Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Giulia Bellarosa – Blu
“Blu” raccoglie opere il cui soggetto è la relazione stessa tra il nucleo di rapporti che ordina le figure simboliche – come suoni organizzati entro una struttura musicale – e l’articolazione dei diversi piani visivi – come la spazializzazione di un suono attraverso la sua modalità di risonanza
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si inaugura domenica 4 giugno 2006 (ma la mostra apre al pubblico a partire da sabato 3 giugno) alla Galleria dell’Immagine di Rimini, via Gambalunga 27, alle ore 18, Blu di Giulia Bellarosa.
Giulia Bellarosa cerca sempre di fare dell’arte - sia quando progetta mostre tematiche per esposizioni collettive, sia attraverso le sue opere - uno strumento di conoscenza, uno strumento di indagine che si affranca dal vincolo a qualsiasi tendenza artistica e che si avvale di tutti i mezzi espressivi a disposizione, tradizionali e contemporanei. Spesso, nelle sue opere i linguaggi artistici coesistono per necessità, quando sono indispensabili a creare l’immagine poetica che, per quest’artista, deve avere lo stesso genere di realtà dell’universo: essa deve rispondere a un interesse che abbiamo spontaneamente per l’ignoto e deve poter riflettere le domande che, come il koan zen, costituiscono un "enigma" che attesta l'accesso a un altro piano di realtà. Come colui che medita sul koan, lo spettatore può rivivere le stesse esperienze che l’enigma comunica; l’opera, come la tavola Incontro, suggerirà solo differenti livelli di lettura di sé e dell’universo, cogliendo le relazioni geometriche che formano il tessuto dell’universo fisico ed emotivo entro il quale viviamo, come creature racchiuse nello spazio e nel tempo, alla cui necessità geometrica siamo sottomessi.
“Blu” raccoglie opere il cui soggetto è la relazione stessa tra il nucleo di rapporti che ordina le figure simboliche – come suoni organizzati entro una struttura musicale - e l’articolazione dei diversi piani visivi – come la spazializzazione di un suono attraverso la sua modalità di risonanza. La coerenza e la continuità nella ricerca comunicativa trovano nella lettura della “relazione” l’elemento vero, che ritorna: c’è sempre qualcosa di riconoscibile e di familiare in questi dipinti che si fissa subito nella memoria attraverso il colore e la relazione dei colori. Rispetto a questa particolare forma di parentela latente, e da un’osservazione comparata delle sue opere, é forse possibile giustificare l’esistenza di un metalinguaggio che conduce l’osservatore da un’opera all’altra.
Nelle opere della mostra la scelta delle immagini è importante quanto il loro montaggio negli spazi: questi si sottopongono allo sguardo dello spettatore quali tracce dei tempi di risonanza del suono “sonico” e giungono alla memoria unendo al tempo breve della visione quello lungo della sensazione e dei ricordi. Lo spettatore può ascoltare l’opera: nel silenzio dello stato emotivo tradotto attraverso l’identificazione in un segno, prende coscienza il segnale sonoro che nello stesso spettatore trova la sua risonanza. L’osservatore che guarda diventa allora la relazione spazio-tempo dell’opera.
Come quando si osserva la tavola “Tango”, la visita della mostra guida nel passaggio dalla vista all’udito: quasi, si sente in queste tavole il suono di un tamburello, lo strumento che attraverso il suo utilizzo - battuto o sfiorato, altre volte carezzato - presso numerose etnie, ha spesso creato nel suo suono, nel pellame, nelle decorazioni un bagaglio di messaggi inneggianti alla vita.
Per Giulia Bellarosa l’immaginazione è l’anima del sogno e sognare vuol dire accogliere, e ascoltare, le immagini nella loro purezza.
Giulia Bellarosa è nata a Napoli nel 1949, vive e lavora a Milano.
Si é laureata in Lingue e Letterature straniere. Si é formata presso l’Accademia di Belle Arti a Napoli, il Mercer County College di Princeton, Department of fine Arts (USA) e il circulo de Bellas Artes a Madrid.
Ha iniziato la sua attività artistica nel 1969, ha partecipato a mostre nazionali, ha esposto in Italia e all’Estero in spazi pubblici e privati.
Giulia Bellarosa cerca sempre di fare dell’arte - sia quando progetta mostre tematiche per esposizioni collettive, sia attraverso le sue opere - uno strumento di conoscenza, uno strumento di indagine che si affranca dal vincolo a qualsiasi tendenza artistica e che si avvale di tutti i mezzi espressivi a disposizione, tradizionali e contemporanei. Spesso, nelle sue opere i linguaggi artistici coesistono per necessità, quando sono indispensabili a creare l’immagine poetica che, per quest’artista, deve avere lo stesso genere di realtà dell’universo: essa deve rispondere a un interesse che abbiamo spontaneamente per l’ignoto e deve poter riflettere le domande che, come il koan zen, costituiscono un "enigma" che attesta l'accesso a un altro piano di realtà. Come colui che medita sul koan, lo spettatore può rivivere le stesse esperienze che l’enigma comunica; l’opera, come la tavola Incontro, suggerirà solo differenti livelli di lettura di sé e dell’universo, cogliendo le relazioni geometriche che formano il tessuto dell’universo fisico ed emotivo entro il quale viviamo, come creature racchiuse nello spazio e nel tempo, alla cui necessità geometrica siamo sottomessi.
“Blu” raccoglie opere il cui soggetto è la relazione stessa tra il nucleo di rapporti che ordina le figure simboliche – come suoni organizzati entro una struttura musicale - e l’articolazione dei diversi piani visivi – come la spazializzazione di un suono attraverso la sua modalità di risonanza. La coerenza e la continuità nella ricerca comunicativa trovano nella lettura della “relazione” l’elemento vero, che ritorna: c’è sempre qualcosa di riconoscibile e di familiare in questi dipinti che si fissa subito nella memoria attraverso il colore e la relazione dei colori. Rispetto a questa particolare forma di parentela latente, e da un’osservazione comparata delle sue opere, é forse possibile giustificare l’esistenza di un metalinguaggio che conduce l’osservatore da un’opera all’altra.
Nelle opere della mostra la scelta delle immagini è importante quanto il loro montaggio negli spazi: questi si sottopongono allo sguardo dello spettatore quali tracce dei tempi di risonanza del suono “sonico” e giungono alla memoria unendo al tempo breve della visione quello lungo della sensazione e dei ricordi. Lo spettatore può ascoltare l’opera: nel silenzio dello stato emotivo tradotto attraverso l’identificazione in un segno, prende coscienza il segnale sonoro che nello stesso spettatore trova la sua risonanza. L’osservatore che guarda diventa allora la relazione spazio-tempo dell’opera.
Come quando si osserva la tavola “Tango”, la visita della mostra guida nel passaggio dalla vista all’udito: quasi, si sente in queste tavole il suono di un tamburello, lo strumento che attraverso il suo utilizzo - battuto o sfiorato, altre volte carezzato - presso numerose etnie, ha spesso creato nel suo suono, nel pellame, nelle decorazioni un bagaglio di messaggi inneggianti alla vita.
Per Giulia Bellarosa l’immaginazione è l’anima del sogno e sognare vuol dire accogliere, e ascoltare, le immagini nella loro purezza.
Giulia Bellarosa è nata a Napoli nel 1949, vive e lavora a Milano.
Si é laureata in Lingue e Letterature straniere. Si é formata presso l’Accademia di Belle Arti a Napoli, il Mercer County College di Princeton, Department of fine Arts (USA) e il circulo de Bellas Artes a Madrid.
Ha iniziato la sua attività artistica nel 1969, ha partecipato a mostre nazionali, ha esposto in Italia e all’Estero in spazi pubblici e privati.
03
giugno 2006
Giulia Bellarosa – Blu
Dal 03 al 24 giugno 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA DELL’IMMAGINE
Rimini, Via Alessandro Gambalunga, 27, (Rimini)
Rimini, Via Alessandro Gambalunga, 27, (Rimini)
Orario di apertura
9.30 – 12.30 / 16 – 19; sabato 10 – 12; domenica e festivi chiuso
Vernissage
3 Giugno 2006, ore 18
Autore
Curatore