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Giovanni Bardini
Le opere di Giovanni Bardini vengono dal suo creatore definite “zattere”, appigli lanciati nel mare dell’esistenza, concepiti per l’animo umano che vagalla ricerca di un significato.
Comunicato stampa
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La Pinacoteca Comunale di Fontanellato, nella storica Rocca dei Sanvitale, ospita le opere di Giovanni Bardini. A pochi passi dalla sala affrescata dal Parmigianino, l’incontro con l’arte contemporanea proietta il pubblico in un salto temporale e concettuale in cui vanno a convivere linguaggi antichi e nuove poetiche.
Le opere di Giovanni Bardini vengono dal suo creatore definite “zattere”, appigli lanciati nel mare dell’esistenza, concepiti per l’animo umano che vagalla ricerca di un significato. Sono opere create a partire da materiali poveri, come il legno di recupero che viene ricombinato a formare queste zattere-telai. Materiali che vengono però sapientemente lavorati, e acquisiscono in questo modo una patina nobile, di modo che anche la stoffa più povera o le terre e i minerali diventano veicoli di significato, e danno vita a oggetti d’arte di grande bellezza formale e visiva. Tale tecnica e uso dei materiali ci porta ad accostare queste opere a esempi illustri, dagli Achrome di Manzoni per l’uso della tela bianca (e conseguentemente al post-informale successivo agli anni 60) o alle ricerche dell’Arte Povera appunto per l’uso di materiali e per il loro impatto visivo.
Oltre alle opere pittoriche, le “zattere”, Bardini espone alcuni “boschi”, a metà fra pittura e scultura, anch’essi realizzati sfruttando legno di recupero e materiale naturale sapientemente lavorato.
Queste “sculture” fanno da ponte verso i più recenti progetti installativi, che portano questo gusto per il materiale e le composizioni di grande impatti ad una nuova dimensione. In mostra una grande installazione che è al contempo crocifisso e albero di una nave, e che si ricollega quindi al discorso concettuale di “arte del naufragio” rappresentato dalle “zattere”. I bracci della croce sono grandi pali d’aratro, mentre la vela, che ricorda di nuovo anche un sudario, è ammainata, il vento non la può portare via. Un’installazione a significare la sofferenza presente nella vita di ognuno, o la fatica del lavoro, sulla quale però rimane issata la vela – il sogno, la spiritualità – necessaria a salpare verso un miglioramento di sé.
Una mostra di opere che oltre alla bellezza formale colpiscono per la loro forza concettuale, parlano direttamente all’osservatore richiamando immagini archetipiche o sacre. Citando l’artista: «Quello che vorrei è che ognuno vedesse nei miei lavori quello che sente. I miei lavori, e uso appositamente il termine più nobile, sono di chi li vede e li soffre perché pone in essi qualcosa di se stesso».
Giovanni Bardini è nato nel 1969 a Cortemaggiore. È musicista e artista visivo. La ricerca artistica ha sempre accompagnato la sua vita, portando a un’ampia produzione pittorica e di sperimentazione con i materiali, fino a concepire installazioni di grandi dimensioni e forza visiva e concettuale. Espone nel marzo 2011 con la mostra personale Racconto di un naufrago allo Spazio Blu della Galleria Rosso Tiziano di Piacenza. Partecipa inoltre al Premio Celeste 2011 e ad alcune scelte mostre collettive. Da segnalare la mostra Jean Cocteau a Vigoleno dans le château de Max Ernst, nell’Oratorio della Madonna delle Grazie di Vigoleno (PC) a seguito della quale la sua opera Sudario entra a far parte della Collezione Uroburo, presso l‘Archivio di Stato di Parma.
Giovanni Bardini vive e lavora in località Cortenova a S. Polo di Podenzano.
Le opere di Giovanni Bardini vengono dal suo creatore definite “zattere”, appigli lanciati nel mare dell’esistenza, concepiti per l’animo umano che vagalla ricerca di un significato. Sono opere create a partire da materiali poveri, come il legno di recupero che viene ricombinato a formare queste zattere-telai. Materiali che vengono però sapientemente lavorati, e acquisiscono in questo modo una patina nobile, di modo che anche la stoffa più povera o le terre e i minerali diventano veicoli di significato, e danno vita a oggetti d’arte di grande bellezza formale e visiva. Tale tecnica e uso dei materiali ci porta ad accostare queste opere a esempi illustri, dagli Achrome di Manzoni per l’uso della tela bianca (e conseguentemente al post-informale successivo agli anni 60) o alle ricerche dell’Arte Povera appunto per l’uso di materiali e per il loro impatto visivo.
Oltre alle opere pittoriche, le “zattere”, Bardini espone alcuni “boschi”, a metà fra pittura e scultura, anch’essi realizzati sfruttando legno di recupero e materiale naturale sapientemente lavorato.
Queste “sculture” fanno da ponte verso i più recenti progetti installativi, che portano questo gusto per il materiale e le composizioni di grande impatti ad una nuova dimensione. In mostra una grande installazione che è al contempo crocifisso e albero di una nave, e che si ricollega quindi al discorso concettuale di “arte del naufragio” rappresentato dalle “zattere”. I bracci della croce sono grandi pali d’aratro, mentre la vela, che ricorda di nuovo anche un sudario, è ammainata, il vento non la può portare via. Un’installazione a significare la sofferenza presente nella vita di ognuno, o la fatica del lavoro, sulla quale però rimane issata la vela – il sogno, la spiritualità – necessaria a salpare verso un miglioramento di sé.
Una mostra di opere che oltre alla bellezza formale colpiscono per la loro forza concettuale, parlano direttamente all’osservatore richiamando immagini archetipiche o sacre. Citando l’artista: «Quello che vorrei è che ognuno vedesse nei miei lavori quello che sente. I miei lavori, e uso appositamente il termine più nobile, sono di chi li vede e li soffre perché pone in essi qualcosa di se stesso».
Giovanni Bardini è nato nel 1969 a Cortemaggiore. È musicista e artista visivo. La ricerca artistica ha sempre accompagnato la sua vita, portando a un’ampia produzione pittorica e di sperimentazione con i materiali, fino a concepire installazioni di grandi dimensioni e forza visiva e concettuale. Espone nel marzo 2011 con la mostra personale Racconto di un naufrago allo Spazio Blu della Galleria Rosso Tiziano di Piacenza. Partecipa inoltre al Premio Celeste 2011 e ad alcune scelte mostre collettive. Da segnalare la mostra Jean Cocteau a Vigoleno dans le château de Max Ernst, nell’Oratorio della Madonna delle Grazie di Vigoleno (PC) a seguito della quale la sua opera Sudario entra a far parte della Collezione Uroburo, presso l‘Archivio di Stato di Parma.
Giovanni Bardini vive e lavora in località Cortenova a S. Polo di Podenzano.
11
novembre 2012
Giovanni Bardini
Dall'undici al 25 novembre 2012
arte contemporanea
Location
ROCCA SANVITALE
Fontanellato, Piazza Giacomo Matteotti, 1, (Parma)
Fontanellato, Piazza Giacomo Matteotti, 1, (Parma)
Orario di apertura
venerdì 15-18.30 / sabato e festivi 10.30-12.30/15-18.30
Vernissage
11 Novembre 2012, ore 11
Autore
Curatore