Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Giovanni Carlo Rocca – La cavalcata dei Vizi
Il dipinto misura 20 metri per 2,10 ed è realizzato nello spirito del re-impressionismo puro che ormai caratterizza tutte le opere dell’artista
Comunicato stampa
Segnala l'evento
la vocazione itinerante del reimpressionismo puro di giovanni carlo rocca
A monte, sta il viaggio “verticale”, quello profondo del ricercatore che esplora a ritroso la dimensione diacronica della memoria storico-artistica.
E’ il viaggio nel tempo, proprio del restauratore. Egli indaga l’arte del passato; ne trae insegnamento, arricchimento teorico-tecnico ed emozionale.
Comunicando con il passato, egli ne apprende i modelli culturali, i valori nodali, le istanze espressive, i codici divulgativi.
Egli vive con fervore la scoperta che riscatta le opere d’arte da secolare occultamento, rivelandole alla memoria collettiva.
Le intense esperienze del viaggio nel tempo, sedimentate nella coscienza dell’esploratore, fermentano in quella dell’artista e spingono ad un altro viaggio.
É il viaggio “orizzontale”, nello spazio. Per comunicare la scoperta.
La scoperta è un codice espressivo naturalmente permeato di rinvii all’arte del passato, che ne moltiplicano il potere evocativo ed avvincente.
La scoperta è la necessità di situazioni di autentico coinvolgimento dello spazio artistico verso lo spettatore, contro la deriva virtuale e anauratica dell’epoca contemporanea.
Rivive in Rocca l’aspirazione degli antichi affreschisti.
Essi raccontavano per immagini la visione del mondo dei propri committenti con grandiose composizioni forti e dai colori vivi, creando spazi di speciale rapimento del pubblico.
Oggi Rocca non ha committenti ma solo pubblico e racconta il mondo contemporaneo.
Non ha architetture da affrescare. Ha grandi tele affrancate dal telaio, come immensi nastri flessibili che non cercano pareti, ma creano spazialità architettoniche; possono essere appese, impostate liberamente sul piano, piegate. Possono essere curvate a chiudere un recinto: luogo privilegiato della percezione artistica, scenografia sperimentata da pochi spettatori alla volta e nel giusto contesto di luce, a ricreare quella fascinazione propria delle architetture dipinte del passato.
Se l’oggetto di divulgazione è l’esperienza dell’opera, non basta il viaggio mediatico, attraverso la rete virtuale.
Occorre il viaggio concreto attraverso la cartografia reale dei luoghi di esposizione; come per una rappresentazione teatrale, un circo, un concerto.
Camilla Torre
A monte, sta il viaggio “verticale”, quello profondo del ricercatore che esplora a ritroso la dimensione diacronica della memoria storico-artistica.
E’ il viaggio nel tempo, proprio del restauratore. Egli indaga l’arte del passato; ne trae insegnamento, arricchimento teorico-tecnico ed emozionale.
Comunicando con il passato, egli ne apprende i modelli culturali, i valori nodali, le istanze espressive, i codici divulgativi.
Egli vive con fervore la scoperta che riscatta le opere d’arte da secolare occultamento, rivelandole alla memoria collettiva.
Le intense esperienze del viaggio nel tempo, sedimentate nella coscienza dell’esploratore, fermentano in quella dell’artista e spingono ad un altro viaggio.
É il viaggio “orizzontale”, nello spazio. Per comunicare la scoperta.
La scoperta è un codice espressivo naturalmente permeato di rinvii all’arte del passato, che ne moltiplicano il potere evocativo ed avvincente.
La scoperta è la necessità di situazioni di autentico coinvolgimento dello spazio artistico verso lo spettatore, contro la deriva virtuale e anauratica dell’epoca contemporanea.
Rivive in Rocca l’aspirazione degli antichi affreschisti.
Essi raccontavano per immagini la visione del mondo dei propri committenti con grandiose composizioni forti e dai colori vivi, creando spazi di speciale rapimento del pubblico.
Oggi Rocca non ha committenti ma solo pubblico e racconta il mondo contemporaneo.
Non ha architetture da affrescare. Ha grandi tele affrancate dal telaio, come immensi nastri flessibili che non cercano pareti, ma creano spazialità architettoniche; possono essere appese, impostate liberamente sul piano, piegate. Possono essere curvate a chiudere un recinto: luogo privilegiato della percezione artistica, scenografia sperimentata da pochi spettatori alla volta e nel giusto contesto di luce, a ricreare quella fascinazione propria delle architetture dipinte del passato.
Se l’oggetto di divulgazione è l’esperienza dell’opera, non basta il viaggio mediatico, attraverso la rete virtuale.
Occorre il viaggio concreto attraverso la cartografia reale dei luoghi di esposizione; come per una rappresentazione teatrale, un circo, un concerto.
Camilla Torre
01
aprile 2006
Giovanni Carlo Rocca – La cavalcata dei Vizi
Dal primo al 09 aprile 2006
arte contemporanea
Location
BIBLIOTECA CIVICA EMANUELE D’ORIA
Ciriè, Via Andrea Doria, 14/9, (TORINO)
Ciriè, Via Andrea Doria, 14/9, (TORINO)
Vernissage
1 Aprile 2006, ore 17
Autore