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Giuliano Matteucci / Riccardo Venturi
Dopo i reportage di Massimo Mastrorillo, Luca Nostri, Graciela Iturbide, Guy Tillim, quest’anno il sodalizio di Sant’Egidio e del Festival si sposta su due nuovi fronti, El Salvador e la Guinea Conackry: due paesi perlopiù fuori dalle cronache, ma entrambi vittime di uno stato di guerra che ha devastato le loro popolazioni, come raccontano i reportage di Giuliano Matteucci, Abitare Conakry,e Riccardo Venturi, Primero Dios !
Comunicato stampa
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In occasione del 40° anniversario della nascita della Comunità di Sant’Egidio, FotoGrafia rinnova una collaborazione sempre più consolidata negli anni e che ha dato modo al festival di spingere il proprio sguardo in quei paesi dove la Comunità opera. Dopo i reportage di Massimo Mastrorillo, Luca Nostri, Graciela Iturbide, Guy Tillim, quest’anno il sodalizio di Sant’Egidio e del Festival si sposta su due nuovi fronti, El Salvador e la Guinea Conackry: due paesi perlopiù fuori dalle cronache, ma entrambi vittime di uno stato di guerra che ha devastato le loro popolazioni, come raccontano i reportage di Giuliano Matteucci, Abitare Conakry,e Riccardo Venturi, Primero Dios ! esposti nella mostra promossa da Comune di Roma Sovraintendenza ai Beni Culturali.
Quest’anno Giuliano Matteucci è partito per la Guinea per seguire i medici della Comunità di Sant’Egidio, residenti nel quartiere di Ymbaya, alla periferia di Conackry, sulle orme di “Country Doctor” di Eugene Smith.
Ma mentre i medici lavorano, la vita dei loro pazienti continua. Giuliano ha passato così dieci giorni all’interno delle case delle famiglie del quartiere di Ymbaya, unici luoghi di intimità di una comunità che vive all’aperto.
Quel peregrinare gli ha permesso di incontrare persone prima ancora che ammalati, e di trasformare quelle stanze spoglie, eppure così particolari, in casse di risonanza di uno stato di esistenza.
La Guinea è un paese sull’orlo di una guerra civile, ma quegli ambienti, dove assurdamente spesso dominano enormi divani, in fondo a cui uomini e donne guardano dritto in macchina in una piena consapevolezza della loro posa, danno l’immagine di una dignità dell’uomo che oltrepassa condizioni sociali e di salute e legano indirettamente il lavoro di Giuliano Matteucci a quello di Smith, ponendo l’accento su un patto di fiducia, per Smith fra fotografo e lettore, per Matteucci anzitutto fra fotografo e il suo soggetto, che mette di fronte all’obiettività l’onestà della fotografia.
Un patto di fiducia e onestà analogo a quello che i membri della Comunità sono riusciti a stipulare con gli abitanti di un paese molto duro e che rende questo lavoro uno specchio degli effetti positivi del loro operare.
In El Salvador Sant’Egidio si occupa soprattutto di coordinare un lavoro di “comunità”, fatto dai poveri con i poveri, di coinvolgere nell’educazione dei più piccoli gli adolescenti che provengono da situazioni marginali a rischio, dove sempre più spesso imperversano le famose Maras, gang di giovani adolescenti cresciute nel mito della violenza, e di sostenere la Chiesa Cattolica.
La chiesa ha pagato in questa terra un prezzo altissimo per essersi schierata in difesa dei poveri, dell’umanità e della pace. Monsignor Romero, arcivescovo di S. Salvador, viene brutalmente assassinato per aver denunciato nelle sue omelie le violenze perpetrate dai militari, Romero era un idolo per tutti coloro che in quegli anni coltivavano un sogno di pace.
Riccardo Venturi ha girato il mondo inseguendo i drammi della guerra come quelli della prostituzione infantile, le dure eredità dei genocidi come quelle degli uragani. In questo lavoro ha voluto ritrarre i volti dei salvadoregni più bisognosi, volti sospesi tra la paura, la speranza e la fede, che, nonostante le difficoltà di una vita spesso al limite della sopravvivenza, alberga in molti di loro. Ci riporta così la vita delle persone legate alla comunità nel loro ambiente, mentre lavorano, dormono, giocano, dentro e fuori le loro abitazioni, in un mondo dove la miseria non riesce a sopraffare il desiderio di vivere.
Giuliano Matteucci è nato a Roma nel 1976, dove vive e lavora. Dal 2001 comincia la sua carriera di fotografo professionista. Fin dagli esordi ha collaborato con numerose fondazioni e organizzazioni della solidarietà tra le quali Comunità di S.Egidio, Amref, Croce Rossa, Fondazione Vodafone, Glocalforum riuscendo a dare un’immagine ai loro progetti. Per la comunità di Sant’Egidio, in particolare, ha curato il reportage Meulaboh/Atceh svolto in Indonesia immediatamente dopo lo tsunami. Ha svolto numerosi progetti per importanti istituzioni quali Comune di Roma, Regione Lazio e Regione Sardegna. Ha partecipato alle ultime tre passate dedizioni del Festival. Le sue foto sono apparse su importanti quotidiani e riviste nazionali e internazionali quali il National Geographic Italia, D di Repubblica, l’Espresso
Riccardo Venturi è nato a Roma nel 1966, intraprende la carriera di fotogiornalista nel 1989 dedicandosi alle tematiche di carattere sociale. Nel 1997 vince il World Press Photo per i suoi servizi sulla guerra in Afghanistan , e nel 1999 riceve la menzione d’onore del Leica Medal of Excellence con le sue foto sul conflitto in Kosovo. Nel marzo 1999 esce il suo primo libro e nel 2003 pubblica 'Afghanistan - Il Nodo del Tempo', risultato del suo lavoro (1996 - 2003) sul paese con un testo di Alberto Cairo. Dal 2001 è nello staff di Contrasto.
Quest’anno Giuliano Matteucci è partito per la Guinea per seguire i medici della Comunità di Sant’Egidio, residenti nel quartiere di Ymbaya, alla periferia di Conackry, sulle orme di “Country Doctor” di Eugene Smith.
Ma mentre i medici lavorano, la vita dei loro pazienti continua. Giuliano ha passato così dieci giorni all’interno delle case delle famiglie del quartiere di Ymbaya, unici luoghi di intimità di una comunità che vive all’aperto.
Quel peregrinare gli ha permesso di incontrare persone prima ancora che ammalati, e di trasformare quelle stanze spoglie, eppure così particolari, in casse di risonanza di uno stato di esistenza.
La Guinea è un paese sull’orlo di una guerra civile, ma quegli ambienti, dove assurdamente spesso dominano enormi divani, in fondo a cui uomini e donne guardano dritto in macchina in una piena consapevolezza della loro posa, danno l’immagine di una dignità dell’uomo che oltrepassa condizioni sociali e di salute e legano indirettamente il lavoro di Giuliano Matteucci a quello di Smith, ponendo l’accento su un patto di fiducia, per Smith fra fotografo e lettore, per Matteucci anzitutto fra fotografo e il suo soggetto, che mette di fronte all’obiettività l’onestà della fotografia.
Un patto di fiducia e onestà analogo a quello che i membri della Comunità sono riusciti a stipulare con gli abitanti di un paese molto duro e che rende questo lavoro uno specchio degli effetti positivi del loro operare.
In El Salvador Sant’Egidio si occupa soprattutto di coordinare un lavoro di “comunità”, fatto dai poveri con i poveri, di coinvolgere nell’educazione dei più piccoli gli adolescenti che provengono da situazioni marginali a rischio, dove sempre più spesso imperversano le famose Maras, gang di giovani adolescenti cresciute nel mito della violenza, e di sostenere la Chiesa Cattolica.
La chiesa ha pagato in questa terra un prezzo altissimo per essersi schierata in difesa dei poveri, dell’umanità e della pace. Monsignor Romero, arcivescovo di S. Salvador, viene brutalmente assassinato per aver denunciato nelle sue omelie le violenze perpetrate dai militari, Romero era un idolo per tutti coloro che in quegli anni coltivavano un sogno di pace.
Riccardo Venturi ha girato il mondo inseguendo i drammi della guerra come quelli della prostituzione infantile, le dure eredità dei genocidi come quelle degli uragani. In questo lavoro ha voluto ritrarre i volti dei salvadoregni più bisognosi, volti sospesi tra la paura, la speranza e la fede, che, nonostante le difficoltà di una vita spesso al limite della sopravvivenza, alberga in molti di loro. Ci riporta così la vita delle persone legate alla comunità nel loro ambiente, mentre lavorano, dormono, giocano, dentro e fuori le loro abitazioni, in un mondo dove la miseria non riesce a sopraffare il desiderio di vivere.
Giuliano Matteucci è nato a Roma nel 1976, dove vive e lavora. Dal 2001 comincia la sua carriera di fotografo professionista. Fin dagli esordi ha collaborato con numerose fondazioni e organizzazioni della solidarietà tra le quali Comunità di S.Egidio, Amref, Croce Rossa, Fondazione Vodafone, Glocalforum riuscendo a dare un’immagine ai loro progetti. Per la comunità di Sant’Egidio, in particolare, ha curato il reportage Meulaboh/Atceh svolto in Indonesia immediatamente dopo lo tsunami. Ha svolto numerosi progetti per importanti istituzioni quali Comune di Roma, Regione Lazio e Regione Sardegna. Ha partecipato alle ultime tre passate dedizioni del Festival. Le sue foto sono apparse su importanti quotidiani e riviste nazionali e internazionali quali il National Geographic Italia, D di Repubblica, l’Espresso
Riccardo Venturi è nato a Roma nel 1966, intraprende la carriera di fotogiornalista nel 1989 dedicandosi alle tematiche di carattere sociale. Nel 1997 vince il World Press Photo per i suoi servizi sulla guerra in Afghanistan , e nel 1999 riceve la menzione d’onore del Leica Medal of Excellence con le sue foto sul conflitto in Kosovo. Nel marzo 1999 esce il suo primo libro e nel 2003 pubblica 'Afghanistan - Il Nodo del Tempo', risultato del suo lavoro (1996 - 2003) sul paese con un testo di Alberto Cairo. Dal 2001 è nello staff di Contrasto.
05
aprile 2008
Giuliano Matteucci / Riccardo Venturi
Dal 05 aprile al 04 maggio 2008
fotografia
Location
MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERE
Roma, Piazza Di Sant'egidio, 1B, (Roma)
Roma, Piazza Di Sant'egidio, 1B, (Roma)
Biglietti
Biglietto integrato Mostre + Museo:Intero: € 5,50 Ridotto: € 4.00. gratuito per le categorie previste dalla legge vigente
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00
Ufficio stampa
ZETEMA
Autore