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Giuliano Collina – Inerti
Scavi, pilastri, pavimentazioni, mattoni, recinzioni, segnaletica:l’interesse di Collina non è per l’architettura, ma per l’edilizia. Non per la dimensione progettuale, ma per quella artigianale e forse neppure per quella.
Comunicato stampa
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«Scavi, pilastri, pavimentazioni, mattoni, recinzioni, segnaletica: l’elenco dei termini presenti nei titoli delle opere ci permette di intuire che l’interesse di Collina – a differenza di quello di molti altri pittori che, negli ultimi due decenni, hanno dipinto scene di cantiere – non è per l’architettura, ma per l’edilizia. Non insomma per la dimensione progettuale, ma per quella artigianale, e forse neppure per quella. Il fulcro, anche propriamente visivo, di questo discorso pittorico sta nella primordialità formale di certi elementi costruttivi come le pietre, nella ricchezza cromatica di alcuni strumenti di lavoro, nella vitalità implicita nel binomio costruzione/demolizione. […] Le opere esposte presso lo Spazio Rattiflora di the Art Company si misurano con la questione dell’inerzia. In un certo senso colgono qualcosa di statico in un processo dinamico, sono nature morte con soggetti edilizi. E allo stesso tempo sono realizzate con gli stessi colori dalla definizione instabile, con la medesima rapidità e ricercata imperfezione, con la stessa inquietudine pittorica che contraddistingue i lavori esposti presso la Galleria Civica di Campione d’Italia» (dal testo in catalogo di Roberto Borghi).
Nel caso di Giuliano Collina, come scrive Stefano Roberto Mazzatorta, «si può parlare di una poetica del frammento (rafforzata -per così dire- dalla pratica pop) che percorre come un fiume carsico tutta la sua storia pittorica: dagli inizi, in cui a essere dipinte sono, oltre alle parti di corpo, singoli oggetti privi di contesto (una valigia, una camicia) e poi corpi incompleti, ombre, sagome, tovaglie, sedie … tutte tracce di esistenze intere, o, come scrive l’artista, “solo le tracce, i contorni, i simulacri per esempio di tutte le figure umane mai dipinte.” […] In alcuni dei Cantieri, la poesia della traccia è espressa tramite la replicazione del frammento, o meglio, tramite la scelta di rappresentare una porzione, cioè un frammento, di un oggetto per sua natura composto da una pluralità di elementi in sé definiti: mattoni, sampietrini. Anche in questo modo d’operare si può ravvisare un’ascendenza pop: la riflessione sulla replicazione delle immagini, tipica della cultura visuale e comunicativa di massa. Ma quest’anima, nella serie esposta, trova una sua peculiare esteriorizzazione in uno sguardo rivolto non agli strumenti e ai modi espressivi della comunicazione contemporanea, secondo una logica cara agli artisti propriamente pop, ma spostato sui codici espressivo-informativi funzionali, quali la segnaletica cantieristica (il semaforo e il triangolo); immagini che non riproducono l’immagine del mondo, ma che ad esso fanno riferimento, che lo richiamano senza rappresentarlo direttamente».
La personale di Giuliano Collina nello Spazio Rattiflora, afferma Pierluigi Ratti, presidente dell’associazione The Art Company Como, «si inaugurerà in contemporanea a una doppia personale di Claudia Canavesi e Lorenzo Guzzini, due giovani scultori che avranno il ruolo di selezionare i finalisti del PREMIO TENCHIO 2019. Con questi due eventi espositivi The Art Company intende ribadire il suo impegno da un lato per valorizzare la scena artistica lariana, dall’altro per sostenere la ricerca dei giovani artisti».
Nel caso di Giuliano Collina, come scrive Stefano Roberto Mazzatorta, «si può parlare di una poetica del frammento (rafforzata -per così dire- dalla pratica pop) che percorre come un fiume carsico tutta la sua storia pittorica: dagli inizi, in cui a essere dipinte sono, oltre alle parti di corpo, singoli oggetti privi di contesto (una valigia, una camicia) e poi corpi incompleti, ombre, sagome, tovaglie, sedie … tutte tracce di esistenze intere, o, come scrive l’artista, “solo le tracce, i contorni, i simulacri per esempio di tutte le figure umane mai dipinte.” […] In alcuni dei Cantieri, la poesia della traccia è espressa tramite la replicazione del frammento, o meglio, tramite la scelta di rappresentare una porzione, cioè un frammento, di un oggetto per sua natura composto da una pluralità di elementi in sé definiti: mattoni, sampietrini. Anche in questo modo d’operare si può ravvisare un’ascendenza pop: la riflessione sulla replicazione delle immagini, tipica della cultura visuale e comunicativa di massa. Ma quest’anima, nella serie esposta, trova una sua peculiare esteriorizzazione in uno sguardo rivolto non agli strumenti e ai modi espressivi della comunicazione contemporanea, secondo una logica cara agli artisti propriamente pop, ma spostato sui codici espressivo-informativi funzionali, quali la segnaletica cantieristica (il semaforo e il triangolo); immagini che non riproducono l’immagine del mondo, ma che ad esso fanno riferimento, che lo richiamano senza rappresentarlo direttamente».
La personale di Giuliano Collina nello Spazio Rattiflora, afferma Pierluigi Ratti, presidente dell’associazione The Art Company Como, «si inaugurerà in contemporanea a una doppia personale di Claudia Canavesi e Lorenzo Guzzini, due giovani scultori che avranno il ruolo di selezionare i finalisti del PREMIO TENCHIO 2019. Con questi due eventi espositivi The Art Company intende ribadire il suo impegno da un lato per valorizzare la scena artistica lariana, dall’altro per sostenere la ricerca dei giovani artisti».
11
maggio 2018
Giuliano Collina – Inerti
Dall'undici maggio al 16 giugno 2018
arte contemporanea
Location
THE ART COMPANY
Como, Via Borgo Vico, 163, (Como)
Como, Via Borgo Vico, 163, (Como)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 15.00-18.30
sabato su appuntamento
Vernissage
11 Maggio 2018, ore 18.30
Autore
Curatore