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Giulio Mosca – Antologica 1978-2008
Entità fisiche misteriose e solitarie opposte a silhouettes d’individui umani, oltre che di luoghi architettonici e paesaggistici, condotte con indicazioni grafiche sommarie, rapide e leggere, senza facili piacevolezze estetiche
Comunicato stampa
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La personale di Giulio Mosca alla Fondazione Peano intende documentare trent’anni di attività dell’artista originario di Cassano in Irpinia ma di formazione torinese, proponendo una scelta molteplice di forme plastiche tridimensionali a confronto con segni, colori e immagini bidimensionali, la figurazione accostata e alternata all’astrazione, entità fisiche misteriose e solitarie opposte a silhouettes d’individui umani, oltre che di luoghi architettonici e paesaggistici, condotte con indicazioni grafiche sommarie, rapide e leggere, senza facili piacevolezze estetiche.
Giulio Mosca ha percorso in prima persona la stagione avventurosa delle neoavanguardie affermatesi a Torino tra gli anni Sessanta e Settanta, partecipando all’elaborazione di una nuova visione della società, prim’ancora che dell’arte, avviata dalla generazione dei giovani contestatori che al gallerista Gian Enzo Sperone proponevano linguaggi visivi e messaggi concettuali totalmente spiazzanti e sovvertitori dei valori culturali consolidati. Da qui scaturiscono esperienze di lavoro e relazioni amichevoli, con cui Mosca si è misurato, avviandosi progressivamente alla definizione di un proprio repertorio d’immagini e di contenuti ideali, da comunicare con il medium della scultura associato a quelli della pittura e della fotografia. Le opere in mostra sono tratte dalle serie dei profeti, dell’apocalisse, delle tracce, dell’angelo, della croce, dell’iconologico, degli elementi e della cosmogonia, e permettono di entrare in contatto con quella che è la poetica delle forme visibili di Mosca, che si dischiudono sui mondi dell’inesistente, da esperire come testimonianze del caos interiore dell’uomo, delle sue contraddizioni, ma anche del suo bisogno di inseguire le impronte ineffabili del divino
Giulio Mosca ha percorso in prima persona la stagione avventurosa delle neoavanguardie affermatesi a Torino tra gli anni Sessanta e Settanta, partecipando all’elaborazione di una nuova visione della società, prim’ancora che dell’arte, avviata dalla generazione dei giovani contestatori che al gallerista Gian Enzo Sperone proponevano linguaggi visivi e messaggi concettuali totalmente spiazzanti e sovvertitori dei valori culturali consolidati. Da qui scaturiscono esperienze di lavoro e relazioni amichevoli, con cui Mosca si è misurato, avviandosi progressivamente alla definizione di un proprio repertorio d’immagini e di contenuti ideali, da comunicare con il medium della scultura associato a quelli della pittura e della fotografia. Le opere in mostra sono tratte dalle serie dei profeti, dell’apocalisse, delle tracce, dell’angelo, della croce, dell’iconologico, degli elementi e della cosmogonia, e permettono di entrare in contatto con quella che è la poetica delle forme visibili di Mosca, che si dischiudono sui mondi dell’inesistente, da esperire come testimonianze del caos interiore dell’uomo, delle sue contraddizioni, ma anche del suo bisogno di inseguire le impronte ineffabili del divino
08
novembre 2008
Giulio Mosca – Antologica 1978-2008
Dall'otto al 22 novembre 2008
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE PEANO
Cuneo, Corso Francia, 47, (Cuneo)
Cuneo, Corso Francia, 47, (Cuneo)
Orario di apertura
feriali e festivi 16.30-19. Chiuso il lunedì
Vernissage
8 Novembre 2008, ore 17
Autore
Curatore