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Giovanni Scafuro – Fork in progress
La manipolazione di materiali diversi, ora più tradizionali ora più innovativi, spesso combinati e contaminati in soluzioni inedite, porta Scafuro a sperimentare tecniche sempre diverse e a misurarsi con le forme più varie
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Venerdì 16 novembre ospite presso lo spazio Kamaswami il designer Giovanni Scafuro e le sue originali “RI_posate”
A tavola c’è chi divora tutto a velocità supersonica, chi attacca il piatto sempre dallo stesso lato con delle simmetrie ben precise nella gestione dei bocconi, chi affronta il cibo come fosse un nemico.
La tavola diventa un caleidoscopio delle più profonde idiosincrasie se non nevrosi del nostro quotidiano, una fantasmagoria delle astruse relazioni che intratteniamo con le parti del nostro sé e con quelle degli altri.
E allora, perché meravigliarsi di posate dotate di una loro personalità, magari estrosa, perversa, eccentrica?
La manipolazione di materiali diversi, ora più tradizionali ora più innovativi, spesso combinati e contaminati in soluzioni inedite, porta Scafuro a sperimentare tecniche sempre diverse e a misurarsi con le forme più varie.
Ma la vera illuminazione è l’incontro con la forchetta, la sfida con una forma tanto antica e abituale quanto per lui duttile e versatile: è così che la forchetta si fa mezzo di espressione privilegiato, limite per contenere e bussola per orientare la propria ricerca.
Le posate si caricano di emozioni, pensieri, memorie, fino a diventare pesce da un’impressione subacquea, gioco da un ricordo infantile, albero attraverso uno sguardo sognante.
Una dedizione amorevole che induce stupore e sorriso nello spettatore che si aggira con un po’ di leggerezza tra le esperienze creative di Giovanni.
Ed e’ incredibile osservare la potenzialità che questi oggetti così familiari hanno di stimolare la fantasia di chi – come lui ne sa intuire sempre nuove letture e interpretazioni: in progress, appunto.
A tavola c’è chi divora tutto a velocità supersonica, chi attacca il piatto sempre dallo stesso lato con delle simmetrie ben precise nella gestione dei bocconi, chi affronta il cibo come fosse un nemico.
La tavola diventa un caleidoscopio delle più profonde idiosincrasie se non nevrosi del nostro quotidiano, una fantasmagoria delle astruse relazioni che intratteniamo con le parti del nostro sé e con quelle degli altri.
E allora, perché meravigliarsi di posate dotate di una loro personalità, magari estrosa, perversa, eccentrica?
La manipolazione di materiali diversi, ora più tradizionali ora più innovativi, spesso combinati e contaminati in soluzioni inedite, porta Scafuro a sperimentare tecniche sempre diverse e a misurarsi con le forme più varie.
Ma la vera illuminazione è l’incontro con la forchetta, la sfida con una forma tanto antica e abituale quanto per lui duttile e versatile: è così che la forchetta si fa mezzo di espressione privilegiato, limite per contenere e bussola per orientare la propria ricerca.
Le posate si caricano di emozioni, pensieri, memorie, fino a diventare pesce da un’impressione subacquea, gioco da un ricordo infantile, albero attraverso uno sguardo sognante.
Una dedizione amorevole che induce stupore e sorriso nello spettatore che si aggira con un po’ di leggerezza tra le esperienze creative di Giovanni.
Ed e’ incredibile osservare la potenzialità che questi oggetti così familiari hanno di stimolare la fantasia di chi – come lui ne sa intuire sempre nuove letture e interpretazioni: in progress, appunto.
16
novembre 2007
Giovanni Scafuro – Fork in progress
Dal 16 al 24 novembre 2007
design
Location
KAMASWAMI
Trieste, Via San Michele, 13A, (Trieste)
Trieste, Via San Michele, 13A, (Trieste)
Orario di apertura
da Martedì a Sabato 10.30 - 13.00 16.30 - 20.00
Vernissage
16 Novembre 2007, ore 18.30
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