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Giovanni Frangi – Nobu et Alba
L’artista milanese sta attualmente realizzando la seconda tela delle quattro che andranno a comporre “NOBU AT ELBA”, la colossale istallazione che sarà oggetto della mostra che prenderà il via il prossimo 15 febbraio a Villa Menafoglio Litta Panza, a Biumo.
Comunicato stampa
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L’artista milanese sta attualmente realizzando la seconda tela delle quattro che andranno a comporre “NOBU AT ELBA”, la colossale istallazione che sarà oggetto della mostra che prenderà il via il prossimo 15 febbraio a Villa Menafoglio Litta Panza, a Bumio.
La mostra sarà composta solo di quattro immensi quadri, due lunghi quindici metri alti tre metri e mezzo, gli altri due alti uguali ma di otto e cinque metri ciascuno.
“NOBU AT ELBA” costituisce un riepilogo ed un bilancio dei temi affrontati fin qui, quelli più cari a chi apprezza il suo lavoro: i paesaggi fluviali, le notti ardenti, i fuochi nel buio, i boschi a lume di luna, le stelle cadenti… Come di chi, passati i quarant’anni – Frangi è nato a Milano nel 1959 – sente il desiderio di impegnare il futuro a definire ed organizzare sinfonicamente predilezioni e manie.
Quattro tele enormi, tutte costruite su variazioni di nero - ora lucido ora opaco, qui liquido là spesso - foderano le pareti di una scuderia di Villa Panza a Biumo. L’immagine, che è naturalista solo in apparenza, sconfina da un dipinto all’altro, dando l’impressione agli spettatori di essere immersi in un panorama di oltre quaranta metri di pittura, senza soluzione di continuità, dove un fiume lambisce una boscaglia, una cascata canta alla luna, il profilo delle montagne orla l’orizzonte. I quadri sembrano sorgere direttamente dal pavimento di pietra, su cui sono disposte delle sculture che assomigliano a pezzi di legno trascinati dalla corrente. Ad imbrogliare i giochi le luci dell’ambiente, come in un presepio, mutano ciclicamente modificando senza sosta l’immagine.
Alla base del progetto, studiato insieme a Giovanni Agosti, c’è la volontà di trasmettere allo spettatore l’impressione che si prova stando in una notte di plenilunio, in aperta campagna, vicino ad un corso d’acqua. I sensi sono obbligati dalle circostanze ad acutizzarsi; i dettagli, anche minimi, acquistano risonanze inaspettate. Fuori da ogni retorica della pittura, proprio ad un potenziamento della percezione è dedicato NOBU AT ELBA.
Giovanni Frangi dipinge fin da quando era piccolo. La sua prima mostra importante si è tenuta alla Galleria Bergamini di Milano nel 1986, con una presentazione di Achille Bonito Oliva. Nel 1988 alla Compagnia del Disegno espone una serie di quadri con vedute di Milano, accompagnate da un saggio di Giovanni Testori. Il suo lavoro sino al 1997 è riepilogato nella mostra antologica a Palazzo Sarcinelli di Conegliano. A seguito della vittoria del premio della XII Quadriennale romana, organizza presso la Camera dei Deputati, alla fine del 1997, la
Fuga di Renzo, costituita da un ciclo di tele di grandi dimensioni, ispirate all’acqua. Nel 1999 al Palazzo delle Stelline di Milano monta un bosco, concepito insieme a Giovanni Agosti: la mostra, intitolata Il richiamo della foresta , è formata da tredici dipinti disposti così da dare l’impressione di entrare in un vero ambiente naturale. Il rapporto di Frangi con la Galleria dello Scudo di Verona si concreta con una mostra monografica,
Viaggio in Italia , nell’ottobre del 2000. Lo stesso anno espone a San Francisco (Paintings and Papers 1999-2000, J.J. Brookings Gallery), l’anno successivo a Los Angeles (Twelve Months, Ruth Bachofner).
La mostra sarà composta solo di quattro immensi quadri, due lunghi quindici metri alti tre metri e mezzo, gli altri due alti uguali ma di otto e cinque metri ciascuno.
“NOBU AT ELBA” costituisce un riepilogo ed un bilancio dei temi affrontati fin qui, quelli più cari a chi apprezza il suo lavoro: i paesaggi fluviali, le notti ardenti, i fuochi nel buio, i boschi a lume di luna, le stelle cadenti… Come di chi, passati i quarant’anni – Frangi è nato a Milano nel 1959 – sente il desiderio di impegnare il futuro a definire ed organizzare sinfonicamente predilezioni e manie.
Quattro tele enormi, tutte costruite su variazioni di nero - ora lucido ora opaco, qui liquido là spesso - foderano le pareti di una scuderia di Villa Panza a Biumo. L’immagine, che è naturalista solo in apparenza, sconfina da un dipinto all’altro, dando l’impressione agli spettatori di essere immersi in un panorama di oltre quaranta metri di pittura, senza soluzione di continuità, dove un fiume lambisce una boscaglia, una cascata canta alla luna, il profilo delle montagne orla l’orizzonte. I quadri sembrano sorgere direttamente dal pavimento di pietra, su cui sono disposte delle sculture che assomigliano a pezzi di legno trascinati dalla corrente. Ad imbrogliare i giochi le luci dell’ambiente, come in un presepio, mutano ciclicamente modificando senza sosta l’immagine.
Alla base del progetto, studiato insieme a Giovanni Agosti, c’è la volontà di trasmettere allo spettatore l’impressione che si prova stando in una notte di plenilunio, in aperta campagna, vicino ad un corso d’acqua. I sensi sono obbligati dalle circostanze ad acutizzarsi; i dettagli, anche minimi, acquistano risonanze inaspettate. Fuori da ogni retorica della pittura, proprio ad un potenziamento della percezione è dedicato NOBU AT ELBA.
Giovanni Frangi dipinge fin da quando era piccolo. La sua prima mostra importante si è tenuta alla Galleria Bergamini di Milano nel 1986, con una presentazione di Achille Bonito Oliva. Nel 1988 alla Compagnia del Disegno espone una serie di quadri con vedute di Milano, accompagnate da un saggio di Giovanni Testori. Il suo lavoro sino al 1997 è riepilogato nella mostra antologica a Palazzo Sarcinelli di Conegliano. A seguito della vittoria del premio della XII Quadriennale romana, organizza presso la Camera dei Deputati, alla fine del 1997, la
Fuga di Renzo, costituita da un ciclo di tele di grandi dimensioni, ispirate all’acqua. Nel 1999 al Palazzo delle Stelline di Milano monta un bosco, concepito insieme a Giovanni Agosti: la mostra, intitolata Il richiamo della foresta , è formata da tredici dipinti disposti così da dare l’impressione di entrare in un vero ambiente naturale. Il rapporto di Frangi con la Galleria dello Scudo di Verona si concreta con una mostra monografica,
Viaggio in Italia , nell’ottobre del 2000. Lo stesso anno espone a San Francisco (Paintings and Papers 1999-2000, J.J. Brookings Gallery), l’anno successivo a Los Angeles (Twelve Months, Ruth Bachofner).
14
febbraio 2004
Giovanni Frangi – Nobu et Alba
Dal 14 febbraio al 21 marzo 2004
arte contemporanea
Location
VILLA PANZA
Varese, Piazza Litta, 1, (Varese)
Varese, Piazza Litta, 1, (Varese)
Orario di apertura
tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle ore 10 alle 18
Vernissage
14 Febbraio 2004, ore 18.30
Editore
5 CONTINENTS
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Autore