I lavori esposti sono il risultato di un progetto visivo di Giovanni Mannocci e Caterina Perrone che concretizza immagini intenzionali legate alla cultura, allʼarte e all’architettura. Il percorso progettuale riprende comportamenti del mondo globalizzato e, rinterpretandoli e integrandoli con nuove funzioni, li traduce in nuovi modi di vivere lo spazio e la forma. Negli “omaggi” a pittori del ʻ900 la narrazione, più che la citazione, si realizza in racconti immaginari, spesso irriverenti, come riportare nello spazio quello che era stato concepito sul piano, inserire oggetti tridimensionali ossessivamente descritti dallʼartista sulla tela o misurarsi nella scomposizione della sua opera, con la chiara intenzione comunque di risolvere sempre un contenuto estetico nuovo e indipendente. Nel processo creativo è previsto anche un ruolo attivo degli utenti, chiamati a modificare gli elementi narrativi e formali degli oggetti, agendo sulle parti mobili o operando disaggregazioni, determinandone così una modifica continua dellʼimmagine e della funzione. Gli interventi che hanno radici nella nostra memoria storica, i legami con una cultura globale e una creatività collettiva, il coinvolgimento dei tanti attori ci fanno sentire in armonia con la visione del Common Ground.