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Giuliano Menegon – Playtime
Nelle opere in mostra compaiono le ombre, indistinte e incombenti, dei fantasmi del dolore, della morte, della paura, scomodi compagni di viaggio che l’autore tenta di esorcizzare velandone l’identità, imprigionandoli nel chiarore opaco degli sfondi.
Comunicato stampa
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GIULIANO MENEGON
Playtime
Verrà inaugurata il prossimo 9 ottobre nello spazio di Entr’acte, Playtime, una personale di Giuliano Menegon, il cui titolo fa riferimento ad una lirica di Paul Celan, tratta dalla raccolta Schneepart (Parte di neve) e dedicata all’omonimo film di Jacques Tati, dove si evoca un uomo che “esce dalle file”, in un istante che sembra arrestarsi.
Nel suo ormai consolidato percorso, iniziato nei primi anni Settanta, Giuliano Menegon ha intrecciato, attraverso la pittura, un serrato dialogo con la poesia e la narrativa contemporanea, spaziando da Montale a Campana, da Rilke a Ezra Pound, autori che lo hanno accompagnato nel viaggio all’interno di sé, nel quale – com’egli stesso annota – “l’artista comincia a guardarsi allo specchio, non guarda più fuori, penetra dentro di sé sempre più profondamente, vuole arrivare al cuore dell’uomo”.
Gradualmente e in particolare assimilando la lezione ossessiva, ma lucida, di Thomas Bernhard, e in seguito di Paul Celan, lo sguardo di Menegon si è allontanato, rivolto fuori di sé a cercare nel mondo, nelle sue vicende tragiche, nuove risposte.
“Così – è ancora l’autore che parla – nei miei quadri sono comparsi i fantasmi del dolore, della morte, della paura, compagni di viaggio molto scomodi, nemici da esorcizzare”.
Nelle opere in mostra compaiono le loro ombre, indistinte e incombenti, imprigionate nel chiarore opaco degli sfondi, estremo interrogativo sull’identità umana e, insieme, ricerca di una autenticità che esita a manifestarsi ma è forse già presente. Perché, recita un verso di Celan, “Wahr spricht, wer Schatten spricht”: “dice verità chi dice ombra”.
Giuliano Menegon è nato a Venezia il 26 febbraio 1945. Da molti anni vive a Genova, dove si è laureato in Storia dell’Arte con Corrado Maltese. A partire dal 1972 ha tenuto personali nelle principali città italiane e all’estero. Nel 1996 il Museo d’arte contemporanea di Villa Croce gli ha dedicato una mostra (“Da Montale. Trascrizioni visive 1976-1992”) curata da Sandra Solimano. Nel 2006 una sua ampia esposizione, (“Ricorda con me”, a cura di Matteo Fochessati e Sandra Solimano), è stata allestita nella Loggia degli Abati del Palazzo Ducale di Genova. Da Entr’acte ha partecipato, nel marzo di quest’anno, alla rassegna “Linea d’ombra” e dal prossimo 11 ottobre sarà tra i protagonisti de “Lo specchio e l’ombra. Il volto umano fra identità e differenza”, nel Palazzo Nicolosio Lomellino di Strada Nuova.
Playtime
Verrà inaugurata il prossimo 9 ottobre nello spazio di Entr’acte, Playtime, una personale di Giuliano Menegon, il cui titolo fa riferimento ad una lirica di Paul Celan, tratta dalla raccolta Schneepart (Parte di neve) e dedicata all’omonimo film di Jacques Tati, dove si evoca un uomo che “esce dalle file”, in un istante che sembra arrestarsi.
Nel suo ormai consolidato percorso, iniziato nei primi anni Settanta, Giuliano Menegon ha intrecciato, attraverso la pittura, un serrato dialogo con la poesia e la narrativa contemporanea, spaziando da Montale a Campana, da Rilke a Ezra Pound, autori che lo hanno accompagnato nel viaggio all’interno di sé, nel quale – com’egli stesso annota – “l’artista comincia a guardarsi allo specchio, non guarda più fuori, penetra dentro di sé sempre più profondamente, vuole arrivare al cuore dell’uomo”.
Gradualmente e in particolare assimilando la lezione ossessiva, ma lucida, di Thomas Bernhard, e in seguito di Paul Celan, lo sguardo di Menegon si è allontanato, rivolto fuori di sé a cercare nel mondo, nelle sue vicende tragiche, nuove risposte.
“Così – è ancora l’autore che parla – nei miei quadri sono comparsi i fantasmi del dolore, della morte, della paura, compagni di viaggio molto scomodi, nemici da esorcizzare”.
Nelle opere in mostra compaiono le loro ombre, indistinte e incombenti, imprigionate nel chiarore opaco degli sfondi, estremo interrogativo sull’identità umana e, insieme, ricerca di una autenticità che esita a manifestarsi ma è forse già presente. Perché, recita un verso di Celan, “Wahr spricht, wer Schatten spricht”: “dice verità chi dice ombra”.
Giuliano Menegon è nato a Venezia il 26 febbraio 1945. Da molti anni vive a Genova, dove si è laureato in Storia dell’Arte con Corrado Maltese. A partire dal 1972 ha tenuto personali nelle principali città italiane e all’estero. Nel 1996 il Museo d’arte contemporanea di Villa Croce gli ha dedicato una mostra (“Da Montale. Trascrizioni visive 1976-1992”) curata da Sandra Solimano. Nel 2006 una sua ampia esposizione, (“Ricorda con me”, a cura di Matteo Fochessati e Sandra Solimano), è stata allestita nella Loggia degli Abati del Palazzo Ducale di Genova. Da Entr’acte ha partecipato, nel marzo di quest’anno, alla rassegna “Linea d’ombra” e dal prossimo 11 ottobre sarà tra i protagonisti de “Lo specchio e l’ombra. Il volto umano fra identità e differenza”, nel Palazzo Nicolosio Lomellino di Strada Nuova.
09
ottobre 2018
Giuliano Menegon – Playtime
Dal 09 ottobre al 03 novembre 2018
arte contemporanea
Location
ENTR’ACTE
Genova, Via Di Sant'agnese, 19r, (Genova)
Genova, Via Di Sant'agnese, 19r, (Genova)
Orario di apertura
da mercoledì a venerdì ore 16-19
Vernissage
9 Ottobre 2018, ore 18
Autore
Curatore