, dedicati ad altrettanti amici scrittori: Marionettista. Guido Ceronetti e il Teatro dei sensibili secondo l’alchimia figurativa di Giosetta Fioroni e Dossier Vado. Ricordi figurativi della casa di Cesare Garboli.
La mostra ci permette ora di rivedere, in un contesto espositivo e con un formato di stampa più appropriato, anche alcune delle immagini realizzate in quella occasione, e di cogliere meglio il valore dei singoli scatti. Proprio una foto scattata a suo tempo in casa Garboli, il ritratto di una vecchia poltrona consumata, su cui vediamo iscritto un doppio passaggio di tempo, può essere identificata come l’opera-simbolo della mostra: un oggetto-personaggio “senza dimora”, appartenuto ad un amico ora scomparso, già apparso in un racconto per immagini, ma che torna ad evocare direttamente, in prima persona, la propria storia.
20
ottobre 2005
Giosetta Fioroni – Fotografie
Dal 20 ottobre al 18 novembre 2005
fotografia
Location
LIBRERIA-GALLERIA IL MUSEO DEL LOUVRE
Roma, Via Della Reginella, 28, (Roma)
Roma, Via Della Reginella, 28, (Roma)
Orario di apertura
lun-sab 11-13.30 e 15-19.30
Vernissage
20 Ottobre 2005, ore 18.30
Autore
Curatore