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Giuliano Giuliani – Eco di parole nel silenzio
Le opere di Giuliano Giuliani sono pure, chiare visioni: oltre le regole codificate della pittura di genere, i suoi sofisticati paesaggi ed i suoi “Alfabeti muti” si aprono ad uno spazio mentale, dove la realtà diventa eco di parole nel silenzio.
Comunicato stampa
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Le opere di Giuliano Giuliani sono pure, chiare visioni: oltre le regole codificate della pittura di genere, i suoi sofisticati paesaggi si aprono ad uno spazio mentale, dove la realtà diventa eco di parole nel silenzio. I quadri della serie “Alfabeti muti” sono invece superfici campite da lettere non combinate in morfemi, ma sospese nel loro valore di segno. Restano grafemi dotati di proporzioni e modularità; disposti in maniera tanto casuale quanto diversa per ogni opera. Le lettere diventano cosi forme estetiche, scelte dall’artista per la piacevolezza che suscitano allo sguardo: non proferiscono che una bellezza priva di articolazione sonora su uno sfondo monocromo.
I paesaggi sono dipinti nei toni predominanti del grigio, del verde e del blu, in alcuni casi l’incidenza della luce è tale da favorire una densa vibratilità cromatica sulla base neutrale del colore. Le pennellate sono ampie ed una certa vaghezza del tratto deriva dalla propensione di Giuliani a togliere la materia dopo una prima stesura volutamente sovraccarica di colore. Un’operazione di riduzione che costituisce l’aspetto funzionale del quadro, poiché il senso ultimo dell’opera è in ciò che viene percepito dallo spettatore come mancante: la sua ricerca è l’invito che l’artista rivolge agli altri e a se stesso. Tornano le lettere, scritte in stampatello: nei paesaggi compongono frasi che, in assenza di titoli, forniscono una traccia per agevolare la comprensione dell’opera.
Nel quadro le scritte sono sempre situate in basso mentre la linea d’orizzonte tende ad essere alta, in sua assenza il campo di visione diventa un terreno da attraversare per intero con lo sguardo. La composizione bilanciata delle linee è confermata dalla presenza di arbusti con grandi chiome tondeggianti, che popolano i luoghi come presidi abbandonati. L’albero è emblema della solitudine, tanto dell’uomo quanto dell’artista, radicato in una realtà dove “io non possiedo che il mio corpo; un uomo completamente solo, col suo corpo soltanto, non può fermare i ricordi, gli passano attraverso. Non dovrei lagnarmi: il mio solo desiderio è stato d'esser libero”( J.P. Satre). Poiché la libertà consente la pienezza dell’espressione artistica, Giuliano Giuliani non indugia nel ripiegamento nichilista: egli persegue con grande consapevolezza del proprio mestiere la strada della pittura, nella certezza esistenzialista che “sei ciò che fai e fai ciò che sei. Non si scappa.” (G. Giuliani). Soprattutto di fronte alla superficie bianca di una tela.
Giuliano Giuliani vive e lavora a Roma. Fin da giovanissimo si è sempre dedicato alla pittura, in una ricerca continua caratterizzata da grande perseveranza e rigore intellettuale. Lavora per importanti gallerie ed ha all’attivo numerose mostre personali e collettive.
I paesaggi sono dipinti nei toni predominanti del grigio, del verde e del blu, in alcuni casi l’incidenza della luce è tale da favorire una densa vibratilità cromatica sulla base neutrale del colore. Le pennellate sono ampie ed una certa vaghezza del tratto deriva dalla propensione di Giuliani a togliere la materia dopo una prima stesura volutamente sovraccarica di colore. Un’operazione di riduzione che costituisce l’aspetto funzionale del quadro, poiché il senso ultimo dell’opera è in ciò che viene percepito dallo spettatore come mancante: la sua ricerca è l’invito che l’artista rivolge agli altri e a se stesso. Tornano le lettere, scritte in stampatello: nei paesaggi compongono frasi che, in assenza di titoli, forniscono una traccia per agevolare la comprensione dell’opera.
Nel quadro le scritte sono sempre situate in basso mentre la linea d’orizzonte tende ad essere alta, in sua assenza il campo di visione diventa un terreno da attraversare per intero con lo sguardo. La composizione bilanciata delle linee è confermata dalla presenza di arbusti con grandi chiome tondeggianti, che popolano i luoghi come presidi abbandonati. L’albero è emblema della solitudine, tanto dell’uomo quanto dell’artista, radicato in una realtà dove “io non possiedo che il mio corpo; un uomo completamente solo, col suo corpo soltanto, non può fermare i ricordi, gli passano attraverso. Non dovrei lagnarmi: il mio solo desiderio è stato d'esser libero”( J.P. Satre). Poiché la libertà consente la pienezza dell’espressione artistica, Giuliano Giuliani non indugia nel ripiegamento nichilista: egli persegue con grande consapevolezza del proprio mestiere la strada della pittura, nella certezza esistenzialista che “sei ciò che fai e fai ciò che sei. Non si scappa.” (G. Giuliani). Soprattutto di fronte alla superficie bianca di una tela.
Giuliano Giuliani vive e lavora a Roma. Fin da giovanissimo si è sempre dedicato alla pittura, in una ricerca continua caratterizzata da grande perseveranza e rigore intellettuale. Lavora per importanti gallerie ed ha all’attivo numerose mostre personali e collettive.
08
dicembre 2012
Giuliano Giuliani – Eco di parole nel silenzio
Dall'otto dicembre 2012 al 27 gennaio 2013
arte moderna e contemporanea
Location
GALLERIA ARTSINERGY
San Benedetto Del Tronto, Via Xx Settembre, 34, (Ascoli Piceno)
San Benedetto Del Tronto, Via Xx Settembre, 34, (Ascoli Piceno)
Orario di apertura
16,00-20,00
Vernissage
8 Dicembre 2012, h 18.00
Autore
Curatore