Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
-
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
-
Giulio Agostino
L’impegno culturale della Regione Piemonte si esprime in diverse direzioni, tra cui l’organizzazione di mostre relative agli artisti che operano sul territorio. In tale ambito s’inserisce la personale di Giulio Agostino.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
«Caduti i fiori - tra i rami degli alberi il tempio appare.» Buson
A quasi un anno dalla mostra a Villa Boselli di Arma di Taggia, Giulio Agostino ritorna ad incontrare il pubblico con questa personale nelle nuove sale del Piemonte Artistico e Culturale, nella centrale Piazza Solferino.
I suoi lavori si collocano all'interno di un particolare naturalismo, in un mondo di ondeggianti colline, di una visione che evoca «itinerari arcadici» ricchi di fascino e i versi del giapponese Buson, pseudonimo di Yosa Buson (1716-1783).
Fantasia, essenzialità espressiva, colore contenuto entro il registro di una limpida luminosità, contribuiscono a delineare la misura di un dipingere che nasce dall'impiego di un fondo del tutto particolare, realizzato con un impasto materico composto da sabbie con resine acriliche e materiali edili.
E da questa miscela, prendono forma superfici granulate che conferiscono alle immagini una vera e propria consistenza, una piacevole resa del soggetto scandito in un luminoso spazio atmosferico. E quella luminosità di cui parla Gian Giorgio Massara nell'indicare i suoi «dipinti gioiosi, calibrati nei rapporti cromatici (...) che traggono ispirazione dalle Langhe del Monferrato...».
Esperto di graphic design e di comunicazione, Agostino ha frequentato il corso libero del nudo dell'Accademia Albertina raggiungendo una propria e indiscussa misura compositiva capace di delineare un universo di matasse vegetali, di solchi lungo dorsali inondati dal sole, di colline accese dai rossi papaveri che arricchiscono il paesaggio.
In ogni caso, l'artista torinese non si limita a ricreare fotograficamente la realtà o i dintorni della sua casa nell'astigiano, ma ridefinisce luoghi e orizzonti e aree geografiche che non sono immediatamente identificabili
o riconoscibili perchè materializzano sulla tela una visione interiore, l'incanto incorporeo della luce, la magia del colore.
I suoi quadri rinnovano l'attenzione per le vetrate delle cattedrali, mentre il paesaggio agreste è strutturato secondo una armoniosa connessione di tessere che riconducono alla suggestione dei mosaici antichi.
E così le nuvole e i caldi colori autunnali, la limpida e fresca primavera e le vedute al chiaro di luna, le marine e un'isola verdeggiante, stabiliscono un determinante rapporto tra il segno-colore dell'artista e l'ambiente e un «metafisico silenzio...un paese di incanti» (Marta Concina).
La terra madre, la chioma dell'albero nel vento, la trama di un sentimento che si fa veduta, emergono attraverso la cadenza dei delicati verdi, dei gialli, dei neri profondi e intensi, venati di memorie e di modulazioni sonore.
Modulazioni di terre percorse da una umanità migrante, da giovanili emozioni e da pavesiani incontri:«Era intorno il sentore di queste colline/ più profondo dell'ombra, e d'un tratto suonò/ come uscisse da queste colline, una voce più netta/ e aspra insieme, una voce di tempi perduti».
Riemergono dalle «tavole» di Agostino percorsi e rivelazioni di un paesaggio sognato, vissuto, amato.
Angelo Mistrangelo
A quasi un anno dalla mostra a Villa Boselli di Arma di Taggia, Giulio Agostino ritorna ad incontrare il pubblico con questa personale nelle nuove sale del Piemonte Artistico e Culturale, nella centrale Piazza Solferino.
I suoi lavori si collocano all'interno di un particolare naturalismo, in un mondo di ondeggianti colline, di una visione che evoca «itinerari arcadici» ricchi di fascino e i versi del giapponese Buson, pseudonimo di Yosa Buson (1716-1783).
Fantasia, essenzialità espressiva, colore contenuto entro il registro di una limpida luminosità, contribuiscono a delineare la misura di un dipingere che nasce dall'impiego di un fondo del tutto particolare, realizzato con un impasto materico composto da sabbie con resine acriliche e materiali edili.
E da questa miscela, prendono forma superfici granulate che conferiscono alle immagini una vera e propria consistenza, una piacevole resa del soggetto scandito in un luminoso spazio atmosferico. E quella luminosità di cui parla Gian Giorgio Massara nell'indicare i suoi «dipinti gioiosi, calibrati nei rapporti cromatici (...) che traggono ispirazione dalle Langhe del Monferrato...».
Esperto di graphic design e di comunicazione, Agostino ha frequentato il corso libero del nudo dell'Accademia Albertina raggiungendo una propria e indiscussa misura compositiva capace di delineare un universo di matasse vegetali, di solchi lungo dorsali inondati dal sole, di colline accese dai rossi papaveri che arricchiscono il paesaggio.
In ogni caso, l'artista torinese non si limita a ricreare fotograficamente la realtà o i dintorni della sua casa nell'astigiano, ma ridefinisce luoghi e orizzonti e aree geografiche che non sono immediatamente identificabili
o riconoscibili perchè materializzano sulla tela una visione interiore, l'incanto incorporeo della luce, la magia del colore.
I suoi quadri rinnovano l'attenzione per le vetrate delle cattedrali, mentre il paesaggio agreste è strutturato secondo una armoniosa connessione di tessere che riconducono alla suggestione dei mosaici antichi.
E così le nuvole e i caldi colori autunnali, la limpida e fresca primavera e le vedute al chiaro di luna, le marine e un'isola verdeggiante, stabiliscono un determinante rapporto tra il segno-colore dell'artista e l'ambiente e un «metafisico silenzio...un paese di incanti» (Marta Concina).
La terra madre, la chioma dell'albero nel vento, la trama di un sentimento che si fa veduta, emergono attraverso la cadenza dei delicati verdi, dei gialli, dei neri profondi e intensi, venati di memorie e di modulazioni sonore.
Modulazioni di terre percorse da una umanità migrante, da giovanili emozioni e da pavesiani incontri:«Era intorno il sentore di queste colline/ più profondo dell'ombra, e d'un tratto suonò/ come uscisse da queste colline, una voce più netta/ e aspra insieme, una voce di tempi perduti».
Riemergono dalle «tavole» di Agostino percorsi e rivelazioni di un paesaggio sognato, vissuto, amato.
Angelo Mistrangelo
24
marzo 2009
Giulio Agostino
Dal 24 marzo all'otto aprile 2009
arte contemporanea
Location
PIEMONTE ARTISTICO CULTURALE
Torino, Piazza Solferino , 7 , (Torino)
Torino, Piazza Solferino , 7 , (Torino)
Orario di apertura
Dal lunedì al sabato 15,30 – 19,30. Domenica e festivi chiuso
Vernissage
24 Marzo 2009, ore 18
Autore
Curatore