Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Giovanni Bortolani – Fake too Fake the final cut
Figure ammalianti e insieme agghiaccianti vengono proposte ai nostri occhi dal fotografo digital
artist Giovanni Bortolani
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Figure ammalianti e insieme agghiaccianti vengono proposte ai nostri occhi dal fotografodigital
artist Giovanni Bortolani; figure nate da una ideale sinergia creatasi con Marc.o.M,
hair stilyst di calibro, alla direzione dello spazio Orea Malià di via Marghera 18, a Milano,
una sorta di metasalone della bellezza, da sempre sede di eventi ed interventi artistici. Lo
spazio - scelto, come dichiara l'artista, in quanto 'Altro' luogo, un ambiente fluido e
mutevole che si distacchi dalla prospettiva fissa ed invariabile della galleria, diventa lo
scenario espositivo per la mostra FAKE TOO FAKE - the final cut. Si tratta di una serie di
ritratti, di grandi dimensioni, (90x120cm), su cui Giovanni Bortolani è intervenuto
digitalmente. Partendo da un principio di fronte al quale l’artista non viene mai a
compromessi – il suo credo è che l’estetica sia contenuto –, egli infligge ai corpi dei propri
soggetti fotografati lacerazioni, suture impietosamente evidenti, aperture in carne viva
quasi fosse da macello. Giovanni Bortolani ha affondato, idealmente, il suo bisturi, ma
sempre in una consistenza corporea che appare quasi scultorea. I soggetti sono stati
“intuiti” sembra il termine che appare sicuramente più pregnante, dallo stesso Marc.o.M
coinvolgendo un umanario scelto senza tabù, che va dalla persona comune al modello, dalla
drag-queen al personaggio dello spettacolo che fa dell'immagine una professione.
Lavoro da tempo nell’ambito della pubblicità – afferma l’artista Giovanni Bortolani - mondo
in cui tutte le foto vanno ritoccate per cancellare ogni piccolo segno d’imperfezione, tutto
diventa patinato e irreale. Così ho sentito l’esigenza di mettere a fuoco questa umana
ossessione di apparire perfetti, sempre giovani, di avere un corpo quasi senza carne. Le
immagini di questo progetto fotografico possono risultare un pugno nello stomaco, ma
credo che dopo l’impatto iniziale, si possa apprezzare la ricerca estetica che c’è dietro ogni
scatto. Infatti sotto la luce tagliente vi è l’inverosimiglianza, le inesattezze anatomiche. Un
fico che diventa una ferita aperta in petto, o dei calamari simili a interiora che emergono
dal corpo, un braccio di uno diventa quello di un’altro, le cicatrici infette come ghirigori.
Spesso per indicare qualcosa di estremamente bello lo si definisce “quasi irreale”, mentre
per un manufatto perfetto si dice “bello da sembrare vero”. Ecco mi interessava mostrare il
punto di contatto fra reale e irreale”. > Valentina Bucco
per approfondimenti e interviste, per ricevere le immagini in alta risoluzione per la pubblicazione contattare:
GIOVANNI BORTOLANI phone +39 348 8714717 - info@giovannibortolani.com
ABOUT - GIOVANNI BORTOLANI
Photographer & Digital Artist. Inizia a fotografare a 11 anni per dipingere Landascapes in
garage. Negli anni del liceo evolve la sua tecnica in proiezione che utilizza per dipingere
trompe l’oeil. Allievo di Bruno Munari, diventa visual designer a Milano nei primi anni ‘80.
Studia scenografia all’Accademia di Belle Arti e si specializza in fotografia pubblicitaria in
Svizzera. Intraprende la professione come videomaker, art director e fotografo fino a
realizzare molte e premiate campagne pubblicitarie per prestigiosi brand. Non dimentica
però la passione e l’entusiasmo di sperimentare nuove strade e di condividere le sue
conoscenze in workshop internazionali. Utilizzatore precoce del digitale e vecchio saggio
del fotoritocco, distratto dalle nuvole continua a scrivere con la luce. Diviso tra Milano e
Bologna, fonda Hangar58, laboratorio di creatività applicata all’immagine digitale.
ABOUT - OREA MALIA’ feat. Marc.o.M
Orea Malià. Bei capelli.
Due antiche parole greche per distinguere un nuovo modo di intendere l’arte di acconciare.
La capacità di interpretare i mutamenti del nostro tempo riuscendo ad anticiparli con la
creazione di nuovi stili. Orea Malià è tutto questo e altro ancora.
E’ energia, creatività, attenzione al mondo e agli uomini, voglia di stupirsi e capacità di
stupire. Ecco così dieci, cento, mille stili diversi, interpreti perfetti della personalità di chi
affida la propria immagine, da oggi o da sempre, all’abilità di questo incredibile gruppo di
acconciatori. Da oltre 30 anni Orea Malià percorre nuove strade alla ricerca di forme
espressive che oltrepassino i tradizionali confini dell’arte di acconciare: moda, cinema,
musica, teatro, arte e cultura. Quale miglior 'bottega d'arte' o 'aeroporto della comunicazione',
come l'ha definito Mariuccia Casadio, poteva accogliere Marc.o.M.
Formatosi a Parigi, a fianco di Julien d’Ys, massimo esponente contemporaneo dell’hair
styling, Marc.o.M si è espresso fin dagli esordi attraverso una sperimentazione spinta
all’estremo che, unita ad una tecnica ferrea, lo ha portato a lavorare per prestigiose sfilate
- Comme des Garçons, Junya Watanabe, Karl Lagerfeld (solo per citarne alcune).
Successivamente, tornato a Milano dove si stabilisce di base, Marc.o.M assume la direzione
artistica della sede principale di Orea Malià, in via Marghera 18 a Milano, vero laboratorio
creativo nell’ambito della ricerca sull’hair styling e l’immagine.
Ma in un’apertura a 360°, Marc.o.M espande la propria ricerca in tutti gli ambiti attinenti.
Dalla moda (lavora per Prada, Miu Miu, Antonio Marras, Dolce & Gabbana, Roberto Cavalli,
John Richmond, Gianfranco Ferrè, etc.), alla musica (Bono e gli U2, Lady Gaga, Rhianna,
Mika, etc.), al teatro (“Flashdance”, “Lessico amoroso”, “Frida Khalo - Alas Rotas”, sono
solo alcune delle messinscena a cui presta il suo estro creativo), all’arte (collabora con
l’artista John Baldessari per Giacometti Reviews). Inoltre, molteplici appaiono le sue
collaborazioni nell’ambito pubblicitario (Leo Burnett, D’Adda, Armando Testa, etc.).
Da venticinque anni nel mondo dell’immagine, Marc.o.M continua a proporre la sua visione
personalissima e sperimentalista.
Ora, in un’ideale sintonia intellettuale ed emotiva con il digital-artist Giovanni Bortolani,
questa autentica collaborazione sinergica, sfociata in FAKE TOO FAKE - the final cut.
artist Giovanni Bortolani; figure nate da una ideale sinergia creatasi con Marc.o.M,
hair stilyst di calibro, alla direzione dello spazio Orea Malià di via Marghera 18, a Milano,
una sorta di metasalone della bellezza, da sempre sede di eventi ed interventi artistici. Lo
spazio - scelto, come dichiara l'artista, in quanto 'Altro' luogo, un ambiente fluido e
mutevole che si distacchi dalla prospettiva fissa ed invariabile della galleria, diventa lo
scenario espositivo per la mostra FAKE TOO FAKE - the final cut. Si tratta di una serie di
ritratti, di grandi dimensioni, (90x120cm), su cui Giovanni Bortolani è intervenuto
digitalmente. Partendo da un principio di fronte al quale l’artista non viene mai a
compromessi – il suo credo è che l’estetica sia contenuto –, egli infligge ai corpi dei propri
soggetti fotografati lacerazioni, suture impietosamente evidenti, aperture in carne viva
quasi fosse da macello. Giovanni Bortolani ha affondato, idealmente, il suo bisturi, ma
sempre in una consistenza corporea che appare quasi scultorea. I soggetti sono stati
“intuiti” sembra il termine che appare sicuramente più pregnante, dallo stesso Marc.o.M
coinvolgendo un umanario scelto senza tabù, che va dalla persona comune al modello, dalla
drag-queen al personaggio dello spettacolo che fa dell'immagine una professione.
Lavoro da tempo nell’ambito della pubblicità – afferma l’artista Giovanni Bortolani - mondo
in cui tutte le foto vanno ritoccate per cancellare ogni piccolo segno d’imperfezione, tutto
diventa patinato e irreale. Così ho sentito l’esigenza di mettere a fuoco questa umana
ossessione di apparire perfetti, sempre giovani, di avere un corpo quasi senza carne. Le
immagini di questo progetto fotografico possono risultare un pugno nello stomaco, ma
credo che dopo l’impatto iniziale, si possa apprezzare la ricerca estetica che c’è dietro ogni
scatto. Infatti sotto la luce tagliente vi è l’inverosimiglianza, le inesattezze anatomiche. Un
fico che diventa una ferita aperta in petto, o dei calamari simili a interiora che emergono
dal corpo, un braccio di uno diventa quello di un’altro, le cicatrici infette come ghirigori.
Spesso per indicare qualcosa di estremamente bello lo si definisce “quasi irreale”, mentre
per un manufatto perfetto si dice “bello da sembrare vero”. Ecco mi interessava mostrare il
punto di contatto fra reale e irreale”. > Valentina Bucco
per approfondimenti e interviste, per ricevere le immagini in alta risoluzione per la pubblicazione contattare:
GIOVANNI BORTOLANI phone +39 348 8714717 - info@giovannibortolani.com
ABOUT - GIOVANNI BORTOLANI
Photographer & Digital Artist. Inizia a fotografare a 11 anni per dipingere Landascapes in
garage. Negli anni del liceo evolve la sua tecnica in proiezione che utilizza per dipingere
trompe l’oeil. Allievo di Bruno Munari, diventa visual designer a Milano nei primi anni ‘80.
Studia scenografia all’Accademia di Belle Arti e si specializza in fotografia pubblicitaria in
Svizzera. Intraprende la professione come videomaker, art director e fotografo fino a
realizzare molte e premiate campagne pubblicitarie per prestigiosi brand. Non dimentica
però la passione e l’entusiasmo di sperimentare nuove strade e di condividere le sue
conoscenze in workshop internazionali. Utilizzatore precoce del digitale e vecchio saggio
del fotoritocco, distratto dalle nuvole continua a scrivere con la luce. Diviso tra Milano e
Bologna, fonda Hangar58, laboratorio di creatività applicata all’immagine digitale.
ABOUT - OREA MALIA’ feat. Marc.o.M
Orea Malià. Bei capelli.
Due antiche parole greche per distinguere un nuovo modo di intendere l’arte di acconciare.
La capacità di interpretare i mutamenti del nostro tempo riuscendo ad anticiparli con la
creazione di nuovi stili. Orea Malià è tutto questo e altro ancora.
E’ energia, creatività, attenzione al mondo e agli uomini, voglia di stupirsi e capacità di
stupire. Ecco così dieci, cento, mille stili diversi, interpreti perfetti della personalità di chi
affida la propria immagine, da oggi o da sempre, all’abilità di questo incredibile gruppo di
acconciatori. Da oltre 30 anni Orea Malià percorre nuove strade alla ricerca di forme
espressive che oltrepassino i tradizionali confini dell’arte di acconciare: moda, cinema,
musica, teatro, arte e cultura. Quale miglior 'bottega d'arte' o 'aeroporto della comunicazione',
come l'ha definito Mariuccia Casadio, poteva accogliere Marc.o.M.
Formatosi a Parigi, a fianco di Julien d’Ys, massimo esponente contemporaneo dell’hair
styling, Marc.o.M si è espresso fin dagli esordi attraverso una sperimentazione spinta
all’estremo che, unita ad una tecnica ferrea, lo ha portato a lavorare per prestigiose sfilate
- Comme des Garçons, Junya Watanabe, Karl Lagerfeld (solo per citarne alcune).
Successivamente, tornato a Milano dove si stabilisce di base, Marc.o.M assume la direzione
artistica della sede principale di Orea Malià, in via Marghera 18 a Milano, vero laboratorio
creativo nell’ambito della ricerca sull’hair styling e l’immagine.
Ma in un’apertura a 360°, Marc.o.M espande la propria ricerca in tutti gli ambiti attinenti.
Dalla moda (lavora per Prada, Miu Miu, Antonio Marras, Dolce & Gabbana, Roberto Cavalli,
John Richmond, Gianfranco Ferrè, etc.), alla musica (Bono e gli U2, Lady Gaga, Rhianna,
Mika, etc.), al teatro (“Flashdance”, “Lessico amoroso”, “Frida Khalo - Alas Rotas”, sono
solo alcune delle messinscena a cui presta il suo estro creativo), all’arte (collabora con
l’artista John Baldessari per Giacometti Reviews). Inoltre, molteplici appaiono le sue
collaborazioni nell’ambito pubblicitario (Leo Burnett, D’Adda, Armando Testa, etc.).
Da venticinque anni nel mondo dell’immagine, Marc.o.M continua a proporre la sua visione
personalissima e sperimentalista.
Ora, in un’ideale sintonia intellettuale ed emotiva con il digital-artist Giovanni Bortolani,
questa autentica collaborazione sinergica, sfociata in FAKE TOO FAKE - the final cut.
08
aprile 2011
Giovanni Bortolani – Fake too Fake the final cut
Dall'otto aprile al 07 maggio 2011
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
SPAZIO OREA MALIA’
Milano, Via Marghera, 18, (Milano)
Milano, Via Marghera, 18, (Milano)
Orario di apertura
martedì 9.30-20.30>mercoledì 9.30-19.30>giovedì 11.00-22.00>venerdì 9.30-19.30>sabato 9.00-19.00
Vernissage
8 Aprile 2011, ore 19.30
Autore