Atmosfere sognate, vaghe impressioni, ricordi lontani di altri tempi ed altri mondi sembrano aleggiare nelle opere di Giuliana Robecchi, promettente artista di origini toscane che affronta con coraggio ed entusiasmo la propria sfida quotidiana con la creatività, realizzando lavori originali ed emozionanti. Le sue sono vere “pitto-sculture”, realizzate con diversi materiali di recupero (soprattutto circuiti e schede madri), lamine metalliche e colori brillanti, con risultati spesso inattesi e piacevolmente sorprendenti: frammenti sottratti alla loro esistenza terrena, attraverso la sublimazione dell’artista, si trasformano in elementi estetici e sostanziali; oggetti creati ed abbandonati dall’uomo, trovano nell’arte una nuova, definitiva identità.
Si animano le superfici, accese dai mille riflessi dell’ambiente circostante, le forme si addolciscono, fluendo una nell’altra, ritornando ad archetipi ancestrali: è il cerchio che domina, soprattutto, universale simbolo di perfezione, di eternità, di magia. C’è una grazia tutta femminile, una poesia sussurrata che tocca le corde nascoste dell’anima, una morbidezza che avvolge ed inebria, come un vago profumo di terre lontane. La ricerca di un equilibrio, di una sintesi assoluta tra gesto e pensiero, regala immagini armoniche ed allusive, mentre la costante tensione tra espressività ed astrazione conferisce quella vitalità solare ed esplosiva, che freme sotto l’apparente rigore.
Le opere di Giuliana Robecchi sono un viaggio tra Oriente ed Occidente, pervase di reminescenze e di speranze, di sogni ed illusioni, di un’energia ispirata e quasi inconsapevole, che coinvolge e commuove, come solo ciò che di più puro ed autentico può fare.

Emanuela Dho