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Giovan Battista Moroni – Lo sguardo sulla realtà
L’esposizione dedicata al pittore bergamasco Giovan Battista Moroni, una delle figure più rappresentative del panorama artistico italiano del Cinquecento, si concentra sul momento di svolta naturalistica del pittore.
Comunicato stampa
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Il Museo Adriano Bernareggi organizza una mostra dedicata al pittore bergamasco Giovan Battista Moroni, una delle figure più rappresentative del panorama artistico lombardo del Cinquecento. L’iniziativa è articolata in quattro differenti spazi espositivi cittadini, dislocati tra la sede del Museo e il cuore monumentale di Bergamo, Città Alta. Le varie sezioni, comodamente raggiungibili a piedi, forniscono diversi approcci di lettura all’opera moroniana.
Museo Adriano Bernareggi: Lo sguardo sulla realtà (1560-1579)
La mostra si concentra sul momento di svolta naturalistica del pittore: i ritratti in questa fase sono infatti qualificati da un’attenta traduzione dell’aspetto naturale e da un più intenso approfondimento psicologico del modello; i soggetti religiosi sono trattati con una maggiore propensione al dato reale. Questo giro di boa corrisponde al periodo del cosiddetto “esilio albinese”, il ritiro del pittore nel luogo natale dopo l’iniziale attività trentina e il successivo radicamento a Bergamo, nell’entourage dell’aristocrazia filospagnola e dell’élite culturale e letteraria cittadina.
Il percorso espositivo si apre con una scelta della produzione di soggetto religioso, costituita prevalentemente da pale d’altare provenienti da numerose chiese della Diocesi di Bergamo, e in gran parte realizzate in previsione della Visita Apostolica di San Carlo Borromeo, avvenuta nel 1575. Giovan Battista Moroni è chiamato a elaborare e a diffondere un modello di pala sacra fortemente orientato verso il rinnovamento spirituale proposto dal Concilio di Trento. In questa prima sezione i temi sacri dei dipinti sono ambientati in esterno, presentando ampi e commoventi brani di paesaggio. Sono opportunamente documentati anche gli episodi in cui all’interno della cornice religiosa trova adeguato spazio il ritratto devoto, incontestabile protagonista della visione mistica che appare sotto gli occhi dell’osservatore.
A fianco della pittura religiosa un ampio e articolato settore della mostra raccoglie un cospicuo numero di ritratti dell’ultima fase di attività del pittore, selezionati tra gli esemplari più rappresentativi. Nei ritratti tardi la superlativa semplicità della tavolozza, l’intonazione grigia e la morbida fusione atmosferica, che non sacrifica la nitidezza della rappresentazione, dipendono dagli avanzamenti di una maestria pittorica che colloca il Moroni ai vertici della pittura italiana del Cinquecento.
Una sezione sarà dedicata alla produzione grafica del pittore, risalente in prevalenza ai suoi anni di esordio, esperienza fondamentale per comprendere i modelli di riferimento a cui il Moroni continuerà ad ispirarsi nell’arco dell’intera carriera, fino agli anni estremi.
Nella parte finale del percorso espositivo le pale sacre toccano il culmine di una sinfonia di grigi volta all’estrema semplificazione dei mezzi espressivi, testamento stilistico giunto direttamente nelle mani di Caravaggio.
BIOGRAFIA
Giovan Battista Moroni nasce ad Albino (Bergamo) in una data compresa tra il 1520 e il 1524. È figlio di Francesco Moroni, capomastro e architetto che svolge la sua attività tra Bergamo e Brescia. Forse è grazie al padre che il giovane Moroni riesce ad essere introdotto nella bottega del celebre pittore bresciano Alessandro Bonvicino detto il Moretto.
La prima attività indipendente di Moroni si svolge a Trento, durante la celebrazione del Concilio. In questa città entra in contatto con la corte del Principe Vescovo Cristoforo Madruzzo, membro della famiglia di orientamento filoimperiale che ospita il Concilio tridentino.
Con lo scadere del Concilio si registra il rientro in patria del pittore, d’ora in avanti attivo esclusivamente per la città e il contado bergamasco. Nel decennio di mezzo del secolo (1550-1560) Moroni si afferma come il maggiore pittore di Bergamo, sia per le sempre più numerose richieste di pale d’altare controriformate, sia per gli straordinari ritratti commissionati dai maggiori esponenti dell’aristocrazia, del mondo delle lettere e del governo cittadini.
A partire dall’inizio degli anni ’60 il pittore risulta costantemente in contatto con il suo paese d’origine: Albino. Il ritiro albinese, lontano dal capoluogo e dai circoli letterari, coincide con un’evoluzione stilistica sorprendente. Si scalano da questo momento i dipinti di soggetto religioso e i ritratti più celebri del pittore. L’indagine psicologica e il grado di realtà raggiunto nel genere ritrattistico tocca uno dei culmini più alti dell’intero secolo.
Moroni muore improvvisamente nel 1579 lasciando interrotta la sua pala di più grandi dimensioni, il Giudizio Universale ispirato all’affresco di Michelangelo nella Cappella Sistina.
Museo Adriano Bernareggi: Lo sguardo sulla realtà (1560-1579)
La mostra si concentra sul momento di svolta naturalistica del pittore: i ritratti in questa fase sono infatti qualificati da un’attenta traduzione dell’aspetto naturale e da un più intenso approfondimento psicologico del modello; i soggetti religiosi sono trattati con una maggiore propensione al dato reale. Questo giro di boa corrisponde al periodo del cosiddetto “esilio albinese”, il ritiro del pittore nel luogo natale dopo l’iniziale attività trentina e il successivo radicamento a Bergamo, nell’entourage dell’aristocrazia filospagnola e dell’élite culturale e letteraria cittadina.
Il percorso espositivo si apre con una scelta della produzione di soggetto religioso, costituita prevalentemente da pale d’altare provenienti da numerose chiese della Diocesi di Bergamo, e in gran parte realizzate in previsione della Visita Apostolica di San Carlo Borromeo, avvenuta nel 1575. Giovan Battista Moroni è chiamato a elaborare e a diffondere un modello di pala sacra fortemente orientato verso il rinnovamento spirituale proposto dal Concilio di Trento. In questa prima sezione i temi sacri dei dipinti sono ambientati in esterno, presentando ampi e commoventi brani di paesaggio. Sono opportunamente documentati anche gli episodi in cui all’interno della cornice religiosa trova adeguato spazio il ritratto devoto, incontestabile protagonista della visione mistica che appare sotto gli occhi dell’osservatore.
A fianco della pittura religiosa un ampio e articolato settore della mostra raccoglie un cospicuo numero di ritratti dell’ultima fase di attività del pittore, selezionati tra gli esemplari più rappresentativi. Nei ritratti tardi la superlativa semplicità della tavolozza, l’intonazione grigia e la morbida fusione atmosferica, che non sacrifica la nitidezza della rappresentazione, dipendono dagli avanzamenti di una maestria pittorica che colloca il Moroni ai vertici della pittura italiana del Cinquecento.
Una sezione sarà dedicata alla produzione grafica del pittore, risalente in prevalenza ai suoi anni di esordio, esperienza fondamentale per comprendere i modelli di riferimento a cui il Moroni continuerà ad ispirarsi nell’arco dell’intera carriera, fino agli anni estremi.
Nella parte finale del percorso espositivo le pale sacre toccano il culmine di una sinfonia di grigi volta all’estrema semplificazione dei mezzi espressivi, testamento stilistico giunto direttamente nelle mani di Caravaggio.
BIOGRAFIA
Giovan Battista Moroni nasce ad Albino (Bergamo) in una data compresa tra il 1520 e il 1524. È figlio di Francesco Moroni, capomastro e architetto che svolge la sua attività tra Bergamo e Brescia. Forse è grazie al padre che il giovane Moroni riesce ad essere introdotto nella bottega del celebre pittore bresciano Alessandro Bonvicino detto il Moretto.
La prima attività indipendente di Moroni si svolge a Trento, durante la celebrazione del Concilio. In questa città entra in contatto con la corte del Principe Vescovo Cristoforo Madruzzo, membro della famiglia di orientamento filoimperiale che ospita il Concilio tridentino.
Con lo scadere del Concilio si registra il rientro in patria del pittore, d’ora in avanti attivo esclusivamente per la città e il contado bergamasco. Nel decennio di mezzo del secolo (1550-1560) Moroni si afferma come il maggiore pittore di Bergamo, sia per le sempre più numerose richieste di pale d’altare controriformate, sia per gli straordinari ritratti commissionati dai maggiori esponenti dell’aristocrazia, del mondo delle lettere e del governo cittadini.
A partire dall’inizio degli anni ’60 il pittore risulta costantemente in contatto con il suo paese d’origine: Albino. Il ritiro albinese, lontano dal capoluogo e dai circoli letterari, coincide con un’evoluzione stilistica sorprendente. Si scalano da questo momento i dipinti di soggetto religioso e i ritratti più celebri del pittore. L’indagine psicologica e il grado di realtà raggiunto nel genere ritrattistico tocca uno dei culmini più alti dell’intero secolo.
Moroni muore improvvisamente nel 1579 lasciando interrotta la sua pala di più grandi dimensioni, il Giudizio Universale ispirato all’affresco di Michelangelo nella Cappella Sistina.
12
novembre 2004
Giovan Battista Moroni – Lo sguardo sulla realtà
Dal 12 novembre 2004 al 14 aprile 2005
arte moderna
Location
MUSEO ADRIANO BERNAREGGI
Bergamo, Via Pignolo, 76, (Bergamo)
Bergamo, Via Pignolo, 76, (Bergamo)
Biglietti
Intero € 3,00 - Ridotto € 1,50
Orario di apertura
9.30 - 12.30, 15.00 - 18.30,
Lunedì chiuso
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore