Giulia Borri è nata ad Arezzo nel 1981. Ha conseguito la Maturità d'Arte in “Storia della Moda e del Costume Teatrale” all’Istituto Piero della Francesca di Arezzo. Terminati gli studi, ha svolto uno stage da stilista presso un’importante azienda di abbigliamento con la mansione di assistente per la progettazione di abiti da uomo. Dal 2000 opera presso una famosa casa di alta moda, dove si occupa della progettazione della piccola pelletteria. L’arte, trasmessale anche in famiglia dalla presenza di un nonno pittore, come lei stessa scrive, “è un dono che ho sempre coltivato: se prima delle scuole superiori ero solo autodidatta e disegnavo solo per divertimento, dopo, frequentando l’Istituto d’Arte ho imparato molto sulle tecniche, ho perfezionato la mia mano e pian piano sono riuscita a ricreare opere d’arte famose e a riportare nel foglio immagini di volti o paesaggi, facendoli somigliare quasi a foto”.
I disegni e i quadri di Giulia Borri attestano una riproduzione pedissequa del vero, scevra da ogni escogitazione concettuale, sospesa fra passato e contemporaneità, tra moda e tradizione. La mostra Fashion & Tradition presenta, infatti, quattro aree tematiche (la moda, la ritrattistica, il remake e la pittura di ispirazione personale), strettamente collegate tra loro dal filo rosso del realismo rappresentativo, restituito attraverso una pluralità di risoluzioni tecniche, nella quale svolge un ruolo cospicuo il disegno. In Abiti Scultura 1, 2, 3 l’artista rappresenta forme e vestiti di giovani donne stilizzate a livello geometrico dai tratti di sensuale bellezza scultorea. Le opere Volto, Pensieri e Imagismo ritraggono volti femminili, meditazione del melanconico, della solitudine e della contemplazione. Tra i remake l’artista riproduce quadri di pittori della tradizione da lei prediletti: di Manet la Colazione sull’erba, di Gauguin Tahiti e di Fattori Ventaglio. Anche nei quadri di ispirazione personale Natura morta e Paesaggio, il disegno appare attento nella cura dei particolari, così come la stesura del colore nella resa delle diverse superfici. Il realismo fotografico è, dunque, il punto centrale e il trait-d’union di tutta la pluralità tematica dell‘artista, restituita sempre attraverso la figura, soggetto incastonato sulla tela da respiro plastico e da valenza iconografica.
prof. Massimiliano Badiali, Presidente Onlus Mecenate