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Giuliana Martelli – Racconti domestici
Personale di Giuliana Martelli al Museo Marino Marini
Comunicato stampa
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Racconti domestici
Giuliana Martelli è una delle non poche donne pistoiesi che hanno sentito il desiderio pressante di esprimersi nell’ambito delle arti visive. Probabilmente il ricco humus culturale - pittura, scultura, architettura, poesia - presente sin dagli inizi del secolo XX° nella nostra città, ha contribuito in maniera determinante a sollecitare tale istanza così da eleggere Pistoia, artisticamente parlando, come uno dei luoghi tra i più fertili. Giuliana conosce, negli anni ’70, il pittore concittadino Francesco Melani appartenente a quel gruppo di autori - definito da Maurizio Tuci Generazione di mezzo - che nel secondo dopoguerra e negli anni a seguire, dette vita a un qualificato episodio di esperienze creative volte a mantenere viva la tradizione del linguaggio figurativo locale, tramandato dagli artisti delle generazioni precedenti e, al contempo, aprire alla ricerca e all’innovazione; confrontandosi sì con l’avvicendarsi pressante delle diverse correnti artistiche in auge in quel tempo, ma tenendo fede a scelte di campo affatto “modaiole” e opportuniste. Ecco, Giuliana Martelli, grazie alla mediazione dell’amico Francesco, inizia ad avvicinarsi al sistema dell’arte conoscendo i frutti di quest’atmosfera culturale. Melani le fa apprezzare il lavoro dei vecchi maestri Alfiero Cappellini, Pietro Bugiani, Umberto Mariotti, Renzo Agostini, e dei nuovi: Remo Gordigiani, Lando Landini, Alfredo Fabbri, Valerio Gelli, Marcello Lucarelli, Iorio Vivarelli, Aldo Frosini, Mirando Iacomelli. Ovvero, il meglio di certa cultura artistica pistoiese del tempo che, come dicevo, tramite il lavoro degli artisti citati, non era espressione del vigente sperimentalismo contemporaneo. Dunque Giuliana comincia a disegnare e a dipingere, con i colori a olio, sotto la guida di Francesco. Lei ascolta i racconti di esperienze vissute da Melani con i colleghi, insieme visitano mostre, vanno in campagna per disegnare dal vero e, soprattutto, lavora, lavora molto, nello studio del pittore in Porta san Marco dove Francesco, per lei, appronta nature morte di oggetti, o di fiori, oppure le suggerisce di dipingere, elaborando uno dei disegni di paesaggio scelto accuratamente fra i molti a disposizione. Ma non lavorano allo stesso soggetto, ognuno, per proprio conto, fa esperienze diverse. Melani, con il tempo, riuscì a farle acquisire una tecnica sufficiente e, in particolare, contribuì ad alimentare in lei la passione per esprimersi con la pittura. Inoltre, nel frattempo, a darle fiducia contribuisce anche Maurizio Tuci che, conosciuto il suo lavoro, la invita alla mostra Ma-Donna Pittura organizzata nel 1993 in occasione della Festa Provinciale dell’Unità.
Agli inizi degli anni ’90, Giuliana sente la necessità di arricchire le proprie conoscenze del settore confrontandosi con altre esperienze formative; è così che nel 1992 inizia a frequentare i corsi tenuti da Paolo Tesi, un artista della generazione successiva a quella di Francesco, formatosi in un clima culturale diverso e orientato a un linguaggio molto istintivo e istantaneo, dai contenuti narrativi affabulatori ed efficacemente evocativi di risonanze ancestrali. Con Tesi, Giuliana instaura un rapporto costruttivo e ha modo, vivendo la vita dell’atelier, di rapportarsi con gli altri frequentatori del corso. Cosa molto utile, perché il confronto, il seguire l’evolversi dei molteplici lavori, la vista di opere caratterizzate da differenti linguaggi espressivi, le permetterà di incrementare positivamente il proprio bagaglio tecnico e di mirare al raggiungimento di un’autonomia pittorica. Con Tesi, inoltre, Giuliana avrà l’opportunità di conoscere più a fondo la storia dell’arte, seguendo le sue lezioni a scuola e ascoltandolo, insieme agli altri corsisti, mentre commenta le opere presenti in mostre di artisti del passato, o illustra cicli di affreschi fra i più importanti, presenti nelle chiese della vicina Firenze, che egli periodicamente fa visitare ai propri allievi.
Un periodo, come dicevo, importante e molto formativo per Giuliana, però, più recentemente, le vicissitudini della vita, il proprio temperamento, la portano a essere insoddisfatta di se stessa, a brancolare smarrita, non rispetto alla personale condizione esistenziale ma piuttosto, rispetto al sentirsi o non sentirsi parte di quelle donne pittrici riconosciute a pieno titolo presenze culturali identificabili. Il lavoro, in conseguenza, subisce un’impasse; non è più soddisfatta di ciò che fa e inizia, in lei, a prendere forza l’idea che può ritrovare le energie e la volontà di un tempo, se si dedicherà in maniera ferma e decisa a dipingere senza pause, e a stare ore e ore sul tavolo da lavoro.
La presente mostra è il resoconto di quanto Giuliana ha realizzato nell’arco di quattro, cinque mesi del 2011; è la testimonianza di una foga, del desiderio di riscatto, che lei ha fortemente voluto per ritrovarsi e ritrovare la gratificazione concessa dall’incantesimo del dipingere.
Il titolo Racconti domestici, deve intendersi come il sottofondo che accompagna i quattro temi sui quali Giuliana ha realizzato i lavori di quest’ultimo periodo; dipinti a tempera non molto diversi dai precedenti per quanto attengono all’espressione del linguaggio pittorico, ma nuovi come soggetto. Infatti, essi scaturiscono da un vissuto strettamente quotidiano e aderente alle affettività che l’intimo dell’esistenza domestica concede a chi, come lei, è dedita alla famiglia con la presenza indispensabile dell’essere in un sistema di scambi e di equilibri permeati di confronto e di sentimento. Ebbene, Guliana ha indagato i “tesori” della casa, ha “ascoltato” la propria interiorità riflettere sui ruoli stagionali della donna e rispetto ai personali stati d’animo; ha osservato con amore le nipoti e le ha ritratte mentre dialogavano con i loro giochi preferiti. Inoltre, si è soffermata sulle immagini casalinghe che più hanno destato in lei il desiderio di trasformarle in emblemi della giornata, e ha ripercorso il “racconto” pittorico precedente, proponendo una serie di camuffamenti allusivi di un potenziale disvelarsi capace di restituire, in immagini, il “volto” più intimo del vissuto quotidiano.
Siliano Simoncini
Giuliana Martelli è una delle non poche donne pistoiesi che hanno sentito il desiderio pressante di esprimersi nell’ambito delle arti visive. Probabilmente il ricco humus culturale - pittura, scultura, architettura, poesia - presente sin dagli inizi del secolo XX° nella nostra città, ha contribuito in maniera determinante a sollecitare tale istanza così da eleggere Pistoia, artisticamente parlando, come uno dei luoghi tra i più fertili. Giuliana conosce, negli anni ’70, il pittore concittadino Francesco Melani appartenente a quel gruppo di autori - definito da Maurizio Tuci Generazione di mezzo - che nel secondo dopoguerra e negli anni a seguire, dette vita a un qualificato episodio di esperienze creative volte a mantenere viva la tradizione del linguaggio figurativo locale, tramandato dagli artisti delle generazioni precedenti e, al contempo, aprire alla ricerca e all’innovazione; confrontandosi sì con l’avvicendarsi pressante delle diverse correnti artistiche in auge in quel tempo, ma tenendo fede a scelte di campo affatto “modaiole” e opportuniste. Ecco, Giuliana Martelli, grazie alla mediazione dell’amico Francesco, inizia ad avvicinarsi al sistema dell’arte conoscendo i frutti di quest’atmosfera culturale. Melani le fa apprezzare il lavoro dei vecchi maestri Alfiero Cappellini, Pietro Bugiani, Umberto Mariotti, Renzo Agostini, e dei nuovi: Remo Gordigiani, Lando Landini, Alfredo Fabbri, Valerio Gelli, Marcello Lucarelli, Iorio Vivarelli, Aldo Frosini, Mirando Iacomelli. Ovvero, il meglio di certa cultura artistica pistoiese del tempo che, come dicevo, tramite il lavoro degli artisti citati, non era espressione del vigente sperimentalismo contemporaneo. Dunque Giuliana comincia a disegnare e a dipingere, con i colori a olio, sotto la guida di Francesco. Lei ascolta i racconti di esperienze vissute da Melani con i colleghi, insieme visitano mostre, vanno in campagna per disegnare dal vero e, soprattutto, lavora, lavora molto, nello studio del pittore in Porta san Marco dove Francesco, per lei, appronta nature morte di oggetti, o di fiori, oppure le suggerisce di dipingere, elaborando uno dei disegni di paesaggio scelto accuratamente fra i molti a disposizione. Ma non lavorano allo stesso soggetto, ognuno, per proprio conto, fa esperienze diverse. Melani, con il tempo, riuscì a farle acquisire una tecnica sufficiente e, in particolare, contribuì ad alimentare in lei la passione per esprimersi con la pittura. Inoltre, nel frattempo, a darle fiducia contribuisce anche Maurizio Tuci che, conosciuto il suo lavoro, la invita alla mostra Ma-Donna Pittura organizzata nel 1993 in occasione della Festa Provinciale dell’Unità.
Agli inizi degli anni ’90, Giuliana sente la necessità di arricchire le proprie conoscenze del settore confrontandosi con altre esperienze formative; è così che nel 1992 inizia a frequentare i corsi tenuti da Paolo Tesi, un artista della generazione successiva a quella di Francesco, formatosi in un clima culturale diverso e orientato a un linguaggio molto istintivo e istantaneo, dai contenuti narrativi affabulatori ed efficacemente evocativi di risonanze ancestrali. Con Tesi, Giuliana instaura un rapporto costruttivo e ha modo, vivendo la vita dell’atelier, di rapportarsi con gli altri frequentatori del corso. Cosa molto utile, perché il confronto, il seguire l’evolversi dei molteplici lavori, la vista di opere caratterizzate da differenti linguaggi espressivi, le permetterà di incrementare positivamente il proprio bagaglio tecnico e di mirare al raggiungimento di un’autonomia pittorica. Con Tesi, inoltre, Giuliana avrà l’opportunità di conoscere più a fondo la storia dell’arte, seguendo le sue lezioni a scuola e ascoltandolo, insieme agli altri corsisti, mentre commenta le opere presenti in mostre di artisti del passato, o illustra cicli di affreschi fra i più importanti, presenti nelle chiese della vicina Firenze, che egli periodicamente fa visitare ai propri allievi.
Un periodo, come dicevo, importante e molto formativo per Giuliana, però, più recentemente, le vicissitudini della vita, il proprio temperamento, la portano a essere insoddisfatta di se stessa, a brancolare smarrita, non rispetto alla personale condizione esistenziale ma piuttosto, rispetto al sentirsi o non sentirsi parte di quelle donne pittrici riconosciute a pieno titolo presenze culturali identificabili. Il lavoro, in conseguenza, subisce un’impasse; non è più soddisfatta di ciò che fa e inizia, in lei, a prendere forza l’idea che può ritrovare le energie e la volontà di un tempo, se si dedicherà in maniera ferma e decisa a dipingere senza pause, e a stare ore e ore sul tavolo da lavoro.
La presente mostra è il resoconto di quanto Giuliana ha realizzato nell’arco di quattro, cinque mesi del 2011; è la testimonianza di una foga, del desiderio di riscatto, che lei ha fortemente voluto per ritrovarsi e ritrovare la gratificazione concessa dall’incantesimo del dipingere.
Il titolo Racconti domestici, deve intendersi come il sottofondo che accompagna i quattro temi sui quali Giuliana ha realizzato i lavori di quest’ultimo periodo; dipinti a tempera non molto diversi dai precedenti per quanto attengono all’espressione del linguaggio pittorico, ma nuovi come soggetto. Infatti, essi scaturiscono da un vissuto strettamente quotidiano e aderente alle affettività che l’intimo dell’esistenza domestica concede a chi, come lei, è dedita alla famiglia con la presenza indispensabile dell’essere in un sistema di scambi e di equilibri permeati di confronto e di sentimento. Ebbene, Guliana ha indagato i “tesori” della casa, ha “ascoltato” la propria interiorità riflettere sui ruoli stagionali della donna e rispetto ai personali stati d’animo; ha osservato con amore le nipoti e le ha ritratte mentre dialogavano con i loro giochi preferiti. Inoltre, si è soffermata sulle immagini casalinghe che più hanno destato in lei il desiderio di trasformarle in emblemi della giornata, e ha ripercorso il “racconto” pittorico precedente, proponendo una serie di camuffamenti allusivi di un potenziale disvelarsi capace di restituire, in immagini, il “volto” più intimo del vissuto quotidiano.
Siliano Simoncini
21
gennaio 2012
Giuliana Martelli – Racconti domestici
Dal 21 gennaio al 18 febbraio 2012
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE MARINO MARINI
Pistoia, Corso Silvano Fedi, 30, (Pistoia)
Pistoia, Corso Silvano Fedi, 30, (Pistoia)
Orario di apertura
10-17
Vernissage
21 Gennaio 2012, h 17.30
Autore
Curatore