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Giovanni Iudice – Esegesi
L’artista siciliano Giovanni Iudice espone gli studi preparatori dell’opera Solaris 3, anch’essa presente negli spazi espositivi della fondazione, mostrando al pubblico sia il processo creativo che quello di studio successivo alla realizzazione del proprio lavoro.
Comunicato stampa
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Per questo progetto l’artista siciliano espone un unico grande dipinto dal titolo Solaris 3 e una serie di polittici realizzati con i lavori preparatori (disegni, fotografie, prove di colore, appunti). A ciascuno di questi è associata una ulteriore opera realizzata in una fase successiva, sviluppo del linguaggio sperimentato.
Una scelta che indica la necessità di ribadire le posizioni della sua ricerca rispetto ad una pittura che oggi appare sempre più povera di storia, ammiccante alla dimensione illusoria dei media e in aperto contrasto con il suo atteggiamento attento ai valori del linguaggio.
Iudice è un pittore siciliano come si evince dalla tensione espressa da un fare mosso, da una emozionalità ambigua, mai pienamente svelata, carica d’erotica sensualità, sempre in bilico tra piacere e sofferenza, tra soddisfazione e delusione, tra il particolare e l’universale. E in tal senso nella materia delle figure e del mare si percepiscono segni della sensuale carnalità di Fausto Pirandello; il realismo sociale di Guttuso è da lui tradotto in soggetti metafora di malessere e inquietudine; la luce della Sicilia di Guccione nelle sue opere perde l’idea di un assoluto irraggiungibile per illuminare fatti di apparente normalità.
Il dipinto è uno spazio aperto, una marina, dove i corpi sovrabbondano, quasi a indicare il disagio di uno spazio saturo. Esso presenta un primo piano caratterizzato da diversi gradi di compiutezza. Alcune figure dominano la scena per la loro perfezione e per l’uso di un colore che le fa sentire più che guardare. Altre invece sono variamente dipinte, dall’abbozzo ad una parziale finitezza, quasi a creare una gamma di sapori e di intenzioni presenti, ma non del tutto definite.
Il fondo ha il mare come protagonista, dipinto e ridipinto o forse, meglio dire, disegnato e ridisegnato a pennello; trasparenze e materie rendono viva la massa d’acqua dentro la quale ancora le figure, sfatte alla luce del sole, sono immortalate in atteggiamenti in contrasto tra loro. Un mare che ad uno sguardo più attento perde quel senso di trasparenza a cui la pittura sembrava alludere per divenire da vicino materia dissolta, pelle di un mostro marino.
Iudice in questo ciclo di opere si sottopone al giudizio del suo tempo rivelando una pittura che si mantiene in bilico, naturalmente instabile, tra la forza evocativa della materia e del segno rispetto alla forza rappresentativa del soggetto, nel tentativo di rappresentare un’idea di contemporaneità aperta a differenti interpretazioni e libera da ogni forma di convenzione. La sua arte si svela nella forza ammaliante che sta nell’equilibrio delle cose, mai molto al di qua e mai meno al di là, tra il dire e il non dire, e propone una pittura che esprime una sofferenza che non vuole soccombere a se stessa.
Una scelta che indica la necessità di ribadire le posizioni della sua ricerca rispetto ad una pittura che oggi appare sempre più povera di storia, ammiccante alla dimensione illusoria dei media e in aperto contrasto con il suo atteggiamento attento ai valori del linguaggio.
Iudice è un pittore siciliano come si evince dalla tensione espressa da un fare mosso, da una emozionalità ambigua, mai pienamente svelata, carica d’erotica sensualità, sempre in bilico tra piacere e sofferenza, tra soddisfazione e delusione, tra il particolare e l’universale. E in tal senso nella materia delle figure e del mare si percepiscono segni della sensuale carnalità di Fausto Pirandello; il realismo sociale di Guttuso è da lui tradotto in soggetti metafora di malessere e inquietudine; la luce della Sicilia di Guccione nelle sue opere perde l’idea di un assoluto irraggiungibile per illuminare fatti di apparente normalità.
Il dipinto è uno spazio aperto, una marina, dove i corpi sovrabbondano, quasi a indicare il disagio di uno spazio saturo. Esso presenta un primo piano caratterizzato da diversi gradi di compiutezza. Alcune figure dominano la scena per la loro perfezione e per l’uso di un colore che le fa sentire più che guardare. Altre invece sono variamente dipinte, dall’abbozzo ad una parziale finitezza, quasi a creare una gamma di sapori e di intenzioni presenti, ma non del tutto definite.
Il fondo ha il mare come protagonista, dipinto e ridipinto o forse, meglio dire, disegnato e ridisegnato a pennello; trasparenze e materie rendono viva la massa d’acqua dentro la quale ancora le figure, sfatte alla luce del sole, sono immortalate in atteggiamenti in contrasto tra loro. Un mare che ad uno sguardo più attento perde quel senso di trasparenza a cui la pittura sembrava alludere per divenire da vicino materia dissolta, pelle di un mostro marino.
Iudice in questo ciclo di opere si sottopone al giudizio del suo tempo rivelando una pittura che si mantiene in bilico, naturalmente instabile, tra la forza evocativa della materia e del segno rispetto alla forza rappresentativa del soggetto, nel tentativo di rappresentare un’idea di contemporaneità aperta a differenti interpretazioni e libera da ogni forma di convenzione. La sua arte si svela nella forza ammaliante che sta nell’equilibrio delle cose, mai molto al di qua e mai meno al di là, tra il dire e il non dire, e propone una pittura che esprime una sofferenza che non vuole soccombere a se stessa.
15
luglio 2018
Giovanni Iudice – Esegesi
Dal 15 luglio al 14 ottobre 2018
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE BRODBECK ARTE CONTEMPORANEA
Catania, Via Gramignani, 93, (Catania)
Catania, Via Gramignani, 93, (Catania)
Orario di apertura
Visite su appuntamento
Vernissage
15 Luglio 2018, ore 19
Autore
Curatore