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Giuseppe Biagi – Appunti e contrappunti
Paola Raffo Arte Contemporanea presenta, a cura di Alessandro Riva, la mostra di Giuseppe Biagi “Appunti e contrappunti”. L’esposizione presenterà opere recenti sui cicli dei mari, animali, persone.
Comunicato stampa
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Nella presentazione della mostra l'artista dice:
“Nel corso degli anni lo spazio dove dipingo ha acquistato nomi diversi di vie, è mutato nella disposizione e nella forma, vi si sono avvicendati panorami e prospettive. E ogni volta alla necessità di un trasloco s'è accompagnata l'esigenza di un cambiamento della pittura.
All'intima coerenza del dipingere spesso si preferisce un'immagine riconoscibile che rassicuri chi compra, chi vende e anche chi critica l'opera d'arte. Ho trascurato molto -credo anche pagandone il prezzo- questa presunta correttezza della riconoscibilità, in favore dell'esuberanza vitale del nuovo, della curiosità. I segreti delle case, le "case mute", la "lontana eco" di conchiglie, la migrazione dei fumi sulle colline. Ad ogni trasloco ho stracciato carte e sfatto tele, non trovando più il senso di certi lavori affaticati dall'eccesso di indagine, ma sicuro che la loro testimonianza sarebbe passata naturalmente nel nuovo che speravo di dipingere. Con l'ultimo cambio di spazio, più che distruggere pezzi mi sono trovato a riallacciare le costanti di certe presenze: uccelli, cani, paesaggi, migranti, su campiture che spazialmente e luministicamente delineano, certo, una forma di naturalismo, ma al contempo suggeriscono una decisa ambivalenza con l'astrattezza pittorica. Ieri la ferma contemplazione di una natura morta, oggi il momento, la speranza di cogliere la gestualità minima di persone o animali, per tentare di restituire l'intuizione di un'esistenza. Davanti al vuoto delle vetrine o di fronte al mare, soli o con un cane o cane, uccellino in gabbia o su un trespolo mentre si pulisce il becco, ragazzino in equilibrio sullo skate, formulano oggi la mia gamma pittorica. Non si tratta di un nuovo bestiario o umanario carichi di simbologie, sfumature teologiche e filosofiche, ne di un moraleggiare lirico, che dimostra l'ottusità dell'interpretazione di ciò che è inconoscibile, quanto la possibilità di dipingere, se ancora si dà il mistero e la poesia dell'esistenza.”
MOSTRE PERSONALI
2011 - “Da una terra all’altra”, Galleria Ceribelli, Bergamo.
2003 - “Da una terra all’altra”, Galleria Ceribelli, Bergamo.
2001 - “Racconti erranti”, Radium artis, Reggio Emilia. - “Altri racconti erranti”, Galleria Ghelfi, Vicenza.
2000 - “L’immagine deposta”, Palazzina Azzurra, San Benedetto del Tronto.
1998 - “Opere recenti”, Galleria Ceribelli, Bergamo. - “Opere recenti”, Galleria Paracelso, Bologna. - “Notturni e altre storie”, La Subbia, Pietrasanta.
1995 - “Colline”, AAB Comune di Brescia, Brescia. - “Litografie e acqueforti”, Galleria il Quadrato, Chieri.
1993 - “Opere su carta”, Galleria Ghelfi, Vicenza.
1992 - “Opere recenti”, Steffanoni Arte Contemporanea, Milano. - “Opere recenti”, Galleria Il Polittico, Roma. - “Giuseppe Biagi”, La Piazzetta dell’Arte, Forte dei Marmi.
1990 - “Acqueforti e pastelli”, Stanze del Segno, Sciacca. - “Opere recenti”, Galleria Forni, Bologna.
1989 - “Oli”, Galleria Dubè, Barcellona.
1988 - “Opere recenti”, Studio Steffanoni, Milano.
1987 - “Acquarelli e oli”, Galleria Nuages, Milano.
1984 - “Oli e pastelli”, Galleria Tino e Mirella Ghelfi, Vicenza.
Ha inoltre esposto in collettive nazionali e internazionali di cui ricordiamo la Quadriennale d’Arte di Roma al Palazzo delle Esposizioni di Roma del 1996 e l’invito nel 2011 alla 54.a Biennale d’Arte di Venezia curata da Vittorio Sgarbi.
Sue opere sono presenti nelle collezioni pubbliche del Museo d’Arte Moderna di Gallarate, alla Gamc di Viareggio, al Museo Epicentro di Gala di Barcellona, presso la Camera Dei Deputati di Montecitorio e al Museo Magi ‘900 di Pieve di Cento.
Si sono interessati al suo lavoro Manlio Cancogni, Giorgio Di Genova, Antonio Gnoli, Marco Goldin, Flaminio Gualdoni, Franco Marcoaldi, Alessandro Riva, Vittorio Sgarbi, Giorgio Soavi, Roberto Tassi e Marco Vallora.
Scrive Alessandro Riva in occasione della mostra:
“[…] La nuova, felicissima stagione della pittura di Giuseppe Biagi riassume, a saperla leggere, con una coerenza e insieme una freschezza rara e straordinariamente penetrante, elementi prelevati (quasi inconsciamente, come un fatto spontaneo e naturale, attivato forse a livello subcosciente, irrazionale, prima ancora che intenzionale e consapevole) direttamente dalle fasi precedenti, con un'aggiunta di leggerezza e di scioltezza del segno e dell'uso del colore che nei cicli precedenti erano meno evidenti e manifesti. La narrazione, infatti - se di narrazione si può parlare in quadri che tutto vogliono essere, fuorché, appunto, narrativi - procede a sbalzi, per immagini, per apparizioni, verrebbe quasi da dire: poiché tali appaiono per l'appunto le rarefatte figure di bagnanti, o di cani, o di migranti, o di bambini intenti a un gioco incerto ed elegante come quello d'una danza arcaica e favolosa. Non sono più - forse non sono mai state, dopotutto - storie "normali" e quotidiane d'oggi, quelle accennate, in pochi e rigorosi tratti e in altrettanto sobrie variazioni cromatiche, nei quadri di Biagi, oggi caratterizzati, come ha scritto Mina Gregori, da una "moderazione tonale che ricorda il magistero di Morandi"; sono, semmai, l'ombra, il riflesso, e in qualche modo anche l'essenza più profonda, di ciò che gli occhi ci portano a vedere intorno a noi, in una qualunque giornata, forse autunnale o settembrina, su una qualsiasi spiaggia versiliese: quasi il riflesso di un'occhiata sonnecchiante, immaginifica, di quelle proiettate ad occhi semichiusi, da un osservatore immerso in uno stato di semiveglia, di rêverie sognante e favolosa, nella quale le cose quotidiane si trasformano, come per l'azione d'una miracolosa trasformazione alchemica, in puro elemento pittorico, che a sua volta rimanda a tracce d'esistenza altra, lirica, soffusa: quelle immagini che davvero - per dirla con Bachelard e la sua poetique de la rêverie - "cantano la realtà", la trasfigurano, prima ancora di descriverla, in accenni poetici, appunti, cenni, brevi illuminazioni, quasi una traduzione visiva di gesti insieme semplici e paradigmatici. Appaiono, allora, quelli di Biagi, come le tracce lasciate sulla sabbia dagli elementi fondanti del reale (gesti, volti, sguardi, echi di suoni che sembrano provenire direttamente dalla trama della tela), anziché semplici presenze fisiche del nostro quotidiano: e al contempo l'occasione, ancora, per il pittore, di poter semplicemente, e sovranamente, dipingere - partendo da un pretesto, un ricordo, un cenno, l'impressione di un attimo che nel momento stesso in cui viene fissato sulla tela tende come per incanto a scomparire. È - come la definisce l'artista - la sua "gamma pittorica", oggi: un cane con uno sguardo stranamente umano, un canarino immortalato nella debole fissità d'un pomeriggio assolato, la sagoma d'un ragazzo che guarda, con aria pensierosa, verso l'orizzonte. […]”
“Nel corso degli anni lo spazio dove dipingo ha acquistato nomi diversi di vie, è mutato nella disposizione e nella forma, vi si sono avvicendati panorami e prospettive. E ogni volta alla necessità di un trasloco s'è accompagnata l'esigenza di un cambiamento della pittura.
All'intima coerenza del dipingere spesso si preferisce un'immagine riconoscibile che rassicuri chi compra, chi vende e anche chi critica l'opera d'arte. Ho trascurato molto -credo anche pagandone il prezzo- questa presunta correttezza della riconoscibilità, in favore dell'esuberanza vitale del nuovo, della curiosità. I segreti delle case, le "case mute", la "lontana eco" di conchiglie, la migrazione dei fumi sulle colline. Ad ogni trasloco ho stracciato carte e sfatto tele, non trovando più il senso di certi lavori affaticati dall'eccesso di indagine, ma sicuro che la loro testimonianza sarebbe passata naturalmente nel nuovo che speravo di dipingere. Con l'ultimo cambio di spazio, più che distruggere pezzi mi sono trovato a riallacciare le costanti di certe presenze: uccelli, cani, paesaggi, migranti, su campiture che spazialmente e luministicamente delineano, certo, una forma di naturalismo, ma al contempo suggeriscono una decisa ambivalenza con l'astrattezza pittorica. Ieri la ferma contemplazione di una natura morta, oggi il momento, la speranza di cogliere la gestualità minima di persone o animali, per tentare di restituire l'intuizione di un'esistenza. Davanti al vuoto delle vetrine o di fronte al mare, soli o con un cane o cane, uccellino in gabbia o su un trespolo mentre si pulisce il becco, ragazzino in equilibrio sullo skate, formulano oggi la mia gamma pittorica. Non si tratta di un nuovo bestiario o umanario carichi di simbologie, sfumature teologiche e filosofiche, ne di un moraleggiare lirico, che dimostra l'ottusità dell'interpretazione di ciò che è inconoscibile, quanto la possibilità di dipingere, se ancora si dà il mistero e la poesia dell'esistenza.”
MOSTRE PERSONALI
2011 - “Da una terra all’altra”, Galleria Ceribelli, Bergamo.
2003 - “Da una terra all’altra”, Galleria Ceribelli, Bergamo.
2001 - “Racconti erranti”, Radium artis, Reggio Emilia. - “Altri racconti erranti”, Galleria Ghelfi, Vicenza.
2000 - “L’immagine deposta”, Palazzina Azzurra, San Benedetto del Tronto.
1998 - “Opere recenti”, Galleria Ceribelli, Bergamo. - “Opere recenti”, Galleria Paracelso, Bologna. - “Notturni e altre storie”, La Subbia, Pietrasanta.
1995 - “Colline”, AAB Comune di Brescia, Brescia. - “Litografie e acqueforti”, Galleria il Quadrato, Chieri.
1993 - “Opere su carta”, Galleria Ghelfi, Vicenza.
1992 - “Opere recenti”, Steffanoni Arte Contemporanea, Milano. - “Opere recenti”, Galleria Il Polittico, Roma. - “Giuseppe Biagi”, La Piazzetta dell’Arte, Forte dei Marmi.
1990 - “Acqueforti e pastelli”, Stanze del Segno, Sciacca. - “Opere recenti”, Galleria Forni, Bologna.
1989 - “Oli”, Galleria Dubè, Barcellona.
1988 - “Opere recenti”, Studio Steffanoni, Milano.
1987 - “Acquarelli e oli”, Galleria Nuages, Milano.
1984 - “Oli e pastelli”, Galleria Tino e Mirella Ghelfi, Vicenza.
Ha inoltre esposto in collettive nazionali e internazionali di cui ricordiamo la Quadriennale d’Arte di Roma al Palazzo delle Esposizioni di Roma del 1996 e l’invito nel 2011 alla 54.a Biennale d’Arte di Venezia curata da Vittorio Sgarbi.
Sue opere sono presenti nelle collezioni pubbliche del Museo d’Arte Moderna di Gallarate, alla Gamc di Viareggio, al Museo Epicentro di Gala di Barcellona, presso la Camera Dei Deputati di Montecitorio e al Museo Magi ‘900 di Pieve di Cento.
Si sono interessati al suo lavoro Manlio Cancogni, Giorgio Di Genova, Antonio Gnoli, Marco Goldin, Flaminio Gualdoni, Franco Marcoaldi, Alessandro Riva, Vittorio Sgarbi, Giorgio Soavi, Roberto Tassi e Marco Vallora.
Scrive Alessandro Riva in occasione della mostra:
“[…] La nuova, felicissima stagione della pittura di Giuseppe Biagi riassume, a saperla leggere, con una coerenza e insieme una freschezza rara e straordinariamente penetrante, elementi prelevati (quasi inconsciamente, come un fatto spontaneo e naturale, attivato forse a livello subcosciente, irrazionale, prima ancora che intenzionale e consapevole) direttamente dalle fasi precedenti, con un'aggiunta di leggerezza e di scioltezza del segno e dell'uso del colore che nei cicli precedenti erano meno evidenti e manifesti. La narrazione, infatti - se di narrazione si può parlare in quadri che tutto vogliono essere, fuorché, appunto, narrativi - procede a sbalzi, per immagini, per apparizioni, verrebbe quasi da dire: poiché tali appaiono per l'appunto le rarefatte figure di bagnanti, o di cani, o di migranti, o di bambini intenti a un gioco incerto ed elegante come quello d'una danza arcaica e favolosa. Non sono più - forse non sono mai state, dopotutto - storie "normali" e quotidiane d'oggi, quelle accennate, in pochi e rigorosi tratti e in altrettanto sobrie variazioni cromatiche, nei quadri di Biagi, oggi caratterizzati, come ha scritto Mina Gregori, da una "moderazione tonale che ricorda il magistero di Morandi"; sono, semmai, l'ombra, il riflesso, e in qualche modo anche l'essenza più profonda, di ciò che gli occhi ci portano a vedere intorno a noi, in una qualunque giornata, forse autunnale o settembrina, su una qualsiasi spiaggia versiliese: quasi il riflesso di un'occhiata sonnecchiante, immaginifica, di quelle proiettate ad occhi semichiusi, da un osservatore immerso in uno stato di semiveglia, di rêverie sognante e favolosa, nella quale le cose quotidiane si trasformano, come per l'azione d'una miracolosa trasformazione alchemica, in puro elemento pittorico, che a sua volta rimanda a tracce d'esistenza altra, lirica, soffusa: quelle immagini che davvero - per dirla con Bachelard e la sua poetique de la rêverie - "cantano la realtà", la trasfigurano, prima ancora di descriverla, in accenni poetici, appunti, cenni, brevi illuminazioni, quasi una traduzione visiva di gesti insieme semplici e paradigmatici. Appaiono, allora, quelli di Biagi, come le tracce lasciate sulla sabbia dagli elementi fondanti del reale (gesti, volti, sguardi, echi di suoni che sembrano provenire direttamente dalla trama della tela), anziché semplici presenze fisiche del nostro quotidiano: e al contempo l'occasione, ancora, per il pittore, di poter semplicemente, e sovranamente, dipingere - partendo da un pretesto, un ricordo, un cenno, l'impressione di un attimo che nel momento stesso in cui viene fissato sulla tela tende come per incanto a scomparire. È - come la definisce l'artista - la sua "gamma pittorica", oggi: un cane con uno sguardo stranamente umano, un canarino immortalato nella debole fissità d'un pomeriggio assolato, la sagoma d'un ragazzo che guarda, con aria pensierosa, verso l'orizzonte. […]”
20
luglio 2013
Giuseppe Biagi – Appunti e contrappunti
Dal 20 luglio all'undici agosto 2013
arte moderna e contemporanea
Location
PAOLA RAFFO ARTE CONTEMPORANEA
Pietrasanta, Via Padre Eugenio Barsanti, 11, (Lucca)
Pietrasanta, Via Padre Eugenio Barsanti, 11, (Lucca)
Orario di apertura
martedì a domenica ore 11-13 e 18-24
Vernissage
20 Luglio 2013, ore 19.00
Autore
Curatore