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Giovanna Gadda – Della natura delle cose
La mostra dell’artista italiana rienisce circa trenta opere di impianto neoinformale capaci di significare la natura vera del mondo e delle cose.
Comunicato stampa
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La mostra dal titolo “DELLA NATURA DELLE COSE”, che rientra in un progetto artistico internazionale dal titolo “TELLINA VALLIS” ideato e diretto dal Prof. Carlo Franza per il prestigioso COMBOLO HOTEL di Teglio e con l’adesione della storica galleria milanese di ADA ZUNINO, focalizza l’attenzione su Giovanna Gadda una illustre artefice della ricerca artistica non solo italiana ma internazionale. L’esposizione curata dal Prof. Carlo Franza, illustre Storico dell’Arte di piano internazionale, che firma anche il testo in catalogo, riunisce oltre trenta opere selezionatissime, taluni provenienti da collezioni private e pubbliche, che illustrano il percorso singolare di questa artista che rappresenta aspetti nuovi e creativi dell’arte italiana.
All’inaugurazione ci sarà una prolusione del Prof. Carlo Franza curatore della mostra e del catalogo, la presenza dell’artista che firmerà i cataloghi, unitamente alla partecipazione di intellettuali italiani e stranieri e di numerosi collezionisti . Si brinderà con vini valtellinesi.
Scrive Carlo Franza nel testo:
“In Giovanna Gadda l’uso di taluni colori e toni e l’impostazione scenografica di un paesaggio di cose e forme in primo piano, talvolta appena abbozzate, delineano un universo a cui nessun essere è concessa la quiete. Sorvolo velocemente sulla cornice del lavoro dell’artista milanese che è protagonista di spicco del neoinformale italiano, ambito sicuramente familiare al naturalismo padano di memoria arcangeliana, di cui condivide l’urgenza storica e generazionale, e gli strumenti della pittura, dalla pastosità della materia tirata fino allo spasimo, alla luce che vi batte a tratti in modo spiovente, e alla forza della gestualità che predomina sulla cura della forma. Composizioni anche veloci, ma segnate da una forma di malinconia in cui l’agire e le trame del confronto si sfumano in una percezione più individuale. Così si spiega il titolo che abbiamo voluto giustapporre al testo, “della natura delle cose”, nel senso di leggere nel lavoro dell’artista neoinformale,
anzitutto il ruolo fondamentale suo nella società, ovvero il ruolo dell’artista di fronte alla storia, al mondo e al paesaggio che lo compone, la cui architettura della forma, lentamente, quadro dopo quadro, si squaderna in prospettive sempre più deformate. E’ fuorviante leggervi persino certi rimandi, perché Giovanna Gadda sottopone le sue opere a una dura prova emotiva, e affianca poi il capitolo dei simboli sulla scena del gusto, perché la civiltà contemporanea poggia proprio sull’osso del simbolo le proprie idealità. Difatti, si origina in esso la metafora della realtà, ne guida gli automatismi e i sentimenti, provoca neodefinizioni, scivola nella nostra sensibilità di moderni, sostituisce la religione e i conflitti del mistico. D’altronde le nostre abitudini non possono fare a meno del simbolo anche direttamente. Tra l’esaltazione e il deprimento dei valori, anche l’arte dice la sua, anzi, stabilisce una cangiante realtà di linguaggio, perché il simbolo venga schedato e dipinto in distinzioni individuali, per abbreviazioni indicative e decifrabili. Giovanna Gadda è artista meditativa, che ingloba dei segni, li estrae dal mondo del subconscio, li sviluppa dagli stereotipi fino a farli diventare surreali e magici. Sono tutti emblemi di chiarezza sia iconografica che formale, facendosi documenti essenziali, testimonianza di un dettato espressivo, di essenzialità fenomenologica, poi anche verifica di piacere estetico. Simbolo e fervidità segnica sono allegorie della coscienza moderna. Ecco perché Giovanna Gadda è figura di spicco della pittura contemporanea. Dietro ogni dipinto c’è una tessitura ideativa di forte spessore, e ogni dipinto si conforma per una fraseologia di costruzione e colore, di filologismo della civiltà presente, di incroci socio-estetici. Questa pittura è anche documento carico di spessore omogeneo. Esibisce le difficoltà sacrificali dell’io, dilacerato e consunto soprattutto fisicamente, ritrova l’uomo nelle deserte oasi dell’inganno, descrive piuttosto che le monotone verità dell’uomo, l’iconologia spettrale con una penombra che invade con affocati abbagli ”.
Cenni biografici dell’artista
Giovanna Gadda è nata a Sesto San Giovanni, Milano, nel 1930. Dopo gli studi classici frequenta il Liceo Artistico di Brera. Lavora per anni con Manzù e poi si diploma in scenografia con Reina. Nel 1953 vince il Premio Scalini (in giuria Carlo Cardazzo, Carlo Carrà, Raffaele Carrieri, Raffaele De Grada, Maria Quasimodo, Giorgio Strehler). Fa esperienza in televisione con Memo Benassi e al teatro dell'Angelicum con Salvo Randone ed Elena Zareschi. Nel 1968 studia pittura a Salisburgo con Emilio Vedova alla scuola internazionale Kokoschka. Nel 1982 vince il concorso di pittura patrocinato dall'Accademia di Brera e dal Comune di Gorla Maggiore (Varese). Giovanna Gadda ha partecipato a numerose esposizioni collettive come pittrice, in Italia e all'estero, tra cui "The first international Female Artist's Art" di Stoccolma nel 1994. Nel 1996 vince il Premio De Pisis organizzato dal Comune di Brugherio (Milano). La sua prima mostra personale ha avuto luogo a Genova Nervi a Palazzo Groppallo, nel 1967. Nel 1997, con testo di Flavio Caroli, presenta a Milano in anteprima le sue "Strutture dipinte" alla Galleria Ada Zunino. Nel 1998 è alla Biennale Nazionale d'Arte di Piacenza. Nel 1999 tiene una personale alla galleria Il Salotto di Como, espone a Schlanders (Bolzano) e partecipa alla rassegna "Omaggio a Volta" alla galleria Il Salotto di Como. Nel 2000 è alla Galleria d'Arte San Vidal, Venezia; al XXXIII Premio Vasto (invitata da Floriano De Santi); alla mostra "Sculture e curiosità" alla Galleria di Ada Zunino, Milano. Sempre nel 2000 è a Pavullo nel Frignano (Mo) Palazzo Ducale con "Riflessioni plastiche". Nel 2001 il Comune di Tignole d'Asti, nella Chiesa di San Lorenzo (XI-XII sec.), con il patrocinio della Regione Piemonte, Assessorato alla Cultura, presenta le sue "Strutture dipinte" con grande successo di critica. Sempre nel 2001 è invitata ad esporre piccoli dipinti a Spazio Cultura, Hotel Ancora di Cortina d'Ampezzo, a cura di Milena Milani. Nel 2002 espone a Sondrio a Palazzo Pretorio e a Milano alla Banca Credit Euronord. Nel 2003 una sua "Struttura" viene collocata nel Museo Valtellinese di Storia e Arte di Sondrio. Sue opere sono nella Chiesa di Brazzova (Como); alla Fondazione Giovanni Falcone (Palermo) e al Comune di Gorla Maggiore (Varese). Sua è la copertina del libro di Pier Luigi Torres "Il deserto" Edizioni Paoline Milano (1998). Nel 2006 una sua opera di grandi dimensioni in pietra verde viene collocata in una piazza del Comune di Teglio (Sondrio). Nel 2009 una sua struttura monumentale è collocata per il progetto “Percorso della Scultura” a cura del Prof. Carlo Franza, nella sede della Fiera di Milano-Rho. Giovanna Gadda vive e lavora a Milano. Fa parte degli artisti della Galleria Ada Zunino, Milano. Di lei hanno scritto Lorenzo Bonini, Flavio Caroli, Laura Dago, Enzo Fabiani, Carlo Franza, Giulio Giuzzi, Ermanno Krumm, Milena Milani, Clizia Orlando, Osvaldo Patani, Elisabetta Planca, Paolo Rizzi, Licia Spagnesi.
All’inaugurazione ci sarà una prolusione del Prof. Carlo Franza curatore della mostra e del catalogo, la presenza dell’artista che firmerà i cataloghi, unitamente alla partecipazione di intellettuali italiani e stranieri e di numerosi collezionisti . Si brinderà con vini valtellinesi.
Scrive Carlo Franza nel testo:
“In Giovanna Gadda l’uso di taluni colori e toni e l’impostazione scenografica di un paesaggio di cose e forme in primo piano, talvolta appena abbozzate, delineano un universo a cui nessun essere è concessa la quiete. Sorvolo velocemente sulla cornice del lavoro dell’artista milanese che è protagonista di spicco del neoinformale italiano, ambito sicuramente familiare al naturalismo padano di memoria arcangeliana, di cui condivide l’urgenza storica e generazionale, e gli strumenti della pittura, dalla pastosità della materia tirata fino allo spasimo, alla luce che vi batte a tratti in modo spiovente, e alla forza della gestualità che predomina sulla cura della forma. Composizioni anche veloci, ma segnate da una forma di malinconia in cui l’agire e le trame del confronto si sfumano in una percezione più individuale. Così si spiega il titolo che abbiamo voluto giustapporre al testo, “della natura delle cose”, nel senso di leggere nel lavoro dell’artista neoinformale,
anzitutto il ruolo fondamentale suo nella società, ovvero il ruolo dell’artista di fronte alla storia, al mondo e al paesaggio che lo compone, la cui architettura della forma, lentamente, quadro dopo quadro, si squaderna in prospettive sempre più deformate. E’ fuorviante leggervi persino certi rimandi, perché Giovanna Gadda sottopone le sue opere a una dura prova emotiva, e affianca poi il capitolo dei simboli sulla scena del gusto, perché la civiltà contemporanea poggia proprio sull’osso del simbolo le proprie idealità. Difatti, si origina in esso la metafora della realtà, ne guida gli automatismi e i sentimenti, provoca neodefinizioni, scivola nella nostra sensibilità di moderni, sostituisce la religione e i conflitti del mistico. D’altronde le nostre abitudini non possono fare a meno del simbolo anche direttamente. Tra l’esaltazione e il deprimento dei valori, anche l’arte dice la sua, anzi, stabilisce una cangiante realtà di linguaggio, perché il simbolo venga schedato e dipinto in distinzioni individuali, per abbreviazioni indicative e decifrabili. Giovanna Gadda è artista meditativa, che ingloba dei segni, li estrae dal mondo del subconscio, li sviluppa dagli stereotipi fino a farli diventare surreali e magici. Sono tutti emblemi di chiarezza sia iconografica che formale, facendosi documenti essenziali, testimonianza di un dettato espressivo, di essenzialità fenomenologica, poi anche verifica di piacere estetico. Simbolo e fervidità segnica sono allegorie della coscienza moderna. Ecco perché Giovanna Gadda è figura di spicco della pittura contemporanea. Dietro ogni dipinto c’è una tessitura ideativa di forte spessore, e ogni dipinto si conforma per una fraseologia di costruzione e colore, di filologismo della civiltà presente, di incroci socio-estetici. Questa pittura è anche documento carico di spessore omogeneo. Esibisce le difficoltà sacrificali dell’io, dilacerato e consunto soprattutto fisicamente, ritrova l’uomo nelle deserte oasi dell’inganno, descrive piuttosto che le monotone verità dell’uomo, l’iconologia spettrale con una penombra che invade con affocati abbagli ”.
Cenni biografici dell’artista
Giovanna Gadda è nata a Sesto San Giovanni, Milano, nel 1930. Dopo gli studi classici frequenta il Liceo Artistico di Brera. Lavora per anni con Manzù e poi si diploma in scenografia con Reina. Nel 1953 vince il Premio Scalini (in giuria Carlo Cardazzo, Carlo Carrà, Raffaele Carrieri, Raffaele De Grada, Maria Quasimodo, Giorgio Strehler). Fa esperienza in televisione con Memo Benassi e al teatro dell'Angelicum con Salvo Randone ed Elena Zareschi. Nel 1968 studia pittura a Salisburgo con Emilio Vedova alla scuola internazionale Kokoschka. Nel 1982 vince il concorso di pittura patrocinato dall'Accademia di Brera e dal Comune di Gorla Maggiore (Varese). Giovanna Gadda ha partecipato a numerose esposizioni collettive come pittrice, in Italia e all'estero, tra cui "The first international Female Artist's Art" di Stoccolma nel 1994. Nel 1996 vince il Premio De Pisis organizzato dal Comune di Brugherio (Milano). La sua prima mostra personale ha avuto luogo a Genova Nervi a Palazzo Groppallo, nel 1967. Nel 1997, con testo di Flavio Caroli, presenta a Milano in anteprima le sue "Strutture dipinte" alla Galleria Ada Zunino. Nel 1998 è alla Biennale Nazionale d'Arte di Piacenza. Nel 1999 tiene una personale alla galleria Il Salotto di Como, espone a Schlanders (Bolzano) e partecipa alla rassegna "Omaggio a Volta" alla galleria Il Salotto di Como. Nel 2000 è alla Galleria d'Arte San Vidal, Venezia; al XXXIII Premio Vasto (invitata da Floriano De Santi); alla mostra "Sculture e curiosità" alla Galleria di Ada Zunino, Milano. Sempre nel 2000 è a Pavullo nel Frignano (Mo) Palazzo Ducale con "Riflessioni plastiche". Nel 2001 il Comune di Tignole d'Asti, nella Chiesa di San Lorenzo (XI-XII sec.), con il patrocinio della Regione Piemonte, Assessorato alla Cultura, presenta le sue "Strutture dipinte" con grande successo di critica. Sempre nel 2001 è invitata ad esporre piccoli dipinti a Spazio Cultura, Hotel Ancora di Cortina d'Ampezzo, a cura di Milena Milani. Nel 2002 espone a Sondrio a Palazzo Pretorio e a Milano alla Banca Credit Euronord. Nel 2003 una sua "Struttura" viene collocata nel Museo Valtellinese di Storia e Arte di Sondrio. Sue opere sono nella Chiesa di Brazzova (Como); alla Fondazione Giovanni Falcone (Palermo) e al Comune di Gorla Maggiore (Varese). Sua è la copertina del libro di Pier Luigi Torres "Il deserto" Edizioni Paoline Milano (1998). Nel 2006 una sua opera di grandi dimensioni in pietra verde viene collocata in una piazza del Comune di Teglio (Sondrio). Nel 2009 una sua struttura monumentale è collocata per il progetto “Percorso della Scultura” a cura del Prof. Carlo Franza, nella sede della Fiera di Milano-Rho. Giovanna Gadda vive e lavora a Milano. Fa parte degli artisti della Galleria Ada Zunino, Milano. Di lei hanno scritto Lorenzo Bonini, Flavio Caroli, Laura Dago, Enzo Fabiani, Carlo Franza, Giulio Giuzzi, Ermanno Krumm, Milena Milani, Clizia Orlando, Osvaldo Patani, Elisabetta Planca, Paolo Rizzi, Licia Spagnesi.
18
luglio 2009
Giovanna Gadda – Della natura delle cose
Dal 18 luglio al 05 settembre 2009
arte contemporanea
Location
HOTEL COMBOLO
Teglio, Via Roma, 5, (Sondrio)
Teglio, Via Roma, 5, (Sondrio)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 10-12.30 e 16-19.30
Vernissage
18 Luglio 2009, ore 17.00
Autore
Curatore