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GIULIO PAOLINI. TUTTO E NIENTE
La Galleria Christian Stein presenta l’esposizione personale di Giulio Paolini (Genova, 1940) dal titolo
Tutto e niente. In mostra 5 opere affrontano temi quali la figura dell’autore e l’arte come dimensione dell’assoluto, declinate secondo il vocabolario fondante del linguaggio paoliniano.
Comunicato stampa
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La Galleria Christian Stein presenta l’esposizione personale di Giulio Paolini (Genova, 1940) dal titolo Tutto e niente. L’artista ha esposto per la prima volta in Galleria a Torino quasi sessant’anni fa, nel 1967, e poi, regolarmente, per tutta la sua carriera, fino alla recente personale a Milano nel 2020.
In mostra cinque lavori di cui quattro inediti. Opere che affrontano temi quali la figura dell’autore e l’arte come dimensione dell’assoluto, declinate secondo il vocabolario fondante del linguaggio paoliniano.
Al centro dell’ambiente campeggia L’anima in posa, 2023, nelle parole di Paolini: la figura femminile sembra intenta a disperdere o a raccogliere fogli bianchi (gli stati d’animo) che cadono al suolo. Ogni foglio, liberato nell’aria dalla mano della figura, “incontra” un suo uguale e disegna il profilo del fuggevole contatto appena avvenuto. Le linee a matita fissano così le tracce di una coincidenza ormai dissolta.
Sulla parete di destra è collocata l’opera Delfo (V) (2022) che, come dichiara Paolini, presenta ancora l’autore, visto di spalle, che si inoltra fra due ali di statue antiche le quali sembrano assistere, e forse dar senso, al suo percorso.
In linea con le quattro versioni precedenti dell’omonima serie di “autoritratti” – realizzati rispettivamente nel 1965, 1968, 1977 e 1997 – l’autore non rivela alcun responso oracolare, ma, al contrario, si pone in ascolto, in atteggiamento di contemplazione. Il suo sguardo inscrive una prospettiva temporale, che individua nella classicità un contesto di riferimento.
Nella parete di fondo si scorge l’installazione In cornice, 2023 così descritta dall’artista: una modella (la Musa?) esita a scegliere se e come mostrarsi e sembra affidarsi all’eventualità del modo di apparire. Tutto è dunque detto (o non detto), nascosto o in cornice nel momento stesso che precede la rivelazione dell’immagine.
Il gesto della figura, incerta nella scelta dell’una o dell’altra cornice, evoca il divenire stesso di un’opera. In questa incessante danza delle cornici, una di esse, come fosse stata scelta tra le altre, si trova esposta alla parete.
E infine sulla parete di sinistra, conclude Paolini: Siamo così giunti al punto dove ogni conclusione deve giungere per essere creduta, ovvero al Tutto e niente (2023) che presenta, e nasconde, i segni di un universo sempre uguale a se stesso. La visione che si offre ai nostri occhi è tutt'altro che virginale, è anzi un mosaico composto dalle tante tessere che costituiscono il cielo stellato delle immagini conosciute finora. Non solo, ma forse anche di quelle che potrebbero annunciarsi in seguito... È grazie all'eventualità che passato e futuro arrivino a sovrapporsi e a coincidere che possiamo credere all'ipotesi di un'immagine data per sempre o mai esistita.
Nove pannelli caratterizzati da figure geometriche traforate ospitano frammenti cartacei di immagini disparate (opere della storia dell’arte, figure, vedute ecc.), tratte dalle diverse fonti presenti negli archivi dello studio dell’artista. I frammenti, di incerta identificazione, formano una costellazione di ignota origine.
L’allestimento di Giulio Paolini in Corso Monforte è estraneo a ogni riflessione sulla realtà corrente per condurre il visitatore in un percorso denso di interrogativi sullo statuto dell’opera d’arte, il ruolo dell’artista e il mistero della bellezza.
In procinto di compiere 83 anni, l’artista continua, con la passione e il rigore di sempre, a elaborare nuove formulazioni visive dei temi che hanno contraddistinto la sua riflessione concettuale a partire dagli anni Sessanta.
È attualmente in corso un’altra personale di Giulio Paolini dal titolo Et in Arcadia ego, presso i Musei Civici di Verona – Galleria d’Arte Moderna Achille Forti (dal 15 ottobre 2023 al 3 marzo 2024), in collaborazione con ArtVerona.
In mostra cinque lavori di cui quattro inediti. Opere che affrontano temi quali la figura dell’autore e l’arte come dimensione dell’assoluto, declinate secondo il vocabolario fondante del linguaggio paoliniano.
Al centro dell’ambiente campeggia L’anima in posa, 2023, nelle parole di Paolini: la figura femminile sembra intenta a disperdere o a raccogliere fogli bianchi (gli stati d’animo) che cadono al suolo. Ogni foglio, liberato nell’aria dalla mano della figura, “incontra” un suo uguale e disegna il profilo del fuggevole contatto appena avvenuto. Le linee a matita fissano così le tracce di una coincidenza ormai dissolta.
Sulla parete di destra è collocata l’opera Delfo (V) (2022) che, come dichiara Paolini, presenta ancora l’autore, visto di spalle, che si inoltra fra due ali di statue antiche le quali sembrano assistere, e forse dar senso, al suo percorso.
In linea con le quattro versioni precedenti dell’omonima serie di “autoritratti” – realizzati rispettivamente nel 1965, 1968, 1977 e 1997 – l’autore non rivela alcun responso oracolare, ma, al contrario, si pone in ascolto, in atteggiamento di contemplazione. Il suo sguardo inscrive una prospettiva temporale, che individua nella classicità un contesto di riferimento.
Nella parete di fondo si scorge l’installazione In cornice, 2023 così descritta dall’artista: una modella (la Musa?) esita a scegliere se e come mostrarsi e sembra affidarsi all’eventualità del modo di apparire. Tutto è dunque detto (o non detto), nascosto o in cornice nel momento stesso che precede la rivelazione dell’immagine.
Il gesto della figura, incerta nella scelta dell’una o dell’altra cornice, evoca il divenire stesso di un’opera. In questa incessante danza delle cornici, una di esse, come fosse stata scelta tra le altre, si trova esposta alla parete.
E infine sulla parete di sinistra, conclude Paolini: Siamo così giunti al punto dove ogni conclusione deve giungere per essere creduta, ovvero al Tutto e niente (2023) che presenta, e nasconde, i segni di un universo sempre uguale a se stesso. La visione che si offre ai nostri occhi è tutt'altro che virginale, è anzi un mosaico composto dalle tante tessere che costituiscono il cielo stellato delle immagini conosciute finora. Non solo, ma forse anche di quelle che potrebbero annunciarsi in seguito... È grazie all'eventualità che passato e futuro arrivino a sovrapporsi e a coincidere che possiamo credere all'ipotesi di un'immagine data per sempre o mai esistita.
Nove pannelli caratterizzati da figure geometriche traforate ospitano frammenti cartacei di immagini disparate (opere della storia dell’arte, figure, vedute ecc.), tratte dalle diverse fonti presenti negli archivi dello studio dell’artista. I frammenti, di incerta identificazione, formano una costellazione di ignota origine.
L’allestimento di Giulio Paolini in Corso Monforte è estraneo a ogni riflessione sulla realtà corrente per condurre il visitatore in un percorso denso di interrogativi sullo statuto dell’opera d’arte, il ruolo dell’artista e il mistero della bellezza.
In procinto di compiere 83 anni, l’artista continua, con la passione e il rigore di sempre, a elaborare nuove formulazioni visive dei temi che hanno contraddistinto la sua riflessione concettuale a partire dagli anni Sessanta.
È attualmente in corso un’altra personale di Giulio Paolini dal titolo Et in Arcadia ego, presso i Musei Civici di Verona – Galleria d’Arte Moderna Achille Forti (dal 15 ottobre 2023 al 3 marzo 2024), in collaborazione con ArtVerona.
20
ottobre 2023
GIULIO PAOLINI. TUTTO E NIENTE
Dal 20 ottobre 2023 al 13 gennaio 2024
arte contemporanea
Location
Galleria Christian Stein
Milano, Corso Monforte, 23, (MI)
Milano, Corso Monforte, 23, (MI)
Orario di apertura
Da lunedì a venerdi 10 - 19,
Sabato 10 - 13 e 15 - 19
Sito web
Autore