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Giovane Creazione Europea
48 artisti, provenienti da 8 paesi europei, daranno vita alla tappa italiana della biennale d’arte JCE- Jeune Création Euroéenne. Ogni paese ha selezionato 6 artisti emergenti operanti attraverso i diversi linguaggi dell’arte contemporanea.
Comunicato stampa
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Villa Olmo a Como, ospita la tappa italiana della biennale d’arte JCE -Jeune Création Européenne, con 48 artisti provenienti da 8 paesi europei.
La città di Como, da tempo impegnata nella promozione e nella valorizzazione dei giovani artisti contemporanei, nel 2013 ha aderito alla biennale JCE, ideata e promossa dalla città francese di Montrouge da oltre 10 anni.
Nell’ambito di questa partnership, l’Assessorato alla Cultura ha selezionato su scala nazionale, 6 artisti italiani under 35 che sono entrati nel circuito della biennale 2013–2015, insieme agli altri 42 artisti scelti dalle altre città partner: Montrouge (Francia), Maastricht (Paesi Bassi), Amburgo (Germania), Klaipeda (Lituania), Budapest (Ungheria), Figueras (Spagna), Amarante (Portogallo).
Ogni città aderente ha promosso, attraverso enti o istituzioni culturali guidati da riconosciuti critici e curatori, una selezione nazionale di 6 giovani artisti emergenti operanti con i vari linguaggi dell’arte contemporanea: dalla pittura alla fotografia, dalla scultura all’installazione, dal video alla videoinstallazione sino alla performance.
LA SELEZIONE ITALIANA
La selezione italiana è stata svolta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Como attraverso il concorso d’arte Co.Co.Co.Como Contemporary Contest 2013, con il contributo di una giuria composta da Roberto Borghi, critico d’arte e curatore, Lorena Giuranna, critico d'arte, curatore e responsabile del dipartimento educativo del MAGA di Gallarate, Daniele Palazzoli, responsabile arte moderna e contemporanea, Galleria Blu, Milano, Ivan Quaroni, critico d’arte e curatore, Luigi Ratclif, segretario GAI, Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani. Il coordinamento della selezione è stato curato da Francesca Testoni, coordinatrice del concorso presso l’Assessorato alla Cultura ed esperta in arte contemporanea.
I sei artisti italiani scelti sono: Salvatore Tulipano (vincitore Co.Co.Co. 2013), Federica Cogo, Glen Lasio, Simona Paladino, Michele Tajariol, Valeria Vaccaro.
LA STORIA DELLA BIENNALE
Jeune Création Européenne è un grande progetto di rilevanza internazionale: nel 2000 il Comune di Montrouge ha creato, su scala europea, un network di città che sostengono la generazione emergente dell’arte contemporanea. Il principio ispiratore della JCE è quello di offrire un’occasione di visibilità per tutti gli artisti emergenti attraverso l’esposizione delle loro opere in vari paesi europei; una vetrina internazionale garantita da una mostra collettiva itinerante attraverso i paesi partner, coadiuvata da supporti significativi quali un programma di residenza per gli artisti, un catalogo illustrativo delle opere e un sito internet che promuove la loro crescita artistica attraverso una galleria virtuale evolutiva.
La rete JCE conta attualmente 8 partner in 8 paesi europei. Dietro questo partenariato tra città, si profila una federazione di istituzioni culturali e di specialisti dell’arte contemporanea che si danno come obiettivo la ricerca e la rivelazione di nuovi talenti, in modo ampio, democratico e trasparente. Ogni città partecipante mette in campo infatti una selezione nazionale di 6 giovani artisti di particolare rilievo da presentare nella biennale.
LA MOSTRA
Dopo le mostre in Francia, Olanda, Germania, Lituania e Ungheria, la biennale giunge a Como, inaugurando la stagione espositiva comasca 2015, per poi proseguire a Figueras e Amarante, rispettivamente in Spagna e Portogallo.
L’evento di Como, curato da Veronica Vittani, responsabile dell’Ufficio Cultura e Francesca Testoni, coordinatrice della selezione italiana, gode del patrocinio di Regione Lombardia e del GAI Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani.
Dal 14 febbraio al 22 marzo, le sale della settecentesca Villa Olmo saranno così “invase” dalle ultimissime tendenze dell’arte visiva, in un dialogo antico – contemporaneo destinato a sorprendere e affascinare i visitatori.
Il percorso espositivo si svilupperà di paese in paese, presentando un’opera per ognuno dei 48 artisti partecipanti.
Per l’occasione il teatrino diverrà una sala cinema, in cui verranno proiettati di continuo 7 video di alcuni dei videoartisti partecipanti. In mostra vedremo sia video brevi, veri e propri lavori di videoarte, come nel caso di Federica Cogo (Italia) o Sanne Vaassen (Paesi Bassi) o cortometraggi dal sapore filmico, più vicini alla cinematografia che all’arte visiva.
I video di Adrià Ciurana (Spagna) Krisztián Kristóf (Ungheria) e Frank Blommestijn & Michiel van der Werf (Paesi Bassi) invece, verranno proiettati lungo il percorso espositivo: si tratta degli artisti che hanno vinto il premio Jeune Création Européenne, ovvero che sono stati selezionati tra tutti gli artisti partecipanti da una giuria composta da autorevoli personalità del mondo artistico europeo, presieduti da Marc Partouche, Direttore dell’Académie royale des beaux-arts di Bruxelles, Belgio.
L’esposizione vedrà la presenza di opere di grande impatto visivo: è il caso, per esempio, dell’installazione di grandi dimensioni di Carsten Berger (Germania) composta da 500 cartoline dai messaggi apparentemente ingannatori, pensati dall’artista in maniera romantica e naif. Anche Verena Issel, pure tedesca, presenta parte di una grande installazione ambientale Nugae, che raggruppa oggetti correlati tra loro, perché appartenenti a una stessa famiglia.
Miquel Ollé (Spagna), su un grande banner in pvc a parete scrive, a caratteri monumentali: Noi abbiamo costruito il futuro, messaggio che si presta a diverse interpretazioni.
Maxime Chanson (Francia) espone un grande pannello dove analizza in maniera analitica, concettuale e poco estetica, il lavoro degli altri compagni artisti. Secondo l’autore infatti, l’attività artistica risulta essere l’azione congiunta di un “motore” (ciò che spinge l’artista a creare) e di un “mezzo” (il modus operandi).
Lilla Khoór (Ungheria) nella sua grande installazione a parete, assembla testi di interviste, disegni, illustrazioni basati sulle confessioni di alcuni emigranti: l’artista affronta il tema dell’emigrazione forzata e cerca di far riflettere lo spettatore sottolineando le differenze scomode, spesso celate, tra le storie personali e le rappresentazioni generalizzanti.
Michele Tajariol (Italia) scuote le nostre certezze nella sua Camera, fatta di improbabili oggetti privi di funzionalità, prodotti della mente, indipendenti dalla realtà, che comunque evocano. Al centro domina un lampadario, che ha perso la sua funzione: non ha candele né lampadine, pende dal soffitto ma poggia a terra. C’è uno stravolgimento del reale: tutto sembra aver perso razionalità e logica.
Andrius Svilys (Lituania) si appropria di materiali/oggetti trovati o di cose prestate da amici e conoscenti per comporre installazioni o sculture che s’inseriscono in una dimensione più umana di reti interpersonali familiari, conducendo l’osservatore in questa dimensione.
Bob Eikelboom (Paesi Bassi) travalica i confini della pittura sperimentandone i limiti su una superficie convessa, monocroma e luccicante come un’automobile, che cattura lo spettatore in un solo colpo d’occhio.
Flávio Nuno Joaquim (Portogallo) presenta un lavoro composto da 390 immagini di cieli, che egli ha raccolto in circa tre mesi, fino al 21.12.2012, data apocalittica secondo il calendario Maya. L’aspetto non svelato dell’opera, che focalizza l’attenzione sulla circolazione dell’informazione e la performatività delle parole, è rappresentato dalla presentazione della stessa, molto simile a una scatola nera.
Oltre ai più recenti sviluppi dell’arte contemporanea, rappresentati dal video e dall’installazione, non mancano in mostra lavori realizzati con le più tradizionali tecniche, come pittura e scultura. Monika Michalko (Germania), Narcís Díaz Pujol e Federico García Trujillo (Spagna), Pierre Seinturier (Francia), Róbert Batykó (Ungheria), Glen Lasio (Italia), Jenny Lindblom (Paesi Bassi), Jorge Araújo e Ana Pais Oliveira (Portogallo) interpretano, con un linguaggio pittorico originale e fresco, tematiche e soggetti disparati: dalla rappresentazione di intimi interni domestici a paesaggi non ben identificati, dalla rivisitazioni di soggetti mitologici a scene di politica internazionale, dal ritratto fino a forme ambigue tendenti all’astratto.
Tra le sculture, colpiscono i lavori di due italiani: Salvatore Tulipano (vincitore Co.Co.Co. 2013), è presente con Decosctruzione verticale, scultura che sovverte ogni principio di simmetria e ortogonalità e Valeria Vaccaro che, con grande padronanza tecnica, sorprende nel cortocircuito che interviene tra l’oggetto e la materia che lo compone. I suoi fiammiferi extra large, apparentemente di legno, al tatto si trasformano in “Marmiferi”, di marmo, con un’inversione delle caratteristiche intrinseche l’oggetto originario: combustibile-ignifugo, leggero-pesante, caldo-freddo.
La mostra è accompagnata dal catalogo della biennale, edito dalla Città di Montrouge, capofila del progetto, con le opere di tutti gli artisti in mostra e i testi curatoriali dei paesi partner.
L’inaugurazione, sabato 14 febbraio alle 16, vedrà la partecipazione del Sindaco e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Montrouge, Jean-Loup Metton e Gabrielle Fleury e di Andrea Ponsini, curatore e coordinatore generale della biennale. L’opening vedrà inoltre la realizzazione della performance “A Beautiful Mind”, degli studenti del corso di Arti Visive dell’Accademia Galli – IED Como, un intenso momento di scrittura automatica di gruppo. La performance sarà coordinata da Silvio Curti, docente di video installazioni dell’Accademia Galli e Dario Luzzani neolaureato del corso di Arti Visive.
La città di Como, da tempo impegnata nella promozione e nella valorizzazione dei giovani artisti contemporanei, nel 2013 ha aderito alla biennale JCE, ideata e promossa dalla città francese di Montrouge da oltre 10 anni.
Nell’ambito di questa partnership, l’Assessorato alla Cultura ha selezionato su scala nazionale, 6 artisti italiani under 35 che sono entrati nel circuito della biennale 2013–2015, insieme agli altri 42 artisti scelti dalle altre città partner: Montrouge (Francia), Maastricht (Paesi Bassi), Amburgo (Germania), Klaipeda (Lituania), Budapest (Ungheria), Figueras (Spagna), Amarante (Portogallo).
Ogni città aderente ha promosso, attraverso enti o istituzioni culturali guidati da riconosciuti critici e curatori, una selezione nazionale di 6 giovani artisti emergenti operanti con i vari linguaggi dell’arte contemporanea: dalla pittura alla fotografia, dalla scultura all’installazione, dal video alla videoinstallazione sino alla performance.
LA SELEZIONE ITALIANA
La selezione italiana è stata svolta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Como attraverso il concorso d’arte Co.Co.Co.Como Contemporary Contest 2013, con il contributo di una giuria composta da Roberto Borghi, critico d’arte e curatore, Lorena Giuranna, critico d'arte, curatore e responsabile del dipartimento educativo del MAGA di Gallarate, Daniele Palazzoli, responsabile arte moderna e contemporanea, Galleria Blu, Milano, Ivan Quaroni, critico d’arte e curatore, Luigi Ratclif, segretario GAI, Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani. Il coordinamento della selezione è stato curato da Francesca Testoni, coordinatrice del concorso presso l’Assessorato alla Cultura ed esperta in arte contemporanea.
I sei artisti italiani scelti sono: Salvatore Tulipano (vincitore Co.Co.Co. 2013), Federica Cogo, Glen Lasio, Simona Paladino, Michele Tajariol, Valeria Vaccaro.
LA STORIA DELLA BIENNALE
Jeune Création Européenne è un grande progetto di rilevanza internazionale: nel 2000 il Comune di Montrouge ha creato, su scala europea, un network di città che sostengono la generazione emergente dell’arte contemporanea. Il principio ispiratore della JCE è quello di offrire un’occasione di visibilità per tutti gli artisti emergenti attraverso l’esposizione delle loro opere in vari paesi europei; una vetrina internazionale garantita da una mostra collettiva itinerante attraverso i paesi partner, coadiuvata da supporti significativi quali un programma di residenza per gli artisti, un catalogo illustrativo delle opere e un sito internet che promuove la loro crescita artistica attraverso una galleria virtuale evolutiva.
La rete JCE conta attualmente 8 partner in 8 paesi europei. Dietro questo partenariato tra città, si profila una federazione di istituzioni culturali e di specialisti dell’arte contemporanea che si danno come obiettivo la ricerca e la rivelazione di nuovi talenti, in modo ampio, democratico e trasparente. Ogni città partecipante mette in campo infatti una selezione nazionale di 6 giovani artisti di particolare rilievo da presentare nella biennale.
LA MOSTRA
Dopo le mostre in Francia, Olanda, Germania, Lituania e Ungheria, la biennale giunge a Como, inaugurando la stagione espositiva comasca 2015, per poi proseguire a Figueras e Amarante, rispettivamente in Spagna e Portogallo.
L’evento di Como, curato da Veronica Vittani, responsabile dell’Ufficio Cultura e Francesca Testoni, coordinatrice della selezione italiana, gode del patrocinio di Regione Lombardia e del GAI Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani.
Dal 14 febbraio al 22 marzo, le sale della settecentesca Villa Olmo saranno così “invase” dalle ultimissime tendenze dell’arte visiva, in un dialogo antico – contemporaneo destinato a sorprendere e affascinare i visitatori.
Il percorso espositivo si svilupperà di paese in paese, presentando un’opera per ognuno dei 48 artisti partecipanti.
Per l’occasione il teatrino diverrà una sala cinema, in cui verranno proiettati di continuo 7 video di alcuni dei videoartisti partecipanti. In mostra vedremo sia video brevi, veri e propri lavori di videoarte, come nel caso di Federica Cogo (Italia) o Sanne Vaassen (Paesi Bassi) o cortometraggi dal sapore filmico, più vicini alla cinematografia che all’arte visiva.
I video di Adrià Ciurana (Spagna) Krisztián Kristóf (Ungheria) e Frank Blommestijn & Michiel van der Werf (Paesi Bassi) invece, verranno proiettati lungo il percorso espositivo: si tratta degli artisti che hanno vinto il premio Jeune Création Européenne, ovvero che sono stati selezionati tra tutti gli artisti partecipanti da una giuria composta da autorevoli personalità del mondo artistico europeo, presieduti da Marc Partouche, Direttore dell’Académie royale des beaux-arts di Bruxelles, Belgio.
L’esposizione vedrà la presenza di opere di grande impatto visivo: è il caso, per esempio, dell’installazione di grandi dimensioni di Carsten Berger (Germania) composta da 500 cartoline dai messaggi apparentemente ingannatori, pensati dall’artista in maniera romantica e naif. Anche Verena Issel, pure tedesca, presenta parte di una grande installazione ambientale Nugae, che raggruppa oggetti correlati tra loro, perché appartenenti a una stessa famiglia.
Miquel Ollé (Spagna), su un grande banner in pvc a parete scrive, a caratteri monumentali: Noi abbiamo costruito il futuro, messaggio che si presta a diverse interpretazioni.
Maxime Chanson (Francia) espone un grande pannello dove analizza in maniera analitica, concettuale e poco estetica, il lavoro degli altri compagni artisti. Secondo l’autore infatti, l’attività artistica risulta essere l’azione congiunta di un “motore” (ciò che spinge l’artista a creare) e di un “mezzo” (il modus operandi).
Lilla Khoór (Ungheria) nella sua grande installazione a parete, assembla testi di interviste, disegni, illustrazioni basati sulle confessioni di alcuni emigranti: l’artista affronta il tema dell’emigrazione forzata e cerca di far riflettere lo spettatore sottolineando le differenze scomode, spesso celate, tra le storie personali e le rappresentazioni generalizzanti.
Michele Tajariol (Italia) scuote le nostre certezze nella sua Camera, fatta di improbabili oggetti privi di funzionalità, prodotti della mente, indipendenti dalla realtà, che comunque evocano. Al centro domina un lampadario, che ha perso la sua funzione: non ha candele né lampadine, pende dal soffitto ma poggia a terra. C’è uno stravolgimento del reale: tutto sembra aver perso razionalità e logica.
Andrius Svilys (Lituania) si appropria di materiali/oggetti trovati o di cose prestate da amici e conoscenti per comporre installazioni o sculture che s’inseriscono in una dimensione più umana di reti interpersonali familiari, conducendo l’osservatore in questa dimensione.
Bob Eikelboom (Paesi Bassi) travalica i confini della pittura sperimentandone i limiti su una superficie convessa, monocroma e luccicante come un’automobile, che cattura lo spettatore in un solo colpo d’occhio.
Flávio Nuno Joaquim (Portogallo) presenta un lavoro composto da 390 immagini di cieli, che egli ha raccolto in circa tre mesi, fino al 21.12.2012, data apocalittica secondo il calendario Maya. L’aspetto non svelato dell’opera, che focalizza l’attenzione sulla circolazione dell’informazione e la performatività delle parole, è rappresentato dalla presentazione della stessa, molto simile a una scatola nera.
Oltre ai più recenti sviluppi dell’arte contemporanea, rappresentati dal video e dall’installazione, non mancano in mostra lavori realizzati con le più tradizionali tecniche, come pittura e scultura. Monika Michalko (Germania), Narcís Díaz Pujol e Federico García Trujillo (Spagna), Pierre Seinturier (Francia), Róbert Batykó (Ungheria), Glen Lasio (Italia), Jenny Lindblom (Paesi Bassi), Jorge Araújo e Ana Pais Oliveira (Portogallo) interpretano, con un linguaggio pittorico originale e fresco, tematiche e soggetti disparati: dalla rappresentazione di intimi interni domestici a paesaggi non ben identificati, dalla rivisitazioni di soggetti mitologici a scene di politica internazionale, dal ritratto fino a forme ambigue tendenti all’astratto.
Tra le sculture, colpiscono i lavori di due italiani: Salvatore Tulipano (vincitore Co.Co.Co. 2013), è presente con Decosctruzione verticale, scultura che sovverte ogni principio di simmetria e ortogonalità e Valeria Vaccaro che, con grande padronanza tecnica, sorprende nel cortocircuito che interviene tra l’oggetto e la materia che lo compone. I suoi fiammiferi extra large, apparentemente di legno, al tatto si trasformano in “Marmiferi”, di marmo, con un’inversione delle caratteristiche intrinseche l’oggetto originario: combustibile-ignifugo, leggero-pesante, caldo-freddo.
La mostra è accompagnata dal catalogo della biennale, edito dalla Città di Montrouge, capofila del progetto, con le opere di tutti gli artisti in mostra e i testi curatoriali dei paesi partner.
L’inaugurazione, sabato 14 febbraio alle 16, vedrà la partecipazione del Sindaco e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Montrouge, Jean-Loup Metton e Gabrielle Fleury e di Andrea Ponsini, curatore e coordinatore generale della biennale. L’opening vedrà inoltre la realizzazione della performance “A Beautiful Mind”, degli studenti del corso di Arti Visive dell’Accademia Galli – IED Como, un intenso momento di scrittura automatica di gruppo. La performance sarà coordinata da Silvio Curti, docente di video installazioni dell’Accademia Galli e Dario Luzzani neolaureato del corso di Arti Visive.
14
febbraio 2015
Giovane Creazione Europea
Dal 14 febbraio al 22 marzo 2015
arte contemporanea
Location
VILLA OLMO
Como, Via Simone Cantoni, 1, (Como)
Como, Via Simone Cantoni, 1, (Como)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10-12.30 e 14-17 (ultimo ingresso 16.30), domenica ore 14-18 ( ultimo ingresso 17.30)
Vernissage
14 Febbraio 2015, ore 16.00
Autore
Curatore