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Giovani Talenti
L’iniziativa nasce con la finalità di valorizzare e promuovere giovani talenti, alcuni dei quali provenienti da scuole di fotografia, altri dalle letture dei portfolio, affidando a una serie di curatori la scelta degli autori da proporre e sostenere
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovani Talenti
Fotografia Italiana Contemporanea
L’Archivio Fotografico Italiano, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura
del Comune di Castellanza (Va), organizza la rassegna Giovani Talenti – Fotografia
Italiana Contemporanea, presso la villa Pomini di Castellanza, dal 23 ottobre al 6
novembre 2011.
L’iniziativa nasce con la finalità di valorizzare e promuovere giovani talenti, alcuni
dei quali provenienti da scuole di fotografia, altri dalle letture dei portfolio,
affidando a una serie di curatori la scelta degli autori da proporre e sostenere.
Di seguito le mostre, gli autori, i curatori:
Una finestra vista casa
di Leda Mattavelli
Progetto proposto da Erminio Annunzi
DOCENTE ISTITUTO ITALIANO DI FOTOGRAFIA
Famìglia s. f. [lat. famĭlia, che (come famŭlus «servitore, domestico», da cui deriva)
è voce italica, forse prestito osco, e indicò dapprima l’insieme degli schiavi e dei
servi viventi sotto uno stesso tetto, e successivamente la famiglia nel sign. oggi più
comune].
Sarà l'età o sarà una coincidenza ma la vita delle persone che mi circondano si è
improvvisamente riempita di matrimoni, bambini, convivenze, gite in coppia all'Ikea.
Suonerà strano dirlo ma tutto questo ha iniziato ad attirare la mia attenzione.
Solitamente, le cose che ci incuriosiscono maggiormente sono quelle che sentiamo più
lontane dalla nostra realtà, dal nostro modo di essere, dalla nostra esperienza.
Invece, questa volta, ad attirare la mia attenzione era qualcosa di vicino, conosciuto
forse addirittura scontato. Ho iniziato allora a chiedermi come mai iniziavano ad
interessarmi tanto le dinamiche che portano alla formazione di una famiglia e quelle
che vi si sviluppano e consolidano nel tempo. Probabilmente è perché ho iniziato a
prestare attenzione alle differenze. Ho iniziato a pensare che forse era accaduta la
stessa cosa che succede quando, ad esempio, la nostra città diventa invisibile per un
misto di abitudine e vicinanza. Forse, il fatto stesso di crescere in una determinata
realtà ambientale, affettiva, sociale mi aveva portato all'errore di identificare
l'insieme di tali circostanze non come una delle tante possibilità ma come un dato di
fatto privo di interesse. Ma come può non essere interessante un elemento presente
in tutte le società umane? Arrivata a questo punto, mi sono chiesta che cosa sia la
famiglia. Potrebbe definirsi come l’insieme dei legami di sangue e affettivi ma le due
cose non sempre coincidono. L’etimologia della parola mi ha riservato una sorpresa:
famiglia viene dal latino famĭlia che significa insieme di servitori, domestici,
schiavi. L'origine del termine si trova perciò nella condivisione di una circostanza
di privazione della libertà in cui tutto ciò che si possiede è la presenza fisica e
affettiva dell'altro. Una sorta di appartenersi.
Questo mio progetto nasce dall'esigenza di soddisfare la mia personale curiosità,
dalla voglia di indagare la sfera familiare attraverso la fotografia. Dalle immagini,
senza bisogno di parole, il rapporto fra le persone si descrive da sé attraverso la
presenza fisica dei componenti e la loro relazione con lo spazio. La mia macchina
fotografica diventa così "Una finestra vista casa", cioè un punto di vista da cui
guardare la famĭlia ritratta nel suo ambiente: la casa. I soggetti degli scatti
saranno uniti da un legame familiare di qualsiasi tipo e saranno persone della mia
famiglia oppure che conosco più o meno approfonditamente o addirittura per niente. Mi
domando se, confrontando le immagini, emergerà il diverso livello di confidenza fra me
e i soggetti.
______________________________________________________________________________________
Bagnanti
di Matteo Sauli
Progetto proposto
DALL’ARCHIVIO FOTOGRAFICO ITALIANO
Percorrere la spiaggia nel tempo più caldo, nei mesi estivi, alla ricerca di un
dialogo con quella trasformazione che chiamiamo estate.
La ricerca dell'obiettivo è di dialogare con la spiaggia e il mare come se fossero un
bene culturale che richiede una esperienza fisica, quasi tattile.
Il rapporto con quello che avviene vicino al mare è l'alfabeto per conoscere questa
spiaggia liquida che, da Ravenna a Rimini, accoglie una sola moltitudine.
Anche nelle fotografie più affollate la pazienza e l'attenzione, come attitudine
mentale e pratica fotografica, tendono alla luce invisibile che ogni sabbia, sole o
sogno contiene.
Attraverso la macchina fotografica il quotidiano diventa spettacolare, la fotografia
fa sembrare ciò che ci sta attorno un luogo nuovo, e ciascuno ha un proprio Luogo
Nuovo.
Ogni fotografia lo impersona, lo descrive e ne diventa quel granello di civiltà che lo
rende memoria, cultura e impronta. Percorrerla, per conoscerla.
Matteo Sauli nasce a Ravenna il 15 marzo 1982.
Pratica la fotografia dal 2002, fin da giovanissimo, in casa, si avvicina alla
fotografia seguendo il padre Roberto, fotografo naturalista, visita esposizioni
fotografiche, documentandosi sul lavoro di alcuni grandi fotografi, come: Lee
Friedlander, Luigi Ghiri, Don MacCullin, Attiglio Gigli, Garry Winogrand, ecc.
Frequenta il corso di fotografia all'Accademia di Belle Arti di Ravenna.
Per alcuni anni si dedica alla “camera oscura”, sperimentando tecniche e possibilità
espressive, così come per la ripresa, che si caratterizza per l’uso di vari formati
fino al Polaroid.
Acquista fiducia nei propri mezzi, sia tecnici che espressivi, e inizia a proporre
autonomamente le proprie opere e i propri progetti ad interlocutori qualificati.
Attività che lo porterà a realizzare esposizioni e pubblicazioni a contorno di
progetti come “SS309” e “Bagnanti”; un viaggio fotografico lungo la strada Romea,
tra Ravenna e Venezia, il primo, e una ricerca fotografica sul turismo estivo nella
riviera adriatica, il secondo.
Inoltre, instaura una preziosa collaborazione con l'Istituto per i Beni Artistici
Culturali della Regione Emilia Romagna (IBC), per i quali realizzerà progetti
come “L'altra mostra”, una serie di fotografie sul dietro le quinte della grande
mostra “Garofalo. Pittore della Ferrara estense” e parteciperà alla campagna
fotografica “Ritornando sull'Appennino”.
Si avvale delle innovazioni introdotte dalla fotografia digitale ed usufruisce dei
mezzi informatici in termini di presentazione e veicolazione delle sue opere.
Matteo Sauli nel 2006 si laurea in Giurisprudenza presentando la tesi “La disciplina
pubblicitaria e la fotografia”, ribadendo che la Fotografia sarà quella “cosa” che
caratterizzerà profondamente e professionalmente la sua esistenza.
Con le sue opere ha vinto diversi e prestigiosi premi a livello nazionale ed ha
esposto mostre personali e collettive in diverse parti d’Italia, pubblicando cataloghi
e su riviste del settore fotografico e culturale
______________________________________________________________________________________
NONLUOGHI
di Susanna Pozzoli
Progetto proposto da Gigliola Foschi
CRITICO E STORICO DELLA FOTOGRAFIA – DOCENTE ALL’ISTITUTO ITALIANO DI FOTOGRAFIA
In occasione della mostra Giovani Talenti - Fotografia Italiana Contemporanea Susanna
Pozzoli presenta il progetto NONLUOGHI realizzato in Milano e dintorni.
In mostra una selezione di immagini di cinque luoghi: una biblioteca, un ospedale,
un aeroporto, un teatro e un hotel. Questi spazi sono visti e interpretati dalla
fotografa come non-luoghi, nell’accezione di Marc Augé. L’opera vuole ricreare un
itinerario immaginario di un passante/fruitore che si trovi solo in questi ambienti
di passaggio. I non luoghi sono così colti in tutta la loro capacità di sprigionare
solitudine, assenza. Il lavoro di pozzoli è quindi una riflessione/risonanza su
architetture standardizzate, luoghi funzionali, di passaggio e di fruizione. Luoghi
della non-appartenenza e spesso del consumo, vissuti nel silenzio più inaspettato,
portano, tuttavia i segni del passaggio di centinaia di persone, diventando metafora
di una vita transeunte, provvisoria. Si tratta di un’esperienza del nostro mondo,
che rimanda, contemporaneamente, alla dimensione dell’eterno, nella consistenza
dell’architettura, che sopravvive al breve passaggio terreno di og
nuno di noi. In fatti, le architetture di teatri, ospedali, aeroporti, negozi,
cimiteri e biblioteche, avvolte nel silenzio e nella mancanza di vita, diventano
paradossalmente cattedrali laiche, luoghi che inducono alla riflessione, alla
meditazione.
Il progetto fotografico diventa in mostra un’installazione. Il visitatore è invitato
a relazionarsi alle fotografie che rievocano questi cinque non-luoghi. Sei fotografie
di ogni luogo sono presentate su una struttura circolare, sospesa all’altezza dello
sguardo dell’osservatore. Il visitatore potrà girare intorno ad ognuno di questi
cinque cerchi, esplorando così il singolo non luogo e visitando lo spazio espositivo,
a sua volta un non-luogo, il sesto in mostra.
Il progetto è attualmente in corso ed è stato presentato a gennaio alla Galleria San
Fedele in seguito al Premio Arti Visive San Fedele 2010 dove Pozzoli ha ricevuto la
menzione speciale dai giovani curatori.
______________________________________________________________________________________
In montagna: paesaggi nascosti
di Claudio Camisasca
Progetto proposto
DALL’ ARCHIVIO FOTOGRAFICO ITALIANO
“Paesaggi nascosti” recita il titolo di questa mostra. Eppure, nonostante la cosa
sia enunciata fin dal principio, le immagini che scorrono davanti ai nostri occhi
non riescono a non stupirci, a non contraddire la nostra semplice e immediata
idea di paesaggio. Non ci sono scorci che puoi immaginare di ritrovarti davanti
all'improvviso, all'aria aperta: nessuna cima mozzafiato né alcuna verde vallata
rigenerante, ma piccoli e grandi particolari che per farsi apprezzare chiedono
sottovoce di “fermarsi a guardare”.
Angoli di monti e di mondo che per svelarsi pretendono attenzione, passione,
pazienza. Come una donna, come un amore. Immagini difficili sia da carpire che da
leggere, eppure di grande impatto, racconti di una passione ancestrale e profonda,
consolidatasi nel tempo e col tempo, la vivida testimonianza di un'intimità raggiunta
giorno dopo giorno, uscita dopo uscita, escursione dopo escursione. E questa è forse
l'essenza degli scatti che Claudio Camisasca ha scelto di riunire in questa breve,
ma intensa sequenza. Una teoria di paesaggi dell'anima prima ancora che di paesaggi
reali, dove non è la montagna nel suo “insieme” a essere protagonista, ma il suo
essere allo stato più puro, la roccia nuda e cruda, eternamente immobile eppure mai
uguale a se stessa, sempre in movimento e in divenire nel prestarsi a giocare con la
luce e con lo sguardo di chi la osserva, e quindi antropomorfa se non addirittura
umana nel suo innocente e inconsapevole mostrarsi.
Suggestioni, quindi, non “documenti”. Interpretazioni e riletture di un posto o di
nessuno, ma certo non “trofei”, non testimonianze di quello che meramente è. E in
questo senso trovano spiegazione anche il supporto quasi pittorico delle stampe e la
loro elegante “manipolazione”.(Matteo Tosi)
______________________________________________________________________________________
M.C. Mosso Calmo
di Matteo Coltro
Progetto proposto da
ARCHIVIO FOTOGRAFICO ITALIANO
Mosso Calmo è la nuova ricerca sul tema dello spazio, la fissità messa in relazione
all'atto di muoversi.
Nascono così riflessioni su luoghi squisitamente mentali. A rafforzare l'impatto
emotiva è la scelta di un cromatismo dominante che determina una atmosfera surreale.
L'orrizonte diventa labile tra infinto cielo ed infinito mare. L'ossimoro calmo mosso
diventa la soggettiva chiave di lettura a disposizione del fruitore a seconda del
proprio stato d'animo.
Matteo Coltro nasce 26 anni fa a Busto Arsizio.
Laureato in marketing, da sempre appassionato alle arti visive, entra a far parte
dell' Archivio Fotografico Italiano.
Il suo interesse si rivolge particolarmente alla fotografia di paesaggio, in una
chiave contemporanea basata su una cultura della fotografia classica.
Libero da ogni vincolo tecnico-tecnologico sviluppa le sue ricerche dal digitale alla
Lomo. Ha all'attivo partecipazioni a mostre collettive e personali, in collaborazione
con l’Archivio Fotografico Italiano, del quale è componente attivo.
Informazioni sulla mostra:
Luogo: Villa Pomini – Via Don Luigi Testori, 14 – Castellanza (Va)
Inaugurazione – incontro con gli autori: domenica 23 ottobre ore 18 – light buffet
Orari visita: venerdi e sabato 15-19 / domenica 10-12 / 15-19 – ingresso libero
Comunicazione:
A.F.I. : www.archiviofotografico.org
Claudio Argentiero T. 347-5902640 / e-mail: claudio.argentiero@alice.it
Fotografia Italiana Contemporanea
L’Archivio Fotografico Italiano, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura
del Comune di Castellanza (Va), organizza la rassegna Giovani Talenti – Fotografia
Italiana Contemporanea, presso la villa Pomini di Castellanza, dal 23 ottobre al 6
novembre 2011.
L’iniziativa nasce con la finalità di valorizzare e promuovere giovani talenti, alcuni
dei quali provenienti da scuole di fotografia, altri dalle letture dei portfolio,
affidando a una serie di curatori la scelta degli autori da proporre e sostenere.
Di seguito le mostre, gli autori, i curatori:
Una finestra vista casa
di Leda Mattavelli
Progetto proposto da Erminio Annunzi
DOCENTE ISTITUTO ITALIANO DI FOTOGRAFIA
Famìglia s. f. [lat. famĭlia, che (come famŭlus «servitore, domestico», da cui deriva)
è voce italica, forse prestito osco, e indicò dapprima l’insieme degli schiavi e dei
servi viventi sotto uno stesso tetto, e successivamente la famiglia nel sign. oggi più
comune].
Sarà l'età o sarà una coincidenza ma la vita delle persone che mi circondano si è
improvvisamente riempita di matrimoni, bambini, convivenze, gite in coppia all'Ikea.
Suonerà strano dirlo ma tutto questo ha iniziato ad attirare la mia attenzione.
Solitamente, le cose che ci incuriosiscono maggiormente sono quelle che sentiamo più
lontane dalla nostra realtà, dal nostro modo di essere, dalla nostra esperienza.
Invece, questa volta, ad attirare la mia attenzione era qualcosa di vicino, conosciuto
forse addirittura scontato. Ho iniziato allora a chiedermi come mai iniziavano ad
interessarmi tanto le dinamiche che portano alla formazione di una famiglia e quelle
che vi si sviluppano e consolidano nel tempo. Probabilmente è perché ho iniziato a
prestare attenzione alle differenze. Ho iniziato a pensare che forse era accaduta la
stessa cosa che succede quando, ad esempio, la nostra città diventa invisibile per un
misto di abitudine e vicinanza. Forse, il fatto stesso di crescere in una determinata
realtà ambientale, affettiva, sociale mi aveva portato all'errore di identificare
l'insieme di tali circostanze non come una delle tante possibilità ma come un dato di
fatto privo di interesse. Ma come può non essere interessante un elemento presente
in tutte le società umane? Arrivata a questo punto, mi sono chiesta che cosa sia la
famiglia. Potrebbe definirsi come l’insieme dei legami di sangue e affettivi ma le due
cose non sempre coincidono. L’etimologia della parola mi ha riservato una sorpresa:
famiglia viene dal latino famĭlia che significa insieme di servitori, domestici,
schiavi. L'origine del termine si trova perciò nella condivisione di una circostanza
di privazione della libertà in cui tutto ciò che si possiede è la presenza fisica e
affettiva dell'altro. Una sorta di appartenersi.
Questo mio progetto nasce dall'esigenza di soddisfare la mia personale curiosità,
dalla voglia di indagare la sfera familiare attraverso la fotografia. Dalle immagini,
senza bisogno di parole, il rapporto fra le persone si descrive da sé attraverso la
presenza fisica dei componenti e la loro relazione con lo spazio. La mia macchina
fotografica diventa così "Una finestra vista casa", cioè un punto di vista da cui
guardare la famĭlia ritratta nel suo ambiente: la casa. I soggetti degli scatti
saranno uniti da un legame familiare di qualsiasi tipo e saranno persone della mia
famiglia oppure che conosco più o meno approfonditamente o addirittura per niente. Mi
domando se, confrontando le immagini, emergerà il diverso livello di confidenza fra me
e i soggetti.
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Bagnanti
di Matteo Sauli
Progetto proposto
DALL’ARCHIVIO FOTOGRAFICO ITALIANO
Percorrere la spiaggia nel tempo più caldo, nei mesi estivi, alla ricerca di un
dialogo con quella trasformazione che chiamiamo estate.
La ricerca dell'obiettivo è di dialogare con la spiaggia e il mare come se fossero un
bene culturale che richiede una esperienza fisica, quasi tattile.
Il rapporto con quello che avviene vicino al mare è l'alfabeto per conoscere questa
spiaggia liquida che, da Ravenna a Rimini, accoglie una sola moltitudine.
Anche nelle fotografie più affollate la pazienza e l'attenzione, come attitudine
mentale e pratica fotografica, tendono alla luce invisibile che ogni sabbia, sole o
sogno contiene.
Attraverso la macchina fotografica il quotidiano diventa spettacolare, la fotografia
fa sembrare ciò che ci sta attorno un luogo nuovo, e ciascuno ha un proprio Luogo
Nuovo.
Ogni fotografia lo impersona, lo descrive e ne diventa quel granello di civiltà che lo
rende memoria, cultura e impronta. Percorrerla, per conoscerla.
Matteo Sauli nasce a Ravenna il 15 marzo 1982.
Pratica la fotografia dal 2002, fin da giovanissimo, in casa, si avvicina alla
fotografia seguendo il padre Roberto, fotografo naturalista, visita esposizioni
fotografiche, documentandosi sul lavoro di alcuni grandi fotografi, come: Lee
Friedlander, Luigi Ghiri, Don MacCullin, Attiglio Gigli, Garry Winogrand, ecc.
Frequenta il corso di fotografia all'Accademia di Belle Arti di Ravenna.
Per alcuni anni si dedica alla “camera oscura”, sperimentando tecniche e possibilità
espressive, così come per la ripresa, che si caratterizza per l’uso di vari formati
fino al Polaroid.
Acquista fiducia nei propri mezzi, sia tecnici che espressivi, e inizia a proporre
autonomamente le proprie opere e i propri progetti ad interlocutori qualificati.
Attività che lo porterà a realizzare esposizioni e pubblicazioni a contorno di
progetti come “SS309” e “Bagnanti”; un viaggio fotografico lungo la strada Romea,
tra Ravenna e Venezia, il primo, e una ricerca fotografica sul turismo estivo nella
riviera adriatica, il secondo.
Inoltre, instaura una preziosa collaborazione con l'Istituto per i Beni Artistici
Culturali della Regione Emilia Romagna (IBC), per i quali realizzerà progetti
come “L'altra mostra”, una serie di fotografie sul dietro le quinte della grande
mostra “Garofalo. Pittore della Ferrara estense” e parteciperà alla campagna
fotografica “Ritornando sull'Appennino”.
Si avvale delle innovazioni introdotte dalla fotografia digitale ed usufruisce dei
mezzi informatici in termini di presentazione e veicolazione delle sue opere.
Matteo Sauli nel 2006 si laurea in Giurisprudenza presentando la tesi “La disciplina
pubblicitaria e la fotografia”, ribadendo che la Fotografia sarà quella “cosa” che
caratterizzerà profondamente e professionalmente la sua esistenza.
Con le sue opere ha vinto diversi e prestigiosi premi a livello nazionale ed ha
esposto mostre personali e collettive in diverse parti d’Italia, pubblicando cataloghi
e su riviste del settore fotografico e culturale
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NONLUOGHI
di Susanna Pozzoli
Progetto proposto da Gigliola Foschi
CRITICO E STORICO DELLA FOTOGRAFIA – DOCENTE ALL’ISTITUTO ITALIANO DI FOTOGRAFIA
In occasione della mostra Giovani Talenti - Fotografia Italiana Contemporanea Susanna
Pozzoli presenta il progetto NONLUOGHI realizzato in Milano e dintorni.
In mostra una selezione di immagini di cinque luoghi: una biblioteca, un ospedale,
un aeroporto, un teatro e un hotel. Questi spazi sono visti e interpretati dalla
fotografa come non-luoghi, nell’accezione di Marc Augé. L’opera vuole ricreare un
itinerario immaginario di un passante/fruitore che si trovi solo in questi ambienti
di passaggio. I non luoghi sono così colti in tutta la loro capacità di sprigionare
solitudine, assenza. Il lavoro di pozzoli è quindi una riflessione/risonanza su
architetture standardizzate, luoghi funzionali, di passaggio e di fruizione. Luoghi
della non-appartenenza e spesso del consumo, vissuti nel silenzio più inaspettato,
portano, tuttavia i segni del passaggio di centinaia di persone, diventando metafora
di una vita transeunte, provvisoria. Si tratta di un’esperienza del nostro mondo,
che rimanda, contemporaneamente, alla dimensione dell’eterno, nella consistenza
dell’architettura, che sopravvive al breve passaggio terreno di og
nuno di noi. In fatti, le architetture di teatri, ospedali, aeroporti, negozi,
cimiteri e biblioteche, avvolte nel silenzio e nella mancanza di vita, diventano
paradossalmente cattedrali laiche, luoghi che inducono alla riflessione, alla
meditazione.
Il progetto fotografico diventa in mostra un’installazione. Il visitatore è invitato
a relazionarsi alle fotografie che rievocano questi cinque non-luoghi. Sei fotografie
di ogni luogo sono presentate su una struttura circolare, sospesa all’altezza dello
sguardo dell’osservatore. Il visitatore potrà girare intorno ad ognuno di questi
cinque cerchi, esplorando così il singolo non luogo e visitando lo spazio espositivo,
a sua volta un non-luogo, il sesto in mostra.
Il progetto è attualmente in corso ed è stato presentato a gennaio alla Galleria San
Fedele in seguito al Premio Arti Visive San Fedele 2010 dove Pozzoli ha ricevuto la
menzione speciale dai giovani curatori.
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In montagna: paesaggi nascosti
di Claudio Camisasca
Progetto proposto
DALL’ ARCHIVIO FOTOGRAFICO ITALIANO
“Paesaggi nascosti” recita il titolo di questa mostra. Eppure, nonostante la cosa
sia enunciata fin dal principio, le immagini che scorrono davanti ai nostri occhi
non riescono a non stupirci, a non contraddire la nostra semplice e immediata
idea di paesaggio. Non ci sono scorci che puoi immaginare di ritrovarti davanti
all'improvviso, all'aria aperta: nessuna cima mozzafiato né alcuna verde vallata
rigenerante, ma piccoli e grandi particolari che per farsi apprezzare chiedono
sottovoce di “fermarsi a guardare”.
Angoli di monti e di mondo che per svelarsi pretendono attenzione, passione,
pazienza. Come una donna, come un amore. Immagini difficili sia da carpire che da
leggere, eppure di grande impatto, racconti di una passione ancestrale e profonda,
consolidatasi nel tempo e col tempo, la vivida testimonianza di un'intimità raggiunta
giorno dopo giorno, uscita dopo uscita, escursione dopo escursione. E questa è forse
l'essenza degli scatti che Claudio Camisasca ha scelto di riunire in questa breve,
ma intensa sequenza. Una teoria di paesaggi dell'anima prima ancora che di paesaggi
reali, dove non è la montagna nel suo “insieme” a essere protagonista, ma il suo
essere allo stato più puro, la roccia nuda e cruda, eternamente immobile eppure mai
uguale a se stessa, sempre in movimento e in divenire nel prestarsi a giocare con la
luce e con lo sguardo di chi la osserva, e quindi antropomorfa se non addirittura
umana nel suo innocente e inconsapevole mostrarsi.
Suggestioni, quindi, non “documenti”. Interpretazioni e riletture di un posto o di
nessuno, ma certo non “trofei”, non testimonianze di quello che meramente è. E in
questo senso trovano spiegazione anche il supporto quasi pittorico delle stampe e la
loro elegante “manipolazione”.(Matteo Tosi)
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M.C. Mosso Calmo
di Matteo Coltro
Progetto proposto da
ARCHIVIO FOTOGRAFICO ITALIANO
Mosso Calmo è la nuova ricerca sul tema dello spazio, la fissità messa in relazione
all'atto di muoversi.
Nascono così riflessioni su luoghi squisitamente mentali. A rafforzare l'impatto
emotiva è la scelta di un cromatismo dominante che determina una atmosfera surreale.
L'orrizonte diventa labile tra infinto cielo ed infinito mare. L'ossimoro calmo mosso
diventa la soggettiva chiave di lettura a disposizione del fruitore a seconda del
proprio stato d'animo.
Matteo Coltro nasce 26 anni fa a Busto Arsizio.
Laureato in marketing, da sempre appassionato alle arti visive, entra a far parte
dell' Archivio Fotografico Italiano.
Il suo interesse si rivolge particolarmente alla fotografia di paesaggio, in una
chiave contemporanea basata su una cultura della fotografia classica.
Libero da ogni vincolo tecnico-tecnologico sviluppa le sue ricerche dal digitale alla
Lomo. Ha all'attivo partecipazioni a mostre collettive e personali, in collaborazione
con l’Archivio Fotografico Italiano, del quale è componente attivo.
Informazioni sulla mostra:
Luogo: Villa Pomini – Via Don Luigi Testori, 14 – Castellanza (Va)
Inaugurazione – incontro con gli autori: domenica 23 ottobre ore 18 – light buffet
Orari visita: venerdi e sabato 15-19 / domenica 10-12 / 15-19 – ingresso libero
Comunicazione:
A.F.I. : www.archiviofotografico.org
Claudio Argentiero T. 347-5902640 / e-mail: claudio.argentiero@alice.it
23
ottobre 2011
Giovani Talenti
Dal 23 ottobre al 06 novembre 2011
fotografia
Location
VILLA POMINI
Castellanza, Via Don Luigi Testori, 14, (Varese)
Castellanza, Via Don Luigi Testori, 14, (Varese)
Orario di apertura
venerdi e sabato 15-19 / domenica 10-12 / 15-19
Vernissage
23 Ottobre 2011, ore 18
Autore
Curatore