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Giovanni Gozzadini e la scoperta del Villanoviano
La sala Gozzadini del MUV – Museo della civiltà Villanoviana, espone una selezione dei reperti più significativi trovati nell’Ottocento dal conte Giovanni Gozzadini e conservati al Museo Civico Archeologico di Bologna, oltre a due volumi del 1854 e del 1856, scritti dal Gozzadini e illustrati con le famose tavole di sua moglie Maria Teresa, acquistati dal Muv sul mercato antiquario.
Comunicato stampa
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La sala Gozzadini del MUV – Museo della civiltà Villanoviana, espone una selezione dei reperti più significativi trovati nell’Ottocento dal conte Giovanni Gozzadini e conservati al Museo Civico Archeologico di Bologna, oltre a due volumi del 1854 e del 1856, scritti dal Gozzadini e illustrati con le famose tavole di sua moglie Maria Teresa, acquistati dal Muv sul mercato antiquario.
Curata da Anna Dore, per il Museo Civico Archeologico di Bologna, e Paola Poli, per il MUV, la mostra "Giovanni Gozzadini e la scoperta del Villanoviano” ruota attorno a un nucleo di reperti trovati dal conte Giovanni Gozzadini negli scavi effettuati tra il 1853 e il 1855 nella sua tenuta di campagna, inizialmente facenti parte del suo museo privato e poi ceduti alla sua morte al museo felsineo.
Il percorso della mostra permette al visitatore di ammirare una serie di ceramiche legate sia al rituale funerario che al banchetto, unitamente ad alcuni reperti metallici riconducibili alla filatura e alla tessitura, all'ornamento personale o alla toeletta, sia maschile che femminile.
Si comincia dai contenitori delle sepolture, vasi biconici con relative scodelle di copertura, oltre al contenuto dei cinerari stessi (ossa combuste e appliques in osso, cioè decorazioni applicate al letto funebre su cui veniva bruciato il defunto) per poi passare a una serie di ceramiche legate alla pratica aristocratica del banchetto: tazze, piattelli, coppe, olle, ollette, bicchieri, boccali, vasi a diaframma.
La vetrina centrale è occupata dal vasellame ceramico pregiato, tra cui spiccano tre pezzi unici: una tazza cratere baccellata, una brocca con ansa zoomorfa e un’altra con ansa configurata.
L'allestimento delle ultime due vetrine ricalca il più fedelmente possibile la disposizione dei reperti raffigurati nelle tavole grafiche di Giovanni Gozzadini pubblicate nei due volumi "Di un sepolcreto etrusco scoperto presso Bologna" e "Intorno ad altre settanta tombe del sepolcreto etrusco scoperto presso a Bologna e per far seguito alla descrizione già pubblicata", di cui vengono presentati gli originali, editi rispettivamente nel 1854 e nel 1856 proprio a ridosso della scoperta della necropoli. Si tratta soprattutto di reperti metallici, in bronzo ma anche in ferro, riconducibili a varie attività o all'ornamento personale tra cui spiccano un tintinnabulo, un’ascia, alcune palette, un manico di attingitoio, numerose fibule in bronzo (alcune con elementi in osso o pasta vitrea), bracciali, fermatrecce, rasoi e pinzette.
La mostra è promossa da Città di Castenaso e Museo Civico Archeologico di Bologna d'intesa con Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna
Curata da Anna Dore, per il Museo Civico Archeologico di Bologna, e Paola Poli, per il MUV, la mostra "Giovanni Gozzadini e la scoperta del Villanoviano” ruota attorno a un nucleo di reperti trovati dal conte Giovanni Gozzadini negli scavi effettuati tra il 1853 e il 1855 nella sua tenuta di campagna, inizialmente facenti parte del suo museo privato e poi ceduti alla sua morte al museo felsineo.
Il percorso della mostra permette al visitatore di ammirare una serie di ceramiche legate sia al rituale funerario che al banchetto, unitamente ad alcuni reperti metallici riconducibili alla filatura e alla tessitura, all'ornamento personale o alla toeletta, sia maschile che femminile.
Si comincia dai contenitori delle sepolture, vasi biconici con relative scodelle di copertura, oltre al contenuto dei cinerari stessi (ossa combuste e appliques in osso, cioè decorazioni applicate al letto funebre su cui veniva bruciato il defunto) per poi passare a una serie di ceramiche legate alla pratica aristocratica del banchetto: tazze, piattelli, coppe, olle, ollette, bicchieri, boccali, vasi a diaframma.
La vetrina centrale è occupata dal vasellame ceramico pregiato, tra cui spiccano tre pezzi unici: una tazza cratere baccellata, una brocca con ansa zoomorfa e un’altra con ansa configurata.
L'allestimento delle ultime due vetrine ricalca il più fedelmente possibile la disposizione dei reperti raffigurati nelle tavole grafiche di Giovanni Gozzadini pubblicate nei due volumi "Di un sepolcreto etrusco scoperto presso Bologna" e "Intorno ad altre settanta tombe del sepolcreto etrusco scoperto presso a Bologna e per far seguito alla descrizione già pubblicata", di cui vengono presentati gli originali, editi rispettivamente nel 1854 e nel 1856 proprio a ridosso della scoperta della necropoli. Si tratta soprattutto di reperti metallici, in bronzo ma anche in ferro, riconducibili a varie attività o all'ornamento personale tra cui spiccano un tintinnabulo, un’ascia, alcune palette, un manico di attingitoio, numerose fibule in bronzo (alcune con elementi in osso o pasta vitrea), bracciali, fermatrecce, rasoi e pinzette.
La mostra è promossa da Città di Castenaso e Museo Civico Archeologico di Bologna d'intesa con Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna
25
ottobre 2014
Giovanni Gozzadini e la scoperta del Villanoviano
Dal 25 ottobre 2014 al 02 giugno 2015
archeologia
Location
MUV – MUSEO DELLA CIVILTA’ VILLANOVIANA
Castenaso, Via Bruno Tosarelli, 191, (Bologna)
Castenaso, Via Bruno Tosarelli, 191, (Bologna)
Orario di apertura
martedì e domenica 15.30-18.30, da mercoledì a sabato 9-13