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Giovannino Guareschi – La parola all’immagine/due
I disegni esposti in mostra, un centinaio di opere, permettono di intendere la complessità dei riferimenti culturali di Guareschi, dal rapporto con Maccari, del quale condivide la propensione per il tratto fortemente critico e l’interesse per Grosz, Goya e l’Espressionismo, al confronto con Gabriele Mucchi, Saul Steinberg.
Comunicato stampa
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Il prossimo 21 maggio 2004 si inaugurerà negli spazi adiacenti il Museo Amedeo Bocchi della Fondazione Monte di Parma la mostra “La parola all’immagine/due. Il segno satirico di Giovannino Guareschi”. La rassegna è la seconda della serie di esposizioni che coinvolgono tre prestigiose istituzioni della città: il Museo Amedeo Bocchi della Fondazione Monte di Parma, lo CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione e il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Parma.
Questa nuova esposizione è dedicata all’opera grafica di Giovannino Guareschi e la cerimonia di inaugurazione si terrà venerdì 21 maggio p.v. alle ore 11.00 nella Sala delle Feste di Palazzo Sanvitale (P.le J. Sanvitale, 1 – Parma) alla presenza di Gilberto Greci, Presidente della Fondazione Monte di Parma, Elvio Ubaldi, Sindaco del Comune di Parma e Gino Ferretti, Rettore dell’Università di Parma. A seguire interverranno: Gloria Bianchino - Direttore CSAC, Gianni Cavazzini - Consulente Artistico, Alberto e Carlotta Guareschi – Associazione Culturale Club dei Ventitrè, Giorgio Casamatti – autore del saggio critico.
Giovannino Guareschi nasce il 1° maggio del 1908 a Fontanelle di Roccabianca, a sei anni si sposta con la famiglia a Parma, dove frequenta il Reale Ginnasio, qui incontra Cesare Zavattini, che faceva l’istitutore, con il quale stringe una sodale amicizia.
La fama internazionale ottenuta da Guareschi nel dopoguerra con le novelle del “Mondo Piccolo”, dove sono narrate le vicende di Peppone e Don Camillo, che ancora oggi continuano ad essere ristampate e tradotte in tutto il mondo, costituiscono il momento culminante di un complesso ed inteso percorso che questa mostra intende indagare. Negli anni giovanili Guareschi partecipa attivamente alla vita culturale cittadina: frequenta il caffè Violi, dove si riuniscono artisti, poeti ed intellettuali del calibro di Soldati, Zavattini, Mattioli, Attilio Bertolucci, Alessandro Minardi.
A Parma, intorno alla metà degli anni Venti, Guareschi inizia la sua attività di cartellonista e correttore di bozze al “Corriere Emiliano”. I primi disegni satirici, databili fra il 1929 e il 1933, escono su “ La Voce di Parma”, “La Fiamma”, “Il Corriere Emiliano”. La svolta avviene nel 1934 quando Guareschi si trasferisce a Milano chiamato a collaborare al nascente “Bertoldo” da Angelo Rizzoli, su consiglio di Zavattini, amico dai tempi del ginnasio. Presso la redazione del giornale Guareschi ha la possibilità di confrontarsi con importanti grafici come Mosca, Angoletta, Steinberg. Alla fine della guerra è nuovamente richiamato da Rizzoli per dar vita ad un nuovo giornale satirico: “Il Candido”.
La mostra intende indagare il lavoro di Giovannino Guareschi dalle prime vignette “parmigiane” fino alla collaborazione con importanti testate milanesi attraverso una serie di disegni inediti appartenenti all’Archivio Giovannino Guareschi, conservato presso l’Associazione Culturale Club dei Ventitré a Roncole Verdi (Parma), curato dai figli dell’artista, Alberto e Carlotta Guareschi. La mostra, dunque, è un’occasione per ripercorrere la vicenda culturale di Guareschi, dalle xilografie e cronache di costume degli anni Venti alla collaborazione negli anni Trenta con importanti testate nazionali.
I disegni esposti in mostra, un centinaio di opere, permettono di intendere la complessità dei riferimenti culturali di Guareschi, dal rapporto con Maccari, del quale condivide la propensione per il tratto fortemente critico e l’interesse per Grosz, Goya e l’Espressionismo, al confronto con Gabriele Mucchi, Saul Steinberg, che firma i suoi disegni con lo pseudonimo Xavier, Angoletta, all’uso di un linguaggio articolato, caratterizzato dalla rielaborazione del fotomontaggio. La ricerca di Guareschi è, infatti, caratterizzata dall’uso di diversi linguaggi grafici e dalla sperimentazione nell’ambito della grafica umoristica e satirica di “scritture” innovative, come il collage ed il fotomontaggio, mediate dalle elaborazioni attuate nell’ambito delle avanguardie storiche. Le opere esposte in mostra mettono, dunque, in luce la capacità di Guareschi di utilizzare linguaggi diversi ed il costante confronto con la storia, dal realismo tardo ottocentesco al realismo di Guttuso, dal surrealismo all’espressionismo, alla sintesi razionalista del segno.
Il catalogo e la didattica
In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo edito dalla MUP Editore (Monte Università Parma Editore).
Il catalogo si apre con le prefazioni del Presidente della Fondazione Monte di Parma ed il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Parma, per proseguire con i saggi introduttivi di Gloria Bianchino (CSAC) e Gianni Cavazzini (consulente artistico) che illustrano le finalità del ciclo di esposizioni e le modalità di collaborazione tra Università e Museo Amedeo Bocchi. Infine la parte dedicata all’opera di Giovannino Guareschi con un ricco apparato di immagini in bianco e nero e a colori ed un saggio di Giorgio Casamatti, giovane laureato dell’Università degli Studi di Parma, sunto della sua tesi di laurea, relatore la Professoressa Gloria Bianchino, docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso il nostro Ateneo, discussa nell’autunno del 2003.
Nel catalogo si pubblicano anche una biografia, una bibliografia ragionata ed un esaustivo apparato delle schede relative alle opere presenti in mostra.
Note tecniche del catalogo: formato cm. 22,5X 22,5, 128 pagine, stampa a 4 colori.
A supporto della mostra sono state progettate attività didattiche collaterali, articolate in visite guidate, incontri nelle scuole inferiori e superiori di Parma e provincia a cura degli studenti dell’Università di Parma che collaboreranno, come per la scorsa edizione, alla realizzazione della Mostra.
Infine, sarà organizzato dallo CSAC un Convegno sull’opera di Giovannino Guareschi – libri, cinema, satira – che vedrà coinvolti docenti del Dipartimento dei Beni Culturali e dello Spettacolo dell’Università di Parma.
La sede: il Museo Amedeo Bocchi
Il Museo Amedeo Bocchi è sorto nel 1999 in seguito alla donazione di un consistente nucleo di opere da parte delle eredi del pittore, Emilia Bocchi e Rina Cabassi, rispettivamente nipote e cognata dell’artista.
Il pittore, nato a Parma nel 1883 e morto a Roma nel 1976, è considerato un protagonista di rilievo dell’arte italiana del Novecento e il Museo a lui dedicato ci consente di ripercorre l’intero iter creativo dell’artista attraverso l’esposizione, in cinque sale, dei nuclei tematici più cari ad Amedeo Bocchi. Inoltre, costituisce una fondamentale testimonianza della cultura figurativa del secolo scorso ma anche un importante esempio del rapporto tra Parma e il più generale contesto nazionale. Le sue sale pertanto sono state considerate le più idonee al fine di contestualizzare al meglio i legami con la città ed il periodo prescelto.
Il Museo diviene quindi un punto di riferimento imprescindibile per quanti vogliano conoscere Parma e la sua storia, ma anche per coloro che dalla realtà locale intendano partire per riflessioni di più ampio respiro.
Il Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC)
Ripercorrendo velocemente alcune fondamentali tappe nella storia dello CSAC è possibile inserire il ciclo di esposizioni all’interno di un percorso più ampio, che affonda le sue radici alla fine degli anni Sessanta. Sebbene infatti il “battesimo ufficiale” dello CSAC avvenga nel 1986, le attività che sono all’origine della struttura nascono dentro l’Università fra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta da una serie di iniziative di Arturo Carlo Quintavalle e dall’attenzione di numerosi rettori e docenti dell’Università di Parma. L’idea iniziale è quella di costruire, sul modello delle facoltà statunitensi, una raccolta d’arte fondata sulle donazioni di artisti all’università, per giungere, nel giro di pochi anni, ad elaborare un programma di esposizioni più articolato. Emergono alcuni filoni di ricerca che contemplano una serie di studi su Pop Art, Informale e nuovi media: in particolare, nell’ambito del terzo gruppo di rassegne, di cui fanno parte "La tigre di carta" sulla pubblicità, "Nero a strisce" su fumetto e fotoromanzo, "La tana del lupo" sul gioco ed il giocattolo, un gruppo di giovani viene coinvolto attivamente nel percorso di ricerca e di elaborazione delle esposizioni. Nel corso degli anni Settanta la raccolta si estende a materiali legati alla comunicazione, i manifesti, ma anche a satira politica e fotografia, istituendo un proficuo rapporto con il Museum of Modern Art di New York. Il materiale donato è vastissimo e consente, nel solo ambito dell’illustrazione, di organizzare una serie di rassegne da Chiappori a Pericoli-Pirella, Perini e Vincino. Nel contempo parte la realizzazione di altri progetti che allargano il campo d’indagine al disegno di moda, al disegno progettuale e di design: infatti lo CSAC come afferma Quintavalle “muove da una concezione antropologica della cultura, da un modello non certamente elitario e da una considerazione della fase progettuale dell’opera come di quella che meglio permetta un’analisi delle ideologie e dei loro modi di rappresentarsi”. La vastità del materiale raccolto comporta la necessità di ampliare, ai fini di una corretta conservazione, la sede del centro: nel 1982, si ottiene la cessione dell’abbazia di Valserena (Paradigna), ed uno spazio dentro la città, il padiglione Nervi, che consente la fruizione anche da parte del grande pubblico.
Questa nuova esposizione è dedicata all’opera grafica di Giovannino Guareschi e la cerimonia di inaugurazione si terrà venerdì 21 maggio p.v. alle ore 11.00 nella Sala delle Feste di Palazzo Sanvitale (P.le J. Sanvitale, 1 – Parma) alla presenza di Gilberto Greci, Presidente della Fondazione Monte di Parma, Elvio Ubaldi, Sindaco del Comune di Parma e Gino Ferretti, Rettore dell’Università di Parma. A seguire interverranno: Gloria Bianchino - Direttore CSAC, Gianni Cavazzini - Consulente Artistico, Alberto e Carlotta Guareschi – Associazione Culturale Club dei Ventitrè, Giorgio Casamatti – autore del saggio critico.
Giovannino Guareschi nasce il 1° maggio del 1908 a Fontanelle di Roccabianca, a sei anni si sposta con la famiglia a Parma, dove frequenta il Reale Ginnasio, qui incontra Cesare Zavattini, che faceva l’istitutore, con il quale stringe una sodale amicizia.
La fama internazionale ottenuta da Guareschi nel dopoguerra con le novelle del “Mondo Piccolo”, dove sono narrate le vicende di Peppone e Don Camillo, che ancora oggi continuano ad essere ristampate e tradotte in tutto il mondo, costituiscono il momento culminante di un complesso ed inteso percorso che questa mostra intende indagare. Negli anni giovanili Guareschi partecipa attivamente alla vita culturale cittadina: frequenta il caffè Violi, dove si riuniscono artisti, poeti ed intellettuali del calibro di Soldati, Zavattini, Mattioli, Attilio Bertolucci, Alessandro Minardi.
A Parma, intorno alla metà degli anni Venti, Guareschi inizia la sua attività di cartellonista e correttore di bozze al “Corriere Emiliano”. I primi disegni satirici, databili fra il 1929 e il 1933, escono su “ La Voce di Parma”, “La Fiamma”, “Il Corriere Emiliano”. La svolta avviene nel 1934 quando Guareschi si trasferisce a Milano chiamato a collaborare al nascente “Bertoldo” da Angelo Rizzoli, su consiglio di Zavattini, amico dai tempi del ginnasio. Presso la redazione del giornale Guareschi ha la possibilità di confrontarsi con importanti grafici come Mosca, Angoletta, Steinberg. Alla fine della guerra è nuovamente richiamato da Rizzoli per dar vita ad un nuovo giornale satirico: “Il Candido”.
La mostra intende indagare il lavoro di Giovannino Guareschi dalle prime vignette “parmigiane” fino alla collaborazione con importanti testate milanesi attraverso una serie di disegni inediti appartenenti all’Archivio Giovannino Guareschi, conservato presso l’Associazione Culturale Club dei Ventitré a Roncole Verdi (Parma), curato dai figli dell’artista, Alberto e Carlotta Guareschi. La mostra, dunque, è un’occasione per ripercorrere la vicenda culturale di Guareschi, dalle xilografie e cronache di costume degli anni Venti alla collaborazione negli anni Trenta con importanti testate nazionali.
I disegni esposti in mostra, un centinaio di opere, permettono di intendere la complessità dei riferimenti culturali di Guareschi, dal rapporto con Maccari, del quale condivide la propensione per il tratto fortemente critico e l’interesse per Grosz, Goya e l’Espressionismo, al confronto con Gabriele Mucchi, Saul Steinberg, che firma i suoi disegni con lo pseudonimo Xavier, Angoletta, all’uso di un linguaggio articolato, caratterizzato dalla rielaborazione del fotomontaggio. La ricerca di Guareschi è, infatti, caratterizzata dall’uso di diversi linguaggi grafici e dalla sperimentazione nell’ambito della grafica umoristica e satirica di “scritture” innovative, come il collage ed il fotomontaggio, mediate dalle elaborazioni attuate nell’ambito delle avanguardie storiche. Le opere esposte in mostra mettono, dunque, in luce la capacità di Guareschi di utilizzare linguaggi diversi ed il costante confronto con la storia, dal realismo tardo ottocentesco al realismo di Guttuso, dal surrealismo all’espressionismo, alla sintesi razionalista del segno.
Il catalogo e la didattica
In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo edito dalla MUP Editore (Monte Università Parma Editore).
Il catalogo si apre con le prefazioni del Presidente della Fondazione Monte di Parma ed il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Parma, per proseguire con i saggi introduttivi di Gloria Bianchino (CSAC) e Gianni Cavazzini (consulente artistico) che illustrano le finalità del ciclo di esposizioni e le modalità di collaborazione tra Università e Museo Amedeo Bocchi. Infine la parte dedicata all’opera di Giovannino Guareschi con un ricco apparato di immagini in bianco e nero e a colori ed un saggio di Giorgio Casamatti, giovane laureato dell’Università degli Studi di Parma, sunto della sua tesi di laurea, relatore la Professoressa Gloria Bianchino, docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso il nostro Ateneo, discussa nell’autunno del 2003.
Nel catalogo si pubblicano anche una biografia, una bibliografia ragionata ed un esaustivo apparato delle schede relative alle opere presenti in mostra.
Note tecniche del catalogo: formato cm. 22,5X 22,5, 128 pagine, stampa a 4 colori.
A supporto della mostra sono state progettate attività didattiche collaterali, articolate in visite guidate, incontri nelle scuole inferiori e superiori di Parma e provincia a cura degli studenti dell’Università di Parma che collaboreranno, come per la scorsa edizione, alla realizzazione della Mostra.
Infine, sarà organizzato dallo CSAC un Convegno sull’opera di Giovannino Guareschi – libri, cinema, satira – che vedrà coinvolti docenti del Dipartimento dei Beni Culturali e dello Spettacolo dell’Università di Parma.
La sede: il Museo Amedeo Bocchi
Il Museo Amedeo Bocchi è sorto nel 1999 in seguito alla donazione di un consistente nucleo di opere da parte delle eredi del pittore, Emilia Bocchi e Rina Cabassi, rispettivamente nipote e cognata dell’artista.
Il pittore, nato a Parma nel 1883 e morto a Roma nel 1976, è considerato un protagonista di rilievo dell’arte italiana del Novecento e il Museo a lui dedicato ci consente di ripercorre l’intero iter creativo dell’artista attraverso l’esposizione, in cinque sale, dei nuclei tematici più cari ad Amedeo Bocchi. Inoltre, costituisce una fondamentale testimonianza della cultura figurativa del secolo scorso ma anche un importante esempio del rapporto tra Parma e il più generale contesto nazionale. Le sue sale pertanto sono state considerate le più idonee al fine di contestualizzare al meglio i legami con la città ed il periodo prescelto.
Il Museo diviene quindi un punto di riferimento imprescindibile per quanti vogliano conoscere Parma e la sua storia, ma anche per coloro che dalla realtà locale intendano partire per riflessioni di più ampio respiro.
Il Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC)
Ripercorrendo velocemente alcune fondamentali tappe nella storia dello CSAC è possibile inserire il ciclo di esposizioni all’interno di un percorso più ampio, che affonda le sue radici alla fine degli anni Sessanta. Sebbene infatti il “battesimo ufficiale” dello CSAC avvenga nel 1986, le attività che sono all’origine della struttura nascono dentro l’Università fra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta da una serie di iniziative di Arturo Carlo Quintavalle e dall’attenzione di numerosi rettori e docenti dell’Università di Parma. L’idea iniziale è quella di costruire, sul modello delle facoltà statunitensi, una raccolta d’arte fondata sulle donazioni di artisti all’università, per giungere, nel giro di pochi anni, ad elaborare un programma di esposizioni più articolato. Emergono alcuni filoni di ricerca che contemplano una serie di studi su Pop Art, Informale e nuovi media: in particolare, nell’ambito del terzo gruppo di rassegne, di cui fanno parte "La tigre di carta" sulla pubblicità, "Nero a strisce" su fumetto e fotoromanzo, "La tana del lupo" sul gioco ed il giocattolo, un gruppo di giovani viene coinvolto attivamente nel percorso di ricerca e di elaborazione delle esposizioni. Nel corso degli anni Settanta la raccolta si estende a materiali legati alla comunicazione, i manifesti, ma anche a satira politica e fotografia, istituendo un proficuo rapporto con il Museum of Modern Art di New York. Il materiale donato è vastissimo e consente, nel solo ambito dell’illustrazione, di organizzare una serie di rassegne da Chiappori a Pericoli-Pirella, Perini e Vincino. Nel contempo parte la realizzazione di altri progetti che allargano il campo d’indagine al disegno di moda, al disegno progettuale e di design: infatti lo CSAC come afferma Quintavalle “muove da una concezione antropologica della cultura, da un modello non certamente elitario e da una considerazione della fase progettuale dell’opera come di quella che meglio permetta un’analisi delle ideologie e dei loro modi di rappresentarsi”. La vastità del materiale raccolto comporta la necessità di ampliare, ai fini di una corretta conservazione, la sede del centro: nel 1982, si ottiene la cessione dell’abbazia di Valserena (Paradigna), ed uno spazio dentro la città, il padiglione Nervi, che consente la fruizione anche da parte del grande pubblico.
21
maggio 2004
Giovannino Guareschi – La parola all’immagine/due
Dal 21 maggio al 28 novembre 2004
arte contemporanea
Location
MUSEO AMEDEO BOCCHI – PALAZZO SANVITALE
Parma, Strada Benedetto Cairoli, (Parma)
Parma, Strada Benedetto Cairoli, (Parma)
Orario di apertura
Da martedì a domenica 10.30/13.00 (lunedì chiuso)
Vernissage
21 Maggio 2004, ore 11.00