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Giovanni Fabbri – Tracce d’Affezione
un interessante nucleo di opere del pittore GIOVANNI FABBRI (Meldola, 1947) eseguite negli anni
Novanta.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Venerdì 5 giugno 2015, alle ore 18,00, a Cesena, presso Il Vicolo Galleria Arte Contemporanea, si terrà l’inaugurazione della mostra "GIOVANNI FABBRI. Tracce d’Affezione". A seguire la presentazione del libro "La strada collettiva", opera di Francesca Proia, Anastasia Mostacci e Adele Cacciagrano (IL VICOLO editore, Cesena 2015, collana “Le Ricordanze”). Interverranno l’artista Giovanni Fabbri e Francesca Proia, in dialogo con Marisa Zattini, architetto e art director de IL VICOLO.
Si tratta di un interessante nucleo di opere del pittore GIOVANNI FABBRI (Meldola, 1947) eseguite negli anni
Novanta. Presenze, Paesaggi, Viaggio, Genesi, Relazioni: questi alcuni dei titoli delle opere. La scena di un parto, alcuni giocattoli, qualche teschio, teste in disfacimento... tutto a raccontare di un sentire inquieto. Tracce d’affezione che magicamente si dipanano nel respiro dei luoghi per una memoria fluttuante e dolorosa che pare riemergere in intermittenze.
Se la regressione è una sorta di svuotamento qui il baricentro dell’artista sembra spostare l’asse per un
nuovo agglutinante “punto di vista”. Una pienezza raggiunta nell’abbandono all’oblio creativo dove,
come sosteneva Albert Einstein, la mente razionale sembra lasciare il posto a quella intuitiva che è «dono
divino». Fabbri accetta di affrontare “il drago”, cioé il legame individuale con il nostro Io, ponendosi
in un diversificato atteggiamento emozionale per re-immaginare il mondo. Perché «l’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l’immaginazione abbraccia il mondo» (Albert Einstein).
In queste opere ritroviamo un comune sentire che ricorda l’Art Brut e certa pittura dei Selvaggi tedeschi.
Sabina Ghinassi scrive: «Sono visioni che sembrano emergere direttamente dall’inconscio, evocazioni
fantasmatiche dove la sempre presente memoria del paesaggio si unisce a fascinazioni oniriche e inquiete. Insieme compare quella che sarà la caratteristica di tutta la produzione successiva: la predilezione per una tavolozza morbida e tonale che si mantiene lontana dall’assolo timbrico e si modula attraverso un susseguirsi di verdi macerati, di ocre e terre umide, di blu cinerei. Allo stesso modo, le dense e pastose materie in Fabbri, appaiono di chiara ascendenza informale».
Si tratta di un interessante nucleo di opere del pittore GIOVANNI FABBRI (Meldola, 1947) eseguite negli anni
Novanta. Presenze, Paesaggi, Viaggio, Genesi, Relazioni: questi alcuni dei titoli delle opere. La scena di un parto, alcuni giocattoli, qualche teschio, teste in disfacimento... tutto a raccontare di un sentire inquieto. Tracce d’affezione che magicamente si dipanano nel respiro dei luoghi per una memoria fluttuante e dolorosa che pare riemergere in intermittenze.
Se la regressione è una sorta di svuotamento qui il baricentro dell’artista sembra spostare l’asse per un
nuovo agglutinante “punto di vista”. Una pienezza raggiunta nell’abbandono all’oblio creativo dove,
come sosteneva Albert Einstein, la mente razionale sembra lasciare il posto a quella intuitiva che è «dono
divino». Fabbri accetta di affrontare “il drago”, cioé il legame individuale con il nostro Io, ponendosi
in un diversificato atteggiamento emozionale per re-immaginare il mondo. Perché «l’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l’immaginazione abbraccia il mondo» (Albert Einstein).
In queste opere ritroviamo un comune sentire che ricorda l’Art Brut e certa pittura dei Selvaggi tedeschi.
Sabina Ghinassi scrive: «Sono visioni che sembrano emergere direttamente dall’inconscio, evocazioni
fantasmatiche dove la sempre presente memoria del paesaggio si unisce a fascinazioni oniriche e inquiete. Insieme compare quella che sarà la caratteristica di tutta la produzione successiva: la predilezione per una tavolozza morbida e tonale che si mantiene lontana dall’assolo timbrico e si modula attraverso un susseguirsi di verdi macerati, di ocre e terre umide, di blu cinerei. Allo stesso modo, le dense e pastose materie in Fabbri, appaiono di chiara ascendenza informale».
05
giugno 2015
Giovanni Fabbri – Tracce d’Affezione
Dal 05 giugno al 29 agosto 2015
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTE CONTEMPORANEA IL VICOLO
Cesena, Via Chiaramonti, 6, (Forlì-cesena)
Cesena, Via Chiaramonti, 6, (Forlì-cesena)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 9.00-12.30 / 15.30-19.30
Chiuso il giovedì
Vernissage
5 Giugno 2015, h 18
Autore
Curatore