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Giuseppe Cominetti – Tra Divisionismo e Futurismo. Dipinti. Disegni e arredi
La mostra su Giuseppe Cominetti (1882-1930), intende valorizzare l’artista vercellese in occasione del deposito a lungo termine e della donazione di due imponenenti opere: I conquistatori del sole e Le Forgeron.
Comunicato stampa
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La mostra al Museo Borgogna è stata realizzata in occasione dell’ingresso nella collezione permanente del museo, dell’opera Le Forgeron e dell’opera I Conquistatori del sole (in deposito a lungo termine), grazie alla disponibilità degli eredi.
La rassegna vuol essere un omaggio a Giuseppe Cominetti, uno dei principali protagonisti dell’arte tra divisionismo e futurismo e, al contempo, si prefigge di invitare alla lettura di opere, particolarmente significative, realizzate dall’artista nel suo momento più felice e di far conoscere alcuni aspetti inediti della sua biografia.
Giuseppe Cominetti. La stanza dell’artista
dal testo in catalogo di Massimo Melotti
La stanza dell’artista è la stanza della memoria e della riflessione. Simbolicamente è il luogo dove, passata l’urgenza del quotidiano si accumula il segno del tempo. Dove le cose rivelano la loro storia e concorrono a rievocare le vicende a volte segrete dell’artista. In questo luogo dove si assommano ricordi e testimonianze scandite dalle opere è possibile cogliere il senso di una vita o quanto meno un percorso artistico. Così la mostra al Museo Borgogna vuole essere un’emblematica stanza dell’artista, vuole essere il luogo dove è possibile vedere le opere che hanno segnato un momento privato e quelle che hanno contraddistinto una svolta espressiva: certamente quelle a lui più care. […]
Per Giuseppe Cominetti questa stanza della memoria non può che essere l’atelier di Montmartre dove l’artista ha creato e dove si è incontrato con quel mondo bohémien artistico, mondano, intellettuale che affollava la Parigi del tempo. All’interno della stanza si trovano i ritratti di famiglia ma anche, metaforicamente, compaiono le opere che rappresentano uno dei periodi più fecondi della produzione dell’artista se non il più significativo. Sono opere in cui si può cogliere quell’atmosfera di passaggio di secolo, impregnata ancora, da un punto di vista stilistico, da una tensione simbolista resa negli stilemi del decorativismo e, da un punto di vista concettuale, da un certo compiacimento all’introspezione psicologica vista in toni esasperati o tragici. In esse ritroviamo, sulla matrice del divisionismo e del simbolismo, la ricerca espressiva originale di Cominetti, il quale, pur ancora immerso nel pathos del secolo passato, da sincero avanguardista ha compreso lo spirito della nuova società basato sul dinamismo al quale guarderanno i futuristi. […]
Tango, dipinto nel 1914, è l’opera che maggiormente rappresenta questo momento. La fase di transizione, segnata da colori tenui e non sempre risolte combinazioni delle pennellate divise, viene completamente superata per lasciare posto ad una composizione dove i tratti e i colori esaltano il momento del ballo, sottolineandone le movenze. […]
Ma la stanza dell’artista, oltre alla produzione strettamente pittorica, ci permette di dare uno sguardo, seppur fuggevolmente e non con l’approfondimento necessario, anche all’altra grande passione di Cominetti: quella per il teatro. […]
La stanza dell’artista, così come la vita di Cominetti, è segnata da una profonda cesura simbolicamente espressa dalla parete che attraversa la mostra. E’ la tragedia della guerra che divide la Parigi bohémienne, dei successi e il periodo del dopoguerra che l’artista trascorse tra la Francia e l’Italia sempre più impegnato nell’esperienza teatrale e nella ricerca di riprendere il filo della tensione creativa del periodo parigino, ma che si rivelerà ormai irrimediabilmente interrotto. […]
Con la serie dei disegni di guerra la stanza dell’artista metaforicamente si trasforma nello spazio museale: il luogo dei ricordi diviene luogo di celebrazione e memoria collettiva. L’ultima parte della mostra infatti presenta tre opere fondamentali nella produzione artistica di Cominetti, tutte incentrate, in diverso periodo, sul tema del lavoro. La raffigurazione e le tematiche inerenti alla vita degli umili, al socialismo umanitario declinato nelle varie accezioni che Cominetti aveva assimilato da Previati, Pellizza da Volpedo e dai divisionisti, e che gli è sempre stato caro, sono il terreno su cui si innesta la visione dinamicistica del Cominetti avanguardista che vede nella macchina e nelle nuove conquiste della società il riscatto e il progresso dell’uomo. Una di queste opere Le Forgeron verrà donata al Museo Borgogna, andandosi ad aggiungere all’altra opera L’électricité, già parte del percorso museale, mentre I Conquistatori del sole rimarranno in comodato d’uso al Museo per ventanni. […]
Con la sezione delle opere sul lavoro si conclude la mostra dedicata a Giuseppe Cominetti, ormai entrato nella storia dell’arte come uno dei protagonisti di quella stagione che si dipana tra divisionismo e futurismo. L’artista che aveva saputo cogliere il meglio delle istanze del simbolismo europeo, nella sua stagione migliore, che si può collocare nel primo periodo parigino, aveva dato vita ad una serie di opere, in cui l’indagine psicologica si assommava alla ricerca di un originale linguaggio espressivo che potesse interpretare la società del tempo. Cominetti aveva compreso il grande cambiamento in atto, conosceva le avanguardie, si sentiva vicino alle istanze futuriste, ma preferì perseguire un proprio percorso che non poteva non tener conto della sua matrice simbolico-divisionista.
Massimo Melotti
La rassegna vuol essere un omaggio a Giuseppe Cominetti, uno dei principali protagonisti dell’arte tra divisionismo e futurismo e, al contempo, si prefigge di invitare alla lettura di opere, particolarmente significative, realizzate dall’artista nel suo momento più felice e di far conoscere alcuni aspetti inediti della sua biografia.
Giuseppe Cominetti. La stanza dell’artista
dal testo in catalogo di Massimo Melotti
La stanza dell’artista è la stanza della memoria e della riflessione. Simbolicamente è il luogo dove, passata l’urgenza del quotidiano si accumula il segno del tempo. Dove le cose rivelano la loro storia e concorrono a rievocare le vicende a volte segrete dell’artista. In questo luogo dove si assommano ricordi e testimonianze scandite dalle opere è possibile cogliere il senso di una vita o quanto meno un percorso artistico. Così la mostra al Museo Borgogna vuole essere un’emblematica stanza dell’artista, vuole essere il luogo dove è possibile vedere le opere che hanno segnato un momento privato e quelle che hanno contraddistinto una svolta espressiva: certamente quelle a lui più care. […]
Per Giuseppe Cominetti questa stanza della memoria non può che essere l’atelier di Montmartre dove l’artista ha creato e dove si è incontrato con quel mondo bohémien artistico, mondano, intellettuale che affollava la Parigi del tempo. All’interno della stanza si trovano i ritratti di famiglia ma anche, metaforicamente, compaiono le opere che rappresentano uno dei periodi più fecondi della produzione dell’artista se non il più significativo. Sono opere in cui si può cogliere quell’atmosfera di passaggio di secolo, impregnata ancora, da un punto di vista stilistico, da una tensione simbolista resa negli stilemi del decorativismo e, da un punto di vista concettuale, da un certo compiacimento all’introspezione psicologica vista in toni esasperati o tragici. In esse ritroviamo, sulla matrice del divisionismo e del simbolismo, la ricerca espressiva originale di Cominetti, il quale, pur ancora immerso nel pathos del secolo passato, da sincero avanguardista ha compreso lo spirito della nuova società basato sul dinamismo al quale guarderanno i futuristi. […]
Tango, dipinto nel 1914, è l’opera che maggiormente rappresenta questo momento. La fase di transizione, segnata da colori tenui e non sempre risolte combinazioni delle pennellate divise, viene completamente superata per lasciare posto ad una composizione dove i tratti e i colori esaltano il momento del ballo, sottolineandone le movenze. […]
Ma la stanza dell’artista, oltre alla produzione strettamente pittorica, ci permette di dare uno sguardo, seppur fuggevolmente e non con l’approfondimento necessario, anche all’altra grande passione di Cominetti: quella per il teatro. […]
La stanza dell’artista, così come la vita di Cominetti, è segnata da una profonda cesura simbolicamente espressa dalla parete che attraversa la mostra. E’ la tragedia della guerra che divide la Parigi bohémienne, dei successi e il periodo del dopoguerra che l’artista trascorse tra la Francia e l’Italia sempre più impegnato nell’esperienza teatrale e nella ricerca di riprendere il filo della tensione creativa del periodo parigino, ma che si rivelerà ormai irrimediabilmente interrotto. […]
Con la serie dei disegni di guerra la stanza dell’artista metaforicamente si trasforma nello spazio museale: il luogo dei ricordi diviene luogo di celebrazione e memoria collettiva. L’ultima parte della mostra infatti presenta tre opere fondamentali nella produzione artistica di Cominetti, tutte incentrate, in diverso periodo, sul tema del lavoro. La raffigurazione e le tematiche inerenti alla vita degli umili, al socialismo umanitario declinato nelle varie accezioni che Cominetti aveva assimilato da Previati, Pellizza da Volpedo e dai divisionisti, e che gli è sempre stato caro, sono il terreno su cui si innesta la visione dinamicistica del Cominetti avanguardista che vede nella macchina e nelle nuove conquiste della società il riscatto e il progresso dell’uomo. Una di queste opere Le Forgeron verrà donata al Museo Borgogna, andandosi ad aggiungere all’altra opera L’électricité, già parte del percorso museale, mentre I Conquistatori del sole rimarranno in comodato d’uso al Museo per ventanni. […]
Con la sezione delle opere sul lavoro si conclude la mostra dedicata a Giuseppe Cominetti, ormai entrato nella storia dell’arte come uno dei protagonisti di quella stagione che si dipana tra divisionismo e futurismo. L’artista che aveva saputo cogliere il meglio delle istanze del simbolismo europeo, nella sua stagione migliore, che si può collocare nel primo periodo parigino, aveva dato vita ad una serie di opere, in cui l’indagine psicologica si assommava alla ricerca di un originale linguaggio espressivo che potesse interpretare la società del tempo. Cominetti aveva compreso il grande cambiamento in atto, conosceva le avanguardie, si sentiva vicino alle istanze futuriste, ma preferì perseguire un proprio percorso che non poteva non tener conto della sua matrice simbolico-divisionista.
Massimo Melotti
19
marzo 2010
Giuseppe Cominetti – Tra Divisionismo e Futurismo. Dipinti. Disegni e arredi
Dal 19 marzo al 30 maggio 2010
disegno e grafica
arte moderna
arte moderna
Location
MUSEO FRANCESCO BORGOGNA
Vercelli, Via Antonio Borgogna, 4, (Vercelli)
Vercelli, Via Antonio Borgogna, 4, (Vercelli)
Biglietti
Intero: 8,00 €
Ridotto gruppi, universitari, convenzionati e over 70: 6,00 €
Ridotto bambini, studenti, insegnanti: 3,00 €
Ingresso libero possessori Abbonamento Musei Torino Piemonte
Visita guidata: 40,00 € aggiuntivi al biglietto d’ingresso (su prenotazione)
Solo il venerdì sera alle 19,00, visita guidata a 2,00 € aggiuntivi al biglietto d’ingresso
Orario di apertura
da martedì a giovedì dalle 15.00 alle 17.30 (al mattino su prenotazione per scuole o gruppi)
Venerdì dalle 15.00 alle 20.30
Sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 18.00
Lunedì chiuso
Vernissage
19 Marzo 2010, ore 18
Editore
ALLEMANDI
Autore
Curatore