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Giovanni Cecchini – Imago
Equilibri altri, verso un unico, centrale, regista-attrattore, attore. È lo spazio interpretato, trasfigurato, inventato, sognato, dall’Imago: primo prototipo inconscio della percezione dell’altro, ma anche manifestazione delle proiezioni più remote dell’Io
Comunicato stampa
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Equilibri altri, verso un unico, centrale, regista-attrattore, attore. È lo spazio interpretato, trasfigurato, inventato, sognato, dall’Imago: primo prototipo inconscio della percezione dell’altro, ma anche manifestazione delle proiezioni più remote dell’Io.
Lo Spazio Enoteca del Castello Ginori di Querceto ospita, per la rassegna “VininCanto a Castello” dei Marchesi Ginori Lisci, la mostra personale “Imago” di Giovanni Cecchini. Pittore in ascesa, dalla poetica visiva insieme semplice e ad alta complessità interpretativa.
Giovane talento cecinese, classe 1986, scoperto e sostenuto da Claudio Carotenuto, dopo due recenti mostre a Firenze, tra cui la personale “Ricordi immaginari”, nella prestigiosa sede di Palazzo Bastogi, sede del Consiglio regionale della Toscana, conduce la sua arca replicata e onirico-surreale, nella consona atmosfera senza tempo del Castello antico.
Una scena minore che diventa improvvisamente saliente, irresistibile, rivelatrice e totale. Manifesta nei colori caldi e seducenti di tavole ad olio, che ri-animano episodi remoti.
Sulla continuità di una bi-dimensione rapita dall’infinito, dai timbri caldi e arcaici, dalle volute chagalliane, la fiaba assolutamente seria di Giovanni Cecchini, scardina i baluardi della memoria, costruisce una sua temporalità, dove la statica contemplativa e l’urgenza della dinamica ricostruiscono i contorni primitivi e primari, ma dai colori vivi e profondi, dell’Io e dell’identità.
Cappelli che determinano cavalieri notturni, aviatori romantici, disegnatori, capitani o sacerdoti del niente. Ma nel lungometraggio della vita riscoprono i passaggi fondamentali del – loro – cambiamento: si blindano gli occhi della percezione fisica, alla ricerca della realtà, apparentemente invisibile, del vero essere. Quella che concede l’ontologico status a sogni, incubi, illusioni, quesiti aperti, storie irrisolte, scelte sbagliate, ricomposti e ora sospesi, in un lungo viaggio sulle onde della memoria.
E dove tutto ritorna, ma anche sfugge, l’animismo consolatorio di oggetti, piante, e animaletti intenzionali, alleggerisce la rocambolesca rilevazione del Sé e il disagio si manifesta in una pioggia di stelle o in una reiterazione timidamente trionfale di margherite: anticipazione di uno spazio insondato, spesso notturno, un universo profondo nell’intercapedine fra il prima e il dopo.
I simboli restano privati, il cavaliere non è azzurro come quello di Kandinsky, ma buio ed ermetico. Gli episodi sembrano multipli, come in un richiamo a Bosch, ma l’attrattore – e forse il protagonista – resta unico e centralizzante. Per dare un ordine ‘altro’ al caos e un equilibrio improbabile alla più libera immaginazione.
Lo Spazio Enoteca del Castello Ginori di Querceto ospita, per la rassegna “VininCanto a Castello” dei Marchesi Ginori Lisci, la mostra personale “Imago” di Giovanni Cecchini. Pittore in ascesa, dalla poetica visiva insieme semplice e ad alta complessità interpretativa.
Giovane talento cecinese, classe 1986, scoperto e sostenuto da Claudio Carotenuto, dopo due recenti mostre a Firenze, tra cui la personale “Ricordi immaginari”, nella prestigiosa sede di Palazzo Bastogi, sede del Consiglio regionale della Toscana, conduce la sua arca replicata e onirico-surreale, nella consona atmosfera senza tempo del Castello antico.
Una scena minore che diventa improvvisamente saliente, irresistibile, rivelatrice e totale. Manifesta nei colori caldi e seducenti di tavole ad olio, che ri-animano episodi remoti.
Sulla continuità di una bi-dimensione rapita dall’infinito, dai timbri caldi e arcaici, dalle volute chagalliane, la fiaba assolutamente seria di Giovanni Cecchini, scardina i baluardi della memoria, costruisce una sua temporalità, dove la statica contemplativa e l’urgenza della dinamica ricostruiscono i contorni primitivi e primari, ma dai colori vivi e profondi, dell’Io e dell’identità.
Cappelli che determinano cavalieri notturni, aviatori romantici, disegnatori, capitani o sacerdoti del niente. Ma nel lungometraggio della vita riscoprono i passaggi fondamentali del – loro – cambiamento: si blindano gli occhi della percezione fisica, alla ricerca della realtà, apparentemente invisibile, del vero essere. Quella che concede l’ontologico status a sogni, incubi, illusioni, quesiti aperti, storie irrisolte, scelte sbagliate, ricomposti e ora sospesi, in un lungo viaggio sulle onde della memoria.
E dove tutto ritorna, ma anche sfugge, l’animismo consolatorio di oggetti, piante, e animaletti intenzionali, alleggerisce la rocambolesca rilevazione del Sé e il disagio si manifesta in una pioggia di stelle o in una reiterazione timidamente trionfale di margherite: anticipazione di uno spazio insondato, spesso notturno, un universo profondo nell’intercapedine fra il prima e il dopo.
I simboli restano privati, il cavaliere non è azzurro come quello di Kandinsky, ma buio ed ermetico. Gli episodi sembrano multipli, come in un richiamo a Bosch, ma l’attrattore – e forse il protagonista – resta unico e centralizzante. Per dare un ordine ‘altro’ al caos e un equilibrio improbabile alla più libera immaginazione.
10
giugno 2018
Giovanni Cecchini – Imago
Dal 10 al 26 giugno 2018
arte contemporanea
Location
CASTELLO GINORI
Montecatini Val Di Cecina, Via del Borgo, 1, (Pisa)
Montecatini Val Di Cecina, Via del Borgo, 1, (Pisa)
Vernissage
10 Giugno 2018, h 18
Autore