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Giulia Ravazzolo – Legame
Un’intervento che gioca con la formale apparenza per criticarla
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Concept: Ricerca sull'identità dell'uomo dentro la società attuale con
tutte
le sue bugie.
Menzogna, falsità, apparenza, ipocrisia ¼.dove in prima linea sfila
l’apparenza fisica, il bel vestito, la parola giusta, o i modi di fare da
gran viveur¼
Immagini accattivanti, proposte commerciali da acquolina in bocca,
protagonista la città; tirata a lucido, dal maquillage sfavillante,
l’abito
più trendy infilato a volte a fatica sulle giunture ormai arrugginite
della
stessa vecchia bambola.
La città status symbol sempre vista dal di fuori, autore referente di
preselezionati valori estetici - formali, ricostruiti in funzione di un
già
ben predefinito bacino d‘utenza, target, fruitore ¼.Ma chi sono tutti
questi
fantomatici esserini cui l’immenso circuito commerciale cerca
affannosamente
di dare un volto???? Siamo veramente così fuori da noi stessi, tanto
alienati da riconoscerci solamente in qualche logaritmico quadratino
figlio
dell’insiemistica?
Forse basterebbe solo invertire il punto di partenza?
I pezzi sono sempre immancabilmente gli stessi, la macchina si evolve, ma
forse con gli occhi ancora sbarrati di fronte a Odissea 2001 ¼ abbiamo
dimenticato che fortunatamente il pezzo fondamentale dell’ultimissima
Jaguar
rimane sempre il caro vecchio conducente?
Frammenti di un ambiente che ci si ritorce contro, avrà ancora ragione
Darwin? E’ l’ambiente che ci costringe a cambiare? E che ambiente è la
città? Chi lo costruisce veramente?
Le organizzazioni municipali, i ricercatori della Mapei o chi ci abita?
In un contesto simile, senza la pretesa di inventare, vorrei ritagliare
qualche pixel, e usare lo stesso processo per svuotare l’immagine di un
po’
di printcolor, per trovare uno spazio, un frammento di riflessione, un
contenitore morbido da dove stare a guardare, slittando dentro la
velocità,
con la consapevolezza di poterla fermare.
Spazi pubblici e gli spazi privati, dove la grande città diventa
costrittiva
e soffocante, e il piccolo spazio la sua liberazione.
Lavoro che parte dall’esigenza di cambiare qualcosa riflettendo sulla
“costrizione fisica e mentale“ a cui siamo esposti ininterrottamente.
Interagendo con l’idea del “Water project” nel progetto di arte
contemporanea dell’Orfeo Hotel il lavoro risulta visivamente:un
“impedimento” come opposizione allo spazio sconfinato e pieno che occupa
l’acqua, una rete indefinita che spostandosi nello spazio cerca di
occuparne
la superficie.
Un’ intervento che gioca con la formale apparenza per criticarla.
Un’estetica mobile non fissa, che ammalia e che ti impedisce il
passaggio
per produrre un’ intervento che si introduce nelle coscienze usando i
medesimi mezzi della formalità per ricostituirli .
Riflessione sull‘ipocrisia della cultura contemporanea.
Per esaminare sempre di più la condizione dell’uomo nella società
contemporanea e tutti i freni o i passaggi obbligati per cui, tramite
spintarelle e venerate conoscenze di massa, puoi trasformare la tua
visibilità nella tua arma rivoluzionaria.
Giulia Ravazzolo
tutte
le sue bugie.
Menzogna, falsità, apparenza, ipocrisia ¼.dove in prima linea sfila
l’apparenza fisica, il bel vestito, la parola giusta, o i modi di fare da
gran viveur¼
Immagini accattivanti, proposte commerciali da acquolina in bocca,
protagonista la città; tirata a lucido, dal maquillage sfavillante,
l’abito
più trendy infilato a volte a fatica sulle giunture ormai arrugginite
della
stessa vecchia bambola.
La città status symbol sempre vista dal di fuori, autore referente di
preselezionati valori estetici - formali, ricostruiti in funzione di un
già
ben predefinito bacino d‘utenza, target, fruitore ¼.Ma chi sono tutti
questi
fantomatici esserini cui l’immenso circuito commerciale cerca
affannosamente
di dare un volto???? Siamo veramente così fuori da noi stessi, tanto
alienati da riconoscerci solamente in qualche logaritmico quadratino
figlio
dell’insiemistica?
Forse basterebbe solo invertire il punto di partenza?
I pezzi sono sempre immancabilmente gli stessi, la macchina si evolve, ma
forse con gli occhi ancora sbarrati di fronte a Odissea 2001 ¼ abbiamo
dimenticato che fortunatamente il pezzo fondamentale dell’ultimissima
Jaguar
rimane sempre il caro vecchio conducente?
Frammenti di un ambiente che ci si ritorce contro, avrà ancora ragione
Darwin? E’ l’ambiente che ci costringe a cambiare? E che ambiente è la
città? Chi lo costruisce veramente?
Le organizzazioni municipali, i ricercatori della Mapei o chi ci abita?
In un contesto simile, senza la pretesa di inventare, vorrei ritagliare
qualche pixel, e usare lo stesso processo per svuotare l’immagine di un
po’
di printcolor, per trovare uno spazio, un frammento di riflessione, un
contenitore morbido da dove stare a guardare, slittando dentro la
velocità,
con la consapevolezza di poterla fermare.
Spazi pubblici e gli spazi privati, dove la grande città diventa
costrittiva
e soffocante, e il piccolo spazio la sua liberazione.
Lavoro che parte dall’esigenza di cambiare qualcosa riflettendo sulla
“costrizione fisica e mentale“ a cui siamo esposti ininterrottamente.
Interagendo con l’idea del “Water project” nel progetto di arte
contemporanea dell’Orfeo Hotel il lavoro risulta visivamente:un
“impedimento” come opposizione allo spazio sconfinato e pieno che occupa
l’acqua, una rete indefinita che spostandosi nello spazio cerca di
occuparne
la superficie.
Un’ intervento che gioca con la formale apparenza per criticarla.
Un’estetica mobile non fissa, che ammalia e che ti impedisce il
passaggio
per produrre un’ intervento che si introduce nelle coscienze usando i
medesimi mezzi della formalità per ricostituirli .
Riflessione sull‘ipocrisia della cultura contemporanea.
Per esaminare sempre di più la condizione dell’uomo nella società
contemporanea e tutti i freni o i passaggi obbligati per cui, tramite
spintarelle e venerate conoscenze di massa, puoi trasformare la tua
visibilità nella tua arma rivoluzionaria.
Giulia Ravazzolo
08
aprile 2006
Giulia Ravazzolo – Legame
08 aprile 2006
performance - happening
Location
ORFEO HOTEL
Bologna, Via Orfeo, 4A, (Bologna)
Bologna, Via Orfeo, 4A, (Bologna)
Vernissage
8 Aprile 2006, ore 18
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