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Giovanni Battista Piranesi
SONO PIU’ DI 100 le acqueforti di Giovanni Battista Piranesi, molte delle quali facenti parte della collezione della Biblioteca Comunale di Fermo, che si possono ammirare in una grande mostra a partire dal 19 luglio. Nella Chiesa del Carmine di Corso Cefalonia, nel cuore storico della città, sono in mostra opere uniche, mai uscite dalla Biblioteca Comunale (87 stampe di proprietà comunale e 38 provenienti da collezioni private).
LE OPERE comprendono, quasi per intero, l’arco temporale dell’attività artistica di Piranesi, dal 1743 fino oltre il 1770, e rappresentano, in un affascinante quanto esauriente itinerario cronologico, la profondità della sua ricerca straordinaria e lo spessore innovativo della sua intensa attività. Tra queste, alcuni esemplari delle sue famose serie da la Prima Parte di Architettura e prospettiva del 1743, la Magnificenza di Roma del 1751, i Trofei di Ottaviano del 1753, fino a Vasi Candelabri Coppe del 1778 per citarne solo alcune.
Tra le tavole esposte alcune di grandissima suggestione come le “Ruine di Sepolcro antico posto dinanzi ad altre ruine d’un Acquedotto pure antico”; in cui i maestosi ruderi si contrappongono ai piccoli personaggi raffigurati, in una visione di fortissimo impatto.
Tra le opere più note, anche ad un vastissimo pubblico sia del suo tempo che attuale, (Piranesi ha mantenuto sempre la sua popolarità -naturalmente una popolarità colta: quale studio, ufficio abitazione elegante non hanno avuto e non hanno ancora almeno un Piranesi alle pareti?), Interni di carcere:fantastiche, spaventose visioni di ciclopici interni; tutto un assurdo ma prospetticamente perfetto intersecarsi di pilastri, archi, volte, capriate, scale, strumenti di supplizio; visioni d’incubo di un terribile mondo irreale, non ravvisabile in alcuna opera d’arte precedente.
Giovanni Battista Piranesi
Fermo, Corso Cefalonia, (Ascoli Piceno)