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Girolamo Balistreri – … e gli dei, invidiosi, guardano e ridono
liberamente ispirata al Trionfo della Morte
Comunicato stampa
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Come il pubblico affezionato ben sa, la Galleria Regionale ospita, nella sua sede di Palazzo Abatellis, il bellissimo affresco medievale del Trionfo della Morte, proveniente da Palazzo Sclafani. Collocato in quello che era la sede dell’Ospedale Grande, metafora della morte che colpisce indifferente, soprattutto chi meno la desidera, lasciando invece indenne chi l’invoca. La morte che imputridisce quanto incontra, ma insieme seme della rinascita.
Traendo spunto da questo meraviglioso affresco, Girolamo Balistreri crea un’installazione che ad esso s’ispira: nella splendida cornice del cortile di Palazzo Abatellis si elevano due grandi ruote bruciate e corrose simboleggianti l’uomo robot esploso lasciando tracce di sé e della sua putrefazione. L’uomo cieco e incurante di ciò che lo circonda, che ormai ha perso di vista ogni obbiettivo che non sia l’immediatezza del bene caduco.
Simbolo della nostra civiltà corrotta, del non rispetto per la natura, l’installazione si snoda ancora intorno al pozzo dove l’erba verde del prato intorno è stata soppiantata dal rosso sangue delle garze e questo, ormai disseccato, non fa più zampillare l’acqua, simbolo della vita.
Unica nota di lieve speranza la scala che lieve e leggera si eleva verso il cielo, scavalcando l’uomo, le sue passioni, le sue prigioni, speranza di rinascita, di nuova vita, dell’uomo che si volge agli alti ideali, agli dei che, come dal titolo dato dall’autore, incuranti di tutto guardano dall’alto …
Quindi la rinascita può avvenire solamente dall’uomo stesso, dal suo guardarsi dentro per poi elevarsi verso i nuovi ideali, non più la ricerca del divino, ma dei valori laici della ricerca del bene intrinseco riallacciandosi al giusnaturalismo razionalista di John Locke che alla natura benigna affida ogni forma di pace, di serenità: la religione naturale è razionale, i suoi semplici dogmi possono essere rispettati da tutti senza difficoltà. La giustizia deve essere affidata ad un patto tra gli uomini che s’impegnano a conformarsi alle leggi “naturali”.
E’ evidente la contrapposizione al Trionfo della Morte medievale che affida al Dio onnipotente la giustizia e la definizione del bene supremo.
Quindi Balistreri si riallaccia ai temi odierni del rispetto della natura che l’uomo vuole controllare e che si ritorce contro, all’amore ed al rispetto per le piccole cose dolci, umili, alla solidarietà tra gli uomini, alla ricerca della sostanza in antitesi alla società dell’immagine egoista, falsa e corrotta che ci sta corrodendo…
La mostra è corredata da un catalogo presentato da Giulia Davì ed arricchito da contributi di Vincenzo Abbate e Piero Long
Traendo spunto da questo meraviglioso affresco, Girolamo Balistreri crea un’installazione che ad esso s’ispira: nella splendida cornice del cortile di Palazzo Abatellis si elevano due grandi ruote bruciate e corrose simboleggianti l’uomo robot esploso lasciando tracce di sé e della sua putrefazione. L’uomo cieco e incurante di ciò che lo circonda, che ormai ha perso di vista ogni obbiettivo che non sia l’immediatezza del bene caduco.
Simbolo della nostra civiltà corrotta, del non rispetto per la natura, l’installazione si snoda ancora intorno al pozzo dove l’erba verde del prato intorno è stata soppiantata dal rosso sangue delle garze e questo, ormai disseccato, non fa più zampillare l’acqua, simbolo della vita.
Unica nota di lieve speranza la scala che lieve e leggera si eleva verso il cielo, scavalcando l’uomo, le sue passioni, le sue prigioni, speranza di rinascita, di nuova vita, dell’uomo che si volge agli alti ideali, agli dei che, come dal titolo dato dall’autore, incuranti di tutto guardano dall’alto …
Quindi la rinascita può avvenire solamente dall’uomo stesso, dal suo guardarsi dentro per poi elevarsi verso i nuovi ideali, non più la ricerca del divino, ma dei valori laici della ricerca del bene intrinseco riallacciandosi al giusnaturalismo razionalista di John Locke che alla natura benigna affida ogni forma di pace, di serenità: la religione naturale è razionale, i suoi semplici dogmi possono essere rispettati da tutti senza difficoltà. La giustizia deve essere affidata ad un patto tra gli uomini che s’impegnano a conformarsi alle leggi “naturali”.
E’ evidente la contrapposizione al Trionfo della Morte medievale che affida al Dio onnipotente la giustizia e la definizione del bene supremo.
Quindi Balistreri si riallaccia ai temi odierni del rispetto della natura che l’uomo vuole controllare e che si ritorce contro, all’amore ed al rispetto per le piccole cose dolci, umili, alla solidarietà tra gli uomini, alla ricerca della sostanza in antitesi alla società dell’immagine egoista, falsa e corrotta che ci sta corrodendo…
La mostra è corredata da un catalogo presentato da Giulia Davì ed arricchito da contributi di Vincenzo Abbate e Piero Long
13
settembre 2007
Girolamo Balistreri – … e gli dei, invidiosi, guardano e ridono
Dal 13 settembre al 30 ottobre 2007
arte contemporanea
Location
PALAZZO ABATELLIS
Palermo, Via Alloro, 4, (Palermo)
Palermo, Via Alloro, 4, (Palermo)
Biglietti
intero € 6,00; ridotto € 3,00; gratis: cittadini U.E. under 18/over 65 anni
Orario di apertura
tutte le mattine dalle 9,00 alle 13,00 Pomeriggi (feriali): martedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 14,30 alle 19,00
Vernissage
13 Settembre 2007, ore 17,30
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