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Giovanni De Gara – La morale dà dipendenza
Ognuno dei lavori di Giovanni de Gara è non tanto una provocazione quanto una domanda; generano dubbi senza dare risposte, o suggerendo proprio le più improbabili. E’ il sottile gusto del paradosso, che rende leggera la faticosa ricerca di sé e degli altri che è – al contempo – generatrice e risultato del suo lavoro creativo
Comunicato stampa
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Venerdì 6 Giugno alle ore 21,30 inaugura presso GINGERZONE di Scandicci la mostra di Giovanni De Gara “La morale da dipendenza”.
I suoni dell’inaugurazione sono a cura di Chris Wyatt Scott
“C’ eravamo tanto amati
Nella stanza soffocante per il troppo fumo i nipoti delle madamoiselles d’Avignon muovono le ultime pedine, la fine sembra inevitabile. Un enorme Dio nero e’ stato scomodato e Galilei ha avuto la sua rivincita. Un Trans guida la papa-mobile e le statue vengono via da San Pietro.
Il crollo dell’ impero d’occidente diventa una fiction grottesca e seducente. L’impotenza di un Superman passato di moda fa tenerezza come il romanticismo di una giovane coppia scambista o l’audacia di certe suore innamorate.
Come in tutte le fiction c’e la morte. La morte necessaria affinché Giuda si rincarni in suora, e la morte scampata di un Jesus che sopravvive facendo piano bar; così il cardinale sembra perplesso e Pavarotti, ormai in splendida forma, chiede la rivincita. Ma l’Africa deve ancora aspettare, la coscienza resta dietro la tv e intanto i tempi cambiano, anche per Pinocchio. E la Fatina lo sa.
Excusez-moi” Giovanni De Gara
Maggiori informazioni sull’artista:
www.myspace.com/giovannidegara
GIOVANNI DE GARA//Le opere di de Gara sono popolate da una quantità impressionante, eppure armonica, di simboli, immagini, oggetti, animali e persone le cui azioni e tensioni non si esauriscono mai nella singola tavola, ma la travalicano: la storia cominciata in un quadro prosegue su un altro per farsi poi video, performance, fotografia, maglietta, installazione e perfino gadget. I personaggi, nonché i protagonisti delle opere sono: uno strano topo con gli occhiali simbolo dell’inconscio, un nero costretto a rinunciare alla dignità simbolo del dramma della globalizzazione, un trans agile a destreggiarsi negli spostamenti e una zebra cocainomane emblemi dei “nuovi valori”; un grande maiale volante simbolo della plutocrazia imperante; e poi, ancora, il temutissimo cinese, il cane del vicino e il serpente di Adamo ed Eva; l’ex-prostituta e l’arabo vittima dell’11 Settembre. Ognuno dei lavori di Giovanni de Gara è non tanto una provocazione quanto una domanda; generano dubbi senza dare risposte, o suggerendo proprio le più improbabili. E’ il sottile gusto del paradosso, che rende leggera la faticosa ricerca di sé e degli altri che è – al contempo – generatrice e risultato del suo lavoro creativo.
Giovanni de Gara è nato a Firenze nel 1977, laureato in architettura, vive e lavora tra Firenze, Milano e Londra. Fino all’inizio del 2005 ha privilegiato come mezzo espressivo il disegno. Un disegno sempre urgente, traduzione immediata di pensieri ed emozioni talvolta lampanti, molto più spesso oscure e tormentate. Nell’ultimo anno, insieme a profondi cambiamenti che hanno segnato la sua vita personale (l’avvicinamento all’omeopatia e all’esoterismo), è avvenuto anche un mutamento significativo del suo percorso artistico: dal disegno in bianco e nero è passato alla pittura e al colore e a un’elaborazione più consapevole e meditata della pratica pittorica e dei suoi contenuti.
I suoni dell’inaugurazione sono a cura di Chris Wyatt Scott
“C’ eravamo tanto amati
Nella stanza soffocante per il troppo fumo i nipoti delle madamoiselles d’Avignon muovono le ultime pedine, la fine sembra inevitabile. Un enorme Dio nero e’ stato scomodato e Galilei ha avuto la sua rivincita. Un Trans guida la papa-mobile e le statue vengono via da San Pietro.
Il crollo dell’ impero d’occidente diventa una fiction grottesca e seducente. L’impotenza di un Superman passato di moda fa tenerezza come il romanticismo di una giovane coppia scambista o l’audacia di certe suore innamorate.
Come in tutte le fiction c’e la morte. La morte necessaria affinché Giuda si rincarni in suora, e la morte scampata di un Jesus che sopravvive facendo piano bar; così il cardinale sembra perplesso e Pavarotti, ormai in splendida forma, chiede la rivincita. Ma l’Africa deve ancora aspettare, la coscienza resta dietro la tv e intanto i tempi cambiano, anche per Pinocchio. E la Fatina lo sa.
Excusez-moi” Giovanni De Gara
Maggiori informazioni sull’artista:
www.myspace.com/giovannidegara
GIOVANNI DE GARA//Le opere di de Gara sono popolate da una quantità impressionante, eppure armonica, di simboli, immagini, oggetti, animali e persone le cui azioni e tensioni non si esauriscono mai nella singola tavola, ma la travalicano: la storia cominciata in un quadro prosegue su un altro per farsi poi video, performance, fotografia, maglietta, installazione e perfino gadget. I personaggi, nonché i protagonisti delle opere sono: uno strano topo con gli occhiali simbolo dell’inconscio, un nero costretto a rinunciare alla dignità simbolo del dramma della globalizzazione, un trans agile a destreggiarsi negli spostamenti e una zebra cocainomane emblemi dei “nuovi valori”; un grande maiale volante simbolo della plutocrazia imperante; e poi, ancora, il temutissimo cinese, il cane del vicino e il serpente di Adamo ed Eva; l’ex-prostituta e l’arabo vittima dell’11 Settembre. Ognuno dei lavori di Giovanni de Gara è non tanto una provocazione quanto una domanda; generano dubbi senza dare risposte, o suggerendo proprio le più improbabili. E’ il sottile gusto del paradosso, che rende leggera la faticosa ricerca di sé e degli altri che è – al contempo – generatrice e risultato del suo lavoro creativo.
Giovanni de Gara è nato a Firenze nel 1977, laureato in architettura, vive e lavora tra Firenze, Milano e Londra. Fino all’inizio del 2005 ha privilegiato come mezzo espressivo il disegno. Un disegno sempre urgente, traduzione immediata di pensieri ed emozioni talvolta lampanti, molto più spesso oscure e tormentate. Nell’ultimo anno, insieme a profondi cambiamenti che hanno segnato la sua vita personale (l’avvicinamento all’omeopatia e all’esoterismo), è avvenuto anche un mutamento significativo del suo percorso artistico: dal disegno in bianco e nero è passato alla pittura e al colore e a un’elaborazione più consapevole e meditata della pratica pittorica e dei suoi contenuti.
06
giugno 2008
Giovanni De Gara – La morale dà dipendenza
Dal 06 al 25 giugno 2008
arte contemporanea
Location
GINGERZONE FREE
Scandicci, Piazza Palmiro Togliatti, 1, (Firenze)
Scandicci, Piazza Palmiro Togliatti, 1, (Firenze)
Vernissage
6 Giugno 2008, ore 21,30
Sito web
www.myspace.com/giovannidegara
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