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Giuliano Dal Molin
La galleria artesilva ospita a partire dal 13 ottobre una mostra dedicata alle opere recenti del pittore Giuliano Dal Molin (Vicenza 1960). Si tratta di dipinti, la cui tavolozza fredda, è quella della grande tradizione della pittura italiana.
Comunicato stampa
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La galleria artesilva ospita a partire dal 13 ottobre una mostra dedicata alle opere recenti del pittore Giuliano Dal Molin (Vicenza 1960). Si tratta di dipinti, la cui tavolozza fredda, è quella della grande tradizione della pittura italiana.
I lavori in mostra sono assemblage: i singoli pezzi non nascono in maniera autonoma. In mostra sono anche una serie di carte in cui il colore che noi vediamo è solo la traccia di quanto si è depositato sul supporto.
La sua ricerca è un cammino verso l’essenza delle cose, come scritto in catalogo da Angela Madesani. Determinante per tutto il suo lavoro, e qui non di meno, è il rapporto con lo spazio, in tal senso va letta la cura per l’allestimento, in una regia precisa, ordinata. Importante è la sua riflessione sul senso dell’architettura che qui emerge dai quadri esposti in mostra.
L’atmosfera d’insieme della rassegna è meditativa, silente, per taluni versi spirituale. Nelle opere di Dal Molin è una sorta di pulizia formale che corrisponde a un’aspirazione continua a una pulizia mentale, a una sorta di ordine per giungere alla purezza della luce.
Catalogo a cura di Angela Madesani.
Breve Biografia
Giuliano Dal Molin nasce a Schio (VI) nel 1960, vive e lavora a San Vito di Leguzzano (VI).
Varie esperienze portano Dal Molin a percorrere parte dell’arte moderna e contemporanea fino ad arrivare nel 1987 ad individuare un proprio percorso di lavoro. Inizialmente le opere manifestano un dialogo tra materiali (metalli, polveri, pigmenti). Rilievi e forme essenziali – concavi/convessi – tendono quasi ad azzerare il colore, rimangono solo delle velature “tracce del gesto del dipingere”.
Nella sua ricerca diventa sempre più importante l’interesse per la struttura e la costruzione del lavoro; l’esecuzione diretta dell’opera e la manualità concorrono al completamento del progetto. L’artista fa sua la scelta di colore/non colore, di luci/ombre, di bianco/nero, di essenzialità e rigore. Il lavoro si trasforma in modo molto libero.
Le sue opere vengono selezionate per la partecipazione alle collettive presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia nel 1984, 1989 e 1991; nel 1992 ha una sala personale presso la stessa Fondazione e nel 1993 è presente a DETERRITORIALE alla XLV Biennale di Venezia.
Nel 1996 presenta la serie dei “Cementi”; nel 1997 compare con forza il colore con elementi verticali e poi anche orizzontali, in un dialogo tra piani, curve e luci su pigmenti monocromi, dapprima e di contrasti intensi e profonde dissonanze poi; forme che racchiudono uno “spazio” vengono appoggiate a terra o appese alla parete; nulla viene tralasciato e tutto porta a formare un’idea di spazio in uno strettissimo rapporto tra pittura e scultura. La sua ricerca continua, come l’attività espositiva, con mostre personali e collettive.
I lavori in mostra sono assemblage: i singoli pezzi non nascono in maniera autonoma. In mostra sono anche una serie di carte in cui il colore che noi vediamo è solo la traccia di quanto si è depositato sul supporto.
La sua ricerca è un cammino verso l’essenza delle cose, come scritto in catalogo da Angela Madesani. Determinante per tutto il suo lavoro, e qui non di meno, è il rapporto con lo spazio, in tal senso va letta la cura per l’allestimento, in una regia precisa, ordinata. Importante è la sua riflessione sul senso dell’architettura che qui emerge dai quadri esposti in mostra.
L’atmosfera d’insieme della rassegna è meditativa, silente, per taluni versi spirituale. Nelle opere di Dal Molin è una sorta di pulizia formale che corrisponde a un’aspirazione continua a una pulizia mentale, a una sorta di ordine per giungere alla purezza della luce.
Catalogo a cura di Angela Madesani.
Breve Biografia
Giuliano Dal Molin nasce a Schio (VI) nel 1960, vive e lavora a San Vito di Leguzzano (VI).
Varie esperienze portano Dal Molin a percorrere parte dell’arte moderna e contemporanea fino ad arrivare nel 1987 ad individuare un proprio percorso di lavoro. Inizialmente le opere manifestano un dialogo tra materiali (metalli, polveri, pigmenti). Rilievi e forme essenziali – concavi/convessi – tendono quasi ad azzerare il colore, rimangono solo delle velature “tracce del gesto del dipingere”.
Nella sua ricerca diventa sempre più importante l’interesse per la struttura e la costruzione del lavoro; l’esecuzione diretta dell’opera e la manualità concorrono al completamento del progetto. L’artista fa sua la scelta di colore/non colore, di luci/ombre, di bianco/nero, di essenzialità e rigore. Il lavoro si trasforma in modo molto libero.
Le sue opere vengono selezionate per la partecipazione alle collettive presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia nel 1984, 1989 e 1991; nel 1992 ha una sala personale presso la stessa Fondazione e nel 1993 è presente a DETERRITORIALE alla XLV Biennale di Venezia.
Nel 1996 presenta la serie dei “Cementi”; nel 1997 compare con forza il colore con elementi verticali e poi anche orizzontali, in un dialogo tra piani, curve e luci su pigmenti monocromi, dapprima e di contrasti intensi e profonde dissonanze poi; forme che racchiudono uno “spazio” vengono appoggiate a terra o appese alla parete; nulla viene tralasciato e tutto porta a formare un’idea di spazio in uno strettissimo rapporto tra pittura e scultura. La sua ricerca continua, come l’attività espositiva, con mostre personali e collettive.
13
ottobre 2012
Giuliano Dal Molin
Dal 13 ottobre al 30 novembre 2012
arte moderna e contemporanea
Location
ARTESILVA
Seregno, Via San Rocco, 64/66, (Milano)
Seregno, Via San Rocco, 64/66, (Milano)
Orario di apertura
Da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00, sabato su appuntamento
Vernissage
13 Ottobre 2012, dalle ore 17.00
Autore