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Giuliano Koren – Indialquadrato
mostra di fotografia
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giuliano Koren studia comunicazione visiva e fotografia all’ISIA di Urbino.
Lavora come fotogiornalista per un quotidiano e impara a cogliere l’attimo, a sintetizzare il racconto di una situazione in singole immagini.
Nel 2003 presenta a Urbino la personale Sarà una giornata tranquilla, un reportage realizzato condividendo per nove mesi le esperienze di una squadra dei vigili del fuoco.
La sua fotografia diventa il mezzo per immergersi anima e cuore nella situazione da catturare, nello stare immancabilmente a stretto contatto con i soggetti per cogliere lo scatto ideale, quello più sincero.
La mostra:
Il reportage, realizzato nel gennaio 2006, racconta la storia di Giorgio Kriegsch, un italiano di origine austriaca che, nel 1975, per la prima volta entra in contatto con la realtà di Puri, un villaggio della regione dell’Orissa, in India. Qui conosce suor Amelia, che gli affida virtualmente 7 bambini.
La sfida è quella di trovare dei genitori “a distanza”.
Oggi quei bambini sono diventati 700.
Giorgio ha cambiato completamente la sua esistenza per sostenere il progetto, ha lasciato una vita da impiegato e nel 1992 ha preso i voti di un ordine indiano.
Raccoglie fondi attraverso concerti di musica tradizionale, tenuti nei centri culturali e di yoga in Italia e in Europa.
Tra gennaio e febbraio, ogni anno, Giorgio porta il denaro in India.
Fondamentale è l’incontro con padre Marian Zelazek, un missionario polacco recentemente scomparso (candidato per due anni consecutivi al Nobel per la pace), che ha operato in India per oltre 50 anni.
Padre Marian, sostenuto economicamente anche da Giorgio, ha costruito un villaggio destinato ad accogliere i lebbrosi e una scuola per i loro figli, che, pur non essendo malati, vengono emarginati dalla società.
Grazie alla presenza della
Beatrix School, a oltre 600 bambini vengono date le stesse possibilità dei coetanei nati da genitori sani.
Il lebbrosario, che ospita circa 400 famiglie, mira ad autogestirsi: al suo interno sono stati creati un panificio, una sartoria, una piccola struttura destinata alla fabbricazione di corde, un orto, un pollaio, un calzolaio.
Tutto questo per dare una seconda possibilità a chi, nella cultura indiana, viene considerato un paria, ovvero un intoccabile.
Tra queste due figure carismatiche si inseriscono le
Sisters of Charity, un gruppo di religiose che, oltre ad occuparsi di gestire il contatto tra genitori e figli a distanza, sono le indispensabili assistenti nell’operatività quotidiana nel lebbrosario e nella scuola, seguendo in prima persona anche tutti gli aspetti burocratici relativi ai rapporti con la banca.
Ogni bambino, infatti, ha un conto bancario intestato, dove vengono versati i contributi annuali dei genitori italiani.
Dalle festa di accoglienza dei bimbi fino alla gratitudine commossa dei lebbrosi: le foto trasmettono il filo di una storia cominciata oltre 30 anni fa.
Una storia fatta di incontri tra culture e religioni differenti, una vicenda in cui qualunque diversità viene superata in nome di un obiettivo comune: quello di donare una speranza a chi non ha nulla, a chi gioisce per le piccole cose, a chi, con un sorriso pieno che arriva al cuore, sa farti sentire parte della sua vita.
Lavora come fotogiornalista per un quotidiano e impara a cogliere l’attimo, a sintetizzare il racconto di una situazione in singole immagini.
Nel 2003 presenta a Urbino la personale Sarà una giornata tranquilla, un reportage realizzato condividendo per nove mesi le esperienze di una squadra dei vigili del fuoco.
La sua fotografia diventa il mezzo per immergersi anima e cuore nella situazione da catturare, nello stare immancabilmente a stretto contatto con i soggetti per cogliere lo scatto ideale, quello più sincero.
La mostra:
Il reportage, realizzato nel gennaio 2006, racconta la storia di Giorgio Kriegsch, un italiano di origine austriaca che, nel 1975, per la prima volta entra in contatto con la realtà di Puri, un villaggio della regione dell’Orissa, in India. Qui conosce suor Amelia, che gli affida virtualmente 7 bambini.
La sfida è quella di trovare dei genitori “a distanza”.
Oggi quei bambini sono diventati 700.
Giorgio ha cambiato completamente la sua esistenza per sostenere il progetto, ha lasciato una vita da impiegato e nel 1992 ha preso i voti di un ordine indiano.
Raccoglie fondi attraverso concerti di musica tradizionale, tenuti nei centri culturali e di yoga in Italia e in Europa.
Tra gennaio e febbraio, ogni anno, Giorgio porta il denaro in India.
Fondamentale è l’incontro con padre Marian Zelazek, un missionario polacco recentemente scomparso (candidato per due anni consecutivi al Nobel per la pace), che ha operato in India per oltre 50 anni.
Padre Marian, sostenuto economicamente anche da Giorgio, ha costruito un villaggio destinato ad accogliere i lebbrosi e una scuola per i loro figli, che, pur non essendo malati, vengono emarginati dalla società.
Grazie alla presenza della
Beatrix School, a oltre 600 bambini vengono date le stesse possibilità dei coetanei nati da genitori sani.
Il lebbrosario, che ospita circa 400 famiglie, mira ad autogestirsi: al suo interno sono stati creati un panificio, una sartoria, una piccola struttura destinata alla fabbricazione di corde, un orto, un pollaio, un calzolaio.
Tutto questo per dare una seconda possibilità a chi, nella cultura indiana, viene considerato un paria, ovvero un intoccabile.
Tra queste due figure carismatiche si inseriscono le
Sisters of Charity, un gruppo di religiose che, oltre ad occuparsi di gestire il contatto tra genitori e figli a distanza, sono le indispensabili assistenti nell’operatività quotidiana nel lebbrosario e nella scuola, seguendo in prima persona anche tutti gli aspetti burocratici relativi ai rapporti con la banca.
Ogni bambino, infatti, ha un conto bancario intestato, dove vengono versati i contributi annuali dei genitori italiani.
Dalle festa di accoglienza dei bimbi fino alla gratitudine commossa dei lebbrosi: le foto trasmettono il filo di una storia cominciata oltre 30 anni fa.
Una storia fatta di incontri tra culture e religioni differenti, una vicenda in cui qualunque diversità viene superata in nome di un obiettivo comune: quello di donare una speranza a chi non ha nulla, a chi gioisce per le piccole cose, a chi, con un sorriso pieno che arriva al cuore, sa farti sentire parte della sua vita.
30
settembre 2006
Giuliano Koren – Indialquadrato
Dal 30 settembre al 17 ottobre 2006
fotografia
Location
KNULP
Trieste, Via Della Madonna Del Mare, 7/a, (Trieste)
Trieste, Via Della Madonna Del Mare, 7/a, (Trieste)
Vernissage
30 Settembre 2006, ore 18.30
Autore