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Gira La Testa
„Gira la testa“ come invito? Rimane la domanda perennemente aperta sul motivo del movimento: gira nella
testa? Si muove la testa propria o è l’ambiente a girare? Ci sono confini o tutto svanisce? Ci saranno sempre
più domande che risposte.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Bacetto a sinistra, bacetto a destra. Il solito rituale di saluto. Una volta, due volte, quattro volte? Si fa presto ad
andare fuori tempo! Con l’opera in video „BussiBussi“ il duetto di artisti ZeytmitRosa sperimenta per quanto
tempo si resiste a baciarsi. Dopo un po’ di tempo i movimenti diventano meccanici, la mimica appare forzata
e il rituale sembra senza fine.
46 minuti: dovrebbe bastare.
Nell’opera „Müzik Siti“, Tim Wolff si dedica alla vita notturna incredibilmente vivace delle strade di Istanbul. Si
attraversa la notte con i musicisti: bar, locali su terrazze a tetto, caffè, scene di strada in una metropoli. Gridi,
sirene, frastuono di motori e brandelli di conversazioni diventano Beats, brevi frammenti di film girati velocemente
diventano Snares und Hi-Hats, lenti frammenti diventano contrabbassi. Per ogni tonalità, l’immagine
rimane visibile. Videoclip o Video-collage?
Nell’opera „Einer für alle“ („Uno per tutti“) di Beate Engls, una bandiera rossa a forma di gagliardetto ruota in un
secchio di zinco. Attraverso il movimento oscillante, la bandiera si dispiega e l’osservatore automaticamente
retrocede. Allo stesso tempo, rimane un suono ritmico e monotono che potrebbe essere il rumore di una macchina
o una parata militare.
Una normale situazione di ogni giorno in ufficio: una pila di libri e una tazza di caffè appoggiata lì. L’insolito è
cha la tazza si gira all’indietro in un secondo, come un orologio. Il titolo dell’opera di Michael Schrattenthaler
è „Nero e dolce“.
In una bicicletta da corsa caduta a terra, una batteria nascosta avvia il dispositivo della catena, provvista di pickup
del giradischi, facendo risuonare nell’aria „La Traviata“ di Maria Callas. Con le sue poetiche trasformazioni
di oggetti prodotti industrialmente, Alexander Laner regala delle impressioni in contesti assurdi e sorprendenti.
„Auroritratto“ di Leonie Felle è un diario visuale da foto istantanee (Polaroid). La macchina fotografica accompagna
atmosfere, sensazioni e impressioni che si specchiano nel viso dell’artista stessa. Con circa 600
fotografie essa fissa i suoi ricordi degli ultimi cinque anni – dalla vita privata in situazioni quotidiane, da viaggi,
da momenti con la famiglia o con gli amici.
Una revisione contemporanea: le bambole Matriosche hanno cambiato la veste a connotazione folcloristica
e soltanto il viso è marcato, mediante una perforazione all’altezza degli occhi. L’oscillazione fra le culture è
l’elemento centrale nella „Figura blù“ di Mitra Wakil. Essa cerca, mediante questo, “di riflettere sulle cose che
ho vissuto e di portarle ad una forma raggiungibile e accessibile anche per gli altri.“
„Lambo“ di Marco Schuler è un oggetto da parete a forma di cuscino, fatto con un telone da camion stampato
su cui due buchi sembrano occhi infossati. Se lo si gira, sembra di vedere una Lamborghini che brucia. Oggetto
di tutti i giorni, relitto, feticcio o simbolo poetico?
La palma è un fiore? Esistono piante nere? La “Natura morta di fiori” di Franka Kaßner pone domande e dà alcune
risposte: non è questione di conoscenza della botanica o di amore per la natura. Questo è l’aspetto delle
piante alle quali è stata tolta la natura e che non è possibile guardare con devota contemplazione. Davvero una
natura morta: nera, morta, irrigidita, “nature morte”.
Situazioni o cose che spesso ti passano davanti inosservate e che diventano oggetti che forse richiedono un
secondo sguardo. Reperti, oggetti di tutti i giorni, che stupiscono o addirittura sbalordiscono, come il “swoosh”
di Nick Bötticher. Attaccapanni o logo?
Anche laddove non sia riconoscibile nessuna attività connessa, esiste un percorso, attraverso il proprio movimento,
fra e con le singole opere. Che siano salti in aria contro la caduta libera o frammenti di movimento, la
decisione è dello spettatore.
„Gira la testa“ come invito? Rimane la domanda perennemente aperta sul motivo del movimento: gira nella
testa? Si muove la testa propria o è l’ambiente a girare? Ci sono confini o tutto svanisce? Ci saranno sempre
più domande che risposte.
Quello che conta è la propria opera ed il dialogo artistico. Una vivace scena artistica deve rinnovarsi e re-inventarsi
continuamente. Condizioni sempre mutevoli della produzione artistica e della società, come confronto
con se stesse, con tendenze e movimenti contro-corrente, in rapido cambiamento. Tuttavia, come Bill Copley
scriveva, „soltanto quando si sa che cosa l’arte non è, si ha tutto il mondo aperto davanti.“ Perché non solo
mediante la globalizzazione i confini tra i media sono diventati confusi – Crossover e tutto va.
Gli artisti che partecipano alla Mostra provengono da Germania, Austria, Italia, Romania e Afghanistan. Tutti
hanno studiato a Monaco di Baviera e là vivono e lavorano.
andare fuori tempo! Con l’opera in video „BussiBussi“ il duetto di artisti ZeytmitRosa sperimenta per quanto
tempo si resiste a baciarsi. Dopo un po’ di tempo i movimenti diventano meccanici, la mimica appare forzata
e il rituale sembra senza fine.
46 minuti: dovrebbe bastare.
Nell’opera „Müzik Siti“, Tim Wolff si dedica alla vita notturna incredibilmente vivace delle strade di Istanbul. Si
attraversa la notte con i musicisti: bar, locali su terrazze a tetto, caffè, scene di strada in una metropoli. Gridi,
sirene, frastuono di motori e brandelli di conversazioni diventano Beats, brevi frammenti di film girati velocemente
diventano Snares und Hi-Hats, lenti frammenti diventano contrabbassi. Per ogni tonalità, l’immagine
rimane visibile. Videoclip o Video-collage?
Nell’opera „Einer für alle“ („Uno per tutti“) di Beate Engls, una bandiera rossa a forma di gagliardetto ruota in un
secchio di zinco. Attraverso il movimento oscillante, la bandiera si dispiega e l’osservatore automaticamente
retrocede. Allo stesso tempo, rimane un suono ritmico e monotono che potrebbe essere il rumore di una macchina
o una parata militare.
Una normale situazione di ogni giorno in ufficio: una pila di libri e una tazza di caffè appoggiata lì. L’insolito è
cha la tazza si gira all’indietro in un secondo, come un orologio. Il titolo dell’opera di Michael Schrattenthaler
è „Nero e dolce“.
In una bicicletta da corsa caduta a terra, una batteria nascosta avvia il dispositivo della catena, provvista di pickup
del giradischi, facendo risuonare nell’aria „La Traviata“ di Maria Callas. Con le sue poetiche trasformazioni
di oggetti prodotti industrialmente, Alexander Laner regala delle impressioni in contesti assurdi e sorprendenti.
„Auroritratto“ di Leonie Felle è un diario visuale da foto istantanee (Polaroid). La macchina fotografica accompagna
atmosfere, sensazioni e impressioni che si specchiano nel viso dell’artista stessa. Con circa 600
fotografie essa fissa i suoi ricordi degli ultimi cinque anni – dalla vita privata in situazioni quotidiane, da viaggi,
da momenti con la famiglia o con gli amici.
Una revisione contemporanea: le bambole Matriosche hanno cambiato la veste a connotazione folcloristica
e soltanto il viso è marcato, mediante una perforazione all’altezza degli occhi. L’oscillazione fra le culture è
l’elemento centrale nella „Figura blù“ di Mitra Wakil. Essa cerca, mediante questo, “di riflettere sulle cose che
ho vissuto e di portarle ad una forma raggiungibile e accessibile anche per gli altri.“
„Lambo“ di Marco Schuler è un oggetto da parete a forma di cuscino, fatto con un telone da camion stampato
su cui due buchi sembrano occhi infossati. Se lo si gira, sembra di vedere una Lamborghini che brucia. Oggetto
di tutti i giorni, relitto, feticcio o simbolo poetico?
La palma è un fiore? Esistono piante nere? La “Natura morta di fiori” di Franka Kaßner pone domande e dà alcune
risposte: non è questione di conoscenza della botanica o di amore per la natura. Questo è l’aspetto delle
piante alle quali è stata tolta la natura e che non è possibile guardare con devota contemplazione. Davvero una
natura morta: nera, morta, irrigidita, “nature morte”.
Situazioni o cose che spesso ti passano davanti inosservate e che diventano oggetti che forse richiedono un
secondo sguardo. Reperti, oggetti di tutti i giorni, che stupiscono o addirittura sbalordiscono, come il “swoosh”
di Nick Bötticher. Attaccapanni o logo?
Anche laddove non sia riconoscibile nessuna attività connessa, esiste un percorso, attraverso il proprio movimento,
fra e con le singole opere. Che siano salti in aria contro la caduta libera o frammenti di movimento, la
decisione è dello spettatore.
„Gira la testa“ come invito? Rimane la domanda perennemente aperta sul motivo del movimento: gira nella
testa? Si muove la testa propria o è l’ambiente a girare? Ci sono confini o tutto svanisce? Ci saranno sempre
più domande che risposte.
Quello che conta è la propria opera ed il dialogo artistico. Una vivace scena artistica deve rinnovarsi e re-inventarsi
continuamente. Condizioni sempre mutevoli della produzione artistica e della società, come confronto
con se stesse, con tendenze e movimenti contro-corrente, in rapido cambiamento. Tuttavia, come Bill Copley
scriveva, „soltanto quando si sa che cosa l’arte non è, si ha tutto il mondo aperto davanti.“ Perché non solo
mediante la globalizzazione i confini tra i media sono diventati confusi – Crossover e tutto va.
Gli artisti che partecipano alla Mostra provengono da Germania, Austria, Italia, Romania e Afghanistan. Tutti
hanno studiato a Monaco di Baviera e là vivono e lavorano.
21
maggio 2011
Gira La Testa
Dal 21 maggio al 30 giugno 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA GENTILI (SEDE DEFINITIVAMENTE CHIUSA)
Prato, Via Del Carmine, 11, (Prato)
Prato, Via Del Carmine, 11, (Prato)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 14-19
Vernissage
21 Maggio 2011, ore 18:00
Autore
Curatore