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Giuseppe Chiari – Sinfonie cromatiche
Tutti gli aspetti del mondo musicale e sonoro vengono traslati nell’arte figurativa
Comunicato stampa
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Giuseppe Chiari nasce a Firenze nel 1926, in seguito agli studi, in ingegneria e pianoforte , inizia la sua carriera artistica, come ricercatore musicale, le sue prime composizioni sperimentali risalgono al 1950.
Dopo l’incontro con John Cage, “teorico e compositore americano”, Chiari aderisce nel 1962, all’importante movimento artistico internazionale “Fluxus”, con l’opera “Gesti sul piano”e poi entrerà nella corrente sperimentale della “Poesia visiva Gruppo 70”, formata da L. Pignotti , L. Marcucci e altri.
Giuseppe Chiari è un’artista estremamente poliedrico, dinamico e poetico, i suoi Happening e le sue Performance, degli anni 60 e 70, tendono a concepire la realtà espressiva come un tutt’uno “Monade”, che racchiude in se, tutte le potenzialità ideali e tecniche. Egli è la concettualità che in un processo entropico scarica tutta la sua energia creativa, nella interdisciplinarietà delle forme e tecniche espressive.
Per l’artista non esistono confini tra una disciplina e l’altra, egli amorevolmente e nobilmente, unisce tutte le componenti tecnico - creative, sconfinando nel flusso della vita quotidiana, rivendicandosi in ogni istante della sua esistenza, come paladino della spontaneità.
Per Giuseppe Chiari, l’idea dell’arte non è fine a se stessa, anzi è l’opposto, perché prende molteplici forme, cioè: “ happening, performance, statements, collage, fotografia, scultura”.
Qui vorrei aprire una parentesi, fin da giovane dipingeva e amava molto gli artisti dell’Espressionismo astratto americano, “action painting” come: Jackson Pollock , Franz Kline molto influenzati dalla coeva musica Jazz.
Giuseppe Chiari amplia, le possibilità espressive dell’arte, il suo pianoforte diventa persona fisica da abbracciare, cioè un essere con cui egli può comunicare, tutte le sue sensazioni ed emozioni,aldilà della logica precostituita dell’interazione meccanica uomo-tastiera. I suoi quadri sono composizioni miste di collage di partiture, strumenti musicali e frasi, che si fondono con l’espressività dinamico pittorica, in un’armonia di segni leggeri e delicati colori. Le sculture sono dimensioni spaziali, dove tutte le arti interagiscono idealmente e fisicamente, gli strumenti musicali, entrano in contatto con la pittura, i collage sono in sottofondo, i suoi pensieri sono scritti, sulla superficie pittorica.
In questa sintesi sorgono tematiche inverse, di ispirazione,”Dadaista”, poiché le logiche vanno contro gli schemi del fare professionale dell’arte, altrettanto egli innesta una spontaneità totale, concetto primario degli Happening.
Tutti gli aspetti del mondo musicale e sonoro, vengono traslati nell’arte figurativa, questo ci fa capire quanto siano grandi e comunicative , le concezioni espressive di Giuseppe Chiari, tutto questo è un atteggiamento artistico, che sfocia anche nel sociale,la sua voglia di comunicare il suo entusiasmo, rendono partecipe il pubblico delle sue performance, tra le quali una molto importane fu il “Giuoco dei dieci nomi” tenutasi a Bologna nel 1985.
Giuseppe Chiari viene a mancare nell’anno 2007 e senza dubbio è stato e tutt’ora è, attraverso la sua opera, uno dei più grandi geni artistici del ventesimo secolo.
Alessandro Marini
Dopo l’incontro con John Cage, “teorico e compositore americano”, Chiari aderisce nel 1962, all’importante movimento artistico internazionale “Fluxus”, con l’opera “Gesti sul piano”e poi entrerà nella corrente sperimentale della “Poesia visiva Gruppo 70”, formata da L. Pignotti , L. Marcucci e altri.
Giuseppe Chiari è un’artista estremamente poliedrico, dinamico e poetico, i suoi Happening e le sue Performance, degli anni 60 e 70, tendono a concepire la realtà espressiva come un tutt’uno “Monade”, che racchiude in se, tutte le potenzialità ideali e tecniche. Egli è la concettualità che in un processo entropico scarica tutta la sua energia creativa, nella interdisciplinarietà delle forme e tecniche espressive.
Per l’artista non esistono confini tra una disciplina e l’altra, egli amorevolmente e nobilmente, unisce tutte le componenti tecnico - creative, sconfinando nel flusso della vita quotidiana, rivendicandosi in ogni istante della sua esistenza, come paladino della spontaneità.
Per Giuseppe Chiari, l’idea dell’arte non è fine a se stessa, anzi è l’opposto, perché prende molteplici forme, cioè: “ happening, performance, statements, collage, fotografia, scultura”.
Qui vorrei aprire una parentesi, fin da giovane dipingeva e amava molto gli artisti dell’Espressionismo astratto americano, “action painting” come: Jackson Pollock , Franz Kline molto influenzati dalla coeva musica Jazz.
Giuseppe Chiari amplia, le possibilità espressive dell’arte, il suo pianoforte diventa persona fisica da abbracciare, cioè un essere con cui egli può comunicare, tutte le sue sensazioni ed emozioni,aldilà della logica precostituita dell’interazione meccanica uomo-tastiera. I suoi quadri sono composizioni miste di collage di partiture, strumenti musicali e frasi, che si fondono con l’espressività dinamico pittorica, in un’armonia di segni leggeri e delicati colori. Le sculture sono dimensioni spaziali, dove tutte le arti interagiscono idealmente e fisicamente, gli strumenti musicali, entrano in contatto con la pittura, i collage sono in sottofondo, i suoi pensieri sono scritti, sulla superficie pittorica.
In questa sintesi sorgono tematiche inverse, di ispirazione,”Dadaista”, poiché le logiche vanno contro gli schemi del fare professionale dell’arte, altrettanto egli innesta una spontaneità totale, concetto primario degli Happening.
Tutti gli aspetti del mondo musicale e sonoro, vengono traslati nell’arte figurativa, questo ci fa capire quanto siano grandi e comunicative , le concezioni espressive di Giuseppe Chiari, tutto questo è un atteggiamento artistico, che sfocia anche nel sociale,la sua voglia di comunicare il suo entusiasmo, rendono partecipe il pubblico delle sue performance, tra le quali una molto importane fu il “Giuoco dei dieci nomi” tenutasi a Bologna nel 1985.
Giuseppe Chiari viene a mancare nell’anno 2007 e senza dubbio è stato e tutt’ora è, attraverso la sua opera, uno dei più grandi geni artistici del ventesimo secolo.
Alessandro Marini
19
giugno 2009
Giuseppe Chiari – Sinfonie cromatiche
Dal 19 giugno al 31 luglio 2009
arte contemporanea
Location
CELLAI ARTE
Prato, Via Paolo Dell'abbaco, 95, (Prato)
Prato, Via Paolo Dell'abbaco, 95, (Prato)
Orario di apertura
10-12,30 e 16-20. Domenica, lunedì mattina e sabato pomeriggio chiuso
Vernissage
19 Giugno 2009, ore 18
Autore
Curatore