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Giuseppe Cecchini – Corpo Quotidiano
Alla bellezza dei colori “puri e saturi”, si contrappone la malinconia e la solitudine dell’uomo moderno.
Comunicato stampa
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Corpo quotidiano
Giuseppe Cecchini ha frequentato lo studio di altri artisti, quali Mauro Iori, Assunta Paravati e Andrea Volo. Da quest’ultimo prenderà lo spunto per “il puro piacere della pittura”, come valore quasi in via di estinzione in questo momento storico. Grazie agli insegnamenti del maestro Volo, l’arte di Giuseppe Cecchini si presenta facile alla lettura, perché ricorda l’essere, ricorda il quotidiano in tutte le sue sfaccettature, visibili o nascoste, nella sua ostinazione ad essere, ad apparire e a mostrarsi come vita, come fatica, come quotidiano.
Il corpo è il tema preferito da Cecchini per la ricerca dell’essenza dell’uomo, per la scoperta di gesti “antichi”, in una società dominata dalla tecnologia, che sta perdendo il senso della manualità e della veracità delle persone. Ma l’artista è dentro questa quotidianità, la vive e la rappresenta sulla tela con i colori o la incide, come se il segno volesse radicarsi e rimanere impresso come un tatuaggio nella nostra memoria.
I personaggi dipinti e incisi da Cecchini sono materici, quasi palpabili; i corpi sono espressivi e cromatici, senza essere mai ambigui, perché si coglie subito il senso o il gesto di ognuno di loro. Le pennellate dal sapore bruno e caldo, accendono ogni opera, mettono in rilievo quello che l’artista vuole far vedere all’osservatore. L’artista si è servito della storia dell’arte e, nelle sue opere, si assapora l’espressionismo preso in prestito da tutti quegli artisti che volevano accentuare i valori emozionali ed espressivi.
Dipingere per lui è un modo di essere, attraverso un’indagine interiore ma anche esplorazione del corpo, erotismo e colore e l’utilizzo dell’arte contemporanea diventa ancora più piacevole. Le opere dialogano con Edouard Manet, con Ernst Ludwig Kirchner, con Paul Gauguin nel periodo della Polinesia, passando per Giorgio De Chirico, dove personaggi solitari compiono movimenti naturali, che però risaltano e si stagliano su sfondi dal gusto metafisico.
Marta Cesaritti
Giuseppe Cecchini dipinge momenti intimi, quasi rubati alla quotidianità dei suoi personaggi.
Alla bellezza dei colori “puri e saturi”, si contrappone la malinconia e la solitudine dell’uomo moderno.
E’ proprio da questi opposti che nascono l’armonia e l’equilibrio che contraddistinguono la sua arte.
I personaggi sembrano sospesi nelle loro azioni, lasciano immaginare, a chi osserva, che l’atto non è fine se stesso ma continua nel tempo.
Questo è ciò che rende le opere di Giuseppe così vere: sono la trasposizione di parti di noi.
Nessuno escluso.
Andrea Guglielmo
Giuseppe Cecchini ha frequentato lo studio di altri artisti, quali Mauro Iori, Assunta Paravati e Andrea Volo. Da quest’ultimo prenderà lo spunto per “il puro piacere della pittura”, come valore quasi in via di estinzione in questo momento storico. Grazie agli insegnamenti del maestro Volo, l’arte di Giuseppe Cecchini si presenta facile alla lettura, perché ricorda l’essere, ricorda il quotidiano in tutte le sue sfaccettature, visibili o nascoste, nella sua ostinazione ad essere, ad apparire e a mostrarsi come vita, come fatica, come quotidiano.
Il corpo è il tema preferito da Cecchini per la ricerca dell’essenza dell’uomo, per la scoperta di gesti “antichi”, in una società dominata dalla tecnologia, che sta perdendo il senso della manualità e della veracità delle persone. Ma l’artista è dentro questa quotidianità, la vive e la rappresenta sulla tela con i colori o la incide, come se il segno volesse radicarsi e rimanere impresso come un tatuaggio nella nostra memoria.
I personaggi dipinti e incisi da Cecchini sono materici, quasi palpabili; i corpi sono espressivi e cromatici, senza essere mai ambigui, perché si coglie subito il senso o il gesto di ognuno di loro. Le pennellate dal sapore bruno e caldo, accendono ogni opera, mettono in rilievo quello che l’artista vuole far vedere all’osservatore. L’artista si è servito della storia dell’arte e, nelle sue opere, si assapora l’espressionismo preso in prestito da tutti quegli artisti che volevano accentuare i valori emozionali ed espressivi.
Dipingere per lui è un modo di essere, attraverso un’indagine interiore ma anche esplorazione del corpo, erotismo e colore e l’utilizzo dell’arte contemporanea diventa ancora più piacevole. Le opere dialogano con Edouard Manet, con Ernst Ludwig Kirchner, con Paul Gauguin nel periodo della Polinesia, passando per Giorgio De Chirico, dove personaggi solitari compiono movimenti naturali, che però risaltano e si stagliano su sfondi dal gusto metafisico.
Marta Cesaritti
Giuseppe Cecchini dipinge momenti intimi, quasi rubati alla quotidianità dei suoi personaggi.
Alla bellezza dei colori “puri e saturi”, si contrappone la malinconia e la solitudine dell’uomo moderno.
E’ proprio da questi opposti che nascono l’armonia e l’equilibrio che contraddistinguono la sua arte.
I personaggi sembrano sospesi nelle loro azioni, lasciano immaginare, a chi osserva, che l’atto non è fine se stesso ma continua nel tempo.
Questo è ciò che rende le opere di Giuseppe così vere: sono la trasposizione di parti di noi.
Nessuno escluso.
Andrea Guglielmo
30
maggio 2013
Giuseppe Cecchini – Corpo Quotidiano
Dal 30 maggio all'otto giugno 2013
arte contemporanea
Location
GALLERIA LE OPERE
Roma, Via Di Monte Giordano, 27, (Roma)
Roma, Via Di Monte Giordano, 27, (Roma)
Orario di apertura
Dal mercoledi al sabato 16.00 - 20.00
Vernissage
30 Maggio 2013, Ore 18.30
Autore
Curatore