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Giovanni Kronenberg
La mostra si sviluppa nella massima semplicità, articolando in soli tre elementi un percorso artistico/emozionale di estrema forza. Materia su cui l’artista si concentra è la pesantezza di certe esperienze che hanno forgiato il suo carattere e la sua vita affettiva.
Comunicato stampa
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Nell’esposizione si contano una scultura che consiste in un bonsai inciso, un disegno e una grande foto. Attraverso tre mezzi
espressivi completamente differenti, l’artista cerca di esprimere i legami e gli intrecci che la sua memoria ha inevitabilmente
archiviato come fondamentali.
Non manca, a connotare le tre opere esposte, un taglio di estrema ambiguità: la scultura consiste in un ‘capolavoro’ prelevato
da millenni di sofisticate tecniche botaniche su cui l’artista intaglia un cuore con delle iniziali, il disegno del padre a matita si
presenta interrotto, la foto mostra una banale panchina in un parco su cui l’artista ha inciso una frase. Kronenberg ha come
obbiettivo la ricerca di frammenti di realtà su cui proiettare il proprio vissuto; cerca di costruire con più mezzi espressivi un
percorso intimo che si snoda tra una storia d’amore fallimentare, il suo rapporto col padre e un ricordo condiviso con la madre in
pomeriggi assolati.
Come corollario ai lavori in mostra, non di seconda importanza risultano i titoli (La leggerezza dell’arrossire, 2002; Il profumo
intenso della fine di un amore, 2003; La panchina da dove mia madre mi ha visto crescere, 2003), che se da una parte
chiariscono il taglio narrativo delle opere, dall’altro accrescono il valore emotivo che l’artista mette in gioco nelle sue ricerche
artistiche.
espressivi completamente differenti, l’artista cerca di esprimere i legami e gli intrecci che la sua memoria ha inevitabilmente
archiviato come fondamentali.
Non manca, a connotare le tre opere esposte, un taglio di estrema ambiguità: la scultura consiste in un ‘capolavoro’ prelevato
da millenni di sofisticate tecniche botaniche su cui l’artista intaglia un cuore con delle iniziali, il disegno del padre a matita si
presenta interrotto, la foto mostra una banale panchina in un parco su cui l’artista ha inciso una frase. Kronenberg ha come
obbiettivo la ricerca di frammenti di realtà su cui proiettare il proprio vissuto; cerca di costruire con più mezzi espressivi un
percorso intimo che si snoda tra una storia d’amore fallimentare, il suo rapporto col padre e un ricordo condiviso con la madre in
pomeriggi assolati.
Come corollario ai lavori in mostra, non di seconda importanza risultano i titoli (La leggerezza dell’arrossire, 2002; Il profumo
intenso della fine di un amore, 2003; La panchina da dove mia madre mi ha visto crescere, 2003), che se da una parte
chiariscono il taglio narrativo delle opere, dall’altro accrescono il valore emotivo che l’artista mette in gioco nelle sue ricerche
artistiche.
06
marzo 2004
Giovanni Kronenberg
Dal 06 marzo al 30 aprile 2004
arte contemporanea
Location
STUDIO ERCOLANI
Bologna, Viale Giambattista Ercolani, 5/2, (Bologna)
Bologna, Viale Giambattista Ercolani, 5/2, (Bologna)
Vernissage
6 Marzo 2004, h. 18.30
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