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Giovanni Franco – Prendersi Cura
“Prendersi cura” è una selezione di disegni realizzati da Giovanni Franco all’interno di laboratori di arteterapia da lui condotti tra il 2003 e il 2011 in contesto riabilitativo psichiatrico nelle periferie napoletane.
Comunicato stampa
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“Prendersi cura” è una selezione di disegni realizzati da Giovanni Franco all'interno di laboratori di arteterapia da lui condotti tra il 2003 e il 2011 in contesto riabilitativo psichiatrico. I laboratori erano attivi in diversi C.D.R. (Centro Diurno Riabilitativo) legati alle U.O.S.M. (Unità Operative di Salute Mentale) delle periferie napoletane.
***
Prendersi cura di Giovanni Fanco… con un mio testo, poi… Ma sì, perché no? Cos’altro potrebbe mai fare, in fondo, uno nella mia posizione, quella di chi guarda dall’esterno, après-coup, nachträglich? Uno, intendo, nella condizione critica in cui mi trovo – ovvero del critico, pur senza esserlo (di mestiere o per vocazione o per destino). Già, cosa potrebbe mai fare, se non prendersi cura? Ma non nel modo patetico in cui oggi quasi tutti quelli che esercitano quel mestiere, che opportunamente viene definito inutile, quello di parlare del lavoro degli altri, definiscono se stessi e la loro pratica: “curatoriale”. Nome che già fa ridere di suo. No, non è questo che intendo, evidentemente. Non intendo certo la cosa al modo di quegli strani personaggi che si aggirano solitamente per mostre, come se avessero scoperto o addirittura inventato chissà che o chi. Con cura, qui, voglio intendere qualcosa di più specifico, di più specificamente analitico. Già, l’analisi. No, non è nemmeno questa in gioco. Qui, ciò a cui sto facendo riferimento è l’altro versante (che con l’analisi non ha nulla a che vedere), quello volutamente sporco e compromesso, il versante terapeutico, insomma – quello appunto della cura. Cos’altro sarebbe, infatti, l’arte (in fin dei conti), se non questo: una terapia per la malattia del vivere? E con quale altro mezzo si potrebbe mai misurare questa pratica terapeutica se non con l’unico possibile, quello linguistico (di qualsiasi linguaggio si tratti: parlato, gestuale, grafico…)? E così, Giovanni Franco, per anni, ha curato se stesso e gli altri con l’arte. Disegnava, dipingeva, parlava, si muoveva con gli altri, in mezzo agli altri: se ne prendeva cura – aveva cura di quegli altri “assoluti”, nel senso letterale di sciolti, svincolati da ogni collante sociale, che sono le persone disturbate. È da mostre come queste che emerge chiaramente quanto il rapporto con l’altro, nel senso più proprio di atto d’amore originario, si misuri in termini di linguaggio. E col linguaggio, infatti, il terapeuta cura (o spera o cerca di farlo – il che è lo stesso). Ed è a partire da esperienze come queste che vien fuori, circolarmente, che il linguaggio, ogni linguaggio, è sempre un atto d’amore, appunto. E così, sia io che Giovanni Franco ci curiamo di ciò che ci sta a cuore, sopra ogni cosa – dell’arte, certamente, ma soprattutto della possibilità di incontrare gli altri, ogni volta di nuovo.
Dario Giugliano
Giovanni Franco si occupa da circa trent'anni, mediante la sperimentazione di vari media, di arti visive. Dal 1996 al 2011 si è occupato di Arteterapia con laboratori presso varie strutture riabilitative psichiatriche in Campania. Parte della produzione di tali laboratori è stata utilizzata, in accordo con i responsabili e le utenze delle diverse strutture, con il logo Sarajevo Supermarket, per dar vita a mostre, eventi, happening, performance, installazioni, scambi internazionali.
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Prendersi cura di Giovanni Fanco… con un mio testo, poi… Ma sì, perché no? Cos’altro potrebbe mai fare, in fondo, uno nella mia posizione, quella di chi guarda dall’esterno, après-coup, nachträglich? Uno, intendo, nella condizione critica in cui mi trovo – ovvero del critico, pur senza esserlo (di mestiere o per vocazione o per destino). Già, cosa potrebbe mai fare, se non prendersi cura? Ma non nel modo patetico in cui oggi quasi tutti quelli che esercitano quel mestiere, che opportunamente viene definito inutile, quello di parlare del lavoro degli altri, definiscono se stessi e la loro pratica: “curatoriale”. Nome che già fa ridere di suo. No, non è questo che intendo, evidentemente. Non intendo certo la cosa al modo di quegli strani personaggi che si aggirano solitamente per mostre, come se avessero scoperto o addirittura inventato chissà che o chi. Con cura, qui, voglio intendere qualcosa di più specifico, di più specificamente analitico. Già, l’analisi. No, non è nemmeno questa in gioco. Qui, ciò a cui sto facendo riferimento è l’altro versante (che con l’analisi non ha nulla a che vedere), quello volutamente sporco e compromesso, il versante terapeutico, insomma – quello appunto della cura. Cos’altro sarebbe, infatti, l’arte (in fin dei conti), se non questo: una terapia per la malattia del vivere? E con quale altro mezzo si potrebbe mai misurare questa pratica terapeutica se non con l’unico possibile, quello linguistico (di qualsiasi linguaggio si tratti: parlato, gestuale, grafico…)? E così, Giovanni Franco, per anni, ha curato se stesso e gli altri con l’arte. Disegnava, dipingeva, parlava, si muoveva con gli altri, in mezzo agli altri: se ne prendeva cura – aveva cura di quegli altri “assoluti”, nel senso letterale di sciolti, svincolati da ogni collante sociale, che sono le persone disturbate. È da mostre come queste che emerge chiaramente quanto il rapporto con l’altro, nel senso più proprio di atto d’amore originario, si misuri in termini di linguaggio. E col linguaggio, infatti, il terapeuta cura (o spera o cerca di farlo – il che è lo stesso). Ed è a partire da esperienze come queste che vien fuori, circolarmente, che il linguaggio, ogni linguaggio, è sempre un atto d’amore, appunto. E così, sia io che Giovanni Franco ci curiamo di ciò che ci sta a cuore, sopra ogni cosa – dell’arte, certamente, ma soprattutto della possibilità di incontrare gli altri, ogni volta di nuovo.
Dario Giugliano
Giovanni Franco si occupa da circa trent'anni, mediante la sperimentazione di vari media, di arti visive. Dal 1996 al 2011 si è occupato di Arteterapia con laboratori presso varie strutture riabilitative psichiatriche in Campania. Parte della produzione di tali laboratori è stata utilizzata, in accordo con i responsabili e le utenze delle diverse strutture, con il logo Sarajevo Supermarket, per dar vita a mostre, eventi, happening, performance, installazioni, scambi internazionali.
30
dicembre 2013
Giovanni Franco – Prendersi Cura
Dal 30 dicembre 2013 all'otto gennaio 2014
arte contemporanea
Location
SARAJEVO SUPERMARKET HOME STUDIO
Napoli, Via Matteo Ripa, 7, (Napoli)
Napoli, Via Matteo Ripa, 7, (Napoli)
Orario di apertura
tutti i giorni su appuntamento
Vernissage
30 Dicembre 2013, ore 20.00
Autore
Curatore